Presi
Sulla Cresta del Baratro in quanto ero convinto fosse la storia della Commodore, una azienda che fu pioniera nel mondo dell'home computing, e nel mondo dei computer in generale. La sorpresa ha voluto che, seguendo le orme della Commodore, il libro ci racconti l'intera evoluzione di questo affascinante mondo, e ridisegni in modo intrigante ciò che i 'vincitori' della guerra dei PC ci hanno raccontato di quanto avvenne in quegl'anni.
Già! Perché tutti ricordiamo Jobs e la sua Apple, il colosso IBM, Gates e la sua Microsoft. In pochi inseriscono Jack Tramiel e la Commodore in questo trittico come protagonista... E invece lo fu, e noi che siamo europei, specie quelli della mia generazione, dovrebbero ricordarsene bene.
Tornando al libro, gli anni volano velocemente indietro nel tempo. L'azienda - all'epoca - si occupava di calcolatrici, aveva un grande mercato, e se non era leader, poco ci mancava. Però era una azienda piena di debiti, soprattutto a causa di processi legali che si tiravano per le lunghe e stavano dissanguando la società.
E' in questo periodo che Commodore comincia a guardare altri mercati, e nuovi finanziatori. Trova il denaro nella figura di Irving Gould, che divenne primo azionista della società, e trova il nuovo mercato quando sul suo cammino incrocia Chuck Peddle, un ingegnere con il sogno di sviluppare un nuovo tipo di processore e di costruire il computer ideale. In quegl'anni - giusto per la cronaca - i computer 'casalinghi' venivano venduti in scatola di montaggio, lo stesso Apple Lisa era venduto in questa forma. Nessuno immaginava che un computer potesse essere venduto in negozio pronto per l'uso, senza bisogno di smanettarci per riuscire ad accenderlo.
Ebbene, Tramiel cercava un nuovo mercato, Peddle voleva un computer pronto all'uso, la Commodore aveva bisogno di una nuova vita... L'unione di questi parametri, con l'acquisizione da parte di Commodore della Mos Technology (dove Peddle lavorava), fecero sì che nacque il PET, un computer a tutto tondo che - quando fu presentato al CES - spopolò letteralmente.
Il successo del PET (soprattutto in Europa) fece sì che Tramiel divenisse più ambizioso. Voleva un computer per le masse, a basso costo, e grazie alle tecnologie acquisite con lo sviluppo del PET, e le competenze della Mos Technology, nacque rapidamente il VIC20.
Da qui in avanti, per chi è cresciuto in quegl'anni, la storia diventa abbastanza chiara. Dopo il VIC20 fu la volta del Commodore 64, poi il 128, il... ehm... Plus/4, e l'Amiga. Nel frattempo, all'interno della società, è capitato di tutto, al punto che per più volte fu a rischio fallimento nonostante il successo dei suoi prodotti, per più volte si salvò grazie alla abilità dei suoi manager, ma che alla fine collassò per... Invidia?
Già! Nel libro è raccontato tutto.
Se Tramiel era il motore che portò Commodore all'apice del mercato dei computer (n.d.r. Al punto da mettere in ombra Atari, Sinclair, Apple, e molti altri... E soprattutto di competere a testa alta con IBM nel mondo business), Gould fu colui che fece lo sgambetto più e più volte a chi guidava realmente la società, perché lui era il socio di maggioranza, lui ci metteva i soldi, e a lui non stava bene che altri avessero troppo potere all'interno delle mura della Commodore. Furono fatte scelte sconsiderate, cacciati via uomini chiave, chiuso progetti affascinanti, e soprattutto, furono bruciati capitali inimmaginabili... Il tutto per via dell'ego di chi fu al comando di questa società.
Libro affascinante, che rimescola le carte e ci mostra una storia differente da quanto altri hanno raccontato. In effetti, negli altri racconti il nome di Commodore non è mai stato citato... Forse per imbarazzo, forse perché se ai suoi vertici ci fossero state persone più lungimiranti, oggi vivremmo in un mondo differente. Libro che mi sento di consigliare a tutti quanti ma...
Dio mio quanto è scritto male!
Sembra tradotto con un software di traduzione automatica (n.d.r. Anzi, forse il traduttore automatico avrebbe fatto di meglio). Non solo le traduzioni sono approssimative, ma essendo tratto da innumerevoli interviste, spesso i vari interventi sono inseriti a più voci, senza virgolettato, provocando confusione in chi legge, e soprattutto, facendo sì che le oltre 500 pagine del libro siano piene di ripetizioni superflue e poco significative.
Ci vuole molto stomaco per riuscire a completare la lettura. Alcuni passaggi vanno letti e riletti per comprenderne il senso... E bisogna davvero essere appassionati per soffrire in questo modo.
Però ne vale la pena.
Scopri i miei ebook cliccando QUI