Non appena si arriva a Comacchio risulta evidente perché essa sia chiamata 'La Piccola Venezia'. I canali la fanno da padroni, e se probabilmente il centro storico si percorre in un paio di mezz'ore, il fascino di ogni angoletto costringe il visitatore a soffermarsi, a curiosare, a visitare le chiese, i cortili, e i piccoli angoli nascosti di questa cittadina.
I canali e le imbarcazioni appaiono con discrezione, sempre dopo aver voltato l'angolo. Alcune di esse sono ferme da sempre, offrono semplicemente un'occasione di ristoro, con tavolini all'aperto e un ristorante sulla strada che propone le sue vivande; altre invece sono barche di pescatori, alcune di esse hanno la rete bella tesa, magari qualche anguilla dentro - immagino finta per i turisti, perché non si sente puzza di pesce nonostante il caldo torrido - intrappolata nelle rete in bella vista.
I ponti di pietra sono il simbolo di questa cittadina, in special modo il Treponti, ovvero un ponte a tre rampe che funge da piazzetta sopraelevata sull'acqua. Questo è probabilmente il monumento che simboleggia maggiormente Comacchio, e per la quale è conosciuta un po' ovunque (n.d.r. A parte l'anguilla).
Treponti il luogo dove tutti si fotografano, dove tutti rinfrescano le lezioni di italiano a scuola, per via delle due targhe in marmo poste sulle torri, ove son citati La Gerusalemme Liberata e L'Orlando Furioso (n.d.r. Che a loro volta citano Comacchio).
Il cielo della soleggiata Comacchio è intenso. Forse a causa delle abitazioni basse, forse a causa delle acque che ne definiscono i confini, e solo il volo delle rondini, ma soprattutto dei gabbiani, lo tingono con colori differenti dall'azzurro.
Il cielo della soleggiata Comacchio è intenso. Forse a causa delle abitazioni basse, forse a causa delle acque che ne definiscono i confini, e solo il volo delle rondini, ma soprattutto dei gabbiani, lo tingono con colori differenti dall'azzurro.
Ma non si può sempre stare con gli occhi rivolti al cielo, anche se in questo giugno accaldato per strada c'è davvero poca gente per strada. Vanno ammirate le case colorate, come ho già detto basse e tozze, che si specchiano nell'acqua dei canali, e che nel loro riflesso diventano più slanciate e affascinanti.
Poi c'è la massiccia Torre dell'Orologio, altro simbolo di Comacchio. Essa, grazie alla madonnina con Gesù in grembo e sempre in osservazione delle basse case del centro storico, protegge benevolmente la cittadina ogni giorno del calendario che passa.
Ed è verso sera che ci si congeda da questa breve visita alla Piccola Venezia, sempre piena di sorprese, perché per le strade - improvvisamente - ci troviamo a tifare per gli atleti che con energia e vigore affrontano una gara storica della cittadina, ovvero la 11 ponti.
Qui si chiude il percorso nella accogliente Comacchio. Vi invito ad andare a visitare il mio album su Flickr dedicato a questo viaggio, cliccando qui, ove troverete altre immagini suggestive.
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