Fulmine a ciel sereno! Aurora, sin dalle prime pagine, mi è stata antipatica. Sì, mi è stata estremamente antipatica. Antipatica nonostante i suoi trascorsi, nonostante i suoi problemi, nonostante tutto perché... Diciamocelo, entra nella vicenda come un elefante che visita un negozio di cristalli.
Lei era una brava profiler a Torino, anzi... Lei era la migliore.
Poi è avvenuto il fattaccio, non ha aspettato i rinforzi, e ha combinato un casino al Mattatoio, tanto che quasi ci lasciava le penne, e comunque son morti tutti tranne lei, che si è buscata una scheggia di proiettile in testa, e ha perso il bambino che aveva in grembo, nonché il suo compagno, sia di lavoro, sia di vita.
E dopo mesi e mesi di cure mediche, e soprattutto psicologiche, Aurora riesce a mantenere il proprio lavoro, ma viene spostata in una cittadina di provincia, un posto tranquillo, perché nelle sue condizioni non può certo continuare a combattere in prima linea.
Aurora è instabile, e ha un caratterino che 'mollala'.
E cosa fa Aurora non appena arriva nell'amena località emiliana dove è stata dislocata? E' notte, vede i lampeggianti della polizia, subito si inserisce. Al commissariato non la conosce nessuno, non si è neppure presentata al suo capo, e già va sulla scena del crimine e pretende di fare tutto ciò che vuole, e addirittura, a voler che gli altri siano al suo servizio. Ovviamente il commissario Piovani non può che prenderla 'in strino' sin da subito... E chi non lo farebbe? E' come se un neo-assunto con contratto a Voucher cominciasse a dare ordini al proprio capo... Quanto tempo durerebbe il suo bel contratto di lavoro?
E infatti Aurora viene subito messa da parte. Ma lei è caparbia, e la sua caparbietà coinvolge Bruno, un poliziotto che la prende in simpatia forse perché pure lui ha avuto dei trascorsi niente male... Ma non c'è niente da fare, un tipino come Aurora, a pelle, mi è stata subito antipatica (n.d.r. Per non dire di peggio).
Poi le pagine scorrono, e le indagini prendono una direzione assurda, Piovani si impunta su una teoria strampalata, e il procuratore Torrese non fa che appoggiare questa idea. E allora Aurora, l'unica che alla fine si impegna veramente nelle indagini, acquista una nuova luce. Piano piano Aurora Scalviati conquista il lettore - mi conquista - e gli spigoli del suo carattere, che comunque non si ammorbidisce mai se non in momenti rari durante la lettura, diventano una forza aggiuntiva.
Aurora nel Buio è un romanzo fatto così, ha spigoli vivi, spine, pagine urticanti che mai lasciano la presa sul lettore, tanto che quest'ultimo non può mai dimostrarsi troppo delicato, o debole. Il killer è un tipo senza scrupoli. La storia è una storia che non lascia scampoli di tranquillità. I personaggi provengono da esperienze toste, difficili da amalgamare. E diciamocelo... L'unico che sembra avere una bontà d'animo vera e propria fa una brutta fine, forse per caso, forse no, in un rogo devastante. E se il thriller ci conduce verso un universo ben distante dalla tranquilla Emilia Romagna che tutti conosciamo, la storia nella storia è una caccia ai fantasmi, i fantasmi di Aurora, quelli di Bruno, quelli di Piovani, e i fantasmi di un killer che si svela essere pure lui vittima e carnefice, proprio come coloro che gli danno la caccia.
E' una storia dove i demoni non hanno pace, ed è inutile tentare di esorcizzarli, perché loro ritornano sempre. Ed è una storia che attraversa gli anni, i secoli, i millenni... E contro questi fantasmi non poteva nulla un esperto inquisitore, e figurati se possono farci qualcosa dei bravi poliziotti. Demoni interiori che si proiettano nella realtà, solidificano, piantano i propri malefici semi, e si riproducono di generazione in generazione, come rampicanti aggrappati ai cuori innocenti dei bambini, dei testimoni, delle vittime, ma anche dei persecutori.
Dopo tanto tempo ecco che Barbara torna al thriller con una rinnovata energia, con uno stile più ruvido e aggressivo, mantenendo però la poesia, la sua capacità di descrivere attraverso la musica, le emozioni, e le immagini. Uno stile che conquista, e che in realtà mi ha conquistato molti anni fa, quando ancora raccontava le vicende della piccola
Amelia... Figuratevi voi. E comunque in questo thriller ho scoperto una nuova Barbara, o forse mi ero addolcito un po' leggendo le saghe di
Scarlett e
Zoe, perché l'autrice è feroce nei confronti delle sue creature, e lascia loro davvero poco respiro. E' una corsa contro il tempo, una corsa contro spietati mastini che non vedono l'ora di uccidere, è una corsa ostacolata dai meccanismi della burocrazia, della politica, o più semplicemente dalla cecità di elementi che cercano solo di nascondere la testa nella sabbia sperando che tutto passi, e che passi lasciando loro indenni. Barbara è abile in ogni dettaglio nel raccontare questa torbida vicenda, e regala piccoli trivia, citazioni cinematografiche, omaggi nascosti, che sicuramente riescono a illuminare gli occhi di chi è appassionato a questo genere narrativo. Non svelo nulla, ma in più occasioni mi sono soffermato a ricordare pellicole che ho amato, e libri che mi hanno fatto venire la pelle d'oca.
"Tu non farai alcun male" Barbara, perché chi ti legge e ama i tuoi lavori, sa che hai un cuore buono che ama giocare con le emozioni più nascoste. Il lettore si tramuta nello speleologo dell'anima, e i personaggi che incontra in questo cupo thriller emiliano, sono tutti quanti delle profonde grotte in cui è possibile perdersi, e dove una luce può spegnersi in fretta a causa delle delusioni. Ma una via d'uscita c'è, ne siamo sicuri, perché Barbara ha un cuore buono, per lo meno nei confronti dei suoi lettori.
Aurora nel Buio è quindi un romanzo dai mille risvolti, dalle più nascoste sfaccettature, capace di assorbire anche il lettore più scafato, e forse anche quello più scettico. Davvero un libro notevole, che mi ha fatto provare emozioni forti, non solo per via della storia truce, soprattutto per via delle cicatrici nascoste dei personaggi, dei volti tormentati, degli animi nascosti, e delle maschere indossate per avere una parvenza di normalità, in un mondo che di normalità ne conosce poca, o forse nessuna. Un mondo inventato che rispecchia molto, forse troppo, la realtà, la quotidianità, la cronaca che tutti leggiamo distrattamente sui quotidiani. Nel romanzo di Barbara tutto ciò è presente, e potente, e costringe a leggere, e a terminare il romanzo velocemente, per la brama di conoscere, di provare emozioni, senza essere spaventati dalla sua mole, dal numero di pagine, perché alla fine ognuno di noi ha qualche cicatrice, e in piccolo, si sente un po' come Aurora, e sgomita nel suo mondo per fare spazio attorno a sé, e trovare un cantuccio dove sentirsi sicuri.
Lo consiglio vivamente.
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