sabato 31 gennaio 2015

Il Viaggio oltre La Vita (Gli Etruschi e l'Aldilà)

Glauco Silvestri
Una mostra sul popolo che è stato la vera base portante della nostra cultura, ancora prima di Roma, e che si spande sul territorio emiliano attraverso diverse esposizioni in musei locali.
Bologna, in questo contesto, ha abbinato il percorso Etrusco all'interno della mostra stabile sulla storia della città, a Palazzo Pepoli. Mostra attiva dal 25 ottobre scorso, e che giungerà al termine il 22 febbraio prossimi. Mostra che è solo un piccolo passo attraverso il percorso ben più ampio che ricopre molti siti archeologici emiliani, tanti musei, e persino passeggiate di Archeo-Trekking, per non dimenticare persino l'organizzazione di gite 'fuori porta' della durata di più giorni che conducono fino il Lazio, altro territorio in cui gli Etruschi prosperarono (e dove è stato trovato il Sarcofago degli sposi). Insomma... un progetto corposo, di cui per ora ho visto solo l'esposizione di Palazzo Pepoli.

Palazzo Pepoli, come ho anticipato, ospita una mostra stabile sulla storia di Bologna. Esso già possedeva alcuni reperti etruschi, del resto è proprio da lì che tutto nasce. 26 secoli di storia non sono pochi, e per visitare tutto il museo con attenzione ci vogliono tre ore. E' un viaggio emozionante, che in certi momenti può far sorridere, altri commuovere, altri pensare, e che - soprattutto - fa pensare a quanto sia stata, e sia ancora, speciale la bella Bologna. Del resto è qui che è nato il Papa Gregorio XIII, che fondò il calendario Gregoriano, l'attuale calendario. E' qui che Marconi ha inventato la radio. E' qui che Cassini fece i suoi studi e fondò l'Accademia delle Scienze. E' Bologna che per prima ottenne la libertà dei propri cittadini dal giogo della chiesa. E' Bologna che fondò la prima università al mondo. E' Bologna che prosperò per la sua seta e i suoi telai tecnologicamente avanzatissimi per l'epoca. Potrei andare avanti per ore e ore ad elencare quante cose sono accadute nel territorio bolognese... ma gli Etruschi?

Il museo ha deciso di inglobare il percorso bolognese con quello etrusco, per cui è girando tra i reperti dedicati alla storia della città che si incontrano quelli più rilevanti per il popolo etrusco. A segnalarli è il volto del simpatico Apa, un etrusco virtuale uscito da un vaso funerario conservato al museo archeologico bolognese, e che grazie a un simpatico cartone animato 3D realizzato qualche anno fa, ci accompagna nel percorso del museo. Subito all'ingresso si trova una ricostruzione di una tomba etrusca, con le pareti decorate da illustrazioni che mostrano l'intero percorso dal momento della morte al luogo dove lo spirito continuerà il proprio percorso.
Seguono molte illustrazioni, tabelloni da leggere, qualche vaso, alcune statue, il cartone animato, e infine il momento clou... un vero e proprio ologramma che ci mostra il sarcofago degli sposi. 

La delusione è stata tanta! Lo ammetto. Avevo letto con superficialità il volantino... E mi ero illuso! Credevo ci fosse il vero sarcofago esposto. Questo è conservato gelosamente a Villa Giulia, a Roma - e visto come era stato trovato, e quanto tempo ci è voluto per ricostruirlo, mi pare giusto che sia così! A Bologna è invece messo in mostra un modello 3D. Un modello eccezionale, lo ammetto. Lo spettacolo è davvero incredibile. Si rimane incantati nel vederlo. Però... 

Vi lascio con un video sul Sarcofago. Io, magari molto presto, tornerò a vedere i siti archeologici di Marzabotto e Villanova di Castenaso. Si è accesa una scintilla di curiosità in me, per troppo tempo ho lasciato gli Etruschi nel dimenticatoio.



Info: Il Catalogo della mostra.

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venerdì 30 gennaio 2015

Insieme

Glauco Silvestri
Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme un successo.



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giovedì 29 gennaio 2015

The Avengers

Glauco Silvestri
Che strano film... The Avengers

Abbiamo un Locky che per sentimenti di inferiorità nei confronti del fratello vuole mettere a ferro e fuoco la Terra (che Thor ama così tanto da aver lasciato a sé stessa, a giocare con il Tesseract per ottenerne armi superpotenti, mica per liberare il mondo dal giogo della povertà e quant'altro, solo per i soliti scopi bellici e bla bla bla). Locky, che continua a dire che è un dio con la 'D' maiuscola, ma poi le busca da Capitan America, da Iron Man, e si fa pure dire da Hulk che è un dio fragile. E poi abbiamo un popolo alieno di guerrieri, un popolo che non è mai stato sconfitto, un esercito immane che, non appena penetra nell'atmosfera terrestre, con armi impareggiabili, un numero di soldati illimitato, mezzi di ogni tipo... Viene sconfitto da: un tizio con un arco, una spia russa che spara con delle calibro 45, il solito Capitan America con pugni e scudo, Iron Man (l'unico che utilizza una tecnologia capace di eguagliare i nemici), Thor (che per lo meno giunge dagli stessi mondi da cui provengono i nemici, e i muscoli di Hulk. E poi c'è lo S.H.I.E.L.D. che ha tanto l'aria da ente super segreto, duro e con le palle grosse come le sue inutili portaerei volanti... mezzi pachidermici, lenti e del tutto inutili, visto che fanno una brutta fine prima ancora che cominci la battaglia. E i suoi agenti? Del tutto impreparati. Il film inizia con la violazione di una loro base super segreta, il furto del Tesseract, e la distruzione completa della base... Prosegue con il quasi abbattimento della super-portaerei, e finisce con Fury che fa appello ai buoni sentimenti dei soliti Iron Man, Thor, Capitan America, Hulk, la Vedova Nera e... Oddio, mi vien da chiamarlo Legolas (del resto è Stark stesso che lo chiama così). E il bello è che Fury li convince con l'inganno, e facendo leva sulla morte di un suo agente a cui tutti bene o male erano tutti affezionati, altrimenti l'avrebbero snobbato di brutto, visto che fino a qualche minuto prima li aveva ingannati senza troppi scrupoli.

Quindi? Alla fine è un filmone fatto di effetti speciali, pugni e oggetti volanti, robot e mostri, colpi di pistola e calci volanti, qualche divinità che tanto divina non è... Esplosioni, palazzi ridotti in briciole, civili urlanti, qualche poliziotto che le busca... Soprattutto, una trama che si regge in piedi solo grazie a qualche stampella.

Però è davvero divertente. Per cui lo consiglio vivamente, e non badate troppo ai difetti, che tanto è tratto da un fumetto, mica da un classico della narrativa russa.


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mercoledì 28 gennaio 2015

Tutti sulla Luna

Glauco Silvestri
Forse se ne erano andati tutti sulla luna, dimenticandosi di lui.

1Q84 (Murakami Haruki)
Evidenziazione Pos. 8730-31 | Aggiunta il venerdì 23 marzo 12 14:24:14 GMT+01:00



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martedì 27 gennaio 2015

Automata

Glauco Silvestri
I robot sono una faccenda complicata. Nel cinema è raro che si eviti di cadere sui soliti cliché, e Asimov ci ha messo uno zampino tale che ormai le tre leggi dominano ovunque (n.d.r. Basti pensare che in Europa, di questi tempi, gli enti governativi stanno pensando di varare qualche legge in relazione alle automazioni intelligenti, giusto per coprire alcuni buchi nel caso che il vostro Roomba diventi un killer assassino, o che l'auto a guida autonoma decida improvvisamente di scagliarsi, con voi dentro, in un burrone).
In Automata le tre leggi diventano due, l'arte del semplificare colpisce ancora, ma la trama non regala maggiori sprazzi di fantasia, ed eccoci un una vicenda già annusata ne L'uomo del Bicentenario (n.d.r. Toh, ve! Anche qui si cade su Asimov). Per lo meno la realizzazione di questo film ci riporta a una ricostruzione plausibile, così che ci si possa dimenticare di quell'assurdità del robot che fa mosse ninja e si muove come se non fosse sottoposto alla forza di gravità (cito il quasi-pessimo Io Robot). Ma andiamo alla trama:

Siamo nel 2044. La Terra è diventata un deserto quasi inabitabile. Una tempesta solare dalle dimensioni incredibili ha modificato completamente il clima del nostro pianeta. La maggior parte dei corsi d'acqua è evaporato, il 90% del territorio è diventato inabitabile e radioattivo, il 97% della popolazione umana è morto, e le telecomunicazioni sono diventate un ricordo del passato. Al mondo vivono ormai solo una manciata di milioni di uomini. Si son salvati grazie al primo robot autosufficiente, il Pilgrim 7000, di forma umanoide, capace di lavorare in zone ormai proibite agli esseri umani per cercare di arrestare l'avanzare delle sabbie, e circoscrivere un'area vivibile per gli esseri umani. Jacq Vaucan lavora per la società assicurativa che copre le attività dei Pilgrim. In giro c'è un tizio che spara ai robot, e lo fa anche platealmente. e così Jacq deve investigare. Scopre velocemente che i Pilgrim distrutti hanno delle peculiarità fuori dall'ordinario: Si autoriparano, si appropriano di oggetti, sembrano... Avere una coscienza. Ciò lo mette in allarme, e subito contatta i suoi superiori, e di conseguenza l'alta dirigenza della Roc Robotics Corporation (costruttrice dei robot). Questi ultimi hanno molto da nascondere al riguardo dei Pilgrim, e così la 'caccia al robot difettoso' diventa una 'caccia all'assicuratore troppo curioso'.

 Mi è piaciuto il mecha design. Visto che siamo avanti nel tempo di una sola trentina d'anni, i robot devono mostrare tecnologie che già oggi sono in mostra nei vari show sulla tecnologia. Ciò che oggi è studio universitario, o dimostratore tecnologico, un giorno potrebbe davvero diventare tecnologia a uso commerciale, e i Pilgrim non ci mostrano nulla di super-avveniristico. Si muovono lentamente, un po' goffi, ma sanno sia usare la forza, che la delicatezza. Vanno a batterie e ogni sera devono ricaricarsi. Difatti per tutta la durata del film c'è una batteria di un satellite precipitato che funge da fulcro funzionale della vicenda. Senza quella batteria, i robot si spegnerebbero dopo una sola giornata di cammino. I personaggi sono consistenti, così come i caratteri dei robot, che per quanto rigidi in base ai protocolli di programmazione che possiedono, mostrano comunque il principio di un determinato carattere. L'annullamento di una delle due leggi che li legano agli esseri umani, questi cominciano a sviluppare una propria personalità, a essere curiosi, e a pensare al proprio futuro senza più preoccuparsi dell'uomo. E per una volta, al momento del 'primo vagito', i robot non decidono di sterminare la razza umana, piuttosto cominciano ad andarsene per costruire da qualche parte, una zona non accessibile all'uomo, il loro futuro. 

Le interpretazioni sono di buon livello, Banderas e la Griffith fanno la differenza, ma anche gli altri attori sostengono degnamente i loro ruoli. La prima parte del film è sicuramente più efficace, c'è mistero, investigazione, e stimoli che incuriosiscono lo spettatore. La seconda parte è invece dedicata alla rivelazione, e tutto avviene con meno enfasi, lentamente, a ritmo delle macchine. Se da un lato l'ho trovato interessante, il fatto che dal 'ritmo umano' il film passi al 'ritmo delle macchine', come a voler indicare simbolicamente un cambio di pagina, e il passaggio da una forma di vita in estinzione a una appena nata, è evidente che davanti al grande schermo ciò possa risultare meno avvincente. La scena finale, poi, ricorda un western di Sergio Leone... Chissà se è un omaggio, oppure no.

Molti vedono in questo film tracce di Blade Runner. Quest'ultima pellicola ormai pesa tantissimo sulla fantascienza cinematografica, ma a mio parere tra i due film c'è una differenza di fondo, ovvero la consapevolezza che la razza umana sia in via di estinzione, e che i Pilgrim sono l'ultima speranza a cui aggrapparsi per credere di poter continuare a vivere. Non è un caso che Jacq stia aspettando un figlio. Sono molte le scene in cui il nascituro si mostra, e credo che ciò voglia simboleggiare proprio la speranza di continuare a esistere. Altra coincidenza voluta è il continuo desiderio di Jacq di trasferirsi sulla costa, e i continui richiami all'acqua, i ricordi di lui bambino che nuota nel mare... Questi sono tutti richiami al fatto che la vita biologica (n.d.r. e di conseguenza anche noi esseri umani) sia sorta proprio dalle acque dei mari.
Per cui, se in Blade Runner si aveva il semplice desiderio da parte delle macchine di poter vivere liberamente, qui si gioca il jolly perché a tale desiderio è legato indissolubilmente l'estinzione dei loro creatori.
Tutto ciò rende più profondità all'intera vicenda, che però - sfortunatamente - il film non riesce a trasmettere pienamente, nonostante i molti indizi sparsi qua e là. Non ultimo tra gli indizi, il fatto che i robot, sul finale, riescano a creare qualcosa di completamente nuovo, e non ad aggiustare qualcosa pensato dall'uomo.

Nel complesso il film mi è piaciuto molto. Ha molti risvolti poco evidenti, e con una visione meno approssimativa (n.d.r. ultimamente la fantascienza ci ha abituato a bei film di intrattenimento, e ci ha disabituato a ciò che un tempo trasmetteva, ovvero una visione plausibile del futuro) può davvero fare la differenza. Vale la pena guardarlo da questo punto di vista, perché se pensiamo solo all'intrattenimento, allora non funziona granché!



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lunedì 26 gennaio 2015

Battaglia per la Terra

Glauco Silvestri
Mannaggia alle traduzioni. Il titolo di questo film, Battaglia per la Terra crea un sacco di confusione, e tutto perché in inglese il nostro pianeta sia chiama Earth, non Ground, o Land, o Soil. In italiano, invece, queste quattro parole si radunano tutte in Terra. Difatti la battaglia avviene su un pianeta alieno che gli umani battezzano con la parola 'Terra' in italiano, per distinguerlo da Earth (in inglese). gli italiani ci mettono pure lo zampino creando confusione anche con quell'oscenità tratta da un romanzo di Hubbard con protagonista John Travolta. Quest'ultimo in inglese si intitola Battlefield Earth (anno di uscita: 2000), il film di cui invece voglio parlare, sempre in inglese, si intitola Terra (anno di uscita: 2007). I nostri grandi produttori/distributori hanno pensato bene di dare a entrambi il titolo Battaglia per la Terra. Ma tant'è, lasciamo perdere e andiamo avanti con cose più importanti.

Siamo in un futuro molto prossimo. Il nostro pianeta è andato distrutto in una guerra per l'indipendenza che l'ha visto in lotta con le colonie di Marte e Venere. L'umanità è a rischio di estinzione, e vaga nello spazio su una nave gigantesca, chiamata, Arca in cerca di una nuova casa.
Quando arrivano in orbita a 'Terra' scoprono che il pianeta è abitato da una forma di vita intelligente. La popolazione locale è dotata di una tecnologia avanzata che però sembra in simbiosi con la natura. Questi vivono in pace e armonia. Certo... I giovani scalpitano per varcare i confini della zona proibita (gli anziani nascondono qualcosa, ma nessuno sa cosa), ma tutto viene messo in secondo piano quando l'Arca compare in cielo. Gli umani, dopo una prima perlustrazione, decidono di invadere. Già! Invadere. L'esercito prende il potere sul governo della nave (che sembra incredibilmente sofisticata, ma ha ancora pochi mesi di vita prima che cada a pezzi), e invece che cercare di comunicare con la civiltà sviluppatasi su 'Terra', prova le difese locali con un primo attacco, e il rapimento di molti alieni (per studiarne la fisiologia). 'Terra' ha però una atmosfera irrespirabile per gli umani, per quanto abbia una vegetazione capace di produrre ossigeno. Il progetto degli umani è quello di sfruttare i sistemi di generazione d'aria dell'Arca per... modificare velocemente l'atmosfera. Ciò causerebbe la morte di tutti i locali, e libero accesso agli umani sul suolo di 'Terra'.
Al centro del conflitto c'è il Tenente Sullivan, precipitato al suolo di 'Terra' e salvato da un alieno. Questi rimane interdetto tra il desiderio di salvare la propria specie, e di non tradire la fiducia concessagli dai locali. E alla fine farà... Non ve lo dico!

Il film ha già qualche annetto, per cui l'animazione non è sicuramente all'altezza di molti prodotti più attuali. Gli alieni sono poco espressivi, non fosse per gli occhioni lucidi e la gestualità, si farebbe fatica ad accettarli in quanto tali. Gli umani disegnati al computer non sono da meno. Insomma, i character non sono il massimo. Di contro la ricostruzione del pianeta, la fauna e la flora, sono davvero convincenti. Non discostano troppo da quanto già conosciamo (per esempio le balene volanti non si discostano troppo dalle nostre megattere). Sembra di trovarci di fronte a un Pandora fatto in grafica animata. La CGI è ottima in questo senso, così come è ottima nel mecha design. La trama, non dissimile da quella di Avatar, per lo meno non cade sulla vicenda amorosa in stile Pocahontas. Qui i valori massimi in gioco sono il rispetto per l'ambiente, lo spirito di sopravvivenza, l'amicizia, la fiducia, e i legami familiari. Di sicuro non è un film per bambini. Qui si muore, si rimane feriti, si viene catturati ed esaminati, nonché torturati. Certo, non ci sono mai scene crude da film horror, ma neppure è una pellicola all'acqua di rose. Ci sono scene bucoliche, e scene di violenza. Tutto è mixato sapientemente. Non mancano alcuni cliché tipici di questi film, ovvero l'eroe tormentato, e i militari con i missili nei calzoni, e l'aria nella scatola cranica. Però tutto gira come una macchina oliata, e gli umani son le solite scimmie intelligenti che cadono sempre negli stessi errori e... Va be', lo sappiamo bene tutti quanti, no? 
Non ci sono buchi nella narrazione, la vicenda è davvero ben scritta, e c'è persino un robottino tutto fare con il compito di rendere il tutto più bimbo-friendly.

Questo film passò quasi inosservato al cinema, un vero peccato a mio parere, perché merita tantissimo. Lo consiglio.


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domenica 25 gennaio 2015

Come diceva Yogi Berra?

Glauco Silvestri
Come diceva Yogi Berra? “Vai sempre ai funerali degli altri, altrimenti non verranno al tuo.”

Calico Joe (John Grisham)
Evidenziazione Pos. 2405-6



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sabato 24 gennaio 2015

Total Recall (2012)

Glauco Silvestri
La domanda da porsi è: Perché? Total Recall è un remake del famoso Atto di Forza (film con Schwarzenegger del 1990) dove la vicenda è stata rivoltata come un calzino, e... forse è meglio andare per gradi, perché del racconto di Dick si è persa - probabilmente - quasi tutta la filosofia e l'ambientazione.

Terra. Fine del XXI. Una guerra chimica globale ha reso il pianeta pressoché invivibile, tranne in due aree del mondo. La UFB (Unione Federale di Britannia) comprende più o meno il territorio della Vecchia Europa. La Colonia è invece l'attuale Australia. I due territori sono raggiungibili attraverso una specie di ascensore che attraversa il pianeta. La Rekall è una azienda che vende ricordi costruiti ad hoc per il piacere di chi ha soldi in tasca. Douglas Quaid è un operaio, lavora in una fabbrica che costruisce robot sintetici per la polizia; sua moglie è una agente di polizia lei stessa. Lui ha terribili incubi ogni notte. Sogna di essere un agente segreto e di venire catturato mentre la sua partner precipita nel vuoto. Stanco di quel tormento, decide di farsi impiantare un ricordo analogo ma con lieto fine... Magari nella speranza che quegl'incubi svaniscano. Però non appena si sottopone al trattamento, ecco che qualcosa sorge a galla. Improvvisamente scopre di essere davvero un agente segreto, anzi... E' un terrorista, o meglio, un partigiano, e in pratica lotta assieme alla resistenza per far sì che la Colonia non sia più sottoposta al giogo della UFB. Bastano pochi minuti e sua moglie gli si rivolta contro. E da quel momento è una fuga rocambolesca continua, fino al gran finale che... non vi svelo, ma non mi sorprende neppure un po'.

Del vecchio film abbiamo... La dualità del personaggio, la moglie doppiogiochista, la prostituta con tre tette, la scena al metal detector (meno efficace, ma con una citazione che può sviare l'attenzione e rendere tutto più carino da vedere), la differenza sociale - poco percepibile, però, tra UFB e Colonia, punto! Poi c'è una citazione a Il Quinto Elemento grazie alla fuga sulle auto magnetiche.
I personaggi sono piatti, poco coinvolgenti. Kolin Farrell (che normalmente apprezzo) qui non da il meglio di sé, ma lo capisco, la storia è raffazzonata e non ha niente a che vedere con il dramma che si sviluppava su Marte nel film originale. Tutto si basa sulla dualità del personaggio, sulla memoria cancellata e sulla manipolazione della personalità. Il resto è un action movie con ambientazione futuristica.

Tra le cose meno efficaci c'è proprio l'ascensore. Passare per il nucleo non è una passeggiata, ma anche ammettendo che sia possibile, il cambio di gravità repentino quando si raggiunge il centro è assurdo, ci dovrebbe piuttosto essere un aumento di peso sempre maggiore scendendo, e poi viceversa, un graduale calo di peso nel risalire dall'altro lato. E invece si sperimenta una situazione di tipo spaziale, a gravità zero, che proprio non ho capito. Senza contare che non comprendo neppure il perché l'esercito d'invasione debba viaggiare attraverso l'ascensore civile, perché non possano usare mezzi volanti, aerei militari e quant'altro. Non è giustificabile neppure l'inquinamento chimico visto che le armate sono costituite da automi. 
Mi pare pure implausibile che [Spoiler] sia sufficiente muoversi con una metropolitana per raggiungere un'area contaminata da agenti chimici. L'atmosfera si mescola, mica si ferma seguendo i confini della città mettendo aria pulita da un lato e aria velenosa dall'altro [Spoiler]... Bah!
E che dire dell'inseguimento tra auto magnetiche? [Spoiler] Possibile che esistano mezzi tanto sofisticati, e poi al suolo si vedano fiat 500, e altre vetture attuali, nuove fiammanti in strada? [Spoiler] Questa è una incongruenza gratuita che avrebbero potuto risolvere con un briciolo di CGI in più, e che non avrebbe pesato sul budget, visto che la CGI è già parecchio ingombrante in questa pellicola.

Insomma: tanti difetti, pochi pregi. Però il film intrattiene bene, funziona se non si ha memoria del suo precedente, da cui perde su tutta la linea. E' un action movie simile a molti di quelli già visti e interpretati da Van Damme.Se ne poteva fare a meno, ma c'è, tant'è.



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venerdì 23 gennaio 2015

Tremors

Glauco Silvestri
Mi piace Tremors. Ne ho una vecchia registrazione presa dalla TV, è un film datato di cui ormai conosco quasi tutte le battute, ma ogni tanto mi vien voglia di vederlo. E' davvero bello.

E' ambientato a Perfection Valley, una piccola cittadina americana situata tra aspre montagne rocciose e sterminate distese sabbiose. Due tutto fare, Val e Earl, hanno deciso di cambiare vita e di andare in città, salutano tutti e salgono sul loro furgone... solo che lungo la strada incontrano una distesa di morti. Prima il vecchio ubriacone, morto di sete aggrappato in cima a un traliccio. Poi un vecchio allevatore di pecore, trovato sepolto sotto terra poco distante dai resti del suo gregge divorato da chissà cosa. Poi il dottore e sua moglie, e la loro station wagon, sepolta nel sottosuolo. Ovviamente tornano a Perfection per chiamare la polizia, ma il telefono è staccato. Per cui decidono comunque di andare in città per avvisare le forze dell'ordine, ma nel frattempo una frana li isola... e per di più gli operai della compagnia telefonica finiscono loro stessi vittime di questo strano assassino.
Nel ritornare, di nuovo, a Perfection incontrano Rhonda. Sta studiando sismologia e la sua strumentazione è sparsa per tutta la valle. Vengono aggrediti da un mostro, che li segue attraverso il sottosuolo, e solo per un caso fortuito riescono a scampare alla morte.
Assieme, e con i resti del mostro, tornano in città per avvisare tutti quanti del pericolo, ma ormai tutti lo sanno, ci sono altri tre mostri che hanno deciso di banchettare. Si organizza una difesa disperata: i due amici, Rhonda, Burt e la moglie Heather, esperti di armi, Miguel, Melvin, Nancy e la figlia Mindy, Walter ed altre persone si rifugiano sui tetti delle poche case per cercare scampo... Ma questo non basta.

Film con toni da commedia scanzonata, e scene di puro terrore. Un giovane Kevin Bacon, Val, interpreta l'operaio impacciato di fronte agli occhi verdi e intelligenti di Sara Botsford, ovvero Rhonda. Lei non è sicuramente il tipo di donna con cui normalmente ha a che fare, ma ne è attratto. Rhonda stessa è attratta dalla semplicità di Val. L'elemento sentimentale fa da contorno a una vicenda piena di tensione. I personaggi sono tutti un po' caricature, e un po' reali. La coppia Burt e Heather è fantastica per il loro fanatismo per le armi. Il giapponese Walter è un vero opportunista, e il giovane Melvin è il tipico teenager che non prende nulla sul serio. Gli ingredienti sono tutti mixati sapientemente, e il film diverte, e inchioda allo schermo, sempre, anche se ormai ne si conosce la trama e i risvolti. E' davvero ben fatto.

Lo consiglio, così come sconsiglio vivamente i suoi seguiti, (il 2, il 3, il 4, c'è pure il cofanetto!) tutti prodotti di minor qualità, dove per attirare il pubblico e far botteghino non si fa altro che riproporre la location, e metterci mostri più cattivi, abili, e mutati). Ecco, il quarto capitolo si prende l'iniziativa di andare indietro nel tempo, forse per spiegare la comparsa dei mostri, ma poi ecco che il plot si ripete come nei precedenti. In tutti e tre i sequel, l'attore protagonista è Michael Gross - sì, quello di Casa Keaton - ovvero Burt, il fanatico di armi presente nel primo film come personaggio comprimario. Si guardano, eh... Sono divertenti e tutto quanto. Ma non hanno niente a che vedere con il primo.


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giovedì 22 gennaio 2015

Ted

Glauco Silvestri
Proprio in questi giorni è uscito nelle sale cinematografiche un film dedicato all'orsetto inglese Paddington, da piccolo leggevo le sue storie in un libro illustrato, in casa ho un suo peluche comprato anni fa da Harrods... e ammetto che mai e poi mai avrei immaginato, un giorno, di vedermi Ted (che con Paddington condivide solo la 'specie' a cui appartiene).

Ma di cosa parla questo film? John è un bambino introverso. Per Natale riceve dai genitori un orsacchiotto di peluche, niente di speciale rispetto ai regali ricevuti dagl'altri bambini della sua età, ma per lui è qualcosa di speciale perché, non avendo amici, l'orsetto riempe un vuoto enorme nella sua vita. La stessa notte, il bimbo, esprime un desiderio, e questo si avvera. Ted prende vita. La notizia dell'orsacchiotto vivente attira l'attenzione dei media, che ne fanno una star, ma questi mai e poi mai dimentica l'amichetto in carne e ossa. Dopo 27 anni, John è diventato adulto fisicamente, ma è ancora un bambino a causa di Ted, che lo coinvolge in attività fuori dalle righe, irresponsabili, adolescenziali. Ted è cresciuto pure lui, ma è diventato sboccato, beve e si droga, e pensa sempre e comunque al sesso. La fidanzata di John vede il rapporto tra il suo moroso e l'orsacchiotto come un ostacolo per il loro futuro assieme, e così mette alle strette il ragazzo: o lei, o Ted.

Eh già! Le donne son sempre gelose delle amicizie dei loro ragazzi... Per lo meno lo è Lori, la morosa di John. E' altrettanto vero che a trent'anni non si può essere più legati a un orsacchiotto che alla propria morosa, specie dopo 4 anni di relazione. Eppure Ted e John sono una cosa sola, e Lori se ne rende conto solo verso la fine, che separando i due amici, finirebbe per minare altresì il suo rapporto col ragazzo che ama. In mezzo ci si mettono gag esilaranti, sboccate, fuori luogo... Si fa di tutto per strappare una risata, eh? Ricorda un po' i cinepanettoni con Boldi e De Sica. Eppure qualcosa di buono c'è. I colloqui di lavoro che Ted affronta quando cerca lavoro sono eccezionali, se non surreali, di sicuro divertenti. Così come la coppia padre-figlio che decide di [Spoiler]rapire Ted[Spoiler]. Non mancano citazioni sparse a film del passato, alcune rimembranze di Animal House (per quanto credo sia offensivo affiancare questa pellicola al gioiello di John Landis), c'è la chicca di Flash Gordon, e la presenza di Sam Jones in cui interpreta sé stesso (n.d.r. viene citato tanto spesso che alla fine mi è venuta voglia di rivederlo) Per il resto... E' un film prevedibile, che cerca l'eccesso, con una trama molto superficiale. 

Da salvare? Se non altro per la presenza di Mila Kunis (che tra l'altro da la propria voce a Meg Griffin, e guarda caso il film è realizzato dal creatore dei Griffin), bellissima.




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mercoledì 21 gennaio 2015

Promesse

Glauco Silvestri
Ma un corpo che non si può vedere non è soggetto a decadenza, e le promesse che non sono state scambiate non possono essere infrante».

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martedì 20 gennaio 2015

I Visitatori

Glauco Silvestri
A Lone Pine, Minnesota, c'è un barbiere - George - pieno di pregiudizi e c'è Jerry Conklin, lo studente di scienze forestali che ha deciso di andare a pescare. Il barbiere sta discutendo con Newton, un suo amico e direttore del giornale locale. Parlano dei massimi sistemi, sul fatto che il paese è ormai regolato solo da sistemi economici, e che gli interessi della popolazione indiana su una foresta antica - e attualmente non sfruttata - siano retaggio del passato, e che soprattutto, sarebbe meglio usare quella legna, invece che tenerla lì inutilizzata. La loro conversazione si interrompe quando dal cielo arriva uno strano oggetto. E' enorme, è un parallelepipedo nero che scende planando, e si piazza a cavallo del fiume, distruggendo l'auto di Jerry. Il barbiere e Newton escono dal negozio per vedere cosa succede. E' un ufo? L'uomo prende il fucile, spara un colpo, e viene polverizzato - in risposta all'aggressione - da un raggio di luce proveniente dalla 'scatola'.
Nel frattempo Jerry viene catturato da una specie di tentacolo, e ingoiato dalla scatola. E' così che si scopre che essa è viva. A lui non accade nulla. Viene studiato, assieme a oggetti inanimati e altri animali, e poi sputato fuori come se niente fosse.
A Lone Pine accorrono giornalisti da tutta America. Anche FBI ed esercito si interessano all'accaduto. I governi studiano il da farsi. C'è incapacità nel prendere le giuste decisioni. A parte l'incidente col barbiere, nessuno si è fatto male. Gli alieni si mettono a mangiare alberi, a espellere cellulosa, e a fare cuccioli. Nel frattempo l'intero territorio americano viene visitato da questi strani oggetti. La NASA ne individua uno sciame enorme in orbita. E il bello deve ancora venire...

I visitatori è un racconto del 1980 di Clifford Simak. La storia è ambientata alla fine degl'anni cinquanta, anni cinquanta americani, con un briciolo di ucraina mischiata alla pura realtà. L'autore - difatti - amplifica molte cose che già si notano oggi nella politica di tutto il mondo. La politica è ormai vassallo dei voleri di un sistema consumistico. Tutto quanto è misurato in base a capacità produttiva, interessi, regole di mercato, equilibri finanziari, eccetera eccetera. Anche la venuta dei visitatori viene valutata in questa maniera, e finché essi si limitano a danneggiare relativamente i terreni boschivi, quasi nessuno se ne interessa se non per pura curiosità. Giusto l'esercito osserva l'invasione con un grado di perplessità superiore, e magari sogna di mettere mano a qualcuno di quei cosi per studiarli, e comprendere come essi siano in grado di non sottostare alla forza gravitazionale, e i metodi che sfruttano per difendersi dalle aggressioni esterne.
Tutto cambia quando i Visitatori cominciano a colpire l'economia americana. Prima in piccolo, piantando semi di alberi ad alto fusto in terreni agricoli, poi in grande, costruendo automobili, e case... E' evidente ciò che Simak ci vuole raccontare, ed è sublime il metodo con cui egli ci mostra quale possa diventare il nostro destino se non si cambia registro. Nel libro gli Americani non riescono a comprendere quanto stia accadendo in verità. Solo alcuni illuminati comprendono che qualcosa di importante sta per rivoluzionare l'esistenza umana. E' però evidente che c'è la negazione dell'evidenza. Le ultime righe del romanzo lo dimostrano chiaramente, e del resto... Diciamocelo, forse accadrebbe anche nella vita reale. Insomma, Simak ci mostra un homo sapiens ormai giunto alla fine della sua evoluzione, incapace di adattarsi a situazioni che minano la stabilità della sua esistenza, e il cui destino è segnato, magari anche in tempi lunghi, ma comunque segnato, alla pari di quello che fu il destino dei dinosauri.
Il romanzo è scritto, proprio per questo motivo, con uno stile asciutto, quasi meccanico. I sentimenti difficilmente traspirano, e le persone si muovono come fossero ingranaggi di un sistema ben oliato, ma ormai antiquato. E se all'inizio si rimane un po' stupiti da questo stile così distante rispetto ad altre opere dello stesso autore, poi si comprende. E' sufficiente lasciarsi trascinare dalla curiosità per comprendere che è stato tutto... pensato, previsto, e messo sulla carta nel modo giusto per inviare il messaggio che l'autore desiderava comunicare.

Molto bello.


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lunedì 19 gennaio 2015

The Hard Way (Insieme per Forza)

Glauco Silvestri
Non l'avevo mai visto prima. Micheal J. Fox è stato, per me, il simbolo delle commedie anni ottanta. Adoravo il suo modo di recitare, la sua dinamicità, la sua eterna giovinezza. The Hard Way (ma chi è lo scellerato che ha voluto cambiare il titolo italiano in: Insieme per forza?) è un poliziesco sanguinolento che comunque strizza l'occhio a quella commedialità che ho sempre apprezzato, e guardarlo mi ha davvero divertito, e appassionato.

Siamo a New York. Un killer spietato ha sfidato la polizia. Uccide a sangue freddo. Uccide delinquenti, è vero, ma lo fa in modo plateale, in mezzo a civili ignari di ciò che sta accadendo. Soprattutto... sfida la polizia, chiamandola prima di compiere il crimine, e dando loro il tempo di arrivare nel luogo dove ciò avverrà. Nonostante questo, lui è ancora a piede libero. John Moss è incaricato delle indagini, ma sembra sempre essere un passo indietro rispetto al criminale. Moss è un duro, è privo di scrupoli, ed è caparbio. Nick Lang è un attore di successo. Fa film di avventura alla Indiana Jones, ma sogna di interpretare un ruolo più serio. Per questo chiede, attraverso amicizie altolocate, di essere affiancato a Moss per due settimane. Vuole studiare un 'carattere duro' per imparare a interpretare questo tipo di personaggi. Ovviamente Moss ha in antipatia Lang, sia per la sua frivolezza, sia perché la sua presenza lo costringe a stare lontano dal caso che ha per le mani.
E ovviamente... Ciò non è possibile. Per cui Lang finisce per rimanere invischiato nelle indagini, e persino nella complicata e confusionaria vita privata del detective Moss.

Che bella coppia Micheal J. Fox e James Wood. Davvero una accoppiata vincente. Quest'ultimo è un vero duro, ha sempre interpretato ruoli da duro. L'altro invece ha sempre fatto film scanzonati e divertenti. Messi assieme sono come una bomba pronta a esplodere, e il risultato è questo film tutt'altro che banale. Ovviamente non mancano scene esilaranti, e allo stesso tempo non mancano scene cruente. E' un mix interessante, dove però i due caratteri opposti rimangono costantemente sotto i riflettori. Se c'è una seconda chiave di lettura nel film, è proprio la distanza dei due personaggi. E' questa la forza del film, perché permette di riflettere su quanto entrambe le posizioni siano estreme, e su quanto la vita reale debba invece restare su un piano intermedio tra i due. Se Lang vede tutto come fosse un film, senza mai rendersi conto invece di quanto la vita sia una cosa ben diversa, Moss ha una visione del mondo talmente cruda e crudele da non concepire un qualcosa di bello. E così il carattere bambinesco e giocoso di Lang servirà a Moss per ammorbidire i suoi spigoli vivi. E allo stesso tempo il carattere forte di Moss insegnerà a Lang a essere più uomo e meno bambino.
Ma alla fine... Lo prenderanno il killer?

Per saperlo dovete guardare il film.



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domenica 18 gennaio 2015

Mi piacerebbe...

Glauco Silvestri
Amici, mi piacerebbe vedere un buon paio di scarpe ai piedi di ogni uomo che cammina per strada e mi piacerebbe anche vedere che si è procurato un bel pezzo di figa e la pancia piena…

Svastica (Charles Bukowski)
Evidenziazione Pos. 144-45


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sabato 17 gennaio 2015

In Bruges

Glauco Silvestri
Film che non è solo un film. Esso ci mostra in modo molto attraente la piccola Bruges, un paese medievale nel bel mezzo del Belgio, una località medievale che ricorda Venezia per i suoi canali, e una città toscana per le costruzioni e la grande piazza con una torre che la domina (n.d.r. penso a Siena).

In Bruges ci racconta le vicende di due Killer, Ray e Ken, che sono stati allontanati da Dublino per aver combinato un disastro sul lavoro. Ray, alla sua prova del fuoco, ha combinato un casino. Ha sì ucciso il prete che gli era stato indicato come obbiettivo, ma per una disgrazia, uno dei colpi sparati al prete finisce per uccidere un bambino inginocchiato e impegnato a dire le sue preghiere. I due devono stare nell'ombra per un po', ma Ray è insofferente all'idea. Il suo animo è tormentato e vorrebbe un po' d'azione per riuscire a dimenticare ciò che ha fatto. Ken cerca inutilmente di ricondurlo alla ragione, più pacato ed esperto, cerca di convincerlo che la vacanza a Bruges è una occasione per imparare qualcosa di nuovo. In cuor suo, però, lo sa... Dovrà fare una cosa di cui non è contento per nulla.

Dialoghi eccezionali, una location da favola (n.d.r. e mi sa che andrò a farci una vacanza, un giorno di questi, a Bruges), attori davvero in gamba. La sceneggiatura è geniale, ogni dettaglio che a prima vista sembra fuori posto, alla fine è il tassello di un puzzle che finisce per dare il quadro completo della situazione. Memorabile la scena dei tre americani obesi che vogliono salire sulla torre (e non dimenticatela, perché più avanti capita che...). Memorabile il personaggio del nano. Lo sapevate che tra i nani c'è un alto tasso di suicidi? E' Ray che ce lo ricorda ogni volta che vede questo nano, ma in realtà dietro a questa rivelazione c'è altro. Il film è un mix di ingredienti perfetto. Uno dei film meglio riusciti che abbia mai visto, per quanto sul finale le scene di sangue siano davvero truci e contrastino molto con la pacatezza del suo inizio.

E' pressoché perfetto! Lo consiglio.




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venerdì 16 gennaio 2015

Three in a Row...

Glauco Silvestri
Proseguo la mia carrellata di film visti durante il periodo natalizio. Tre film che al loro tempo hanno lasciato il segno, e che per un motivo o per un altro, son tutti finiti nella mia videoteca.

Partiamo da Armageddon. Com'è invecchiato male questo film. La storia è la solita dei film catastrofici di quegl'anni (n.d.r. Space Cowboys e Deep Impact, per citarne due). Un grosso asteroide fa rotta verso la Terra. Ci sono solo 18 giorni per farlo deviare dalla sua rotta. L'unico sistema è quello di scavarci un bel buco, metterci una bomba nucleare all'interno, e farlo esplodere. Per eseguire il lavoro viene scelta una sgangherata equipe di cercatori di petrolio, 'i migliori al mondo' dicono! Finale strappalacrime, qualche scena divertente, qualcuna sopra le righe, i soliti militari combina guai perché obbediscono agli ordini anche quando assurdi, CGI convincente... Se non fosse che dal punto di vista astrofisico c'è veramente poco di realistico. Si guarda, come ho detto, risente un po' degl'anni che ha. Ottima colonna sonora. Tra le scene migliori, all'inizio, c'è quella in cui Harry rincorre con un fucile a pompa A.J., perché lo scovato a letto con la figlia Grace. Regia? E chi se lo ricordava: Micheal Bay!

300 è tratto da un fumetto di Frank Miller. Credo che tutti lo conoscano bene, si tratta di una trasposizione mezzo-fantasy e mezzo-fantastica della famosa battaglia delle Termopili. Scene epiche, scene crude e sanguinolente, ma soprattutto... Dialoghi indimenticabili. Pochi difetti sono riscontrabili in questo film, tra cui l'impellente necessità hollywoodiana di fare un seguito. Lo ammetto, quest'ultimo non l'ho mai visto, e preferisco far finta che non esista. Un must per ogni videoteca che si rispetti.

Attack The Block l'ho lasciato ultimo perché è un film su cui bisogna spendere alcune parole. E' semplicemente geniale per la sua semplicità. E'... Puro!

Siamo nella periferia di Londra. Una infermiera di ritorno a casa dopo un duro turno di lavoro viene rapinata da alcuni ragazzi armati. La rapina viene interrotta da un oggetto che cade dal cielo. L'oggetto sfonda un'auto, e uno dei ragazzi decide di guardare nell'auto per vedere se c'è qualcosa da prendere. Si trova costretto a lottare con una creatura priva di occhi, ma con fauci affilatissime. Il mostro viene ucciso senza troppi problemi, e riportato al palazzo dove vivono come trofeo. Nel frattempo l'infermiera è riuscita a scappare... Ma non per molto! Perché dopo poco ecco che altri oggetti cadono dal cielo. Sono centinaia, e tutte cadono nel quartiere. Sono mostri simili al primo, ma più grandi, e più aggressivi. Tutti si dirigono verso il palazzo dove si sono recati i ragazzi, e dove anche l'infermiera vive. Suo malgrado, la ragazza dovrà aiutare i ragazzi nella lotta con i mostri... Finché non si scoprirà che - e qui sta la genialità della pellicola [Spoiler] i mostri sono attratti dai ferormoni attratti da quello caduto per primo, che era la femmina della specie, e di cui sono coperti i ragazzi che l'hanno uccisa [Spoiler].

Divertente, violento, surreale, e comunque credibilissimo, vista l'incredulità di tutte le persone coinvolte nella lotta. L'indifferenza delle forze dell'ordine, il contrasto tra la lotta, la paura, e le telefonate delle mamme che richiamano i ragazzi a casa per cena, è davvero una cosa unica nel suo genere. Forse non sarà un film con un budget milionario, con una CGI che ricorda i film anni 90, però è perfetto in ogni dettaglio. 
Note a margine: Attack the Block ha vinto il Midnight Feature Award al SXSW 2011[3] e il premio del pubblico al Los Angeles Film Festival.[4] Ha inoltre ottenuto due candidature ai British Independent Film Awards 2011, come miglior regista a Joe Cornish e miglior attore esordiente a John Boyega.



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giovedì 15 gennaio 2015

Tutankhamon Caravaggio Van Gogh. La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento

Glauco Silvestri
El Greco
Vicenza. La magnifica Basilica Palladiana. Una mostra dedicata alla notte, che attraversa i secoli, passando da Tutankhamon, proseguendo per Caravaggio, fino a raggiungere i cieli movimentati di Van Gogh. 113 opere, che si possono ammirare in circa tre ore, e che consiglio di andare a visitare prenotando da casa, perché c'è parecchia fila all'ingresso, e anche se viene smaltita velocemente, siamo a gennaio e fa freschetto fuori.

La mostra è davvero interessante, attraversa i secoli, e le opere esposte sono davvero notevoli. Si parte dall'antico Egitto. Statue del Faraone Micerino, e ovviamente di Tutankhamon. Statue che rappresentano le divinità, tra cui Osiride, gli scriba, e alcuni oggetti di uso quotidiano di quegl'anni. Ma il salto da un'epoca precedente a Cristo, al 500 italiano è rapido. Tiziano e Caravaggio, Rembrandt sono nomi altisonanti che attirano l'attenzione. 

Andrew Wyeth
Opere davvero incredibili che incantano lo sguardo. Ma è stata l'occasione di scoprire El Greco e Friedrich, ma anche Wyeth, autori che mi hanno davvero stupito. Ed è stata l'occasione, di vedere opere di Monet e Turner, due tra i miei autori preferiti nei secoli.
E - finalmente - per vedere il mio primo Hopper, che da sempre osservo e ammiro solo in fotografia.
E poi gli astratti di Klee, e i paesaggi caldi di Gauguin.


Edward Hopper

Senza dimenticare Antonio Garcia Lopez, che in questa mostra viene proposto con opere che mettono a dura prova le menti aperte (le finestre con tapparella alzata che guarda verso un paesaggio urbano al tramonto), ma che è solo un assaggio della mostra a lui dedicata, sempre a Vicenza, e in contemporanea, presso il palazzo Chiericati. 
Il gran finale spetta, ovviamente a Van Gogh. I suoi cieli in movimento come fossero specchi d'acqua incantano e meravigliano.



Una mostra davvero imponente che non può che conquistare. Il contesto in cui viene proposta è davvero piacevole, la basilica è un luogo perfetto per l'esposizione, e Vicenza dipinta di Natale è il contorno più che congegniale.


Se volete approfondire è disponibile, gratuitamente, un pdf che anticipa l'intero spettacolo. Vale la pena guardarlo, e leggerlo.

Info: qui e qui.


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mercoledì 14 gennaio 2015

Capelli e Immaginazione

Glauco Silvestri
Probabilmente l’aspetto di quei capelli avrebbe evocato a novantotto persone su cento l’immagine dei peli pubici. Cosa avrebbe evocato alle altre due, Tengo non avrebbe proprio saputo dirlo.

1Q84 (Murakami Haruki)
Evidenziazione Pos. 7728-29 | Aggiunta il giovedì 15 marzo 12 14:55:49 GMT+01:00


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martedì 13 gennaio 2015

Four Sci-fi Movies

Glauco Silvestri
Quattro film, oggi, al prezzo di uno. Son filmetti sci-fi che mi son guardato durante le feste, e che ho preferito raccogliere in un unico post per evitare di scrivere post programmati troppo avanti nel tempo. 

Il primo è I Guardiani della Galassia. Film tanto atteso nelle sale 2014, e già disponibile sul mercato home video. Il film racconta le avventure di Peter Quill, prelevato da piccolo dal pianeta Terra, e diventato membro di una banda di delinquenti interstellari, i Ravenger. Quando Quill entra in possesso di una sfera misteriosa, tutti cominciano a dargli la caccia, a partire da una coppia improbabile di cacciatori di taglie: il procione Rocket, e l'albero Groot. Il gruppo finisce per coalizzarsi per evitare che la sfera finisca nelle mani sbagliate e... Mi fermo qui. Grandi effetti speciali, una colonna sonora davvero notevole, personaggi carichi di carisma. Un film molto divertente. Non so nulla del fumetto da cui è stato tratto, se sia fedele o meno, però la visione del film non causa pentimenti. Lo consiglio.

Su Battleship ho già scritto qualcosa quando lo vidi al cinema, ormai diverso tempo fa. Ricordo che non fui molto lusinghiero al riguardo di questa pellicola, ma alla fine ho finito per rivalutarla. Attenzione: i difetti che vi trovai all'epoca ci sono ancora tutti quanti, però il film è divertente, e a me le corazzate della seconda guerra mondiale fanno venire i brividi di piacere, che ci volete fare! Mi piacque persino Trappola in Alto Mare... Ma torniamo al film. Dopo il successo avuto con i Transformers, la Hasbro ci riprova con il suo Affonda la Flotta. Non ci riesce granché, ma ci si diverte. Abbiamo una invasione aliena. Quattro navi scendono sul pianeta. Sfortunatamente una di esse ha un incidente nell'atterraggio e viene distrutta, ciò costringe gli alieni a impadronirsi di un super telescopio posto sulle isole Hawaii per comunicare con casa loro. Ovviamente sono piuttosto agguerriti, per cui la marina USA vorrebbe metterci un bel fermino. Le navi della marina vengono però estromesse a causa di uno schermo che gli alieni creano attorno ai loro mezzi. Solo tre cacciatorpediniere, bontà loro, finiscono dentro il perimetro dello schermo quando questo viene alzato. Difetti evidenti? I personaggi principali sono un marconista (una inedita Rihanna sempre vestita) e un artigliere (Taylor Kitsch). Questi faranno di tutto, ma credeteci se vi dico che mai e poi mai faranno il marconista e l'artigliere. Va be'. E' divertente. E poi quando combattono davanti al classico quadrante da battaglia navale vien da sorridere. 

V-Vendetta è il terzo. Tratto da un fumetto di Alan Moore, è uno di quei film che visto la prima volta, poi non ha più lo stesso effetto. Io, lo ammetto, e a causa del freddo, della stanchezza, e di non so che altro, ne ho dormito qualche momento saliente. Ciò non toglie che nel complesso sia un bel film, con una tematica Orwelliana a cui ormai tanti si ispirano... Ma del resto, ai giorni nostri, la privacy è una parola dal significato effimero, per cui il film e gli argomenti sono ancora di grossa attualità. Siamo in Inghilterra. La Germania ha vinto la seconda guerra mondiale. Gli Stati Uniti sono diventati un paese del terzo mondo. Il governo inglese è totalitario, estremista, e il popolo vive sotto il giogo strettissimo di una politica che lascia poco margine alla libertà di pensiero. "V", un misterioso rivoluzionario deciso a sconfiggere la dittatura con atti di terrorismo, rapisce la giovane Evey, redattrice televisiva, per reclutarla per la sua causa. Nel frattempo prepara una grande ribellione, il tempo che si prende è di 365 giorni, e il suo progetto è atto a sconvolgere completamente gli equilibri politici del paese. Film interessante, con dialoghi davvero curati, e una costruzione delle ambientazioni davvero maniacale. C'è la bellissima Natalie Portman, qui magra magra, ma affascinante oltre misura, per la sua semplicità iniziale, e la robustezza successiva, del personaggio che impersona. Ottimi ingredienti, bel film. Se però sapete già come va a finire, metà del divertimento è perduto.

L'ultimo film di questa carrellata è Looper. Non ci avevo dato un cent quando uscì nelle sale. Poi mi son detto di guardarlo, perché a Natale si è più buoni. Rimango della mia idea, che la storia sia parecchio prevedibile. Tant'è... E' comunque guardabile, e alla fine ci si diverte pure. Siamo in un futuro prossimo. Diciamo che tra 30 anni da quel momento sarà possibile il viaggio nel tempo. Tale tecnologia finisce in mano della mafia, che escogita uno stratagemma per evitare problemi con la legge, e comunque eliminare chi si oppone alle loro brame. In pratica vengono ingaggiati dei killer 30  anni indietro nel tempo. Loro devono solo ammazzare chi gli compare davanti a determinati orari predefiniti. Le vittime compaiono su un telo di plastica, legati e incappucciati. I killer uccidono, guadagnano i loro soldi, e tutto finisce bene per tutti, perché legalmente parlando, loro non hanno ucciso nessuno nel presente, e quindi sono puliti. Ogni tanto qualcuno di loro finisce per uccidere il sé stesso del futuro, perché sa troppo. E' per questo che questi killer sono detti Looper, perché con la loro morte si crea un anello chiuso che finisce per non compromettere il quantum temporale. Solo che a un certo punto, nel futuro, compare un tipo che in breve tempo ottiene il potere su tutte le gang mafiose... E' detto lo sciamano, e per un qualche motivo, comincia a dare la caccia a tutti i looper. Ovviamente il film ci parla del più bravo di loro, e del suo gemello del futuro, entrambi strettamente legati a questo sciamano, anche se non lo sanno ancora. Come ho detto, è divertente, ma non speciale. La presenza di Bruce Willis lo rende un po' meglio di quello che è. 


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