mercoledì 25 maggio 2016

Introduzione al #Corso di #Scrittura

Glauco Silvestri
Perché pubblicare un Corso di Scrittura? Chi mi segue da tempi immemori sa che in passato gestivo un blog interamente dedicato alla scrittura, e che nel contempo pubblicavo racconti, storie brevi e lunghe, e provenivo da alcune pubblicazioni con editori italiani, e da alcune premiazioni provenienti da concorsi di scrittura. Su quel blog, che si chiamava 31 Ottobre, oggi chiuso e sparito - quest'ultimo evento dovuto a mia imperizia - avevo già tenuto un corso di scrittura, corso che era ben più corposo di quello che ho in prospettiva di pubblicare su questo blog, ma al contempo confusionario, perché preparato giorno per giorno, in base alle mie esperienze quotidiane, e non su una 'tabella di marcia' prestabilita.

Oggi non scrivo più... Già! Non scrivo proprio più, se non su questo blog. Ma ho in attivo parecchie novelle, e alcuni romanzi, che potete raggiungere cliccando qui, o osservarne una visione complessiva anche da qui, senza abbandonare questo stesso blog.
I motivi per cui ho smesso di scrivere sono innumerevoli, e non starò certo ad annoiarvi con informazioni, dubbi, questioni personali, che alla fine non vi riguardano se non di striscio, perché di sicuro vi porrete il dubbio su quale motivo valido possa spingervi a seguire un corso di scrittura preparato da una persona che ha smesso di scrivere.

Diciamo che ho smesso di scrivere perché fondamentalmente non ho più nulla da raccontare, o meglio, non sento più il bisogno di comunicare con l'esterno, per lo meno attraverso determinati mezzi espressivi.
Parleremo del motivo per cui si ha intenzione di cimentarsi nella narrativa con il primo, vero, capitolo di questo lungo corso, lungo percorso, per cui è inutile proseguire ora in questa direzione.

L'idea del corso che ho deciso di cominciare con questa pagina è quella di mettere ordine al caos che potrebbe aggredire lo scrittore in erba. Vorrei dare qualche dritta su come evitare di affrontare i sentieri peggiori, e indirizzare sin da subito verso un processo creativo che, nel mio caso, mi ha risparmiato fatica, ripensamenti, e vicoli ciechi... Non che non sia caduto in alcuni vicoli ciechi, eh? Tutt'altro, e il più grosso ha probabilmente influenzato alcune mie scelte successive, che poi hanno portato alla mia attuale situazione di scrittore in standby (n.d.r. Mai dire mai...).

Da mercoledì prossimo affronteremo ogni parte del processo creativo, dall'idea, alla scrittura vera e propria, passando per l'editing, fino a una infarinata veloce su come contattare un editore, rapportarsi con lui, eccetera eccetera eccetera. Non mancheranno alcuni approfondimenti su argomenti importanti, quali lo storytelling, la struttura delle storie, e... be', lo scoprirete seguendomi nelle prossime settimane.



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mercoledì 18 maggio 2016

E alla fine era colpa del HTTPS...

Glauco Silvestri
O meglio, è colpa del mio spazio di hosting online, che offre la navigazione sicura solo con un extra di 70 eurini su quanto già pago. 

In pratica tutti i widget java che avevo creato per il template venivano bloccati da Blogger, che giustamente - visto che nelle impostazioni avevo segnato con 'Si' la navigazione sicura - storceva il naso se tentavo accessi a files esterni attraverso il vecchio http. 
Insomma: o tutto https, o tutto http. 
E visto che non ho intenzione di pagare quell'extra, ho ripristinato tutto http. 

Ora sembra funzionare tutto quanto. Ovviamente, tra un annetto, quando già non mi ricorderò più di questi problemi, rimetterò le impostazioni su https e... avrò di nuovo gli stessi problemi. Che festa.



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Indice degli Argomenti - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
Qui di seguito sono elencati, e linkati, tutti i post relativi al mio corso di fotografia. Sono 54 lezioni, tutte scritte e ispirate dal mio percorso di apprendimento, e di sperimentazione, come fotografo amatoriale.

L'ordine degli articoli non è organizzato per argomenti, bensì pensando a una sorta di percorso di crescita. Ipotizzando che uno arrivi al mondo delle Reflex dopo l'utilizzo di fotocamere compatte, e poi bridge, ho pensato che i primi utilizzi sarebbero avvenuti con la modalità automatica. Per cui è da qui che il corso ha inizio, svelando un poco alla volta, con intervalli di svago in cui spiego alcune tecniche per giocare con la fotografia, i vari aspetti della fotografia più impegnativa, cercando di immaginare quelle che possano essere le aspirazioni, e la curiosità, del potenziale lettore. E' per questo che le varie modalità di scatto vengono affrontate a diversi capitoli di distanza una dall'altra. E' per questo che certi concetti che potrebbero parere ovvii, vengono affrontati quando già il background del fotografo si è formato attraverso i primi capitoli e le prime sperimentazioni.

Insomma, questo corso vuole essere una sorta di percorso, e non una guida divisa per argomenti chiusi e a compartimenti stagni, anche perché la fotografia non ha compartimenti stagni... Soprattutto non ha regole.
Non ha regole...
Ricordate queste tre parole perché, quando vi troverete di fronte a uno scatto difficile, non dovrete pensare a ciò che non deve essere fatto, dovrete semplicemente pensare a come meglio potreste ottenere lo scatto che volete ottenere, anche mescolando le tecniche, o usando la macchina come... come non si dovrebbe. 
Ma per fare ciò, è ovvio, è necessario conoscere le linee guida principali, no?
Buon studio e, buona fotografia.
  1. I'm Back!
  2. Priorità di Tempo
  3. Fotografare la Luna
  4. Gestione delle Foto: Apple Foto
  5. Fotografare la Luna: La Luna Rossa
  6. Il Corredo Fotografico (parte 1)
  7. Conosci il tuo Obiettivo
  8. Priorità di Diaframma
  9. La Sensibilità e gli ISO
  10. La giusta Inquadratura (parte 1)
  11. La giusta Inquadratura (parte 2)
  12. La giusta Inquadratura (parte 3)
  13. Impugnare la Macchina Fotografica
  14. Giocare con lo Zoom
  15. Giocare con le Panoramiche
  16. Il Filtro Polarizzatore
  17. Jpeg o Raw?
  18. Modalità Manuale
  19. Fotografare il Sole
  20. L'esposizione (parte 1)
  21. L'esposizione (parte 2) 
  22. La Profondità di Campo
  23. L'iperfocale
  24. La Messa a Fuoco (parte 1)
  25. La messa a Fuoco (parte 2)
  26. La Messa a Fuoco (parte 3)
  27. Giocare con l'acqua: Falling Drops Photography
  28. Concetto di EV e STOP
  29. Il Corredo Fotografico (parte 2)
  30. Scatto in Live View
  31. Tranquilli! Non tutte le foto vengono belle
  32. L'istogramma (luminosità ed esposizione)
  33. La velocità è tutto
  34. Giocare con gli Obiettivi: Il tappo Stenopeico
  35. Giocare con il Movimento: Il Panning
  36. La Posa B
  37. Bokeh
  38. Il Blocco dell'Esposizione (AE-L e FE-L)
  39. Il Bilanciamento del Bianco
  40. Giocare con la Luce: Il Light Painting
  41. Il Filtro ND
  42. Pulizia della Fotocamera
  43. Il Flash
  44. Le informazioni EXIF
  45. Come fare i Fotoritratti
  46. Come Fotografare gli Animali
  47. Come Fotografare i Paesaggi (parte 1): Introduzione
  48. Come Fotografare i Paesaggi (parte 2): Paesaggi Urbani
  49. Come Fotografare i Paesaggi (parte 3): Paesaggi Naturali
  50. Come Fotografare in Bianco e Nero
  51. Come Fotografare le Stelle (parte 1)
  52. Come Fotografare le Stelle (parte 2)
  53. Come Fotografare le Stelle (parte 3)
  54. Bibliografia
Come ogni buon corso, di tanto in tanto vengono proposti degli aggiornamenti, o degli approfondimenti. E' il caso delle appendici che seguono qui sotto:
  1. Le dimensioni del Sensore Contano


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martedì 17 maggio 2016

Template impazzito?

Glauco Silvestri
Sembra che il Template del blog sia impazzito. Lo slide delle immagini sulla testata del blog non funziona più... e sinceramente non ne capisco il motivo, visto che il medesimo codice, nel blog di test, funziona.

Boh! Non appena avrò un briciolo di tempo, vedrò di comprendere cos'è successo.


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venerdì 13 maggio 2016

Discesa verso gli inferi? - #ReportageFotografico

Glauco Silvestri
Benvenuti alla Grotta del Vento, un luogo oscuro che per lungo tempo ha nascosto le sue bellezze agli occhi dell'uomo. Fu scoperta nel 1898 da alcuni ragazzini. Fu una bambina a entrare per la prima volta, aveva solo quattro anni, ed era l'unica del gruppo di monelli ad essere abbastanza piccola per entrare. Da quel buco usciva aria fredda, da qui il nome della grotta, e quei primi passi di bambina decretarono l'inizio dell'esplorazione.
I ragazzi decisero di allargare il buco, e di tentare a loro volta l'esplorazione. Arrivarono a venti metri dall'ingresso, in quella che oggi viene chiamata la sala dell'orso. Ebbero paura (non c'era l'orso, ma vi furono ritrovate - in seguito - delle ossa d'orso) per via del vento, dei rumori, e delle credenze popolari, così tornarono indietro sui loro passi e non andarono oltre con l'esplorazione.

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Prima di quella breve esplorazione, la grotta era già conosciuta dagli abitanti del luogo, per lo meno ne era conosciuto il fenomeno principale, ovvero il vento freddo. Già ai primi del 600 gli abitanti del villaggio vicino alla grotta avevano costruito nei pressi del foro una capanna in legno, dove contenere a conservare i cibi, come fosse una sorta di frigorifero naturale.

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La vera esplorazione della grotta avviene molti anni più tardi, nel 1929. Il gruppo CAI di Firenze superò l'area esplorata dai ragazzi, e proseguì per altri 40 metri. 

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Non andarono oltre. Si trovarono di fronte a una sorta di sifone pieno d'acqua gelida, un passaggio per quell'epoca inaccessibile.

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Si dovette aspettare il 1961 e il CAI di Bologna per raggiungere una distanza di 640 metri dall'ingresso. Ebbero fortuna. Quell'anno ci fu una forte siccità, e il sifone era privo d'acqua, per cui riuscirono a entrare veramente nel cuore della montagna.
Uno dei loro riferimenti principali per tornare all'ingresso fu una concrezione calcarea a forma di freccia, di colore rosso... ovvero questa.

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Gocciolando by Glauco Silvestri, su Flickr

In seguito fu il gruppo CAI della Garfagnana a esplorare la grotta. Raddoppiò le distanze dall'ingresso. Era il 1968. Da quel giorno iniziò un ciclo di studi che, lentamente, portò alla mappatura completa della grotta.

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Up! Up! Up! by Glauco Silvestri, su Flickr
Nel 1975 si erano mappati 2470 metri. La maggior parte fu attrezzata per la visita dei turisti.
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Da allora si sono scoperti altri rami della grotta, fino a coprire oltre 4 km e mezzo di gallerie. E ancora ci sono una ventina di diramazioni da esplorare completamente.
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La grotta è profonda circa 190 metri. L'ingresso è a circa 45 metri dal suo fondo. L'accesso ai turisti permette di raggiungere sia il fondo, sia la cima. La caratteristica principale, e artistica della grotta è costituita dalle concrezioni di origine calcarea, che possono assumere forme davvero particolari.
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Non mancano capolavori di architettura rocciosa - tra cui archi a ponte che si sono formati naturalmente - laghetti e corsi d'acqua, che ahimè non sono riuscito a riprendere al meglio e di conseguenza non ho voluto mettere online. Ma se salendo si possono ammirare strutture dalle forme più terrificanti, scendere negli abissi è altrettanto affascinante. Alle concrezioni calcaree si sostituiscono concrezioni di limo, la fanghiglia tipica che ricopre il letto dei fiumi.
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Difatti ancora oggi, in situazioni meteo estreme, la grotta si riempe d'acqua. Questa arriva dal fondo, e in alcune occasioni la forza della corrente è tale da raggiungere l'ingresso, e fuoriuscire con violenza. Nel 2013 vi è stata l'ultima fuoriuscita. In occasioni precedenti tale fenomento ha causato addirittura morti e feriti. Fortunatamente sono situazioni rare... Anche dal punto di vista turistico è una fortuna, visto che oltre all'acqua, l'allagamento andava a riempire i passaggi con i tipici sedimenti fluviali.
Il fondo della grotta, infatti, presenta tutt'ora la tipica ghiaia che si può scorgere nei fiumi. La particolarità è che non si sappia ancora da dove arriva l'acqua. Negli anni ottanta furono fatti degli esperimenti per tracciare il corso d'acqua, ma non si ottennero risultati apprezzabili. Quest'anno, dopo le solite lungaggini burocratiche tipiche del bel paese, verrà ripetuto l'esperimento.

Il fondo della grotta, il punto da cui sgorga l'acqua quando la grotta si allaga, appare così:
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Una cosa che non può essere ripresa fotograficamente è il vento, che solitamente ulula attraverso le gallerie, e che per i turisti è stato attenuato grazie a una porta stagna posta all'ingresso della grotta stessa. Questi venti si formano per via delle differenze di temperatura tra l'interno della grotta (circa 10 gradi) e l'esterno.

Per chi volesse esplorare la grotta, sono possibili tre percorsi, uno della durata di 1 ora, uno della durata di 2 ore, e quello più lungo, che copre tutto, ovvero quello che ho fatto, della durata di 3 ore. Sono possibili anche due percorsi avventura, dove ci si addentra in tracciati non attrezzati per i turisti, svolti comunque in sicurezza, con imbragature da speleologia e caschetti. Il primo dei due percorsi è illuminato. Il secondo è al buio, o meglio, alla sola luce delle torce frontali.

Maggiori info: qui.

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mercoledì 11 maggio 2016

Bibliografia - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
Eccoci giunti alle ultime pagine dedicate al mio corso di fotografia. Come tutti quanti, le mie esperienze nel campo della fotografia sono nate sia dalla pratica, sia dalla teoria. Per preparare questo corso, il quale altro non è che una infarinatura generale e non ha alcuna pretesa di farvi diventare fotografi esperti, se non addirittura professionisti, mi sono appoggiato a documentazione che io stesso ho consultato in passato per compiere i miei primi passi. 
Qui di seguito troverete l'elenco di questa documentazione. Che raccoglie sia libri di fotografia, sia siti online di libera fruizione. Spero vi saranno d'aiuto per approfondire ogni argomento toccato dal mio corso, e ogni altra vostra curiosità verso il mondo della fotografia.


Le foto utilizzate per questo corso sono per lo più appartenenti al mio account Flickr, alcune sono state prese a scopo didattico dai link sopra indicati, altre sono state prese dal web in seguito a una rapida ricerca su google, specificando al motore di ricerca il fatto che fossero royalty free. Nel caso sia incappato in un qualche errore involontario e gli autori delle immagini soggetto dell'errore desiderassero che queste venissero rimosse dal corso, vi prego di contattarmi via mail.




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mercoledì 4 maggio 2016

Come Fotografare le Stelle (parte 3) - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
Quando il nostro obiettivo è un singolo pianeta, o una singola stella, il primo problema che si incontra è quello della messa a fuoco. 
Non è possibile usare il sistema Autofocus perché il cielo è troppo buio. 
Dovete scattare in manuale, impostando l'Apertura su infinito, e poi regolando solamente la Sensibilità ISO, e il tempo di scatto.
Guardando dal mirino può risultare difficile la messa a fuoco, visto che l'area visiva è molto piccola e a volte i soggetti non sono molto luminosi. Il Mirino angolare che ho acquistato (n.d.r. Per stare più comodo e non far soffrire la mia cervicale) offre l'opportunità di ingrandire ingrandire l'area visiva, riducendone però l'ampiezza. Può essere d'aiuto dopo una messa a fuoco approssimativa fatta senza ingrandimento. Alcune fotocamere permettono di mettere a fuoco in live view ingrandendo l'area sul display. Può essere d'aiuto, ma bisogna capire se è sfruttabile anche in modalità manuale, altrimenti diventa inutile anche parlarne. Verificate sul manuale della vostra fotocamera.
Il micromosso è comunque sempre in agguato.
Il consiglio è quello di effettuare un paio di scatti a distanza di 3 secondi l'una dall'altra, e verificare che l'immagine risulti nitida in entrambe... Giusto per essere più tranquilli.

Questo sistema dovrebbe garantire una sufficiente precisione, se però cercare qualcosa di ancora più preciso, potreste pensare di acquistare, o realizzare artigianalmente, una maschera di Hartmann
In questo caso, puntando una stella, sull'obiettivo essa apparirà scomposta in 4 stelle differenti. Agendo sulla messa a fuoco i quattro oggetti tenderanno ad avvicinarsi fino a convergere in un unico punto. Quando ciò accade, togliere la maschera e scattare la foto.


Se, come me, avete un obiettivo riflettore a specchio, è possibile che il soggetto appaia circondato da dei cerchi concentrici. Nella messa a fuoco è necessario farli collimare, ovvero fare in modo che i cerchi siano il più possibile concentrici, altrimenti l'immagine appariranno sfuocate, deformate, prive di dettagli a seconda di come si presenta l'atmosfera (n.d.r. In precedenza ho accennato al seening e alla trasparenza).


Una volta messo a fuoco il nostro soggetto, potremo scattare le foto che desideriamo. Possiamo considerare l'opportunità di acquistare degli appositi filtri colorati, o di un Ir-Cut, da applicare all'obiettivo, così da esaltare i dettagli planetari. 
Per il cielo profondo esistono dei filtri appositi in grado di aumentare la visibilità dei corpi celesti di debole luminosità. 
La mia EOS 700D con il filtro
Astrosolar montato
Si dividono in due categorie: quelli a banda larga, e quelli a banda stretta. I primi, detti LPR, riducono l'inquinamento luminoso tagliando le luci artificiali, scuriscono il cielo, esaltano le nebulose, ma non funzionano bene con le galassie e le stelle. I secondi servono per esaltare le nebulose ad emissione e riducono drasticamente la luminosità del cielo. Esistono infine dei filtri in grado di correggere le aberrazioni cromatiche dovute agli obiettivi rifrattori, la curvatura di campo di alcuni tipi di ottiche, eccetera eccetera.

Ma se volete fotografare il Sole...

Vi ho già raccontato delle mie prime esperienze relative alla fotografia del nostro Sole. Mi sono costruito artigianalmente un filtro Astrosolar per riuscire a vedere le macchie solari. Il filtro è facile da realizzare,  e costa relativamente poco, però bisogna stare un po' attenti a maneggiare il foglio Astrosolar quando lo si applica al supporto in cartone sagomato per essere accolto sul vostro obiettivo. Il risultato è interessante, la foto qui sotto ve lo mostra:


Esiste anche un filtro, più costoso, chiamato H-Alfa, che permette di vedere, oltre alle macchie solari, anche le facole, le protuberanze, e le eruzioni solari. Tutta un'altra cosa, ma anche tutto un altro costo. 
L'importante è non guardare direttamente il sole, senza filtri, senza protezioni, e neppure tentare di scattare una foto senza applicare filtri alla vostra fotocamera.
Potreste danneggiare il sensore della vostra fotocamera, e ancora più grave, danneggiare la vostra retina.



Note Pratiche: Come nelle precedenti occasioni, anche in questo caso il mio consiglio è quello di documentarsi e sperimentare, guardare le foto di altri fotografi, fare molte foto, cercare di capire i propri errori. Anche in questo caso ho un album Flickr dedicato all'argomento, molto più scarno degli altri, per ora, ma che conto di arricchire in futuro. Lo trovate qui.



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