sabato 30 giugno 2018

USA '68, Disordini e Sogni

Glauco Silvestri

Eccomi di nuovo a parlare del MAST, questa volta proiettando l'attenzione al 1968, un periodo a dir poco rivoluzionario e che... Be', è stato segnato da cose terribili, e da cose meravigliose.

In questo caso la Fondazione ha voluto omaggiare il fotogiornalismo di quegl'anni proponendo una esposizione che si divide tra 54 immagini, alcuni videogiornali dell'epoca, anche italiani, e un ciclorama a 360 gradi capace di proiettare lo spettatore nella psicadelia della cultura americana del '68.


Le foto sono a colori, è la grande rivoluzione di quegl'anni, assieme anche alla televisione, anch'essa a colori, e a film importanti come 2001 Odissea nello Spazio, Barbarella, e Il pianeta delle Scimmie.

Fotografie dell'assassinio di John e Bob Kennedy. Fotografie della vittoria presidenziale di Nixon. Foto di protesta a Selma, e il famoso discorso di Martin Luther King in cui inneggia al suo sogno. Immagini che testimoniano il movimento femministi, le pantere nere, la liberazione sessuale, ma anche la guerra in Vietnam, lo sbarco sulla Luna, e infine la cultura Pop, esplosa proprio in quegl'anni grazie ai Beatles, ai Rolling Stones, all'arte di Andy Warhol. Fotografie che immortalano momenti storici, sia politici, sia culturali. Fotografie di Jane Fonda sul set di Barbarella, di un giovanissimo Dylan seduto sul cofano di un'auto con la sua chitarra, del backstage di 2001 Odissea nello Spazio, di Muhammad Ali, che divenne un simbolo per gli afroamericani dell'epoca.
Immagini potenti, video che incollano gli occhi sul passato, musiche che mai sono tramontate e che ancora oggi si aggrappano con forza alle emozioni e al cuore delle persone.


Una piccola esposizione, forse, ma comunque un grande omaggio, e una bella retrospettiva immaginifica di ciò che furono le proteste di quegl'anni, le rivoluzioni, e i primi passi che hanno condotto il mondo verso ciò che oggi abbiamo attorno a noi. 

USA68 sarà aperta al pubblico fino al 30 settembre 2018, ed è gratuita.

Maggiori info: qui, qui e qui.



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domenica 24 giugno 2018

Festa Medievale dell'Abbazia di Monteveglio

Glauco Silvestri
Solo qualche giorno fa vi parlavo della M3, ed eccomi già a proporvi qualche scatto ufficiale di questa fotocamera. L'occasione è stata la Festa Medievale dell'Abbazia di Monteveglio, in provincia di Bologna. L'evento è programmato ogni anno agli inizi di giugno, ed è sempre una bella occasione per immergersi nella natura, nel passato, e nelle tradizioni gastronomiche della zona.

Abbazia
L'abbazia vista dal basso...
Noi ci siamo recati a Monteveglio il sabato pomeriggio. Dopo un breve giro tra le bancarelle in paese, qualche chiacchiera con chi segue il parco naturale che sorge attorno all'abbazia, abbiamo deciso di salire là dove tutto stava avvenendo per davvero. L'abbazia è sulla vetta di una collina. La Pro Loco ha ovviamente organizzato un sistema di pullman per portare le persone in cima, visto che la strada è chiusa al traffico, ma noi - pur non essendo vestiti per un trekking - abbiamo deciso di salire a piedi, non seguendo la strada, bensì seguendo in sentieri (n.d.r. fango permettendo...).

Albero
Un bell'albero con parecchi anni sulle spalle...
I Fanghi
Una sorgente di fanghi
Margherita
Una margherita che deve ancora sbocciare...
Il percorso è interessante, segue un torrente che scende a valle proprio dalla collinetta dove si erge l'abbazia. Lungo il percorso è possibile godere di un bel paesaggio, di piccoli scampoli della natura locale, della vista dei calanchi... e se si è molto silenziosi - ma non certo in occasione di una festa di paese - anche incontri con cerbiatti e altri animali selvatici.

Luci e Ombre
Una bella veduta sulla valle, e sui calanchi
Sfortunatamente la nostra scelta ci ha impedito di essere all'abbazia in tempo per i combattimenti con le spade. Però ci ha permesso di fare quattro passi nella natura, e nel piccolo borgo fortificato che conduce all'abbazia vera e propria.
Nel nostro passeggiare abbiamo anche incontrato uno strano angelo burlone, con buffe ali di legno, che augurava - nel suo stravagante modo - una buona serata ai viandanti.

Condannato
Questo signore deve aver fatto qualcosa di male...
Parlando con gli Angeli
Un angelo gira tra i tavoli e intrattiene i commensali
Armature
Alcune componenti di una Armatura
C'è giusto il tempo di cenare, e il cielo si scurisce a sufficienza per consentire agli artisti di esprimersi lungo le strade, e arriva anche chi ama giocare, e soprattutto danzare, col fuoco...

Fiamme e Ballerini 

Cerchi di fuoco 

Cerchi in movimento

Come avviene in tutte le situazioni, alla fine l'ora si fa tarda, ed è giunto il momento di tornare verso casa. Anche in questo caso abbiamo deciso di muoverci a piedi, nell'oscurità, seguendo la strada asfaltata, godendo delle lucciole, della volta stellata, e di Bologna illuminata all'orizzonte.

Per vedere altre foto relative a questo evento, potete cliccare qui e qui, nei due album Flickr dedicati a Monteveglio e alla sola Festa. Negli anni a venire i due album saranno arricchiti ogni qualvolta avrò foto dedicate a questi argomenti... Per cui, come sempre, state sintonizzati.

Ricordo inoltre che, se mi voleste seguire 'fotograficamente' al di fuori di ciò che pubblico qui sul blog, potete tenere da conto questo link, che è il link all'album delle mie foto più recenti. Qui troverete sempre e solamente gli scatti più recenti che ho reso pubblici su Flickr.



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venerdì 22 giugno 2018

Pittsburg, ritratto di una città industriale - W. Eugene Smith

Glauco Silvestri

A volte la fotografia sa sorprendere anche l'osservatore più scafato. Credo fermamente che la bellezza di uno scatto non sempre dipenda - solo - dalla sua qualità tecnica; ma che esso acquisti maggior valore grazie alla storia che gli orbita attorno, la storia del servizio fotografico, la storia della località o di chi è stato immortalato, e infine, anche grazie alla storia del fotografo, e di come egli abbia vissuto il suo lavoro.

Pittsburg è una città fortemente industrializzata. Era la capitale dell'acciaio negli Stati Uniti degli anni 50, e forse lo è ancora. W. Eugene Smith era un astro nascente della fotografia. Aveva collaborato a lungo con Life, ma aveva un carattere tutto suo, e alla fine il rapporto tra la famosa rivista e il fotografo non poté che rompersi. Ci pensò Magnum a mettere in contatto Pittsburg e Smith. Fu un contatto, come dire, dirompente.


Se Smith liquidò velocemente il suo primo incarico da freelance commissionatogli dalla nota agenzia per il bicentenario della città, ciò non separò il fotografo dal luogo che aveva visitato.
Nella mente di Eugene Smith nacque il desiderio di rappresentare veramente la città, di entrare nel suo corpo, di scovare la sua anima, e di raccontare tutto ciò in un volume che fu definito come Pittsburg Project.
E così Smith rimase tre anni a Pittsburg. Scattò più di ventimila foto. Ne stampò circa 2000, e proseguì ancora nella sua ricerca senza mai riuscire ad accorpare tutto il suo lavoro in un progetto finito.
Andò in rovina in tutti i sensi, sia economico, sia psicologico, sia... Perse proprio tutto. Pittsburg divenne la sua ossessione, e alla fine morì giovane (n.d.r. 60 anni) senza riuscire a tagliare il traguardo che si era prefissato.

E' con tutto ciò in mente che, mentre osservo i suoi scatti al MAST, ri-scopro che la fotografia è più che altro anima e passione, più che tecnica e perfezione.

Sono solo 170 scatti, una piccola parte di quei 600 conservati al Carnegie Museum di Pittsburgh. Giusto un piccolo assaggio di ciò che Smith voleva realizzare e... Diciamocelo tra noi che siamo appassionati di fotografia: Questo è un vero reportage capolavoro, un prodotto eccezionale, ed è un vero peccato che non abbia mai visto la luce nella sua pienezza, ma è altrettanto vero che quello che è stato il suo destino, diventa parte del capolavoro, e ne amplifica il valore.

170 scatti uno più affascinante del precedente. Non c'è un tema portante, perché il tema è Pittsburg. I toni cupi del fotografo, i bianchi e neri che di rado vedono il bianco, e che spesso mostrano la città in ombra sotto i fumi delle acciaierie, hanno un potere visivo che ipnotizza. Vedere il volto di un operaio sui cui occhiali di protezione è proiettata la fiamma di un altoforno, o sostare davanti all'immagine di un gruppo di bambini che gioca in strada, o semplicemente gustando un panorama notturno del centro cittadino, è una emozione davvero intensa.

Trovare ulteriori parole per descrivere questa esposizione non è facile. In effetti ci si potrebbe dilungare a lungo, sia sulla vita di W. Eugene Smith, sia su Pittsburg, sia su questo reportage che mai ha avuto una degna conclusione. Eppure l'istinto mi spinge a intrattenermi su questo argomento, a sottolineare il bianco e nero che ben si sposa con il mondo metallurgico, con il sudore, il calore, il fumo, il carbone, l'acciaio, le miniere, e l'industria propriamente detta.
L'insieme di tutto ciò è contornato giustamente dalla popolazione che vive di quanto già descritto: gli operai, le loro famiglie, i lavoratori dell'indotto, i bambini di queste famiglie... Pittsburg è un microcosmo nel mondo, ma è a sua volta un macrocosmo contenente vari mondi più piccoli ma comunque significativi.

Tutto ciò è visitabile al MAST di Bologna, gratuitamente. L'esposizione sarà disponibile fino al 16 settembre e... Ve la consiglio vivamente.

Maggiori info: qui e qui.


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sabato 16 giugno 2018

Presente vs Futuro? Vediamo la Canon EOS M3

Glauco Silvestri
Oggi parliamo di attrezzatura fotografica. Questo argomento è stato affrontato diverse volte nel mio modesto corso di fotografia, è però necessario tenere sempre d'occhio cosa accade nel mercato, per capire in quale direzione si spinge la tecnologia, quali scelte fanno le case fotografiche, e magari comprendere meglio ciò che più si adatta alle nostre esigenze... E, come più volte ho scritto nel corso, sempre stando attenti a non farsi prendere dalla malattia della corsa al prodotto più moderno e recente.
Esigenze! Questa è la parola magica. 
La Canon EOS 700D
Come ben sapete io possiedo una Canon EOS 700D, una reflex prosumer (n.d.r. Uno step sopra ai consumer, uno step sotto agli amatori, due step sotto ai professionisti) con già qualche annetto sulle spalle ma che ancora è capace di darmi parecchie soddisfazioni. E visto che mi da parecchie soddisfazioni, non ho proprio proprio il bisogno di comprare un nuovo corpo macchina ma... Le reflex sono macchine ingombranti, pesantucce, e sulla mia ho persino inserito il Battery Grip, per cui è ancora più ingombrante e pesantuccia. Da qui è nata la mia esigenza, ovvero di avere un qualcosa di leggero, più piccolo, e trasportabile, da usare nelle situazioni occasionali, dove magari ci scappa qualche foto, ma non è che proprio si va con l'idea di fare foto...
Ci ho pensato a lungo, davvero, e ho pensato persino che in quelle situazioni poteva bastarmi il cellulare... Ma no, lo smartphone, per quanto sia in grado di fare buone foto in situazioni di luce decenti, non soddisfa sempre e comunque ciò che 'cerco' in una fotografia. Ed è per questo che, alla fine, son caduto su una Mirrorless.

Le Mirrorless - concedetemi la semplificazione - sono l'evoluzione delle fotocamere Bridge, e hanno l'ambizione di mandare in pensione le Reflex.

La Canon EOS M3
L'idea alla base delle Mirrorless è quella di mantenere lo stesso sensore di una Reflex, mantenere la possibilità di cambiare le lenti, di eliminare tutto il sistema di puntamento ottico (n.d.r. Specchio basculante, prisma, eccetera eccetera) per ridurre peso e dimensioni del corpo macchina, e utilizzare un sistema di puntamento digitale. Molte Mirrorless si appoggiano al solo display per 'mirare', altre hanno un piccolo mirino, al cui interno è comunque presente un display, proprio come avviene sulle fotocamere Bridge (n.d.r. Le quali però hanno l'ottica non intercambiabile e sensori meno performanti). 

Ovvio che le Mirrorless non costano poco, anzi, il loro prezzo è analogo alle Reflex di pari livello, e come le Reflex si dividono nelle quattro categorie che ho già citato in precedenza (n.d.r. Consumer, Prosumer, Amatori, Professionisti). In questo caso, come del resto allo stesso modo mi ero comportato con l'acquisto della Reflex, per risparmiare qualche euro ho pensato bene di comprare un 'vecchio' modello, e non quello più recente.

E' per questo che ho acquistato una Canon EOS M3. E' un vecchio modello, ma comunque è una fotocamera più recente rispetto alla mia cara e ingombrante EOS 700D.

Descrizione: 
L'aspetto della M3 è quello di una compatta senza obiettivo. Come ho già detto, gli obiettivi sono intercambiabili. Canon non offre un parco obiettivi molto ampio, ma con un apposito adattatore (n.d.r. Che ho preso per sfruttare tutte le mie ottiche), è possibile applicare tutto il parco ottiche pensato per le Reflex, e allora l'offerta si amplia notevolmente.
La parte fotografica non ha nulla da invidiare a una Reflex di pari livello. Il sensore è il medesimo (APS-C Canon), la tecnologia a bordo è analoga, i comandi sono ben disposti e facilmente raggiungibili, eccetera eccetera. Non c'è bisogno di stare a dilungarsi, del resto potete trovare online decine di siti (n.d.r. Qui la M3, qui la 700D) e non c'è bisogno di replicare nuovamente quanto già espresso da altri.

Un confronto tra le due fotocamere con lo stesso obiettivo montato
(sulla M3 è montato anche l'adattatore)
Andando al sodo, dopo qualche test sul campo, qui di seguito trovate una sintesi del mio giudizio.

Pregi: 
Lo vedete dalla foto soprastante (n.d.r. Ottenuta sovrapponendo due scatti) dove compaiono entrambe le fotocamere con il medesimo obiettivo montato. Il corpo macchina è assolutamente più piccolo, portabile, leggero. 
Il corpo macchina della EOS M3 pesa 366g, quello della EOS 700D - senza battery grip - è di 580g.
Ovvio che se ci si monta un supertele come il Sigma 18-250mm presente nella foto, l'ingombro è comunque importante, ma ci si guadagna comunque parecchio (n.d.r. Io, poi, conto di usare obiettivi più compatti, come il pankake 24mm).

Difetti:
Non c'è un mirino, per lo meno su questo modello, e comunque, anche se ci fosse, comunque il sistema non è ottico. Questo significa che il dispositivo di 'mira' consuma energia. L'autonomia della fotocamera ne soffre. 
Sono circa 250 scatti per carica di batteria sulla M3, mentre la 700D ne fa circa 440.
Il sistema di messa a fuoco è basato sul live-view, e di conseguenza è un briciolo più lento rispetto a quello tradizionale. Nulla di trascendentale, eh... Ma va detto. Inoltre... 
Dovendo mettere a fuoco attraverso il display, in condizioni di molta luce si possono avere delle difficoltà a visualizzare le immagini.

Altre note:
L'ergonomia della fotocamera risente del fatto che è molto più piccola. Va impugnata in modo differente rispetto a una reflex tradizionale, e bisogna farci l'abitudine. In più, se la si usa con zoom importanti, può diventare complicato manovrare l'obiettivo e tenere ferma la fotocamera nello stesso tempo. Ci vuole un po' di pratica.

Conclusioni:
E' vero che alcuni concorrenti di Canon sono più avanti nel mondo delle Mirrorless, ed è anche vero che Canon sta imparando dai suoi 'errori' mettendo sul mercato fotocamere come la M5 e la M50, che risolvono in parte i problemi di ergonomia della fotocamera, e che appaiono più appetibili da molti punti di vista. Ma forse è ancora presto per abbandonare il sistema ottico Reflex. 
Diciamo che le Mirrorless devono ancora fare un po' di strada, soprattutto se si pensa all'autonomia, e ai sistemi di messa a fuoco.
Per quanto riguarda me, invece, la M3 mi soddisfa parecchio, e sono sicuro che avrò molte occasioni in cui non mancherò di usarla nelle mie uscite occasionali. 




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venerdì 8 giugno 2018

Fontanellato

Glauco Silvestri
Non è trascorso molto tempo dalla mia precedente visita a questo paese, vi ricordate? All'epoca andai a visitare il Labirinto della Masone, e verso sera mi trovavo vicino alla Rocca San Vitale per trovare un posticino dove cenare, e godere dell'aria di festa di questo paesino vicino a Parma, ove si tengono 140 mercati all'anno, e se non erro è il centro abitato dove si tengono più mercati in assoluto in Italia (n.d.r. O forse solo in Emilia? Boh!).

Ebbene... Quel sopralluogo in paese fece promettere a me e alla mia morosa di tornare... E il weekend scorso ecco che siamo andati a Fontanellato, ed ora vi tocca sorbirvi una breve carrellata di fotografie che ho scattato in quel piccolo, splendido, angolo di Emilia.

Portici

Settemila abitanti. Noto come 'città del buon vivere e della buona tavola', Fontanellato profuma in effetti di luogo dove si sta bene. Al suo centro domina - ovviamente - la Rocca San Vitale - ma la caratteristica principale del centro storico sono i portici, le case colorate, e la sensazione di sentirsi protetti.

Mura sul fossato

Terrazzi

La Rocca è quasi in perfetta forma. Ha ovviamente risentito degli ultimi terremoti ma - vista dall'esterno - non sembra proprio. Visitandola si potranno vedere sostegni alle porte, qualche trave crepata, muri non proprio perfetti... Ma i lavori sono in corso, e i locali sono comunque agibili, e davvero poco danneggiati.
Sfortunatamente all'interno della Rocca non era possibile scattare foto. La visita dura circa un'ora, costa 8 euro, ed è guidata. Esiste anche una 'mini visita' che si concentra sui piani bassi, non mostrando quindi il piano nobile, ma... Bisogna vederla tutta questa Rocca.
Al piano terra rimarrete esterrefatti dalla piccola stanza interamente affrescata dal Parmigianino. La stanza servì a compiangere la morte del primogenito della dinastia, un luogo pensato per la preghiera, con una meravigliosa rappresentazione di un mito della Dea Diana. 
Ma non vi voglio certo svelare tutto, dovrete andare a visitare questo splendido luogo per conoscere i dettagli, nel frattempo, dopo aver visto le stanze del pian terreno, potrete addentrarvi nel giardino della Rocca.

Giardino

In fondo a questo giardino è presente una piccola torre, e questa torre nasconde una Camera Ottica perfettamente funzionante. Il principio è lo stesso delle fotocamere reflex. Una volta all'interno della torre, chiudendo la porta, è possibile vedere cosa accade nelle piazzette antistanti alla rocca. Tutto grazie a un paio di specchi e a un prisma. Le immagini sono proiettate su degli schermi che un tempo erano di tela, oggi sono di plexiglass opaco. Un modo ingegnoso per essere voyeur, non trovate anche voi?

Fontana

Proprio davanti all'ingresso della Camera Ottica è presente una piccola fontana circolare, con pesci rossi all'interno, e una specie di serpente che sputa acqua in aria... Certo, i pesci presenti nel fossato che circonda le mura della Rocca sono di tutt'altra misura, eh!

Big Fish

Tornando al giardino... I fiori la fanno - ovviamente - da padrone.

Kissed by the Sun 

Abbraccio in rosa

Per quanto riguarda il piano nobile della Rocca, posso dirvi solamente che potrete osservare delle stanze arredate di tutto punto. La stanza delle armi vi mostrerà oggetti provenienti da vari secoli, compreso un forziere davvero unico nel suo genere. La sala della musica attirerà la vostra attenzione grazie al Clavicembalo di origini Bolognesi. La stanza da letto vi sorprenderà per il lusso. La stanza da pranzo e quella dei giochi (n.d.r. Con il suo biliardo di dimensioni mastodontiche) attireranno la vostra attenzione per via delle immense tele di nature morte - cibo - disegnate da Felice Boselli, noto anche come Felix perché nei suoi lavori metteva sempre un gatto. Il percorso vi porterà infine alla sala dedicata al ballo, una sala davvero grande, al cui interno, appesi alle pareti, potrete osservare i volti di ogni rappresentante della dinastia San Vitale (dal quattrocento fino a metà del novecento, quando il castello passò nelle mani del comune di Fontanellato).
All'interno della Rocca potrete anche ammirare lo stendardo della Beata Vergine del Rosario, pensato per essere issato su una nave, ma che probabilmente non ha mai salpato le ancore.
E ancora - se sarete fortunati, visto che viene aperto solo in occasioni speciali - potrete visitare anche il piccolo oratorio costruito all'interno dell'ingresso originale della Rocca.
Ma, vi domanderete, oltre alla Rocca c'è qualcos'altro da vedere? 
Certo! Ma non vi posso dire proprio tutto quanto, altrimenti non vi godereste la visita. Per cui mi concentro sul Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario.

Finita la messa

Si tratta di un Santuario costruito dai Domenicani attorno al 1500, il luogo è il medesimo dove sorgeva un piccolo oratorio risalente alla fine del 1300. La sua facciata è neobarocca, imponente, e affascinante. All'interno sono presenti notevoli opere di pregio, ma è evidente che il fulcro dell'intera struttura è la Madonna del Rosario, di cui è presente un dipinto alle spalle dell'altare maggiore, e una sua statua - del 1615 - che oggetto di grande devozione.

Momento di preghiera

Questo luogo va visitato e ammirato con attenzione, ma a un certo punto vi catturerà una porticina a lato dell'altare maggiore. Da lì si accede a un lungo corridoio pieno di ex voto.

Ex voto

E con questo ultimo scatto si chiude questa breve carrellata di immagini scattate a Fontanellato. Per una volta non ho usato la mia cara vecchia Canon EOS 700D, bensì una nuova e fiammante Canon EOS M3. Ve ne parlerò in futuro... Per ora la sto mettendo sotto torchio per capirne pregi e difetti.

Nel frattempo, se volete vedere altre foto di questa bella escursione nella provincia di Parma, potete cliccare qui, sull'album dedicato a Fontanellato. Qui trovate invece l'album dedicato al Labirinto della Masone, e qui è invece raggiungibile il sito del Turismo di Fontanellato. Consultatelo prima di partire, vi darà spunti interessanti da cui partire per organizzare la vostra gita.




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domenica 3 giugno 2018

Più si cresce, più si diventa bambini?

Glauco Silvestri
Quest'anno faccio 46 anni... E no, non mi sono regalato un modellino della moto di Vale (n.d.r. O un qualunque altro gadget del Campione)... E sì, sono un pochino più vecchio del primo Star Wars, ma di poco, molto poco.

Il primo film della saga, o per meglio dire, il quarto film della saga, uscì nei cinema il 25 maggio del lontano 1977. Maggio è un mese importante da questo punto di vista, tanto che in questo mese dell'anno c'è una sorta di 'aria di festa', molti prodotti di Star Wars sono venduti a prezzo scontato, ci sono eventi, celebrazioni, programmazioni speciali nei cinema, e magari nuove uscite cinematografiche (n.d.r. I primi sei capitoli della saga sono usciti in maggio, gli ultimi tre - ahimè - in dicembre). 
Il quattro maggio è stato battezzato come lo Star Wars Day.
E' una sorta di gioco di parole che richiama una certa assonanza tra il quarto giorno di maggio (The Forth of May) e forza (Force)... 
May the Force will be you... 
(May + Force = May + Forth)
Divago allegramente ma... Immagino abbiate già capito dove sto andando a parare, vero? Per farla breve, lo scorso quattro maggio mi sono fatto un regalo 'di compleanno'. Ovvero il modello di R2D2 prodotto da Sphero.

Si tratta di un drone, pilotabile col cellulare, che imita alla perfezione il droide di servizio di Luke Skywalker.
Un oggetto capace di imitare alla perfezione il robottino che tanto ho amato da piccolo, e che ancora oggi è capace di regalarmi un brivido di piacere quando compare sulla scena (n.d.r. Rubata ingiustamente da quella 'palla' che è BB-8).

Grazie all'app di Sphero  è possibile fare tante cose con R2D2. Lo si può pilotare come fosse un banale drone (n.d.r. Ha una portata di 30 metri e con una carica si può 'giocare' per un'ora buona...) e mentre lo si pilota è possibile fargli emettere i suoni classici, ruotare la sua testa, eccetera eccetera...
Lo si può far funzionare in modalità esplorazione. In questo caso R2D2 diventa identico al droide che ho tanto amato, va a zonzo per i fatti suoi, canticchiando con i suoi suoni strani, esplorando l'ambiente dove si trova, e potrà spaventarsi se entra in luoghi al buio, o essere eccitato se percepisce qualche suono, e non posso svelare di più... Diciamo che è possibile farlo interagire con l'utente umano, al punto che a volte mi pare che risponda quando lo chiamo. Si gira e mi viene incontro...
Si può addirittura guardare un film di Star Wars assieme al robot, e quest'ultimo si dimostrerà eccitato quando compare sulla scena, spaventato nei momenti drammatici, allegro, e più in generale, è un piacere vederlo interagire con quanto accade nel film.

Ma la parte più interessante, e poco pubblicizzata, è che questo drone è compatibile con la parte 'educational' di Sphero. Esiste una seconda App che permette l'apprendimento della programmazione, e grazie ad essa, è possibile scrivere dei programmi da far eseguire al drone/droide. Diciamo che è questa funzione che più mi ha incuriosito.

Ma non voglio tirarla troppo per le lunghe con questo post, che C1P8... Ehm, R2D2 mi sta aspettando e sta pure perdendo la pazienza. Vi lascio con una breve presentazione video del piccolo droide assieme ai suoi compagni più moderni. Buon divertimento.


Ah, a proposito: Lo sapete perché in Italia R2D2 fu inizialmente chiamato C1P8? Perché malauguratamente qualcuno ebbe l'idea di  C1P8 ricordava Gianni e Pinotto (n.d.r. Fonte: Wikipedia)




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