Il viaggiatore Distante è un racconto introspettivo dell'autore - Otto Gabos - in cui viene raccontato un periodo particolare della sua vita. Lui di origini Sarde, con residenza a Bologna, la sua donna di origini Calabresi, ma vissuta sempre tra l'Italia e gli States. I due stanno per avere un figlio, e in occasione di questo grande evento decidono di trasferirsi a New York. Questo cambio è fondamentale per entrambi. Per l'autore, che da un periodo ormai lungo non produce più nulla di suo, e vive facendo illustrazioni per conto terzi, il cambio d'ambiente è quasi traumatico, così come è traumatica l'attesa del figlio. Le sue notti sono invase da incubi dove il piccolo si tramuta costantemente in un mostro capace di fagocitare lui stesso, e la donna che ama. Le sue giornate sono invece più solide, invase dai preparativi, dal viaggio, dalla sistemazione nella nuova casa, fino a fare conoscenza con i vicini, e con la vecchia nonna di Diana - questo è il nome della sua compagna - una vecchina dall'aria interessante che vede i morti, che ama il caffè italiano, e che parla un misto tra calbrese e inglese davvero affascinante.
La persona forte, in questa narrazione interiore, è Diana, che nonostante l'attesa del bambino deve tenere testa a un uomo che ha perso i suoi punti fermi, dargli sostegno e stimoli per il futuro, e allo stesso tempo, essere pragmatica e pianificare l'arrivo del bambino e il suo futuro più prossimo.
Le due figure risultano quindi dipinte dando prevalenza al lato forte di lei, e al lato debole di lui, forse anche perché il fumetto è scritto da lui, in un momento in cui si sentiva sbandato e privo di prospettive, senza incentivi, e soprattutto, spaventato dal diventare padre.
I disegni non sono eccezionali, e forse danno il meglio di sé nei momenti onirici dell'autore. Ciò che piace di più di questo racconto è la sua non struttura. E' - in realtà - un periodo di transizione senza capo ne coda. Si entra nel racconto che le decisioni sono state prese, si arriva a New York, e neppure si assiste alla nascita del bambino.
Non mancano situazioni da thriller, per come sono narrate, che poi sfumano in vicende familiari e famigliari abbastanza comuni. Le emozioni sono tutte interiori, e forse questo fumetto, più che essere un racconto, è una porzione di diario. Lo svela l'autore stesso, che in alcuni appunti a fine libro ci svela quanto abbia sudato per produrre l'edizione 'finale' che vi ho indicato. Difatti sono anni e anni di lavoro, e l'edizione che ho letto dovrebbe essere la versione definitiva, con nuove tavole, arricchita di capitoli, e di pensieri molto personali e privati. Per certi versi, leggendo questo fumetto, ci si sente dei voyeur che spiano la vita di altri, la osservano senza giudicare, e forse, scoprono di condividerne alcuni momenti, alcune sensazioni.
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