domenica 31 dicembre 2017

E il 2018 arriva...

Glauco Silvestri
Mancano ormai poche ore... 
Il 2017 se ne va con un carico di gioie, dolori, delusioni, e quotidianità che probabilmente non aveva nulla da invidiare con il suo predecessore 2016. E ovviamente non se n'è ancora andato che già qualche preavviso per il prossimo 2018 l'ha lasciato in eredità... Giusto per non farsi mancare nulla.

Un anno che passa, un anno in più sulle spalle, qualche ruga a segnare le esperienze vissute, una spruzzatina di grigio aggiuntiva ai capelli... La memoria se ne va, l'umore è meno conciliante... 

Il 2017 è l'anno della palestra, della rimessa in sesto di un fisico un po' lasciato andare, e qualche soddisfazione - ora - allo specchio - ce l'ho nel guardarmi... Se non fosse per quei due aloni scuri sotto gli occhi, la mattina, che non se ne vanno più. E' stato l'anno dove io e la mia morosa ci siamo regalati un viaggio davvero fuori da ogni previsione, un viaggio che ci ha regalato esperienze uniche, che ci ha aiutato veramente a 'staccare', a premiarci dopo un lungo periodo di fatiche, fisiche ed emotive. L'anno in cui ho scoperto che non sempre l'amico di una vita è meglio di quello appena conosciuto, e vi assicuro che mi è cascato il mondo quando questa rivelazione si è mostrata ai miei occhi. E' stato l'anno del disincanto, e per certi versi l'anno dell'incanto.

Devo dire che sono arrivato a questo 31 dicembre trascinandomi sui gomiti... E domani è già il primo gennaio. Il 2018 chissà cosa ci porterà... Forse un sogno che si avvera? Forse certe faccende troveranno una conclusione? Forse farò quel passo su cui da anni tentenno? 

Come sempre niente programmazione. I calendari non aiutano a vivere serenamente. Come diceva Doris Day...
Que sera, sera!
Buona fine dell'anno, e un augurio speciale per l'arrivo del 2018, a tutti voi cari lettori di questo piccolo blog, e anche a chi passa di qui per caso, e a chi mai ci è passato prima.
Ci rivediamo l'anno prossimo!

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sabato 30 dicembre 2017

Million Dollar Baby - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Continuano le mie serate 'Clint Eastwood', questa volta con un film toccante, carico di pathos, di energia, e mai banale, con un cast eccezionale e una regia davvero perfetta. Ovviamente parlo di Million Dollar Baby, film che immagino tutti voi conoscano già molto bene.

La voce narrante è quella di Scrap, che racconta alla figlia di Frankie Dunn chi era veramente suo padre. Frankie e sua figlia non si parlano da 'sempre'. Non ci è dato sapere cosa sia accaduto tra i due, e nemmeno si vede mai la figlia in questo film. Tutto ruota su Frankie, ex pugile professionista, ora allenatore e manager, nonché gestore di una palestra malmessa nella periferia di Los Angeles.
Frankie è un uomo abituato alle delusioni, ed è quando un manager senza scrupoli gli soffia il suo miglior combattente che prende in simpatia Maggie, una donna di trent'anni che vuole combattere sul ring. La allena, la fa combattere nelle categorie minori, la protegge, e allo stesso tempo instaura con lei un rapporto che pare essere quello di un padre verso la figlia. I due diventano praticamente una famigli: Lui solo, incartapecorito, con l'anima spezzata da un passato pieno di errori, vede in Maggie la possibilità di ritrovare la luce; lei, sola, con una famiglia che la sfrutta e la deride, trova nell'allenatore il padre che forse non aveva mai avuto.
E così lei diventa una campionessa, e quando giunge il momento di lottare per il titolo... Il disastro!

Film toccante, che però sa emozionare grazie al tema trattato, quello della box, che viene visto in tutte le sue sfaccettature. Abbiamo la storia di due pugili a fine carriera che vivono con quel poco che gli è rimasto. Abbiamo i giovani arrembanti che non vedono l'ora di salire sul ring. Abbiamo persino un ragazzo 'semplice' che sogna di diventare boxeur ma che... Non lo diventerà mai. Bravo Clint, impegnato sia nella regia sia nell'interpretazione di Frankie. Ottimo - come sempre - Morgan Freeman nella figura di Scrap. Perfetta Hilary Swann... Forse il suo personaggio meglio riuscito.

Io adoro questo film, e voi?

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venerdì 29 dicembre 2017

The Patriot - #SerieTV #Recensione

Glauco Silvestri
Ecco una serie televisiva che mi ha lasciato un po' basito... The Patriot è un thriller, una storia di spionaggio, una vicenda famigliare, un viaggio introspettivo nella mente di una persona in crisi; tutto questo assieme di narrazioni differenti viene proposto con un ritmo freddo, cadenzato, mai concitato, e con un'ombra di tristezza che mai fuoriesce dalle righe, ma che comunque rimane tangibile. C'è humor nero, c'è intrigo, c'è persino un poliziesco, e tanti altri ingredienti che bene si amalgamano, ma che mai offrono un prodotto a cui siamo abituati.

La vicenda di fondo è semplice. Per impedire che l'Iran diventi una potenza nucleare, un dirigente dei servizi segreti statunitensi si prende la libertà di agire senza autorizzazione da parte dei suoi superiori, e incarica l'agente operativo John Tavner (n.d.r. Suo figlio) di portare in Iran una borsa carica di denaro per finanziare la campagna elettorale di un personaggio che - in caso di vittoria - avrebbe chiuso le ambizioni nucleari del paese. Per fare ciò John si inserisce - come copertura - nello staff di una impresa di tubature industriali del Midwest, la quale dovrebbe recarsi in quel paese per una installazione industriale di alto profilo. E tutto sembra filare liscio se non che il contatto per lo scambio di denaro è un doppiogiochista, per cui non consegna i soldi a chi di dovere, bensì è intenzionato a fornirli al leader pro-nucleare. Ciò costringe John a prolungare la propria missione, a uccidere, ad agire di propria iniziativa, facendosi aiutare anche da un collega (n.d.r. Che scopre casualmente la sua vera identità) e dal proprio fratello minore, che non è un agente operativo, ma che è perfetto per perfezionare la copertura di John in modo che le autorità locali non colleghino le sue azioni ai crimini che è costretto a commettere.
A tutto ciò va aggiunta la depressione di John, che scarica raccontando ciò che fa nei testi delle canzoni che compone, e che pare sempre sull'orlo del suicidio, il furto della borsa al doppiogiochista, l'entrata in campo di altri elementi esterni... Tutti interessati a questa borsa piena di denaro. Denaro che passa di mano in mano, senza però raggiungere mai il destinatario a cui era diretto, e la cui mancanza nelle casse dei servizi segreti diventa sempre più evidente, mettendo nei guai il padre di John.

Un bell'intreccio, con un ritmo freddo e cadenzato - come ho già detto - che non emoziona, bensì incuriosisce, e alla fine incolla allo schermo anche se la visione è molto distante da ciò che ci si aspetterebbe in un film da 'intrigo internazionale' come questo.

Non so... Il finale aperto rovina un po' le aspettative della visione, e costringe ad attendere la prossima stagione per avere maggior chiarezza sulle vicende, ma il valore aggiunto di questa serie sono i personaggi, tutti molto particolari, tutti sfaccettati come pietre preziose, tutti sull'orlo dell'abisso, e nessuno mai capace di superare la pacatezza meccanica con cui affrontano la propria vita, incapaci di un sorriso, di una emozione forte, di una forma espressiva che vada oltre al volto piatto che nasconde un disagio esistenziale notevole. Sembra che nessun elemento di questa vicenda stia bene al proprio posto. E' questo che attrae di The Patriot.





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giovedì 28 dicembre 2017

Firefox, Volpe di Fuoco - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Qualche settimana fa ho letto alcuni articoli dedicati al mitico Mig-31 (n.d.r. qui e qui), aereo di fantasia, che comparve nel film con Clint Eastwood Firefox Volpe di Fuoco. Trovai curioso che un accademico della marina statunitense avesse svolto delle ricerche sulle capacità stealth del Firefox e... Ovviamente mi venne voglia di rivedere il film (che fortunatamente è presente nella mia videoteca).

E così l'altra sera ho vestito i panni del Maggiore Mitchell Gant, veterano del Vietnam, e incaricato di rubare il prototipo di un avanzatissimo caccia sovietico, per l'appunto il Firefox, capace di volare a una velocità superiore a Mach 5, di essere invisibile ai radar, e di poter controllare le proprie armi con il pensiero... In pratica una sorta di precursore del recentissimo e americano F22 Raptor

Il film non è il classico film dedicato agli aerei che tutti conosciamo. Non è un Top Gun, e neppure un Aquila d'Acciaio, bensì una pellicola di spionaggio. Il Firefox si vede solo dopo la prima metà della pellicola, e comunque - a parte un breve momento in cui i due prototipi di Firefox devono confrontarsi - il volo della Volpe di Fuoco è pressoché tranquillo, veloce, quasi noioso. Perché difatti ciò che più interessa è la parte di Intelligence, la missione che permette al maggiore Gant di entrare in un segretissimo laboratorio sovietico, non senza lasciarsi dietro una scia di sangue bella copiosa, e decollare con l'oggetto del desiderio come se niente fosse, sotto il naso di agguerriti agenti del KGB, dell'esercito, eccetera eccetera eccetera... E ovviamente, tutto avviene nonostante le sempre più numerose crisi di stress post traumatico che aggrediscono il Maggiore quando meno se lo aspetta, e non sempre in momenti tranquilli della sua avventura.

Il film risente notevolmente dei suoi anni. La CGI pare goffa - oggi - quando un tempo sembrava tutto così vero e incredibile. La recitazione resiste, ma nei momenti di colluttazione si può notare la finzione. E anche l'intera vicenda viene introdotta con una certa fretta, scolpendo i personaggi a colpo di machete, e lasciando poco spazio alle sfumature. Del resto questo film non è certo un capolavoro, ma qualcosa di buono ce l'ha... Basti pensare al fatto che il Firefox sia ancora ben presente nell'immaginario di tutti gli appassionati di aviazione, e non solo (n.d.r. Vedi gli articoli citati all'inizio di questo post). E poi il film ha comunque un buon ritmo, intrattiene bene, e se si chiude un occhio su certi dettagli, rimane una pellicola molto efficace, che sa sorprendere, e che sa divertire.

E' un film che ho rivisto volentieri.


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mercoledì 27 dicembre 2017

Trainspotting 2 - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
No! Trainspotting 2 non mi ha convinto. Far trascorrere vent'anni esatti e ritrovarsi nuovamente allo stesso punto di partenza... E' davvero questo che T2 voleva dirci? Be', bisogna ammettere che i personaggi che avevamo conosciuto vent'anni fa non erano proprio personaggi con un bagaglio di speranze sulle spalle. E difatti, quando Mark ritorna a Edimburgo dopo la sua fuga in Scozia - a parte il momento in cui avvengono alcuni (chiamiamoli) chiarimenti per la somma sottratta agli amici - sembra che nulla sia veramente cambiato, se non il fatto che l'amicizia sia ormai sgretolata, che siano più le cose non dette che quelle dette, che le bugie, pur avendo le gambe corte, continuino ad ingannare non solo gli altri, ma anche chi le pronuncia.
Insomma, sì, è bello rivedere Sick Boy, Spud, e Begbie, ma non è che questo film sia in grado di stupire come invece fece il primo Trainspotting.

Per l'amor di Dio. La regia è sempre lei, funziona egregiamente. La voce narrante, che è condensata nei pensieri di Mark Renton, è la giusta guida per la vicenda, proprio come accadeva nella prima pellicola. Ottima la colonna sonora, la fotografia, le interpretazioni. Non ci sono sbavature. Ma, devo dirvelo con tanta onestà, preferivo pensare che la fuga di Mark avrebbe condotto alla sua redenzione, e che tutto finisse lì... No, Trainspotting 2 non mi ha convinto proprio.



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domenica 24 dicembre 2017

Ed eccoci alla vigilia

Glauco Silvestri
VentiquattroDicembreDuemilaDiciassette. Questo è stato un anno intenso, sta per approssimarsi il mio secondo natale nella casa nuova, in compagnia della mia compagna, e devo dire che è una bella cosa, perché non ci siamo uccisi a vicenda... tutt'altro, e queste son cose che non vanno mai date per scontate, visti i tempi che corrono...
TrecentoSessantaCinqueGiorni, quasi, durante i quali son successe tante cose, molte belle, alcune meno belle, e la vita è fatta così un po' per tutti, per cui non mi posso certo lamentare... E comunque siamo ormai, e di nuovo, alla vigilia di Natale. A mezzanotte verranno aperti i regali, domani ci sarà il pranzo in famiglia, la città sarà silenziosa, pacifica, tranquilla... Saremo tutti più buoni, chissà, questa volta per davvero. 

Eccomi quindi a farvi i miei migliori auguri, per una buona vigilia, per un ottimo Natale, affinché sotto l'albero troviate i regali che avete sognato in questo lungo anno che sta per finire, e che soprattutto il miglior regalo sia sempre il pensiero, le emozioni, l'affetto che le persone care vi regaleranno, e che voi regalerete loro.

Buon Natale!

Godetevi l'attesa in questo VentiquattroDicembreDuemilaDiciassette, non fatevi prendere dall'ansia dell'ultimo minuto, respirate, fate festa. Godetevi anche il giorno di Natale, e Santo Stefano. Spero che questi tre giorni siano pieni di buone cose, buoni sentimenti, buoni cibi e... Cos'altro si può desiderare in più?

Noi ci vediamo il 27 dicembre, con la canonica programmazione del blog, a parlare di film, libri, fotografia... O forse di regali, delle feste, chissà! Per ora godiamoci le ore così come vengono. Non preoccupiamoci troppo del futuro. Domani è un altro giorno (cit. Via col Vento).



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sabato 23 dicembre 2017

La La Land - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
I musical mi hanno sempre toccato l'anima, non so per quale motivo, ma a parte alcune rare occasioni, sono sempre stato soddisfatto dalle pellicole cantate che riuscivo ad andare a vedere. La La Land è una di queste, e anche se probabilmente non è proprio la più bella di tutte, ci andiamo vicini.

Siamo a Los Angeles. Mia è una aspirante attrice, e come tante aspiranti attrici, lavora in un locale come cameriera e serve cappuccini alle star di Hollywood che passano da lei ogni giorno. Di provini ne ha fatti tanti, mai uno che sia giunto a una lieta conclusione, e ormai sembra che il suo destino sia dietro al bancone di un bar piuttosto che davanti a una telecamera. Altro personaggio chiave della pellicola è Sebastian, musicista Jazz che sbarca il lunario suonando nei piano bar.
La trama è abbastanza oliata e sa di già visto: I due cominciano a incontrarsi casualmente, poi si fanno travolgere dalla passione, cominciano ad aiutarsi reciprocamente, e... Quando arrivano i primi successi ecco che l'amore diventa un ostacolo per la carriera di entrambi.

Ciò che funziona è la musica, il ballo, i richiami ad altri famosi musical (n.d.r. Che non svelo per non rovinare la sorpresa), una regia senza sbavature, delle interpretazioni che non hanno mai un calo di tono o delle indecisioni... In pratica è un prodotto davvero ben confezionato, capace sia di conquistare chi i musical li mangia a colazione la mattina, sia lo spettatore occasionale.

Lo consiglio.




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venerdì 22 dicembre 2017

Sully - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Ricordo quel 15 gennaio 2009. Ricordo le immagini che giunsero attraverso i media, sia in televisione, sia in rete, sia sulla carta stampata. Rimasi impressionato dall'ammaraggio sull'Hudson, sul fatto che non ci furono vittime in quell'incidente. Ricordo che pensai al pilota di quell'Airbus, al fatto che fosse un vero asso dei cieli, perché prima di quel 2009 non era mai accaduto un miracolo simile... Se si cadeva in acqua era praticamente impossibile salvarsi. E invece il capitano Chesley Sullenberger ce la fece!

Poi, a distanza di qualche anno, ecco che Clint Eastwood ci propone il suo ennesimo gioiellino. Sully è un film dalla regia impeccabile, con una narrazione frammentata tra incubo, esperienza, e fatti accaduti. La storia ci viene raccontata attraverso gli occhi dei due piloti dell'Airbus 320 che quel 15 gennaio decollò dal La Guardia, fece un bird strike fatale, tale da mettere fuori uso entrambi i motori del velivolo, e si ritrovò a dover planare sopra la città di New York e verso un infausto destino.
Sully, in seguito all'incidente, fu subito considerato un eroe da parte di tutta la popolazione americana, ma ovviamente non poteva andare tutto liscio. Le autorità avviano le solite indagini di routine che avvengono in questi casi, e sotto pressione delle assicurazioni, minacciano la carriera e la reputazione del pilota accusandolo di aver fatto la scelta più rischiosa, piuttosto che tentare di rientrare all'aeroporto, ove avrebbe potuto salvare passeggeri e velivolo.

Storia raccontata attraverso gli incubi del pilota, la tensione della sua famiglia, l'ovazione della cittadinanza newyorkese, la spietatezza dei membri della commissione d'inchiesta... E se il filone principale vorrebbe narrarci solamente il processo al pilota, sullo schermo ecco che riviviamo frammenti consecutivi di quanto accadde, di quanto Sully temeva avrebbe potuto accadere. E così vediamo l'aereo schiantarsi in città, e poi lo vediamo planare sull'acqua, e ancora ecco i ricordi di un Sully giovane che impara a volare su un vecchio biplano, e poi eccolo sul suo F4 Phantom in una missione di ricognizione... E il mix di ricordi, emozioni, e fatti reali conduce a una pellicola davvero toccante, potente, mai noiosa, e davvero emozionante.

Un gran bel film. Ve lo consiglio vivamente.



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giovedì 21 dicembre 2017

Chiusdino - #ReportageFotografico

Glauco Silvestri
Ultima tappa del weekend lungo in Toscana è un piccolo angolo meraviglioso, a pochi minuti da San Galgano, ove è presente un museo interessante e molto ricco di oggetti, ovviamente dedicati al Santo Martire.

Tra le fronde

Chiusdino si inerpica in cima a un colle, e la sua particolarità è rappresentata dalle stradine strette, i vicoli, i parchi che compaiono dal nulla girando un angolo, e soprattutto dai dettagli, gli archi, le finestre, gli scorci sulla valle...

Vicoli Caratteristici

Via Finimondo

Sulla Vetta

Pur essendo immerso nella natura, a Chiusdino c'è pochissimo verde. Il mattone predomina, e affascina, specie quando - dopo aver percorso alcuni dei vicoli più caratteristici - ci si trova improvvisamente davanti a una scalinata, che piega su un lato, e conduce a un arco, una antica porta, e da lì si prosegue verso il 'primo insediamento'. In quel momento ci si rende conto che fino a un attimo prima si era camminato per la 'Chiusdino moderna' (n.d.r. Moderna storicamente rispetto al primo insediamento, ma comunque molto antica).

La Chiesa

Fontanella a pompa

Battente

A Chiusdino, ovviamente, sono presenti diverse 'attrazioni' oltre al museo. Ma devo dire che il fascino maggiore è sicuramente lo spettacolo regalato dalle vie di questo piccolo paese, che col volgere della sera, si trasformano in un qualcosa di davvero magico.

Scendi, Sali, la Notte

Se volete guardare qualche foto in più di questo meraviglioso paese, d'obbligo da visitare dopo San Galgano, potete cliccare qui per accedere al mio album flickr dedicato a Chiusdino. Non sono tantissime foto perché la visita al museo ci ha rubato molto tempo ma... Fidatevi: merita!


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mercoledì 20 dicembre 2017

Star Trek Discovery (Aggiornamento) - #SerieTV #Recensione

Glauco Silvestri
Forse fuori tempo massimo rispetto agli appassionati, ma grazie ad amici, anche io sono riuscito a vedere la prima serie di Star Trek Discovery e... Eccomi qui a parlare di questa serie televisiva, una vera novità da un certo punto di vista, che si posiziona in un'epoca antecedente di dieci anni alla missione quinquennale di Kirk, e di conseguenza alla serie classica con cui tutti quanti siamo cresciuti.

Sono quindici episodi, il che da un certo punto di vista è un bene, mentre da altri è invece un problema. Problema perché c'è poco approfondimento sulla storia dei personaggi, che siamo costretti a conoscere con l'imbuto... Personaggi complessi che paiono però - spesso e volentieri - piuttosto schematizzati proprio perché devono raccontare il loro background in poco tempo. E così Michael Burnham appare spesso robotica nei movimenti, rigida come una canna di bambù per la maggior parte del tempo, per poi sciogliersi in improvvisi sentimentalismi che nei primi episodi sembrano quasi fuori luogo. Allo stesso modo Gabriel Lorca è un capitano alla - perdonatemi il paragone ma... - Steve Jobs, capace di estrema empatia col proprio equipaggio, di spingerlo oltre il limite, di motivarlo e di farlo sentire come una grande famiglia, e allo stesso tempo di spietatezza inverosimile, spesso e volentieri sempre nei confronti dell'equipaggio. La storia di Lorca salta fuori attraverso un infodump forzato che viene sottolineato in un paio di episodi, e forse una nota stonata che ho digerito a fatica. Affascinante invece il personaggio di Paul Stamets, forse quello meglio costruito, e meglio sviluppato.
Il lavoro più grosso sui personaggi viene fatto in un unico episodio, quello dei loop temporali (n.d.r. Cerco di fare il minimo dello spoiler). Si tratta di un episodio un po' fuori dalle righe e sicuramente fuori contesto rispetto alla trama principale della saga, ma serve a conoscere meglio Stamets, Lorca, Burnham e Ash Tyler, che compare un po' tardi per raccontare qualcosa di sé, ma ne avrebbe da dire sulla propria vicenda personale.

Buono il mecha design, che ricalca quanto già noto, lo lucida ben bene così da renderlo accattivante agli occhi scafati degli spettatori odierni, ma che non mostra modernità eccessive rispetto a quanto dovrebbe apparire in futuro e che si è già visto nelle produzioni passate.

Molti dubbi sulla propulsione micellare, che per quanto prototipale, non è mai stata citata prima in nessun'altra serie (n.d.r. Quelle ovviamente ambientate anni avanti rispetto a Discovery). E' come la valigetta teletrasporto che compare in Star Trek Into Darkness... Una tecnologia che potrebbe rivoluzionare l'intero universo di Star Trek ma che è relegata in un cassetto, tirata fuori per una singola vicenda, e poi scompare di nuovo come se tutti si fossero dimenticati della sua esistenza. Perdonatemi ma... Non potevano inventarsi qualcosa di diverso e che avesse un senso con tutto ciò che già è noto di quell'universo narrativo? Pare di no!

La trama è incentrata sulla breve guerra tra Federazione e Klingon, di cui Burnham è accusata - ingiustamente - in qualità di elemento scatenante del conflitto. I Klingon possiedono da poco la tecnologia di dissimulazione, la federazione ha il propulsore della Discovery come arma segreta. Il resto è racchiuso in (n.d.r. Poche) battaglie, complotti, molto infodump sull'andamento del conflitto, e i problemi personali di Lorca, Burnham, Stamets, e Ash.

Sembra divisa in due parti distinte!

I primi episodi son tutti incentrati sulle ricerche della Discovery, la seconda parte richiama i due episodi di Star Trek Enterprise dal titolo Oltre lo Specchio, con ambientazione in un universo parallelo dove la Terra è un pianeta tirannico e le altre specie della galassia sono sottomesse al suo potere militare.
Qui le carte vengono mescolate in un modo poco attraente, tutto torna a essere messo in discussione, non c'è personaggio che non appaia diverso da quanto ci si fosse aspettati, e alla fine molti elementi che caratterizzavano il plot delle prime puntate vanno a scomparire.
Una scelta che ho apprezzato poco, e che a mio parere fa credere che gli sceneggiatori temessero - al momento della stesura - che non ci sarebbe stato un seguito dopo questa prima stagione.
Il gran finale, l'episodio 15, apre invece le porte a una futura seconda serie ma... sinceramente... temo un crossover con la Serie Classica. [Spoiler]L'incontro con il capitano Pike e la Enterprise l'avrei evitato...[Spoiler]

Nel complesso la serie funziona, intrattiene, ma tutto scorre troppo in fretta. I primi nove episodi sono davvero pochi per spiegare il mondo in cui siamo stati proiettati, e le tecnologie della Discovery. Ciò che accade in seguito concede ancora meno tempo allo spettatore di ambientarsi e apprezzare le vicende. Ci si allontana molto dalla fantascienza che ho conosciuto crescendo. Qui manca la riflessione, la proiezione, il desiderio di pensare a come potrà essere il futuro. Qui c'è solo volontà di riempire le lacune tra una serie e l'altra, di intrattenere con colpi di scena, effetti speciali, azione, ma sempre con il cronometro tra le mani.

C'è del potenziale ma c'è anche troppa fretta nella narrazione. Vedremo in futuro, ma per ora è promossa a metà.



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martedì 19 dicembre 2017

L'italiano

Glauco Silvestri
L’italiano è capace di fare tutto, ed è un maestro del far niente.

La grande storia della prima guerra mondiale (eNewton Saggistica) (Italian Edition) (Hart, Peter)


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domenica 17 dicembre 2017

Atomica Bionda - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Volevo andare a vederlo al cinema, Atomica Bionda, ma poi le cose sono andate diversamente, e ho dovuto attendere la sua versione home video per potermelo guardare... E la mia prima impressione è stata di pura delusione. Già! Mi aspettavo qualcosa di differente della solita storia di spionaggio a cavallo della fine della guerra fredda.

Il film ci racconta, in modo romanzato, un qualcosa che accadde veramente poco prima del crollo del Muro di Berlino. Una lista di tutti gli agenti infiltrati girava indisturbata al di là della cortina di ferro e doveva essere assolutamente recuperata per evitare la strage, e soprattutto, che i doppiogiochisti venissero rivelati alle rispettive agenzie. E' evidente che la lista interessa ai governi, ma anche agli agenti stessi, che siano fedeli alla propria causa o meno, perché li coinvolge in prima persona.
L'agente incaricato a recuperare la lista è ovviamente Lorraine Broughton, MI6, una bionda mozzafiato che non ispira per nulla tenerezza, bensì spietatezza. La sua missione finisce però nel peggior modo possibile, per ciò viene messa sotto torchio dai suoi superiori, che la sospettano di doppio-gioco.

La vicenda non è nuova, la regia è piuttosto convenzionale, di quelle dove il personaggio principale viene interrogato e così si salta tra scene dell'interrogatorio e flashback di ciò che il personaggio racconta. Meritevole la colonna sonora, a dir poco roboante, che però fa fare un bel tuffo nel passato con brani che hanno accompagnato la mia giovinezza. Per il resto è tutto pressoché scontato e prevedibile, ma ciò non riduce la godibilità della pellicola se si amano i film d'azione, le scazzottate realistiche, e i finali imprevisti. Non mancano scene di tensione, e di passione... Diciamo che gli ingredienti ci sono tutti, ma l'insieme produce una buona pellicola di intrattenimento e niente di più.
Brava e bella Charlize Theron, ma questo lo sappiamo tutti... E' una attrice che difficilmente delude, anche quando deve impersonare ruoli complicati.



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sabato 16 dicembre 2017

San Galgano - #ReportageFotografico

Glauco Silvestri
Se vi parlo di 'Spada nella Roccia', a chi pensate? Pensate a Re Artù? E se invece vi dicessi che la Spada nella Roccia si trova in Italia?

Senza indugi vi porto all'Eremo di Montesiepi, dove troverete una piccola chiesetta nota come 'Rotonda di Montesiepi'. Al centro di questa chiesetta troverete una... L'avete già capito, vero? Una Spada nella Roccia.

La Spada nella Roccia

Si tratta della spada di San Galgano, un cavaliere che visse a cavallo del XII Secolo, in Toscana, e che decise di abbandonare le armi per diventare un eremita. A simbolo di questa sua vocazione si narra che piantò in una roccia la propria spada, così da formare una croce... Il resto divenne legenda
Ove visse da eremita venne poi costruita la 'Rotonda' e a valle, una vera e propria Abbazia, anche questa con una storia incredibile, viste le dimensioni, e le condizioni in cui si trova oggi.

La Rotonda di Montesiepi ha ovviamente una struttura circolare, e il suo soffitto è davvero ipnotico.

Round Around the Round

Non mancano ovviamente i richiami alla spada, sia in un leggio dove è tenuta una bibbia aperta, sia nei fermaporta esterni al luogo di culto, entrambi a forma di spada.

Battente

All'eremo si può arrivare direttamente in auto, ma il mio consiglio è sempre quello di raggiungere i luoghi a piedi, per cui, partendo dall'Abbazia, si potrebbe risalire il colle attraverso un sentiero costeggiato da vigne e ulivi... Mica male come paesaggio, no?

Walk

E se il 'pezzo forte' di questo reportage me lo sono già giocato sin dall'inizio, ancora non vi ho fatto vedere l'Abbazia... E diciamocelo, è lei il vero 'pezzo forte' di questa avventura. Già! L'abbazia è un rudere in mezzo al nulla. E' a dir poco enorme, ed è difficile immaginare che nel XII secolo venisse creata una struttura del genere in mezzo alle campagne... E' una costruzione che darebbe grande importanza a una qualunque piazza di una città italiana, e invece è immersa nel verde. Fu abbandonata verso la fine del 1300, quando i monaci dovettero sopportare una terribile epidemia di peste, saccheggi da parte delle compagnie di ventura, eccetera eccetera. In effetti l'abbandono definitivo avvenne nel 1474, quando i monaci si trasferirono in un palazzo appena costruito a Siena, sempre dedicato a San Galgano.

In Lontananza

Due

Rose e Madonne

Oggi il luogo è visitabile a un costo veramente irrisorio, e col biglietto è possibile poi entrare al museo di Chiusdino, dove sono raccolte molte opere dedicate al santo. Parlerò di quest'ultimo paese, non molto lontano dall'Abbazia, in un prossimo post, mentre ora vorrei farvi immergere nella navata principale di questa incredibile struttura.

Navata Principale

Le foto difficilmente possono rendere la potenza che questa struttura offre allo sguardo...

The Walk

Fotografi

Love Is


Se per caso il luogo vi risultasse familiare, nonostante non l'abbiate mai visitato, ebbene è possibile che l'abbiate notato nel film Il Paziente Inglese, o nel video di Can I Play with Madness degli Iron Maiden (n.d.r. Lo potete vedere qui sotto).


Rimanendo a casa nostra, potreste aver visto questa Abbazia in Sole a Catinelle, di Checco Zalone, e nella Clip de La Casa del Sole dei Pooh... Su Wikipedia troverete l'elenco completo delle opere in cui compare.


Un luogo davvero unico. Potete cliccare qui per vedere altre foto dell'Abbazia e dell'Eremo.


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venerdì 15 dicembre 2017

Goliath - #SerieTV #Recensione

Glauco Silvestri
Goliath è una di quelle serie televisive che all'inizio ti cattura, poi perde un po' di grip sull'attenzione, e sul finale ti lascia un po' basito.

Il tema ci ricorda l'antico scontro mitologico tra Davide e Golia, che proiettato ai giorni nostri è ridisegnato come uno scontro tra due avvocati di successo (uno caduto in disgrazia a causa del suo carattere non proprio facile e del suo attaccamento alla bottiglia), tra uno studio legale di altissimo livello e uno di infimo ordine, tra una famiglia comune e un colosso militare statunitense.

Siamo a Santa Monica, in California. L'avvocato Billy McBride, un tempo rinomato legale e fondatore dello studio Cooperman & McBride, è ora in rovina. Lasciatosi dalla moglie Michelle - che ancora lavora come socio alla Cooperman&McBride - vive in un motel, in compagnia di una bottiglia e di un cane randagio, odiato a morte dall'ex compagno Cooperman, ricavando qualche dollaro fancendo il legale per le persone meno abbienti.
Tra le sue mani capita però una causa che lo rimette in carreggiata. La sorella di un uomo dichiarato morto suicida non molto lontano dalla costa di Santa Monica decide di dichiarare guerra alla multinazionale per cui lavorava il fratello... Lei è convinta che quest'ultimo non si sia suicidato, bensì sia morto mentre svolgeva qualcosa di illegale per conto della società per cui lavorava.
La causa - che avrebbe potuto essere liquidata in fretta con un accordo economico - finisce in tribunale a causa della testardaggine delle parti. Gli eventi si ingigantiscono di udienza in udienza, rivelando che in gioco c'è ben di più che un semplice caso di omicidio. L'odio di Cooperman si intravede in ogni mossa legale dello studio avversario a Billy. Ma a ciò si aggiungono anche le rivalità tra gli associati dello studio, non ultima una certa invidia per Michelle, che all'allontanamento di McBride dallo studio, è diventata de-facto la numero 2 dell'intera compagnia legale.

Il castello di carte cresce di puntata in puntata, senza mai regalare spiragli, ingigantendo un complotto le cui parti in causa vorrebbero invece finisse presto. I ricatti solo all'ordine del giorno, e i personaggi vengono sfruttati, uccisi, sviati, manipolati, senza troppe remore. La regia è abile nel non mostrare più di quanto necessario, e gli attori sono tutti di altissimo livello, senza dimenticare una sceneggiatura davvero ben costruita. Però... Però a lungo andare mi sono annoiato. Il livello di intrighi che finisce per sfogarsi in rivalità personali, che manipola la vita delle persone come fossero marionette, eccetera eccetera, è eccitante sulla carta, ma nella realizzazione pratica non ha mantenuto alto il livello di attenzione durante la visione dell'intera serie.
Questo non significa che Goliath sia una brutta serie, tutt'altro, è acqua fresca in un carnet di prodotti che sembrano sempre più l'uno uguale all'altro, ma c'è un quid per cui il prodotto non è riuscito a coinvolgermi al 100%... Ed è un peccato.



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giovedì 14 dicembre 2017

Certaldo - #ReportageFotografico

Glauco Silvestri
Eccomi nuovamente a parlare di fotografia, sempre rimanendo in Toscana, e sempre raccontandovi un altro piccolo momento di un 'weekend lungo' trascorso tra gli appennini caratterizzati dalla Cinta Senese e la mitica Fiorentina.
In questa occasione parliamo di Certaldo, un piccolo comune toscano che ha dato i natali al Boccaccio, e che è davvero un angolino d'Italia molto affascinante.
Ovviamente parlo del nucleo storico di questa cittadina, che può essere raggiunto sia a piedi, sia con una breve funicolare (n.d.r. Che ha sempre il suo fascino).
Noi, da bravi camminatori, abbiamo optato per la prima soluzione, scegliendo tra le altre cose un percorso in mezzo al verde e un po' dimenticato dagli esseri umani... Ma non dai gatti.

Sentinella

Questo percorso si inerpica sulla collina con una certa fretta, e porta in paese attraverso una piccola porta d'accesso, da cui è possibile ammirare l'intero abitato a valle, anche attraverso piccole garitte oggi usate solo a scopo ornamentale delle vecchie mura di fortificazione.

Attraverso le Sbarre

Il piccolo borgo medievale di Certaldo, si presenta subito facendoci approdare alla casa del Boccaccio, oggi museo, che ahimè è una ricostruzione moderna, visto che durante la seconda guerra mondiale fu rasa al suolo da un bombardamento.
Caratteristica tipica di questi paesini sono le vie strette, con le case accalcate l'una all'altra, tra le quali compaiono quasi per magia delle piccole piazzette, in pietra, con qualche albero, delle statue, panchine, vasi di fiori, e da cui è possibile ammirare i tetti delle altre costruzioni, o ancora qualche addobbo floreale.

Vicoli Caratteristici

Barca

Scarpe

La bellezza è nei dettagli, come il pozzo addobbato con i fiori, o la buchetta postale di una casetta, ma alla fine della fiera lo sguardo viene catturato dalla maestosità del Palazzo Pretorio, sulla cui facciata appaiono gli stemmi nobiliari, e che al primo sguardo appare quasi come un castello, con le sue mura merlate, la torre, e una struttura davvero particolare.

Il Palazzo!

Il Pozzo

C'è posta per te

La sera scende in fretta tra i colli toscani, e la penombra viene subito rischiarata dai lampioni che si accendono uno dopo l'altro. L'aria è quella dei presepi natalizi, e sarebbe bello potersi intrattenere ancora in questo luogo fatato, ma è ormai tempo di rientrare.
Questa volta scegliamo di seguire un percorso - sempre a piedi - che conduce alla Certaldo moderna passando per la porta principale del borgo originale. C'è giusto il tempo di un'ultimo scatto, quello che potete vedere qui di seguito, e poi giù, per la stradina, tra le case diroccate, i panni stesi, gli immancabili gatti, e il traffico.

Porta del Paese

Altri scatti dedicati a Certaldo li potete trovare, come sempre, cliccando qui, sulla mia pagina Flickr. Buona visione e... Il prossimo post fotografico vi parlerà di un mito che di sicuro accenderà i vostri cuori.



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mercoledì 13 dicembre 2017

Fellini, Viaggio a Tulum e altre storie - #Fumetti #Recensione

Glauco Silvestri
Questo fumetto è un affettuoso omaggio a Federico Fellini, a Mastroianni, e a Vincenzo Mollica. L'amicizia e il sodalizio tra Manara e Fellini è di lunga data, sin dai primi anni ottanta, e in questa raccolta viene ben rappresentata con un volo pindarico nel tentativo di girare un film impossibile tra le piramidi azteche. E il film è semplicemente una scusa per ricordare il regista nelle sue opere più famose, tra cui La bella vita , di cui alcune immagini compaiono inaspettate durante la lettura di una 'delle altre storie'. E così l'aereo decolla, vola fino in sud america, e porta i nostri personaggi in una fantomatica torre di babele dove alto e basso non hanno significato, dove il mare assume colori diversi, dove il morso velenoso di un pesce viene curato con strane danze surreali, dove l'uomo può volare appeso a un filo come fosse un aquilone e... Ovviamente... Dove le donne sono sempre sensuali, protagoniste, ed elementi chiave della narrazione.

Le tavole di Manara sono come sempre affascinanti, opere d'arte che possono essere ammirate al di fuori del contesto del fumetto. Alcune tavole di questo lavoro le avevo in effetti ammirare a una mostra dedicata all'autore, a Bologna, di cui ho parlato qualche tempo fa.
La sceneggiatura onirica all'inizio disorienta, poi conquista e seduce. Meno efficaci sono le storie brevi, che paiono più come un pretesto per descrivere dei sogni, più che veri e propri racconti. Un lavoro elegante, seducente, simpatico... E un bellissimo omaggio che vale la pena leggere.

Come non potrei consigliarlo?


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martedì 12 dicembre 2017

Testimonianze

Glauco Silvestri
Un’alluvione di acciaio volava rombando, velocissima, sopra le nostre teste e le pallottole delle mitragliatrici ricamavano in quel diluvio un motivo fatto di decisa volontà e linguaggio folle. Luci abbaglianti, grandi, piccole, salivano in alto per poi avvitarsi di lato fra le nuvole notturne; l’occhio non sembrava abbastanza rapido e non si riusciva neppure a sentire il proprio vicino urlare.

Tenente Edmund Blunden, 11th Royal Sussex Regiment


La grande storia della prima guerra mondiale (eNewton Saggistica) (Italian Edition) (Hart, Peter)


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domenica 10 dicembre 2017

Cattivissimo Me 3 - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Col senno di poi, lo devo ammettere , ho fatto bene a non andare al cinema per vedere Cattivissimo Me 3. Il format ha ormai dato il meglio di sé - per lo meno dal punto di vista di un adulto - e ora sta sfruttando il successo commerciale per fare incassi pur non avendo più quel brio iniziale che le avventure del Cattivissimo Gru avevano dimostrato.

In questo film figurano quattro episodi distinti che si intrecciano in modo non proprio omogeneo. Per i più piccoli c'è l'avventura della piccola Agnes in cerca di un unicorno vero; per quelli che amano i Minions c'è il loro abbandono dei laboratori dopo che Gru è diventato buono (n.d.r. A causa dell'amore per Lucy) e il loro mettersi in proprio per fare cattiverie; per noi grandicelli ci dovrebbero essere addirittura due storie: l'incontro tra Gru 'nero' e il suo gemello Gru 'bianco' dai capelli biondi (n.d.r. Fondamentalmente buono ma che vorrebbe essere cattivo per seguire gli insegnamenti del padre), e il desiderio di Lucy di venire accettata come mamma dalle tre bambine di Gru. E mancherebbe il filo legante di tutte queste vicende... Dove sta il super cattivo da sconfiggere? Eccolo nei panni di Bratt, che da piccolo faceva il super cattivo in una serie televisiva hollywoodiana, e una volta cresciuto è stato sbattuto fuori perché non era più credibile nella parte di cattivo... E per rancore personale Bratt diventa in effetti un super cattivo.

Detto ciò, la trama diventa questa: Bratt ruba il diamante più grande del mondo, Gru lo recupera ma perde comunque il posto di lavoro, incontra il fratello, e con lui tenta di recuperare la pietra.

No, non convince proprio. Sembrano episodi televisivi incollati a forza tra loro. Dell'intero film si salva la qualità dei disegni, sempre di altissimo livello, e la colonna sonora anni ottanta... Peccato solo che i brani vengono tutti tagliati in base alle scene, e non si riesce ad ascoltarne neppure uno per intero.

Evitabile (ahimé!).


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sabato 9 dicembre 2017

Jimi Hendrix, Requiem Elettrico - #Fumetti #Recensione

Glauco Silvestri
La mia avventura con la chitarra elettrica è durata poco, lo ammetto, ma la passione per questo strumento non si è mai sopita, nonostante sia nata forse un po' tardi. Probabilmente è per questo motivo che qualche tempo fa ho acquistato un fumetto sulla vita di Jimi Hendrix... Be', in effetti l'ha preso la mia morosa, ma gli occhi mi ci erano caduti sopra sin dall'inizio!

Requiem Elettrico non è un fumetto che ci racconta per filo e per segno la vita di James Marshall, bensì una sorta di riflessione, di volo pindarico, di fantasia, sulla vita dell'artista. Si parte dalla sua gioventù, la difficoltà di vivere in un paese dove bianco e nero erano diversi, e per questo motivo non potevano bere dalla stessa fontana, non potevano sedere sulle stesse panchine, non potevano neppure frequentare gli stessi locali... Una infanzia difficile quella di Hendrix, rimasto senza genitori ancora giovane, e salvato dalla musica, da chissà quale destino visto che la sua vita sarebbe mutata quel giorno in cui venne condannato per furto d'auto, e dovette scegliere tra galera o arruolamento in marina. Scelse la marina, conobbe Cox, e compì con lui i primi passi verso il successo... Successo che noi tutti conosciamo.
Una vita comunque difficile, quella di Hendrix, che fu sempre costretto a scegliere tra amicizia e carriera, e ovviamente, scegliendo la seconda, finì per trovarsi sull'Olimpo, ma finì per trovarcisi da solo. E come tutti sappiamo, più in alto si sale, più la caduta fa male... E in quel lontano settembre del 1970 sappiamo tutti cosa successe. 

Ottimi i disegni di Maconi, così come la sceneggiatura di Colombara, che abbina la vita del chitarrista con i grandi eventi artistici di quei periodi, come - per fare un esempio - l'uscita di 2001 Odissea nello Spazio, film che viene omaggiato nelle tavole di questo fumetto.
Si legge veloce, e vien voglia di fare un ripassino di storia e recuperare qualche successo di questo grande musicista. 

Davvero un bel fumetto. Lo consiglio.




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venerdì 8 dicembre 2017

The Wicked + The Divine - #Fumetti #Recensione

Glauco Silvestri
Si tratta di racconto young-adult che però potrebbe intrigare anche gli adulti, questo The Wicked + The Divine, il cui primo volume ci è stato offerto a un prezzo davvero stracciato a una fiera del fumetto.

La vicenda è molto semplice: Ogni novantanni dodici dèi si incarnano in altrettanti ragazzi. Vivono solo due anni, e quando appaiono lo fanno in modo plateale, mostrandosi alla gente, e non negando i propri poteri. Perché ciò accada è a malapena accennato, sono gli dèi stessi a raccontarselo, perché si credono degli ispiratori, quel barlume di follia di cui l'umanità ha bisogno per andare avanti, per evolvere... Ma sotto sotto questi dèi sono affamati di approvazione, di ammirazione, di amore. Vogliono essere adorati, è questo il loro scopo, ed è per questo che si mischiano agli umani in modo plateale, perché vogliono attirare la loro attenzione, che altrimenti sarebbe diretta verso ben altro... Specie ai giorni nostri, quando i dodici dèi ricompaiono e subito cominciano a comportarsi come fossero delle pop-star. E in questo ventesimo secolo la loro fame di adorazione non è facile da ottenere, e neppure mantenere. Vengono amati. Vengono odiati. E alla fine uno di loro si mette nei guai. Viene accusato di omicidio... E sinceramente sembra che sia proprio lui a uccidere, per quanto egli si professi innocente.

La trama è interessante, ma il fatto che questo fumetto sia narrato strizzando l'occhio ai giovani non aiuta ad approfondire ciò che accade, e il mistero che si vuole narrare. E alla fine si guarda tutto quanto con gli occhi di una teenager, una ragazzina che si trova immischiata in questa faccenda, che si barcamena per aiutare la divinità accusata di omicidio, ma alla fine non può far nulla se non vederla morire. Morte che però apre le porte a uno scenario inaspettato - forse - ma molto young adult... Lo posso dire? Non lo immaginate da soli? [Spoiler] La ragazzina diventa una divinità, con i poteri di quella appena morta, e ovviamente lo stesso limite di tempo - due anni - da vivere [Spoiler].

E' quindi una storia dalla prevedibilità abbastanza elevata, ma che viene però risollevata da una grafica interessante, moderna, piena di dettagli, molto accattivante. Non so se valga la pena leggere i volumi successivi, non credo che siano pane per i miei denti, ma se avete qualche decennio in meno sulle spalle rispetto a me, magari potrebbe convincervi al cento per cento.


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giovedì 7 dicembre 2017

Monteriggioni - #ReportageFotografico

Glauco Silvestri
Ogni tanto bisogna staccare la spina. Ogni tanto c'è bisogno di abbandonare i luoghi usuali dove si vive, per respirare un'aria diversa, per rigenerare la mente, per non essere travolti dalla quotidianità. 
Qualche weekend fa io e la mia morosa abbiamo voluto dedicare un weekend a noi stessi, e siamo fuggiti dall'Emilia per andare in Toscana, per assaporare un territorio tanto simile al nostro, ma al contempo tanto diverso.
Due giorni, quattro località visitate a cavallo tra Firenze, Siena, Arezzo e Grosseto. Piccoli centri storici, tanto verde, aria buona, cibo ottimo... E abbiamo pure avuto fortuna col meteo, che sì ha portato un po' di pioggia e freddo, ma ci ha anche regalato il sole quando ci serviva, e ha disegnato un cielo mai banale, colorato, maculato di batuffoli di vapore, e cosa si può voler di più da una breve vacanza?

Oggi vi parlo di Monteriggioni. Molti di voi conosceranno questo piccolo paesino per via di Assassin Creed 2 (n.d.r. Se non erro), la cui seconda uscita fu ambientata proprio tra le mura di questo paese (qui).

Ingresso al Castello

Si tratta di un paese fortificato che fu costruito a cavallo del 1200 dalla città di Siena per avere una roccaforte difensiva contro le sempre maggiori pressioni da parte di Firenze. Il tracciato delle mura di Monteriggioni è circolare, e segue i contorni della collina su cui fu costruito. Ha sole due porte di accesso: una più piccola rivolta verso la amica Siena; l'altra più grande e fortificata rivolta verso i territori ostili.

La Piazza

Da quest'ultima ci si affaccia direttamente nella piazza principale, ove è presente un pozzo, la chiesa, qualche localino, un paio di musei, e da cui si può accedere a tutte le vie percorribili del paese.

La Chiesa

Monteriggioni fu, ed è tuttora, punto di sosta per i pellegrini che percorrevano la Via Francigena. E' presente un ostello che offre ospitalità ai pellegrini per un prezzo davvero modico, e che propone anche la visita a una piccola mostra dedicata ai pellegrini stessi.

Omaggio al viandante

Girando per le vie strette e caratteristiche del paese non si può evitare di gettare lo sguardo sui piccoli dettagli che compaiono all'improvviso. Sono tante le botteghe di artigiani e di artisti, non mancano i locali dove poter assaggiare le prelibatezze locali, ed è possibile anche sostare qualche minuto in piccoli parchi dove i fiori e gli ulivi dominano tra i cinguettii dei passerotti.

Viti e Legna

Madonnina

Ristorante

E quando si giunge sul lato opposto della città, improvvisamente ci si ricorda che le mura di questo luogo furono ricordate persino da Dante nel suo Inferno, tanto che le sue parole furono incise sul secondo ingresso della cinta muraria.

Dante

E così si finisce per percorrere i pochi metri accessibili della cinta muraria, dalla cui cima si può godere una vista davvero unica.

Torri, Mura, e...

Per visitare il paese, per godersi l'atmosfera di quel luogo magico, sono sufficienti un paio d'ore, magari anche tre, se si ha intenzione di visitare i musei, di sedersi a mangiare qualcosina nella piazza principale, o anche solo per ascoltare un gruppo di giovani che si esercita con i tamburi.

Colori di Toscana

Delle tante foto che ho scattato tra le mura di Monteriggioni, qui potete trovare una piccola selezione che - credo - potrà aiutarvi a immergere lo sguardo ancora di più in questo meraviglioso borgo fortificato. Spero possano piacervi, e invogliarvi a visitare questo luogo davvero meraviglioso.




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