giovedì 31 gennaio 2013

Arti Visive

Glauco Silvestri
Prosegue, lentamente, il mio lavoro nell'organizzazione di disegni e foto su Flickr. L'idea (non vorrei ripetermi fino ad annoiarvi...) è quella di creare una sorta di book che possa presentare al meglio il mio lavoro.
Diciamo che... mi sto preparando per certi progetti tutti miei, che ancora non voglio svelare per non farmi ridere dietro le spalle.
Ma bando alle ciance, che questo vuole essere un post veloce e senza troppe esigenze.

Ecco qui sotto i tre set che mi rappresentano:

Digital Art
41 opere realizzate nel corso degli ultimi anni. I disegni sono tutti realizzati su display touch del mio cellulare. Molti di questi lavori sono stati realizzati su ispirazione di momenti vissuti al momento... e subito fissati nell'immagine.



Polaroid
Molte di queste le avete potute vedere durante i mesi estivi degli scorsi anni. Sono scatti realizzati ad hoc per raccontare i miei viaggi, i miei momenti di relax, come fossero normali cartoline da mandare agli amici. Esse sono anche una esternazione del mio antico desiderio, mai realizzato, di possedere una vera Polaroid.


Fotografie
Qui sono raccolte quelle che ritengo essere le mie migliori fotografie. Sono scatti realizzati nel corso di molti anni dedicati alla fotografia. Toccano molte località italiane e straniere. Sono foto paesagistiche, ma anche architettoniche, e ritratti.



Digital Art è un set pressoché aggiornato. Sto rivalutando in questi giorni alcuni miei vecchi lavori, quelli che fino a pocho tempo fa non avevo giudicato all'altezza di essere mostrati, ma per il resto esso contiene tutto ciò che ho prodotto. Proprio oggi ho fatto l'upload di molti nuovi lavori. Polaroid, anche lui, è un set aggiornato. Non ho molto da aggiungere in proposito. Fotografie è invece in fase di aggiornamento. Oggi potete vedere 53 foto delle 200 che ho selezionato come mie favorite tra le migliaia di scatti realizzati negl'anni. Sono foto realizzate per lo più con le mie ultime macchine digitali, ma non mancheranno scatti provenienti dalle mie due Canon a pellicola, che ahimé oggi riposano nella loro borsa, inutilizzate. Piano piano, anche questo set sarà portato a regime.

Buona visione.




mercoledì 30 gennaio 2013

La Merla

Glauco Silvestri
Brividi il mattino minaccia.
Gelo sull'asfalto gli spazi conquista.
Nebbia uggiosa avvolge la vista.
Della Merla, anche oggi, non vi è traccia.

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Shiver in the morning is the threat.
Ice on asphalt spaces conquest.
Envelops the gloomy view, the mist.
The Blackbird, even today, there is not yet.



martedì 29 gennaio 2013

The Experiment

Glauco Silvestri
Germania. Per 4000 marchi 20 uomini accettano di partecipare a un esperimento sociologico. 8 di loro dovranno svolgere mansione da carceriere, 12 dovranno invece fare i carcerati. All'inizio tutto sembra andare abbastanza bene. I 'prigionieri' seguono le regole, le 'guardie' svolgono il loro lavoro in maniera piuttosto blanda. Però bastano pochi giorni, e qualche impuntamento, per far degenerare la situazione... fino ad arrivare alla violenza più estrema.

The Experiment è inquietante. Ci presenta i personaggi così come noi potremmo vedere noi stessi. Nessuno pensa che il proprio carattere, il proprio modo di agire e di essere, possa mutare tanto radicalmente se posto di fronte a condizioni ben differenti da quelle a cui siamo abituati.
Ecco... ammetto che un po' mi inquieta questo film. Mi domando come potrei comportarmi se fossi coinvolto in quella situazione. Se fossi 'guardia' riuscirei a essere diventerei spietato? Se fossi 'carcerato' sarei in grado di sopportare la situazione?
Ciò mi costringe a pensare a tutti coloro, in Italia, rinchiusi in carceri sovraffollate e ancora in attesa di processo... e magari sono pure innocenti. Probabilmente la situazione non è così estrema come appare nel film (dove un personaggio agisce deliberatamente come elemento disturbatore perché è un reporter in incognito e in cerca di scoop), però...

Guardatelo e poi parliamone. Tra le altre cose, ho scoperto che gli americani ne hanno fatto un remake. Ammetto di non aver mai visto questa nuova versione tutta USA. Ma la versione originale, tedesca, fa parte della mia videoteca.


lunedì 28 gennaio 2013

Robotropolis

Glauco Silvestri
Mi ci sono imbattuto per caso, mi ha incuriosito, e l'ho guardato nonostante la rete abbia dato a Robotropolis commenti tutt'altro che lusinghieri.

La storia è ambientata in una sorta di città sperimentale creata da un magnate del Petrolio. Questo magnate è proprietario della più grande piattaforma di estrazione nel mondo. Per farla funzionare c'è bisogno di una quantità d'operai tale da necessitare una vera e propria cittadina d'appoggio. Vista la 'fissa' di questo magnate per la tecnologia, questi decide di sviluppare delle macchine in grado di aiutare il lavoro, e la vita, dei suoi dipendenti. Da ciò nascono due varianti di robot. Una metropolitana, destinata a svolgere compiti di sicurezza (polizia e pronto soccorso), assistenza (servizi al pubblico varii, per lo più lavori umili), e divertimento (giochi, arbitraggio sportivo, eccetera). L'altra destinata al lavoro in piattaforma petrolifera. L'esperimento pare funzionare, le macchine sono davvero d'ausilio e la popolazione della piccola città appare entusiasta. Per cui viene chiamata la stampa... con l'ovvia ambizione di aprire un mercato per i robot, così da venderli ovunque.
Se all'inizio la stampa mostra una immagine positiva del progetto, all'improvviso, durante la chiusura di un servizio, le telecamere inquadrano un robot che uccide un ragazzo. Da qui si scatena il finimondo... i robot impazziscono, e inizia la carneficina.

Per certi versi, questo film potrebbe essere preso in considerazione come una sorta di remake de Il mondo dei robot. La trama richiama in maniera evidente la storia scritta da Chricton nel 1973. La struttura regge abbastanza bene, gli attori sono per lo più convincenti (qualche dubbio forte nei confronti del magnate del petrolio, ma per il resto il cast funziona), la storia è divertente. Anche la computer grafica è più che dignitosa.
C'è qualche intoppo nella sceneggiatura dove la storia ne esce zoppicante. Alcuni personaggi compaiono all'improvviso, e poi spariscono nuovamente nel nulla... servono giusto allo scopo di salvare chi deve essere salvato nel momento in cui deve essere salvato... diciamo che con poco sforzo e qualche metro di pellicola in più si poteva creare un assieme più efficiente.
Però è carino. Diverte. Se si accettano i vizietti di produzione, va più che bene di fronte a un bel cesto di pop-corn. Dategli una chance!



sabato 26 gennaio 2013

Arte Fiera 2013

Glauco Silvestri
Ieri pomeriggio ho avuto l'occasione di andare a visitare i padiglioni di Arte Fiera. Quest'anno l'esposizione mi è parsa più ricca del solito, e soprattutto... ricca di autori che adoro. Ho avuto l'occasione di poter ammirare opere davvero incredibili, di scorgere tantissimi De Chirico, Molti De Pisis, Botero, Fontana (ok... lui non è proprio tra i miei preferiti ma non posso evitare di citarlo), Magritte, Mirò, Morandi (bolognese sì, ma non il cantante...), Picasso, Pomodoro, Salgado, Warhol, e tanti tanti altri.

Quando ho potuto... ho fatto qualche scatto. Le foto sono qui. Vi avrei messo un bello slideshow ma da quando google ha chiuso Picasa per migrare tutto su G+, non ho la più pallida idea di come fare.

L'immagine in questo post è la foto dell'opera vincitrice del concorso per autori under 30. Un'ultima cena dove Gesù è da solo a tavola... inquietante!


giovedì 24 gennaio 2013

Inferen

Glauco Silvestri
Cant Prem

Int èl mèzz dèl cammein ed nostra vetta
Am truvò int un bosch bur ch'an s'vegneva fora;
Perchè là a i era pers la strà ch'và dretta.

(La Divina Commedia, tradotta in dialetto bolognese da Giulio Veronesi, Tipografia Ettore Neri - Bo)


Stanotte ho fatto uno strano sogno. Ero a Panchià, nel giardino dell'Albergo Panorama. Osservavo i miei giocare a scala quaranta con Gianni e la Milena. Erano tutti e quattro giovani, quarantenni. Io invece avevo la mia attuale età. Vicino all'ingresso dell'albergo, invece, a un tavolino, Donato giocava a dama con la "Nonna" (di Marino) per vincere un gelato. La Maria, infine, era affacciata su una terrazza ad innaffiare i fiori...
Un sono ambientato una ventina d'anni fa... dove l'unico a non essere ringiovanito ero io. Chissà che significa...

martedì 22 gennaio 2013

Memento

Glauco Silvestri
Memento è un'altra pellicola che dovrebbe stare nelle videoteche di ogni casa. Già solamente il montaggio mostra una originalità difficile da eguagliare. Il continuo ciclo e ri-ciclo delle situazioni mostrate, il riavvolgere degli eventi, e il mostrarli in un'ottica leggermente diversa, e più complessa, fanno di questo film una vera e propria chicca.

La storia è semplice. Un uomo, Leonard Shelby, ha subito un grave trauma e ora si ritrova con la memoria a breve termine gravemente danneggiata. L'unico suo scopo (apparente) è quello di trovare l'assassino di sua moglie, colui che tra le altre cose gli ha provocato il trauma. Il fatto è che la sua memoria si cancella in breve tempo, per cui è costretto a segnare tutto ciò che scopre, a prendere appunti, a scattare foto, e a tatuarsi sul corpo le informazioni più importanti. Attorno a lui ronzano altri personaggi. Sembra vogliano aiutarlo, ma ognuno di loro ha scopi del tutto personali. Del resto, anche Leonard non è onesto al 100% con sé stesso. Come afferma uno degl'altri personaggi del film, si è creato un puzzle che non può risolvere.

Ciò che amo di questa pellicola è il montaggio, la colonna sonora, e l'interpretazione egregia di ogni interprete (e poi c'è lei... Carrie Anne Moss, perdonatemi ma l'adoro!). La storia si contorce su sé stessa e sbilancia chi guarda il film. Ci sono momenti che pare di aver capito esattamente l'intreccio, e poi ecco che il nastro si riavvolge e ci mostra un dettaglio che mescola di nuovo le carte. E' davvero un capolavoro.



lunedì 21 gennaio 2013

Sul Baratro...

Glauco Silvestri
Stanotte ho fatto un sogno. Ero aggrappato a una parete di roccia. Sotto di me un torrente. Potevo vedere alcune ruspe lavorare sulla sponda ghiaiosa opposta alla parete in cui mi trovavo. Non sapevo come ero finito lì... e non sapevo neppure come uscirne.
Salire, arrampicarmi fino alla cima? Attorno a me non vedevo appigli possibili.
Scendere fino al torrente? Sotto di me vedevo giusto una piccola piattaforma dove avrei potuto appoggiare i piedi, ma era a circa tre metri da me.
Buttarmi e sperare che l'acqua assorbisse l'impatto come fa Rambo per sfuggire dalla polizia? Quello sotto i miei piedi era un torrente, non un fiume. Avevo grossi dubbi che ci fosse abbastanza acqua per non sfracellarsi.
Che fare? Voi che avreste fatto? Bè, io mi sono svegliato e ho risolto il problema!

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Last night I had a dream. I was clinging to a cliff. Below me there was a creek. I could see some bulldozers working on the pebbly shore opposite the cliff where I was gripped. I Did not know how I got there... and I did not know how to get out from that situation.
Climb up to the top? Around me I could not see grips possible.
Go down to the creek? Below me I could see just a small platform where I could place my feet, but it was about three metres from me.
Throw myself down and hope that the water will absorb the impact as it did Rambo to escape from the police? The one under my feet was a just a creek, not a big river. I had serious doubts that there was enough water to not crash and die.
So, What I had to do? What You would have done if you where in my shoes? Well... I woke up and solved the problem!



sabato 19 gennaio 2013

Memorie di un cuoco di un bordello spaziale

Glauco Silvestri
Molto tempo fa ebbi l'opportunità di leggere, e recensire, lo splendido Memorie di un cuoco d'astronave, di Massimo Mongai. Fu un Urania targato 1997! Un romanzo davvero eccezionale. Per cui, quando ho scovato Memorie di un cuoco di un Bordello Spaziale... voglio dire, stesso autore, stesso personaggio principale, ovvero il cuoco Rudy “Basilico” Turturro... ero emozionatissimo.

Il romanzo inizia dove il precedente terminava. Rudy Turturro, dopo un periodo sul pianeta natale, decide di cercare nuovamente l'avventura, e si fa imbarcare su una nave AES in cerca di brividi, e nuove ricette da cucinare. Come nel precedente romanzo, Rudy trova pane per i suoi denti. Contagiato da un terribile virus che succhia le sue energie, ma gli fa vivere in sogno delle esistenze incredibili, il cuoco passa da pianeta in pianeta, fino al giungere su un Porto Pazzo, dove decide di rimanere per qualche tempo in "convalescenza" e diventare cuoco di uno dei bordelli del posto.

Questo libro mi ha divertito. Lo stile è allegro, spensierato, divertente, proprio come nel primo libro di Mongai. Però non mi ha catturato come il precedente. Per due terzi del libro mi sono chiesto perché fosse intitolato Memorie di un cuoco di bordello spaziale. Poi finalmente Rudy arriva al Porto Pazzo, e diventa cuoco del fantomatico bordello... ma non ci rimane molto. Passano un pugno di pagine ed eccolo che si imbarca su una AES a fare il cuoco per alieni-ox. E da quella nave sbarca su una base Zingara per trovare un passaggio verso la Terra... ma non lo trova, e rimane senza soldi. Ecco... la lettura di questo romanzo lascia un senso di incompiutezza che spiazza.
Insomma... mi ha divertito leggere questo romanzo... però manca di amalgama. Sono una somma di episodi simpatici, tutti orbitanti attorno al sesso (questo sì), ma... oddio, mi spiace dirlo ma mi è mancato qualcosa che invece nell'altro era l'ingrediente principe.

Peccato? Non so come dire, leggeteli tutti e due e poi parliamone. A ogni modo, complimenti a Massimo per l'universo che ha creato!


venerdì 18 gennaio 2013

Time goes by...

Glauco Silvestri
A volte ci illudiamo che il tempo passi, ma che i punti fermi, le certezze, quelle non passino mai. Una cosa che ripeto spesso a chi sta soffrendo è che, sulle mie spalle, ho capito che il tempo passa, e che passando si porta via le sofferenze, lasciando sulle spalle solo una piccola sensazione di disagio. «Tutto passa, anche la Naja...» diceva Meo di fronte a un bel boccale di birra belga.

Studiando da autodidatta, si può scoprire che il nostro cervello cancella i dolori dalla memoria lasciandone solamente un ché di sgradevole, così da consentire all'organismo di sopravvivere e superare il trauma (evitando così gesti inconsulti come il suicidio - per lo meno il più delle volte). E' per questo che con il passare degl'anni si ha persino una certa nostalgia di periodi brutti, ricordandoli in maniera quasi romantica, e non come essi erano stati veramente.

Il tempo passa, ma noi ci comportiamo come ciò non accada veramente. La nostra società è costituita in questo modo. Sveglia, lavoro, pranzo, lavoro, cena, sonno. E il weekend ci sono le commissioni, le uscite con gli amici, lo sport, e via che si riparte. Questa routine accorcia il calendario... anzi... lo fa collassare in una sorta di settimana che si ripete sempre e ancora per sempre, anno dopo anno, senza che mai cambi nulla.

Eppure le cose cambiano.

Fateci caso...
Quando si è giovani ci si incontra per feste e compleanni.
Quando si è adulti ci si incontra per matrimoni e battesimi.
Quando si supera una certa età ci si comincia a incontrare per i funerali.

Guardiamo questa ruota gira come se girasse per gli altri e non per noi. Noi continuiamo a fare ciò che abbiamo sempre fatto. Noi alimentiamo le nostre passioni, svolgiamo il nostro lavoro, compriamo la nostra musica, i nostri film, i nostri libri... come se ciò non finisse mai, anche se siamo consapevoli che, un giorno, qualcuno si incontrerà alla nostra dipartita, e qualcun altro si troverà a dover smaltire tutta la roba che abbiamo accumulato con tanta passione... e magari butterà via il nostro vecchio computer, senza neppure guardandoci dentro, cancellando i milioni di gigabyte di foto che contiene, la musica, i film, e le centinaia di cartelle piene di racconti e romanzi che abbiamo scritto. E magari questo tizio sarà uno sconosciuto... perché non ci siamo lasciati dietro nessuno, nessun figlio, nessun amore, nessuno che possa dire «Aspetta! Qui dentro ci potrebbe essere qualcosa di interessante...».

Insomma... non so! A voi non sembra, a volte, di sbagliare qualcosa, di aver perso il treno giusto, di non essere dove dovreste, e di non avere svincoli davanti a voi che vi permettano di tornare indietro, o per lo meno di cambiare strada?


mercoledì 16 gennaio 2013

iPad Magician

Glauco Silvestri
Come molti di voi sanno, l'iPad è un apparecchio che non mi interessa, e di cui non ho alcun bisogno. Riconosco che è un dispositivo molto versatile, e che può essere il perfetto compagno di viaggio in moltissime occasioni.
Versatile... ma quanto versatile? Avreste mai pensato che l'iPad potesse essere un'ottima spalla per un numero da prestigiatori? Guardate il video qui sotto.

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As many of you already know, the iPad is a device that does not interest me, and which I have no need to have. I Recognize that it's a very versatile device, and that can be the perfect traveling companion on many situations.
Versatile... but how much versatile? Have you ever thought that the iPad would be a great assistant for a number of magicians? Watch the video below.





sabato 12 gennaio 2013

Scrivendo e Suonando...

Glauco Silvestri
Bisogna fare buon viso a cattivo gioco, giusto? Se da un lato in ufficio ci vado meno, dall'altro c'è il tempo materiale per dedicare un briciolo di tempo in più alle passioni (basta non spender soldi, che anche quelli arrivano col contagocce). Per cui è giunto il momento di fare qualche anticipazione.

Lasciamo che su iTunes parta Never to Know di Lene Marlin, e parliamo di...

Un autoscatto mentre mi esercito...
Chitarra: Il corso ha raggiunto un punto davvero interessante, difficile, esaltante. Basta con i soliti accordi e le strimpellate d'accompagnamento. Ho una elettrica e voglio divertirmi con riff, scale, diteggiature, robe difficili! Un piccolo assaggio di dove sono giunto lo potete ascoltare qui (in realtà la registrazione è un pochino impacciata, ma son timido e non ho l'amore a darmi coraggio... per cui dovete aspettare che riesca a superare lo shock da palcoscenico!).
Insomma, sto imparando. Faccio un po' il gambero, avanti e indietro tra le lezioni che già ho fatto, per acquisire maggiore sicurezza. Mi alleno molto con le (due) scale che già conosco perché ho il mignolo distratto... o non interviene quando serve (e per fortuna che l'anulare si tuffa in bagher per coprire il buco lasciato scoperto), o sbaglia corda, o guarda le gambe delle ragazze in prima fila... insomma, devo dargli una bella raddrizzata. Ma faccio progressi e già intravedo delle tablature interessanti nei prossimi capitoli da fare.

Ecco che arriva Paradise Circus dei Massive Attack e mixata da Gui Boratto, per cui è giunto il momento di affrontare l'argomento...

Scrittura: C'è molta carne al fuoco per i prossimi mesi. La Metamorfosi di Lena è appena uscito, e non è poco. Però io voglio parlare di ciò che verrà, per cui devo focalizzare il vostro interesse a I'm The Slayer, la blog-explicit-fan-novel dedicata a Buffy che nel dicembre scorso ha raggiunto l'ultima puntata. E' in corso d'opera L'Albero dei Corvi, un ebook dedicato alla mia Cacciatrice in cui vi verranno svelate le risposte di tutte le domande lasciate in sospeso nella saga... tra cui: Clara si è salvata?
L'ebook è già bell'e scritto. Ora sta invecchiando in cantina assieme al vino buono in attesa del primo ciclo di editing. Conto di renderlo disponibile entro la data del mio compleanno, così vi faccio un bel regalo per la lieta occasione.
H-Asteroid proseguirà con la sua cadenza mensile fino a settembre. A ottobre uscirà l'ultimo episodio, che come ben sapete, non sarà distribuito in solitaria come tutti i precedenti episodi, bensì farà parte di una pubblicazione omni-comprensiva in cui saranno riuniti tutti quanti i racconti. Il titolo della collection sarà Abbandonate la Terra!
Tutto qui?
No! Anche se non so ancora in quale forma, entro la fine dell'anno vedrà (finalmente) la luce il romanzo che molti di voi conoscete come 'Polvere Eravamo', il cui titolo definitivo sarà Dopo la Polvere. Non posso svelare di più... a voi basti sapere che, finalmente, avrete occasione di leggerlo. 
Sempre con la fine del 2013 dovrebbe iniziare una mia nuova serie di racconti. So che questo format per alcuni di voi è estenuante (aspettare un mese tra un capitolo e l'altro è dura, vero?), ma attualmente non sono in grado di lavorare a tempo pieno su progetti di lungo respiro, di conseguenza rischiereste di non vedere nulla di pubblicato per lunghissimi periodi. Con il format 'a puntate', invece, posso garantire una maggiore presenza nei vostri confronti.
Argomento della nuova saga? Top Secret! Con il passare dei mesi avrete sicuramente qualche indizio in più.

iTunes mi propone Love Never Loved Me, della bellissima e grintosa Geri Halliwell, è quindi tempo di concludere questo post parlando di...

Sito, blog, altre facezie: In questi giorni il mio sito ha avuto una leggera riorganizzazione. Lo potete notare qui e qui. Niente di trascendentale, comunque, semplici dettagli... tra cui l'integrazione con il mio portfolio su Flickr. Cambiamenti sono avvenuti anche in campo dei blog. Come ben sapete, da gennaio, questo blog è diventato il mio angolo principale. Stretto in un Angolo e 31 Ottobre fungeranno solamente da mirror, e solo per determinati argomenti (libri, cinema, poco altro). Ci sono dei motivi alle spalle di questa scelta, ma non è questa la sede in cui spiegarli. So che qualcuno ha avuto dei problemi nel commentare i post su questo blog... credo dipenda dall'interfaccia che ho scelto, e dal redirect tra l'indirizzo di blogger e quello del mio dominio. Ma non voglio tediarvi troppo e la faccio semplice:
Se siete giunti qui da http://blog.glaucosilvestri.it e non riuscite a commentare, provate a cliccare sul pulsantino dei commenti col tasto destro, e aprire il link in un'altra finestra. In questo modo dovrebbe funzionare. 
Se non funziona, provate a raggiungermi col link di blogger, ovvero http://glaucosilvestri.blogspot.it. Da qui non ci dovrebbero essere problemi.

Con questo è tutto. Ora vi lascio per gustarmi I've Got to See You Again di Norah Jones.



La Venticinquesima Ora

Glauco Silvestri
La Venticinquesima Ora è una pellicola introspettiva, per certi versi, che potrebbe spingere ognuno di noi a chiedersi come si comporterebbe in una situazione analoga.
Monty deve farsi 7 anni di carcere. E' il suo ultimo giorno da uomo libero... giorno in cui è ovviamente costretto ad andare a trovare i propri cari; il padre, i suoi migliori amici, i suoi "colleghi di lavoro" (lavoro che l'ha portato alla condanna, ma questo è un dettaglio...), la morosa... ma soprattutto sé stesso.

E' famoso, di questo film, il monologo allo specchio in cui Monty manda tutti a fanculo... soprattutto sé stesso per aver sprecato tutto ciò che la vita gli offriva. A me piace anche il finale, dove il padre immagina che Monty fugga chissà dove, ricominci da capo, si faccia una nuova vita e abbia tanti figli. Il sogno di ogni padre, giusto?
Ma Monty in quel carcere ci entra... le responsabilità che attanagliano il suo cuore lo costringono a non fuggire. E questo è un'altro tassello interessante del film. Si parla di personalità, di morale, di amicizia, di fiducia, di valori umani. Un film davvero importante.

Qui sotto incorporo il famoso monologo allo specchio.





venerdì 11 gennaio 2013

L'avvelenatrice

Glauco Silvestri
L'Avvelenatrice è un racconto di Alexandre Dumas (padre) che fa parte di una raccolta chiamata Les Crimes célèbres. Marie Madeleine d'Aubray, marchesa di Brinvilliers, è la protagonista di questa storia ed è la fautrice di diversi crimini di avvelenamento. La donna, con l'aiuto del proprio amante (un uomo libertino ex prigioniera della Bastiglia), e spinta dalla cupidigia, decide di avvelenare il padre (prima), i fratelli (poi), così da entrare in possesso delle ricchezze di famiglia e... di non dover essere più controllata dagli uomini di famiglia.
Ad avere i primi sospetti è la sorella, anch'essa avvelenata, ma sopravvissuta per cause fortuite. Scatta l'arresto, il processo, le torture, e infine la condanna.
Dumas ci racconta tutto quanto con uno stile musicale, d'altri tempi, davvero confortevole e curioso. Una lettura differente dalle solite.

Note: Il link qui sopra (ovvero questo) vi porta al download di una versione gratuita dell'ebook (in pdf e/o ePub). L'impaginazione non è perfetta ma si legge bene. Ovviamente è possibile convertire il testo con Calibre, oppure acquistare la versione per Kindle su Amazon, qui.



mercoledì 9 gennaio 2013

Chair on Dance

Glauco Silvestri

Chair on Dance

Una piccola anteprima dei nuovi disegni appena inseriti nel mio album su Flickr.
Ce ne sono altri tre... uno dedicato anche alla crisi.
Cliccate qui per andarli a vedere... e commentare!


martedì 8 gennaio 2013

H2Odio

Glauco Silvestri
H2Odio è un film tutto particolare nello scenario italiano. Mai comparso al cinema per volere della produzione stessa, è andato in circolo grazie a un marketing mirato offerto da La Repubblica e L'Espresso.

Si tratta di una pellicola molto ambiziosa, dai temi forti, e un'idea piuttosto intrigante.
H2Odio potrebbe essere considerato un film horror, o forse anche un film drammatico. Al centro dell'intera vicenda c'è Olivia, una ragazza che sin da piccola soffre di una malattia nervosa a causa della sua gemella evanescente*.
Questa ragazza raggiunge il tracollo quando decide di escludersi per un weekend dalla società, e di andare su una piccola isola dove sorge una vecchia casa di famiglia. Non ci va sola. Quattro sue 'amiche' (se così si possono definire) la seguono con la scusa di dedicarsi completamente a una dieta estrema a base d'acqua. Per tutto il weekend le ragazze si nutriranno solamente bevendo acqua naturale, e compensando la mancanza dei sali minerali essenziali con liquirizia pura. La dieta è tremenda, la scelta di fare questo sacrificio nella vecchia casa di Olivia lo è altrettanto perché questa risveglia i ricordi ancestrali di questa gemella evanescente. Quando però le viene scoperto il tradimento delle amiche, che di nascosto divorano merendine a go-go, allora accade il peggio.

Di questo film colpisce sia lo stile narrativo scelto dal regista. L'immagine appare sul video come una sorta di piccola diapositiva in movimento, con ampie bande scure tutt'attorno. Ciò concentra l'attenzione sui dettagli, e non disperde la visione a causa dell'ambientazione tanto particolare. I personaggi sono davvero peculiari. L'amicizia sembra apparenza pura. Ognuno pensa per sé, e addirittura Olivia pare in posizione di svantaggio sin dall'inizio di tutta la vicenda.

Ci sono scene intense che lasciano il segno:

  • Il momento in cui Olivia estrae dalla propria spalla un dente della sua gemella evanescente comprime lo stomaco.
  • Il bacio tra due ragazze dove una, affamata, strappa a morsi un labbro dell'altra fa spalancare gli occhi dallo stupore.
L'acqua è sempre al centro dell'attenzione. L'isola è circondata dall'acqua e grazie ad essa è isolata completamente dal mondo. La dieta è a base di sola acqua. Nei deliri di Olivia la pioggia diventa sangue. E la piscina vuota di fronte alla casa simbolicamente rappresenta la mancanza fisica di un qualcosa che però è percepito dal personaggio principale.

Infine... l'uso sapiente del gemello evanescente è davvero un colpo da maestri. Olivia, già traumatizzata per il suicidio della madre, è costretta a portare dentro di sé qualcosa di estraneo e inquietante. La ragazza è instabile, asociale, e mantiene l'equilibrio solo grazie a terapie psicologiche e farmaci.

E' interessante la presenza di Platinette nella efficacissima figura dello psicologo; mentre il regista, Alex Infascelli, vi è noto sicuramente per Almost Blue (pellicola tratta da un romanzo di Lucarelli).

Per concludere, H2Odio è un film intenso e potente. Lo consiglio assolutamente.


Fonte: qui.



* In ambito medico, si parla di gemello evanescente quando si presenta una gravidanza multipla nella quale soltanto uno dei feti completa il processo della nascita, mentre l’altro non si sviluppa e infine svanisce. A volte capita che l'unico nato mantenga nel corpo piccole parti dell'altro feto. 


lunedì 7 gennaio 2013

La Metamorfosi di Lena

Glauco Silvestri
Nell'inverno 2011 venni contattato da un piccolo editore per la scrittura di un racconto da inserire in una collana di libri elettronici dedicata alla narrativa fantastica. All'inizio, pur essendo entusiasta all'idea, dovetti declinare in quanto stavo dedicando anima e corpo a Mauro Bianchi; poi... accadde un pomeriggio, mi venne un'idea tanto folgorante da costringermi a buttare subito giù uno stralcio di storia.  Scrissi la prima ipotesi di questo racconto sul mio cellulare, e poi contattai immediatamente l'editore affinché mi rimettesse in lista. Mi ci vollero un paio di settimane per ottenere un racconto finito, e una volta consegnato, mi fu detto che avrebbe visto la luce entro la primavera del 2012.
Ebbene siamo a gennaio 2013, e quel racconto non ha mai visto la luce, ne io ho più avuto notizie da parte dell'editore, e del curatore di quella collana (che comunque produsse qualche titolo tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012).
Visto il silenzio protrattosi per un anno intero, visto che non c'era alcun accordo scritto e firmato tra me e l'editore, ho deciso di dar luce autonomamente a quel racconto. 

Eccomi, di conseguenza, qui a parlare de: La Metamorfosi di Lena
Si tratta di un racconto fantasy. Per ambientazione, più che pensare al fantasy classico alla Tolkien, richiama una ambientazione alla 'Il labirinto del Fauno'. Personaggio principale di questa storia è una ragazzina di nome Lena. Coccolata dal solo padre, la ragazza ha un carattere esuberante e ben diverso da quello che ci si potrebbe aspettare da lei. E' la sua festa. L'intero paese si prepara per la grande celebrazione. Ma lei è irrequieta e vorrebbe bruciare le tappe. Per questo, assieme al suo ragazzo, va in riva al piccolo stagno per... dar sfogo alla sua passione.
Ciò scatena elementi forti e misteriosi, inarrestabili, che culmineranno con una metamorfosi inaspettata.

Il racconto non è lunghissimo, del resto l'editore mi aveva imposto un determinato numero di battute. Però è intenso, per le emozioni che vuole raccontare, e per la situazione inimmaginabile in cui vuole proiettare il lettore.
Sfortunatamente, vista la brevità della vicenda, non posso aggiungere molto di più. Fortunatamente (per voi) l'ebook viene a costare molto meno rispetto a tutte le altre mie pubblicazioni per Kindle
Come al solito, l'ebook è privo di DRM (nonostante Amazon non ne faccia cenno), per cui può essere tranquillamente convertito anche per lettori che leggono solo il formato ePub.

Maggiori informazioni sono disponibili qui, mentre se avete fretta di procurarvelo potete andare direttamente qui.

Come consuetudine vi esorto, nel caso leggiate questo racconto, a lasciare un commento. Potete sfruttare questo post, oppure cliccare sull'apposito tasto sul mio sito, oppure ancora direttamente su Amazon, ma anche via mail o uno dei social network in cui appaio. I commenti, positivi o negativi che siano, sono assolutamente utili per uno scrittore. Grazie a essi è possibile comprendere i propri errori, e i propri pregi, e magari migliorare la propria scrittura grazie a essi.  

Non mi rimane altro da fare che augurarvi buona lettura!



Garth Ennis, nessuna pietà agli eroi

Glauco Silvestri
Il saggio su Garth Ennis che ho tra le mani è un lavoro che molti appassionati del fumetto potrebbero amare. Ennis ha, a suo modo, rivoluzionato il fumetto americano, quello degli eroi senza macchia, e l'ha condotto a un qualcosa di più moderno, ambiguo, ricco di mezze misure e non solo dei valori massimi quali 'buono' e 'cattivo'. Ennis è uno sceneggiatore, un creatore di personaggi, con un background molto differente da quelli a cui siamo abituati. Viene dai sobborghi irlandesi, è cresciuto in mezzo alle ambiguità di un paese in eterna lotta per la totale indipendenza dall'Inghilterra, e allo stesso tempo legato a esso da tendini culturali inscindibili. E' cresciuto è ha mutato tutto ciò che nel mondo dei super eroi era certezza. Batman ha cambiato volto. Il Punitore ha perso la sua aura di giustiziere 'giusto', Constantine ha acquisito uno spessore che mai aveva avuto prima di Ennis. E cosa dire di Hitman?
Il lavoro che prediligo di questo autore (n.d.r. ma che non sono mai riuscito a leggere nella sua interezza) è The Preacher. Una saga che rivoluziona il concetto di fumetto. Una saga che rispecchia ciò che compare nella personalità di Ennis, ovvero il totale sguardo critico verso istituzioni come la chiesa, lo stato, e... tutto ciò che funge da fondamenta della nostra cultura.
Grazie a questo saggio ho inoltre scoperto altri lavori di Ennis, come The Pro, e The Boys, che sicuramente vi faranno venire l'acquolina in bocca (nel primo una prostituta acquisisce dei superpoteri e diventa una super-eroina, nel secondo i Boys sono un gruppo di ragazzi dotati di poteri incredibili e che si occupano di tenere a bada il comportamento dei... super-eroi classici).
Ennis è davvero un innovatore. Ma è pure un dissacratore. In questo saggio viene ben mostrato, analizzando la sua produzione, la volontà di quest'autore di rompere gli schemi... e forse anche qualcos'altro!
Saggio, di conseguenza, indispensabile per gli amanti del fumetto.

Ma non sono solo elogi per questa pubblicazione. Essendo realizzata a più mani si denota in modo (a volte) fastidioso la differenza di qualità tra un intervento e un altro. In due situazioni, in particolare, c'è una caduta di capacità analitica in favore di un cosiddetto fervore di appassionato.
Niente di grave, ovvio, la passione è il motore di ogni arte, e se non ci fossero gli appassionati, non ci sarebbero neppure artisti del calibro di Garth Ennis a scardinare i preconcetti del mainstream. Però la differenza si percepisce un po' troppo. 
Nel complesso si tratta comunque di un prodotto davvero eccellente che percorre tutta la storia di Ennis (fino ai giorni d'oggi), che analizza tutti i lavori dell'autore, che ne estrapola pregi e difetti. Un volume davvero imperdibile. Ve lo consiglio vivamente.



sabato 5 gennaio 2013

Le Iene

Glauco Silvestri
Seconda puntata dedicata ai miei Propositi 2013. Come avevo accennato nel mio precedente post, una delle intenzioni è quella di guardare, almeno una volta, ogni film presente nella mia videoteca personale (e di non aggiungervi film finché non sarò giunto in fondo... che è un buon modo per risparmiare qualche soldino).

Il film di oggi è Le Iene. Seconda pellicola di Tarantino presente nella mia collezione. E' datato 1992, l'ho visto per la prima volta a Roma, sotto la Naja, e ricordo che ne rimasi innamorato. Rispetto a Pulp Fiction, di cui ho parlato pochi giorni fa, Le Iene ha una presenza narrativa più rude, scarna, meno raffinata. Tra i due film citati è ben evidente il percorso evolutivo del regista. Nel primo si vede il genio così come 'mamma l'ha fatto'. Nel secondo si vedono le medesime capacità farcite di esperienza e classe. Una evoluzione dovuta e attesa da molti... e che a mio personalissimo parere non ha compiuto altri passi in avanti. Se con Kill Bill Tarantino si è dimostrato costante, con le successive pellicole il regista ha preferito il percorso della sperimentazione, e un ritorno ai B-movie da lui tanto amati, ove per motivi forzati dalle scelte di regia, si va a perdere parte degli ingredienti che tanto mi avevano colpito ne 'Le Iene' e in 'Pulp Fiction' (senza nulla togliere, comunque, alla bravura di Tarantino, che a mio parere rimane tutt'ora tra i migliori e coraggiosi in regia e produzione cinematografica).

Anche ne 'Le Iene' c'è una bella rassegna di battute epiche che hanno fatto storia. E io non posso sottrarmi da citarvene qualcuna.

Mr. Blonde: Ehi, Joe, vuoi che gli spari?
Mr. White: Cazzo, se mi spari solo in sogno è meglio che ti svegli e mi chiedi scusa!

Mr. Blonde (al poliziotto che sta per torturare): Allora, io non ti voglio prendere per il culo, okay? Non me ne frega un beneamato cazzo di quello che sai, di quello che non sai. Tanto ti torturo lo stesso. Comunque sia, non per avere informazioni. Il fatto è che mi diverte torturare uno sbirro. Puoi dire quello che vuoi, tanto non mi fa nessun effetto. Tutto quello che puoi fare è invocare una morte rapida... Cosa che tanto non otterrai. 

Mr. Blonde (al poliziotto dopo che l'ha torturato): Per te è stato bello come lo è stato per me? 

Mr. White: Uno psicopatico, non è un professionista.

Mr. White: Come hai fatto a scappare?
Mr. Pink: A forza di pallottole. Sparavano tutti, cazzo, ho sparato anch'io!

Mr. White (riguardo un piazzista di diamanti): Si sta facendo vent'anni, a Susanville.
Joe: Vent'anni?... Santo iddio. E per che cosa?
Mr. White: Per sfiga!

Se non l'avete mai visto, recuperatelo, non ve ne pentirete!


Fonte: qui.

giovedì 3 gennaio 2013

Pulp Fiction

Glauco Silvestri
Stavo giusto dicendo che per questo 2013 non mi sarei imposto dei propositi da portare a termine, che già mi contraddico. Come moltissimi amanti del cinema, possiedo una videoteca piuttosto fornita. Non vi dico quanti titoli, ma di sicuro posso affermare che solo alcuni di questi film vengono guardati con una certa costanza, mentre altri (pur piacendomi) rimangono a prendere polvere intoccati.
Ecco: il mio primo proposito 2013 è quello di vedere, almeno una volta, tutti i film presenti nella mia videoteca (un paio di anni fa mi proposi di ascoltare almeno una volta ogni brano presente nella mia collezione iTunes... mi ci sono dedicato a fondo, e ho finito nella primavera del 2012!). 

Il primo film, visto ieri sera, è Pulp Fiction. Pellicola strabiliante di Quentin Tarantino. Non amo eccessivamente i lavori di questo regista, ma ci sono almeno tre suoi prodotti che scalano le vette della mia top 100 cinematografica personale.
Ciò che amo di questo film, più che della trama, del particolare taglio di regia, della colonna sonora, è il potenziale dei suoi personaggi, e soprattutto il mix di dialoghi sopraffini. La sceneggiatura di questo film è davvero spettacolare, credo che nessuno possa negarlo.

Partiamo da dei comprimari... Zucchino e Coniglietta. Poco prima della rapina Zucchino dice «I giorni in cui dimentico sono finiti, stanno per cominciare i giorni in cui ricordo».

Passiamo al pugile, Butch, quando scappa dal ring e prende il taxi di Esmeralda:
E: «Come ti chiami?». 
B: «Butch».
E: «E che cosa significa?». 
B: «Sono americano, dolcezza, i nostri nomi non vogliono dire un cazzo».

Che dire di Vincent Vega in coppia con Jules?
J: «Ci vorrebbero dei fucili per questo genere di cose».
V: «Quanti saranno?».
J: «4 o 5...».
V: «Più il tuo uomo?». 
J: «Sì, più il mio uomo...».
V: «Cazzo, ci vorrebbero dei fucili per queste cose cazzo».

La barzelletta di Mia Wallace:
Tre pomodori camminano per la strada. Papà pomodoro, mamma pomodoro e il pomodorino. Il pomodorino cammina con aria svagata e papà pomodoro allora si arrabbia e va da lui, lo schiaccia e dice «Fai il concentrato».

Cosa dice Jules Winnfield prima di uccidere un uomo?

Ezechiele 25.17: il cammino dell' uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquita' degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. 
Benedetto sia colui che nel nome della carita' e della buona volonta' conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre; perchè egli è in verita' il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. 
E la mia giustizia calera' sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare ed infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando faro' calare la mia vendetta sopra di te.


Wolf è diventato un personaggio simbolo, anche se richiama un altro solvi-problemi (quello di Nikita). La sua frase più famosa? Semplice «Sono il Signor Wolf... Risolvo problemi».

Insomma... un grande film. Da vedere assolutamente!


Fonte: qui.


Ora su Flickr

Glauco Silvestri
Un 2013 di cambiamenti... e si parte dalle immagini. Ho abbandonato Fine Art America per passare al più noto Flickr.
Qui sotto lo slideshow con il mio set di disegni (quelli che già conoscete, non c'è nulla di nuovo).


The 2013 starts with this first change... I talk about my images. I've abandoned Fine Art America to go to Flickr.
Down here the slideshow of my set of draw (all draw that you already knows, there aren't new draws in my portfolio at the moment). 




mercoledì 2 gennaio 2013

1Q84 Libro 3

Glauco Silvestri
Finalmente riesco a parlare di questo libro, o meglio della terza parte di 1Q84, scritto da Murakami Haruki.

Il romanzo riprende là dove la prima parte si era interrotta. Aomame è in fuga dopo aver ucciso il leader del Sakigake. Tengo vive nel limbo in tensione tra il desiderio di rivedere Aomame stessa, l'occuparsi di Fukaeri, e comprendere le proprie origini. In questo stallo dalla parvenza inamovibile agiscono, a loro modo, personaggi che nel primo romanzo erano stati secondari. Da un lato il padre di Tengo, ora in coma, che compare nelle vite dei tre nelle veci di un esattore NHK fantasma, e che spinge il figlio a lasciare la città per andare nel 'paese dei gatti'. Dall'altro lato c'è l'investigatore privato Ushikawa, incaricato dal Sakigake di trovare Fukaeri (prima) e Aomame (poi).
La narrazione scorre davvero lenta sinché tutti i fili vengono al pettine. Parlo di fili perché ogni situazione sembra coordinata appositamente per condurre a un certo punto della vicenda, che in un qualche modo è prevedibile sin dall'inizio.
Tengo e Aomame riusciranno a incontrarsi? Aomame riuscirà a salvarsi dalla caccia spietata del Sakigake? E i little people realizzeranno i loro scopi?

Bisogna saper resistere per scoprire se tutte e tre le domande sopra indicate avranno risposta. Resistere perché per un bel 60% della storia sembra non accadere nulla di significativo. Murakami getta briciole di pane proprio come pollicino, e bisogna saperle cogliere per riuscire a chiudere ogni porta lasciata socchiusa. E' un rebus, questo romanzo, un lavoro di pazienza certosina. Potrebbe essere stancante ma... giuro che se si arriva in fondo si rimane pienamente soddisfatti.
Come ho avuto modo di scrivere nella recensione del primo libro, Murakami è davvero abile nell'uso delle parole, nella capacità narrativa, nella descrizione di situazioni e paesaggi. Bisogna essere attenti. A volte gli indizi sono nascosti dietro a cose che superficialmente appaiono banali.
Insomma. Richiede attenzione. 


martedì 1 gennaio 2013

H-Asteroid (ep. 5): Uscita d'Emergenza

Glauco Silvestri
Il mio regalo per iniziare meravigliosamente il nuovo anno è il nuovo episodio de: H-Asteroid.

Uscita d'Emergenza (titolo che potrebbe in un qualche modo essere ricollegato alla fuga dal passato, funesto, 2012) è un racconto onirico. E con questo credo di aver fatto spoiler più di quanto volevo. Siamo nel 2195. Una delle navi della flotta è in difficoltà. Ma ancora più in difficoltà è un membro dell'equipaggio, che al suo risveglio non trova più nessuno a bordo. I segnali d'allarme rimbombano nei corridoi, le pareti tremano, le fiamme divampano nelle aree agricole della nave. La fuga è roccambolesca ma non è detto che ci siano ancora vie di salvezza disponibili.

Sperando che questo racconto non sia un presagio per il 2013, sappiate che come tutte le precedenti puntate della saga, anche questo ebook è completamente gratuito e scaricabile da qui. Se volete recuperare anche le puntate precedenti, non dovete far altro che andare alla pagina principale della saga: qui
Al termine della lettura, come sempre, vi esorto a lasciare un commento, positivo o negativo che sia... è importante per uno scrittore ricevere dei feedback dai propri lettori. Potete farlo su questo post, via mail, su uno dei social network che frequento, oppure ancora cliccando sull'apposito tastino presente nella pagina dell'ebook.
Volendo, se proprio il racconto vi è piaciuto davvero tanto, e volete collaborare al mantenimento delle attività dello scrittore che l'ha creato, non posso che suggerirvi di andare alla pagina delle donazioni per lasciare un segno tangibile del vostro supporto.

Grazie di tutto e... Buona Lettura!



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