venerdì 31 gennaio 2020

Il Re Leone

Glauco Silvestri
Ma quanto è bello Il Re Leone? Ma quanto è fatto bene? Disney ha davvero fatto qualcosa di speciale con questa pellicola. Già era bello il cartoon, ma qui andiamo davvero oltre... Gli animali sembrano... No, no, lo sono, veri!

La storia è sempre quella! Due leoni, fratelli, che lottano per il dominio sul territorio. Mufasa è il re incontrastato. Il fratello Scar è stato battuto in duello dal fratello, e ora fa parte della 'corte' del re... Anche se lui è sempre scostante e rancoroso. Mufasa e Sarabi hanno avuto un piccolo, Simba, che pare essere il degno erede di suo padre per quanto è intraprendente, coraggioso, energico.
Ovvio che tutto ciò da fastidio a Scar, che ancora spera di mettere il fratello da parte. E' per questo che quest'ultimo si mette d'accordo con le Iene per fare un agguato al Re, e sarà proprio Simba a subirne le conseguenze, a sentirsi colpevole, a fuggire da casa perché convinto di aver ucciso suo padre.

Meraviglioso! Non ci sono parole per descriverlo se non una sequela di iperboli positive. Anche se poi, il film, di critiche ne ha avute tante, a partire da chi si è lamentato delle espressioni facciali degli animali, della perdita di poesia e fantasia del film d'animazione, visto che la vicenda attuale la ricalca, ma con troppo realismo, fino a giungere alle critiche di Elton John, forse le più corrette, il quale afferma che in questo film la musica scende in secondo piano, mentre nel lungometraggio animato ne era la forza trainante. 
E' probabile che queste critiche abbiano segnato il destino del film, che di premi ha raccolto solo quello per la miglior locandina di film estivo (n.d.r. Esiste davvero questo premio?) e qualche altra candidatura di poco conto. Però di incassi ne ha fatti tanti, al punto di essere giunto al settimo posto in assoluto nella storia del cinema.



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giovedì 30 gennaio 2020

True - #Libri #Recensione

Glauco Silvestri
True mi ha lavorato ai fianchi. Ho retto fino alla fine dell'incontro solo per pura determinazione, ma sono soddisfatto, e felice di aver retto fino alla fine di questo incontro/scontro, con Mike Tyson.

La biografia del noto campione di pesi massimi è arrivata nella mia libreria personale per puro caso. Un giro tra i mercatini, il libro nella cesta degli sconti, lo sguardo risoluto del campione che mi fissa... E poi lo sapete, ormai, che da un po' di tempo a questa parte sono più attratto dalle biografie che dai romanzi.

La cesta dei libri
Ho preso il libro, l'ho messo nella cesta dei libri da leggere, e ho ripreso a leggere i romanzi che già avevo per le mani. Mike Tyson ha conquistato il suo posto sul comodino, pronto per la lettura, durante le vacanze di Natale. 
Di solito divoro i libri, anche quando sono piuttosto voluminosi, specie se mi appassionano, ma di recente ho ritmi più blandi. Forse perché torno a casa sempre più svuotato di energie, forse perché ho altre cose per la testa, forse perché, ho letto tanto in passato, e le proposte narrative di oggi non sanno più conquistarmi come un tempo, e di conseguenza vago in cerca di nuovi stimoli che riescano a riavvicinarmi alla lettura come un tempo. Già! I tempi in cui leggevo due libri a settimana sono passati. Continuo a leggere due libri alla volta, uno sul kindle, in mobilità, e uno sul comodino - a casa - in relax, ma ci metto di più... E chissené, giusto? Mica è una corsa, non si vince nulla. L'importante è godere del momento.

Ma la biografia di Tyson è stata un vero incontro su più riprese. Il campione mi ha sempre affascinato, ma mai l'ho conosciuto così bene prima di questa lettura. 
Nato in un quartiere povero, con un padre assente e una madre instabile, il piccolo Tyson è cresciuto per strada, facendo furti in appartamento, immerso nella violenza dalla mattina alla sera, girando armato... E' il carcere minorile ad avvicinarlo alla Boxe, e a salvarlo da una vita di strada che l'avrebbe condotto a chissà quale destino.
In carcere, difatti, fa amicizia con un preparatore atletico, il quale lo propone a Cus d'Amato. Quest'ultimo è una figura ambigua della Boxe mondiale, ma di sicuro un ottimo maestro di vita. Prende Tyson sotto la sua ala protettrice, lo alleva come fosse un figlio, gli offre un traguardo, lo fa lavorare sodo, lo istruisce, e gli spiega che la Boxe non è solo sport, ma anche spettacolo, e che 'bisogna impersonare un carattere' per avere successo e diventare memorabili.
Nasce quindi Iron Mike. Imbattibile, cattivo, violento, una sorta di cattivo dei fumetti, che lotta sul ring, e vince, vince sempre, e vince con brutalità assoluta.
Iron Mike diventa una stella. Riporta la Boxe all'attenzione di tutti, diventa una vera stella, anche se la sua immagine è pura violenza, è negativa, quasi quanto Joker, la cui personalità è capace persino di offuscare quella di Batman
Solo che sotto la scorza di assassino, c'è ancora un 'bambino' in cerca di attenzioni, e la morte improvvisa di Cus - per polmonite - poco prima che Tyson riesca a guadagnare la sua prima cintura, è traumatica.
Da quel momento Mike Tyson finisce sotto l'egida di Don King. Questo lo rende una star di altissimo livello. I soldi piovono a palate, gli incontri sono sempre vittorie, ma allo stesso tempo, senza un vero mentore, il campione comincia a perdere l'orizzonte. La ricchezza gli da alla testa. Feste, donne, auto, ville, droga, alcool... A rovinarlo sarà tutto questo, ma a destabilizzarlo completamente sarà la completa assenza di amore. Assurdo parlare di amore in questo contesto, vero? Eppure tutte le donne lo cercano per i soldi. In molte vanno a letto con lui per poi pretendere qualcosa indietro. E poi l'accusa di stupro, la prigione vera, il vortice di odio e di autocommiserazione. L'entrata in clinica per disintossicarsi, gli 'amici' che lo ri-conducono verso la perdizione, le donne che gli stanno vicino, le donne che lo sfruttano, i promoter che lo sfruttano, il denaro che gli viene sottratto indebitamente, l'agenzia delle entrate che gli è alle costole, la bancarotta, la perdita di tutto ciò che aveva conquistato a suon di pugni, la morte di una figlia, fino all'arrivo di una donna, una tipa tosta, l'unica capace di tenere testa al campione, a riportarlo in carreggiata nonostante le continue sbandate...

Il libro è tosto da leggere, perché per gran parte del tempo non si parla d'altro di donne, party, sesso, droga, violenza gratuita. E' un continuo tra la riflessione, il desiderio di redimersi, di mettere la testa a posto, e il successivo, quasi immediato, ricadere in tentazione. Diverse volte entra in clinica per disintossicarsi. Altrettante le volte che ricade nel baratro. E con le donne è la stessa cosa. Cresciuto in una casa dove gli uomini sono sottomessi a sua madre, che è violenta e li aggredisce, fino a ustionarli con l'acqua bollente, Tyson non riesce ad avere un rapporto equilibrato con l'altro sesso. E la disponibilità delle 'fan' è tale che la sua immagine di un rapporto uomo-donna ne risulta distorto. E' difficile, per lui, essere fedele alla donna che ama, pur amandola. E' difficile per lui riuscire a costruire un futuro, una famiglia, pur avendo figli con le donne che frequenta.
Le pagine sono tante, più di seicento, e questo continuo ciclo di tentativi falliti finisce per stancare. La parte centrale del libro, quando il campione è ormai ritirato dalla Boxe, diventa complicato da leggere, e per quanto sia interessante la sua vicenda, la lettura del libro ha bisogno di veloci stacchi, di pause, perché ciò che racconta sembra più una puntata di Californication che la vita reale. Ma è vita reale...

E' un libro che merita di essere letto, per superare lo stereotipo che i più hanno su Mike Tyson, ma è un libro che impegna il lettore, ci vuole determinazione per arrivare fino in fondo.






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mercoledì 29 gennaio 2020

Stanlio & Ollio - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Ma quanto mi è piaciuto Stanlio & Ollio? A tutti quelli della mia generazione sarà capitato di vedere qualche film di questi due comici straordinari. Io ero piccolo, ma ricordo alcune scene ancora limpidamente, tanto che quando le ho riviste in questo film... Be', è stato quasi commuovente. Chissà se in televisione danno ancora i loro film? Io - di questi tempi - la guardo poco la televisione, ma non mi pare di aver mai visto in programmazione i loro film, e forse neppure quelli di Chaplin.

Il film parte nel lontano 1953. Stan Laurel e Oliver Babe Hardy sono a fine carriera, mezzi squattrinati, e tentano di risvegliare il loro mito con una tournée teatrale in Inghilterra. Sono passati 16 anni dal loro momento d'oro, e anche se milioni di persone li ricordano ancora con affetto, la televisione ha praticamente troncato loro le gambe. Pochi vanno a teatro, ancora meno vanno al cinema, e poi ci sono i nuovi comici che incalzano... E i due attori non possono neppure permettersi di godersi la vita, visto che non sono stati lungimiranti come Chaplin, e non si sono fatti dare delle royalty sui guadagni dei loro film.
I due amici sono quasi 16 anni che non si vedono, quando un diverbio economico li separò, e causò l'inizio del loro declino. La tournée, pur non avendo grande successo, è l'occasione per fare pace, per riavvicinare due grandi amici, e per condurli mano nella mano verso il tramonto.

Il film parla di amicizia, di sentimenti repressi, di orgoglio, e nel frattempo tiene alto il morale con battute, scenette comiche, e momenti leggeri. Le interpretazioni sono eccezionali, e la ricostruzione storica è davvero magistrale. Il film convince su tutta la linea. La regia funziona bene, e quando si esce dalla sala, scappa persino una lacrimuccia. Ah, i bei tempi andati...

Guardatelo! E' un gran del film!





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martedì 28 gennaio 2020

Il mio codice...

Glauco Silvestri
Il mio codice non prevede pillole indorate, finti inchini e baciamani.



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lunedì 27 gennaio 2020

Ecco uno dei miei #ebook su #Amazon #Kindle

Glauco Silvestri
Il poliziesco esce dalle righe: Un Pacco, tre ragazze, e un ginseng. 
In formato ebook e Paperback. 

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domenica 26 gennaio 2020

Diario di una Apprendista Astronauta - #Libri #Recensione

Glauco Silvestri
E' accaduto durante le feste natalizie appena trascorse che, la nostra Astrosamantha, ha annunciato via Social il proprio abbandono della sua carriera militare. Allo stesso tempo, nel medesimo periodo, sempre lei, è stata selezionata per una futura missione nello spazio. Sarà la ISS, o andrà sulla Luna?

A me piace sognare, e da quanto ho letto ne Diario di una Apprendista Astronauta, anche a lei, Samantha Cristoforetti, non dispiace farlo. Per cui, chissà! 

Tornando al libro, è un gran bel diario. Ci racconta l'esperienza vissuta da Samantha durante il periodo di addestramento. Ci racconta dettagli del suo addestramento. Ci racconta aneddoti sulle amicizie che è ha tessuto in quel periodo. Ci racconta i suoi momenti di difficoltà, i suoi momenti di forte emozione. 
E poi il decollo. La permanenza nello spazio. La vita vissuta sopra le nostre teste, i record battuti, i momenti di pericolo, i momenti di gioia... E infine il momento di tornare.
Il libro si legge che è una meraviglia. E' scorrevole, simpatico, empatico. Samantha sembra essere lì con noi, sembra che ci racconti la sua esperienza dal vivo, ed è per questo che, invece di divorarlo (come spesso faccio con i libri) ho voluto sorseggiarlo lentamente. E in queste vacanze natalizie ho praticamente letto solo questo romanzo! 
Belle anche le illustrazioni, peccato che le didascalie fosse poco leggibili a causa del colore e dei font scelti. Ma i disegni sono davvero molto belli.

E' stata davvero una bella, bellissima, lettura.



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sabato 25 gennaio 2020

Borgo San Pietro - FHD Drone Video by DJI MAVIC MINI

Glauco Silvestri
E' uscito stamattina un mio nuovo video dedicato ai Borghi Medievali. Oggi vi mostro Borgo San Pietro. Nel video vi racconto qualche aneddoto sul borgo, e maggiori informazioni le potete trovare in descrizione al video, sul mio canale Youtube.  Vi lascio anche qualche foto del luogo... Davvero suggestivo!




















Ora tocca al video e... Se vi piace, registratevi sul canale e cliccate sulla campanella!









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Dragon - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Dragon è uno di quei film che conservo nel cuore. Non sono mai stato un fanatico di Bruce Lee, e i suoi film, sin da piccolo, mi parevano davvero mal fatti e piuttosto noiosi. Solo nel tempo ho cominciato ad apprezzare il gesto atletico di questo campione di arti marziali, ma già allora non potevo certo esimermi dal riconoscere la fama di questo mitico personaggio, che volente o nolente, è entrato nella mia vita a suon di urletti, calci volanti, e schiaffoni.

Dragon racconta la vita di Bruce Lee in modo romantico e con un pizzico di fantastico. Lo andai a vedere mentre ero in montagna, in vacanza, assieme ad alcuni amici che frequentavano lo stesso albergo. E' lì che il mito di Bruce Lee si è aggrappato al mio cuore. Forse perché tra quei monti conservo i miei ricordi migliori, o forse perché i miei amici delle vacanze erano - per me - amicizie più vere di quelle che avevo nella mia città, o forse solamente perché quella giornata fu praticamente perfetta... Chissà! A ogni modo Dragon si ricollega a quel giorno, e ogni volta che lo vedo non posso che ripensare a quei momenti, noi ragazzi, da soli a Predazzo, in questo piccolo cinema di montagna. Chissà!

Tornando al film, Bruce nasce a San Francisco da un modesto attore orientale che decide di far crescere il ragazzo nella sua terra natia. Cresce quindi a Hong Kong, e da lì tornerà negli states solo da maggiorenne. Studia, lavora nel ristorante di Gussie Yang, e si dedica alle arti marziali, specie nel Kung Fu. Laureato in filosofia, Bruce Lee decide comunque di aprire una scuola di arti marziali, e contrariamente alla tradizione cinese, la apre a tutti, asiatici e non, donne incluse. Ciò lo mette in contrasto con la comunità cinese, che ovviamente non vuole che le arti asiatiche diventino disponibili anche a chi non appartiene alla loro razza. E mentre gli attriti crescono senza possibilità di una mediazione, Bruce si sposa con Linda Emery (n.d.r. Anche se i genitori di lei non sono molto d'accordo), una sua allieva. Hanno due figli: Brandon (n.d.r. Triste destino il suo), e Shannon. Poi avviene il disastro. I maestri cinesi sfidano Bruce Lee a un confronto nelle arti marziali, tutto ciò per avere il diritto di poter proseguire con i sui insegnamenti e tenere aperte le sue scuole.
Bruce ne esce vincitore, ma un colpo sleale durante il match finale, lo riduce su una sedia a rotelle.
Ci vorrà coraggio e un fisico d'acciaio per tornare in piedi e in perfetta forma. Un vero miracolo che tra l'altro alimenta il suo sogno di portare le arti marziali nel cinema. E' per questo che torna a Hong Kong, ed è qui che comincia a produrre film a basso budget, che nonostante tutto, diventano cult in tutto il mondo.
Poi la svolta, l'occasione di produrre un film a Hollywood. Film di cui non vedrà mai la prima, perché Bruce Lee muore poche settimane prima, senza motivo, a soli 32 anni.

Il film è magico, ripercorre i momenti salienti della vita del campione, mostra i dietro le quinte di alcune pellicole che hanno fatto storia, e ci racconta la sua vita sentimentale, e i suoi problemi con la comunità cinese, che ai miei tempi non potevo certo conoscere. Ed è in questa sua lotta per rendere pubblici i segreti delle arti marziali cinesi che ha reso Bruce Lee un uomo speciale, una mente davvero aperta per i suoi tempi, e coraggiosa nell'affrontare sfide impossibili. Buona la regia, gli effetti speciali, le interpretazioni...

Dragon è un film davvero bello. Da vedere assolutamente.



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venerdì 24 gennaio 2020

Longiano

Glauco Silvestri
Durante le feste natalizie ho avuto occasione di fare molte escursioni, ringrazio il bel tempo per questo, di scattare molte foto, e di realizzare alcuni video interessanti con il mio piccolo Mavic Mini.




In una di queste occasioni siamo stati a Longiano, non molto lontano da Cesena, sugli appennini romagnoli, paese famoso in regione per i suoi presepi. In questa occasione i presepi erano più di trecento. Una trentina 'ufficiali', grandi e ben visibili, e tutti gli altri sparsi per la città, nelle vetrine dei negozi, nelle finestre delle abitazioni, nei pertugi delle mura... Ovunque!




Longiano, come molti borghi dell'appennino, ha il suo castello, le sue mura, e il suo centro storico ricco di fascino. Il castello risale al 1200 circa. ed è in ottimo stato.
























Il posto è davvero affascinante. La vista è incantevole, le campagne e la tranquillità circondano questo centro abitato. I presepi sono un contorno molto sentito e, la sera, trasformano il paese in un presepe ancora più grande, illuminato, vivo, e caloroso.





Il mio consiglio è di andare a visitare questo paese. E' possibile anche soggiornarvi, ci sono molti B&B, e potete partire da qui per la ricerca del posto ideale.

E ora vi lascio al video girato col mio drone. Buona visione e... Se il video vi è piaciuto, vi suggerisco sempre di iscrivervi al mio canale youtube, e di cliccare sulla campanella per essere avvisati delle nuove uscite.








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giovedì 23 gennaio 2020

Chagall, Tra sogno e Magia - #Mostra #Bologna #PalazzoAlbergati

Glauco Silvestri

Palazzo Albergati, in questo periodo (dal 20 settembre 2019 al 1 marzo 2020), ospita una esposizione dedicata a Marc Chagall. Artista di origini russe che seppe rivoluzionare l'arte introducendo l'elemento surreale, riproducendo attraverso un immaginario onirico i valori in cui l'artista ha sempre creduto.


Di origine ebraica, Chagall ci racconta la Bibbia, con le sue bellissime illustrazioni; ci racconta con ottime acqueforti le Favole di La Fontaine, racconti a cui rimase affezionato sin dall'infanzia; ci racconta il suo grande amore per le donne della sua vita.
Tutto ciò ci viene raccontato in sezioni ben distinte, ove le origini dell'autore, le favole, l'esodo, e gli amori, ci vengono raccontati con opere sempre interessanti.


L'esposizione ci consente persino di vivere all'interno delle opere dell'autore, grazie a una sala video immersiva dove, su tutte le pareti, sono proiettate le sue opere più affascinanti.


A mio modesto parere, la prima sezione della mostra, e l'ultima sezione, sono quelle più interessanti, colorate, oniriche, e surreali. Le illustrazioni sono di minore fascino, forse perché legate a testi che non concedono grosse digressioni.

Maggiori informazioni relative alla mostra sono disponibili qui, qui e qui.

Il video che segue, invece, vi introduce e sintetizza l'esposizione. Buona visione.





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mercoledì 22 gennaio 2020

Il Cielo sopra Berlino - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Wim Wenders dovrebbe già dirvi tutto su questo film! Il Cielo sopra Berlino ha ritmi lenti, cadenzati, quasi quanto la recitazione di una poesia, o più poesie (n.d.r. Il film, in effetti, si ispira ai testi di Rainer Maria Rilke); ci racconta la Berlino degli anni 80, attraverso i pensieri di coloro che ci vivono, e attraverso - soprattutto - alla testimonianza di due angeli, Damiel e Cassiel, che assistono impotenti alle vicende umane, ma ne serbano il ricordo, come memoria storica dell'umanità tutta.
I due angeli vagano per la città, e avvicinano persone molto diverse tra loro: il vecchio Homer che ricorda una delle più belle piazze della città, e forse d'Europa, distrutta durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, e ora devastata da un cantiere edile; una trapezista - Marion - che perde il lavoro quando il circo fallisce (n.d.r. Damiel si innamorerà di questa ragazza, e per lei rinuncerà al suo ruolo di angelo, divenendo umano, sperimentando il dolore e il piacere, e rivedendo il suo amore a un concerto di Nick Cave... Ma il seguito di questa vicenda sarà però raccontato in un altro film); un ragazzo che si suicida; e persino Peter Falk in carne ed ossa, che si trova a Berlino per girare un film.

La fotografia, i dialoghi - che sinceramente sarebbe meglio chiamare 'monologhi', il bianco e nero che commuta in colore in alcuni momenti salienti della vicenda, il ritmo riflessivo, sono sicuramente i pregi di questa pellicola, che vuole essere una testimonianza della Berlino moderna, di quanto essa sia mutata nel dopoguerra, e di quanto i suoi abitanti siano cambiati rispetto alla città dei primi del novecento. Il regista ci porta, mano nella mano, a osservare le mutazioni attraverso i ricordi, le speranze, i pensieri, futili o meno che essi siano, dei personaggi che incontriamo. Qui sono tutte comparse, e allo stesso tempo sono tutti protagonisti.


E' un film lento, davvero lento, e forse non è un film per tutti. Ci vuole tanta pazienza, desiderio di introspezione, e magari un fisico non stanco da una dura giornata di lavoro, per poter godere a pieno di questa pellicola.
Per chi preferisse una variante più diretta, esplicita, e facile da vedere, c'è il remake americano - City of Angels - più ritmato, in cui i dialoghi sono più diretti, in cui gli angeli, volendo, possono interagire con gli umani, in cui c'è Meg Ryan (n.d.r. A cui sono molto affezionato)... E c'è anche Nicolas Cage.







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martedì 21 gennaio 2020

Parlare di «orgoglio del lavoro»...

Glauco Silvestri
Capisco che in un periodo come questo, in cui in tanti un lavoro fanno fatica a trovarlo, parlare di «orgoglio del lavoro» sia un po’ un controsenso, ma credo che si tratti di un valore fondamentale e imprescindibile. Anzi, è proprio in situazioni difficili come questa che lo si deve ribadire e difendere con più forza, soprattutto per zittire tanta gente che parla a sproposito. Per esempio ho trovato insensata quell’uscita di Monti sulla monotonia del posto fisso. Lui si è scusato dicendo che la frase era presa fuori contesto, ma io invece credo che abbia voluto dire esattamente quello che gli abbiamo sentito uscire di bocca. Qual è la necessità o addirittura la bellezza del cambiar continuamente lavoro? Perché ci siamo fatti convincere che la chiave del futuro risiede nella mobilità sfrenata?



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lunedì 20 gennaio 2020

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Glauco Silvestri
Una trilogia di Fantascienza che strizza l'occhio al Fantasy: Cometa
Disponibile in ebook.

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domenica 19 gennaio 2020

U.MANO - #Arte #Bologna #OpificioGolinelli

Glauco Silvestri
Un breve post dedicato a una mostra che si può ammirare molto velocemente, ma che consiglio di visitare con prospettiva e riflessione. Nella sala offerta dall'Opificio Golinelli, a Bologna, è in corso U.MANO, un esposizione che unisce arte, tecnologia, e umanità attraverso lo strumento più malleabile che mai abbia avuto l'uomo a disposizione, ovvero la propria mano.

Il connubio tra presente e passato è evidente sin dal primo sguardo. Quando si entra in questa sala buia, la prima cosa che risalta è la presenza di due mani enormi, fatte di specchi, rivolte al cielo come per accogliere il sapere proveniente dall'universo.

Attorno a esse è esposta la collezione, un mix sapiente di opere del passato, del presente e del futuro, che vanno ammirate - anche in questo caso - sia attraverso i propri sensi, sia attraverso le nuove tecnologie, la realtà aumentata, il meta-universo, a cui accedere attraverso dei tablet, link interattivi, e immagini tridimensionali.

Non manca una sessione dedicata alla tecnologia, a braccia robotiche che possono sostituire arti a chi li ha perduti in qualche incidente, a rappresentazioni frattali di forme di vita in pieno sviluppo all'interno di una goccia d'acqua, a brevi giochi con visori in realtà virtuale.

E attorno a tutto ciò non possiamo ignorare la maestria dei grandi del passato. Da Caravaggio al Guercino, fino al Carracci... E il viaggio del visitatore finisce così per abbracciare presente e passato con un solo sguardo, che, attraverso gli schermi, termina col volgersi anche al futuro.

Maggiori informazioni relativi all'esposizione, che sarà aperta al pubblico fino al 9 aprile prossimo, le trovate qui e qui.

Qui di seguito, invece, trovate una breve presentazione video alla mostra. Buona visione.





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sabato 18 gennaio 2020

Filo da Torcere - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Torniamo al 1978 con Filo da Torcere. Una commedia in cui Eastwood fa il protagonista assieme a un orango. La vicenda è piuttosto semplice e - per certi versi - ricorda pellicole italiane sullo stile de 'Altrimenti ci Arrabbiamo'.

Lui è Philo Beddoe, un camionista che arrotonda lo stipendio combattendo in incontri clandestini di box. Nella sua zona è piuttosto famoso, perché imbattibile, e spesso viene paragonato a un altro specialista di questo sport, ovvero Tank Murdock, che combatte in un altro stato, ma la cui fama arriva oltre confine.
Philo vive con un Orango, Clyde, vinto durante un match con uno sfidante che lavorava in uno zoo safari. Impietosito nel vedere l'animale sempre legato a una corda, il pugile chiede l'orango come vincita piuttosto che la sua quota in denaro. Da quel giorno, i due sono inseparabili.
Una sera, mentre Philo e il suo amico Orville sono al Palomino per una birra, il boxeur vede sul palco una cantante folk, e perde la testa per lei. Questa ha in testa dei secondi fini, sogna di aprire un proprio locale, di lanciare nuovi talenti musicali, ma per realizzare il proprio desiderio deve prima trovare i soldi... Ed è per questo che suona e canta nei club di tutto lo stato.
Philo decide di aiutarla 'a suo modo', e lei accetta l'aiuto giocando parecchio sporco con i sentimenti dell'uomo. Soldi che arrivano inaspettati, quando un gruppo di motociclisti, i Black Widows, incrociano le proprie ruote con lui, creano zizzania, le buscano, e si ritrovano senza moto (n.d.r. Che Philo rivende per finanziare Lynn, la cantante folk).
Avuti i soldi, la ragazza lascia subito la città. Philo, ancora accecato dall'amore, decide di seguire le sue tracce, accompagnato ovviamente da Clyde e Orville. E sulle tracce di Philo si mettono anche i Black Widows, in cerca di vendetta.

Il film è evitabile. Inaspettatamente, nonostante ebbe pessime recensioni anche alla sua prima uscita nei cinema, ebbe un grosso successo al botteghino, tanto che ne fu fatto un seguito (n.d.r. Fai come Ti pare), ambientato due anni più tardi, con il medesimo cast, e una trama non molto dissimile da quella del suo predecessore. Al centro della vicenda ci sono ovviamente le scazzottate, e la regia è brava a renderle buffe, ma non altrettanto da renderle memorabili come le mitiche zuffe in cui erano solitamente coinvolti Bud Spencer e Terence Hill. E se nel finale di Filo da Torcere c'è il match tra Tank Murdock, nel secondo capitolo della saga ci sarà in egual modo un match tra Philo e il campione nascente di turno, Jack Wilson imbattibile perché capace di mischiare le arti marziali con la boxe. Nel secondo capitolo verrà infilata anche la mafia, e ovviamente ci sarà sempre Lynn - discretamente interpretata da Sondra Locke (n.d.r. Che già abbiamo incontrato in altre pellicole di Eastwood) - in questo caso nei guai, proprio per colpa di Philo, visto che la mafia vuole organizzare un match con Wilson, e Philo si rifiuta perché ormai non combatte più.
Potete immaginare il resto... Ma c'è davvero poco da aggiungere. Forse è colpa di una regia un po' antiquata, di un genere che è più adatto ai ragazzini dell'epoca, ma ovviamente è una commedia che pare fatta di gag incollate assieme malamente, piuttosto che di una trama capace di stare in piedi da sola.

Va be', pazienza. A ogni modo con questi due film ho concluso la rassegna dedicata ai 35 anni di carriera di Eastwood (n.d.r. Un bel cofanettone che mi regalai diversi anni fa), e giungo pressoché in fondo al mio famoso 'progetto' di recensire tutti i film della mia collezione personale.
Mancano ancora pochissimi titoli... E poi, be', parlerò ancora di cinema, ma non più con una cadenza così stretta tra un appuntamento e l'altro.



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venerdì 17 gennaio 2020

La Befana a Comacchio

Glauco Silvestri
Già diverse volte vi ho parlato di Comacchio, ma solo quest'anno ho scoperto che in questa bella cittadina esiste una tradizione non molto differente da quella bolognese di 'bruciare il vecchione'. 




Qui viene bruciata la Befana, poverina, e lo spettacolo è davvero affascinante... 


La festa ci propone il fantoccio della befana, attorno al quale viene fatto qualche spettacolo, tra teatro e giocolieri, nell'attesa che venga il momento fatidico. Poi partono i fuochi d'artificio (n.d.r. Quest'anno silenziosi!), e infine ecco che si scatena il rogo. Vi regalo alcune immagini della splendida serata, e... Magari il prossimo anno saremo tutti quanti lì a vedere il nuovo spettacolo.











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