mercoledì 26 agosto 2015

Il Filtro Polarizzatore - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
Quando scrissi che non uso più il Filtro Polarizzatore dissi una mezza verità. E' vero che non lo uso, ma è anche vero che non lo uso perché ultimamente mi dedico a un tipo di fotografie dove il suo uso non è necessario.

Che cosa fa questo filtro? 
La caratteristica di questo filtro è quella di bloccare determinate radiazioni elettromagnetiche, nel nostro caso, determinate frequenze delle radiazioni luminose. E' costituito da delle lamelle che possono essere orientate in modo tale da impedire il passaggio delle frequenze che possono dare fastidio, in particolare, quelle che vengono riflesse dalle superfici lucide.
Questa caratteristica fa sì che una superficie trasparente, che solitamente in fotografia appare bianca opaca, o con riflessi chiari, possa apparire perfettamente trasparente.
Come funziona? 
Si applica il filtro sull'obiettivo. Gli obiettivi hanno una piccola filettatura davanti alla lente frontale. E' lì che va avvitato. Una volta montato, si punta la macchina, si mette a fuoco, e poi si ruota la piccola ghiera del filtro. Ciò permette alle lamelle di orientarsi nel modo giusto per impedire alla radiazioni 'cattive' di raggiungere l'obiettivo. Quando si ottiene l'effetto desiderato, si scatta e il gioco è fatto.

70mm F/5.6 ISO6400 1/25"
Vi voglio mostrare due fotografie, anche questa volta le ho scattate a scopo didattico, per cui non date troppa attenzione a particolari ininfluenti. E' una vetrinetta del mio salotto. L'ho scattata ieri sera un po' di fretta. Non mi sono accorto che avevo gli ISO impostati a 6400 per via di altri esperimenti che facevo la sera prima... Poco male, colgo due piccioni con una fava e vi posso mostrare 'il rumore' generato dalle foto con un numero alto di ISO.
E' sufficiente che clicchiate sulle immagini per ingrandirle. Noterete che il colore è disturbato da dei piccoli, quasi impercettibili, puntini neri. Ecco, questo è il famigerato 'rumore'... più alto è il valore di ISO che usate, maggiore è questo problema. 
Fino a 6400 ISO, per foto buie o scattate in ambienti scarsamente illuminati, possiamo anche far finta di niente. Ma è meglio non esagerare, o per lo meno, fare questa scelta con consapevolezza.
Ma torniamo a parlare del Polarizzatore, e concentriamoci sui riflessi. 
70mm F/5.6 ISO6400 1/21"
La prima delle due foto, quella che vedete qui sopra, è scattata col polarizzatore inattivo. Come potete vedere il riflesso del vetro si mostra come un velo nebbioso. Il soggetto, ovvero le statuine di Lupin, Goemon Jigen (n.d.r. dipinte a mano da me) si vedono, ma la loro immagine è disturbata. Di sicuro non è uno scatto ben riuscito.
La seconda foto è stata scattata col polarizzatore orientato nel modo giusto. Ora il velo nebbioso è scomparso. E' rimasto giusto un riflesso all'altezza di Goemon, ma Lupin e Jigen sono venuti pressoché perfetti. La differenza è evidente, la vetrata non si quasi per nulla.

I vantaggi di questo filtro sono quindi piuttosto evidenti. Però non ha solo vantaggi... Immagino lo capiate da soli, c'è sempre un risvolto negativo quando si applica qualcosa davanti a un obiettivo, ovvero la perdita di luminosità dello stesso.
Un filtro polarizzatore (n.d.r. Ce ne sono tanti in commercio, vanno valutati con cura) può ridurre la luminosità dell'obiettivo anche di uno stop a seconda della sua qualità. E' quindi consigliabile utilizzare obiettivi molto luminosi, o giocare sui tempi di scatto, magari evitare gli ISO elevati (n.d.r. cosa che invece io non ho fatto).

Ne esistono due tipologie:
  • Lineare: Indicato con la sigla PL;
  • Circolare: indicato con la sigla C-PL, PL-CIR, CIR-PL o CPL;
L'effetto in fotografia di questi due tipi di filtro è identico. La differenza tra i due sta nel fatto che il filtro circolare, dopo aver polarizzato la luce selezionando un piano di polarizzazione preferenziale, la depolarizza nuovamente. Ciò permette al sensore delle reflex, che è sensibile al piano di polarizzazione della luce, di funzionare correttamente.

Quando può essere usato?
  • Per scattare foto attraverso delle vetrate, per ridurne i riflessi;
  • Per scattare foto all'acqua, per recuperare la sua trasparenza;
  • Per scattare foto a pareti lucide, riflettenti, così da mostrarne la superficie e non la luce che esse riflettono;
  • Per avere cieli più saturi e tersi, visto che polarizzando la luce si riduce la riflessione dovuta all'umidità dell'aria.
In quest'ultimo caso bisogna tenere conto di un paio di accortezze:
  • Affinché il polarizzatore funzioni correttamente, e massimizzare il suo effetto, il sole deve essere sempre di lato;
  • Le nuvole più leggere tendono a scomparire, visto che la luce riflessa da queste ultime è debole, e il filtro tende a eliminarla.
Detto questo, credo che il Polarizzatore debba essere un Must-Have, anche se poi - probabilmente - non verrà usato molto spesso. In certe situazioni è davvero in grado di fare la differenza e non averlo potrebbe costringere a rinunciare a uno scatto, a una foto che vorreste fare, ma che le condizioni ambientali non vi permettono di ottenere come vorreste.

Attenzione: Nel caso voleste acquistare un filtro polarizzatore, prima di fare l'acquisto è importante che controlliate il diametro del vostro obiettivo. Io possiedo obiettivi con diametro 52mm, 58mm e 95mm e ho acquistato (n.d.r. All'epoca delle mie foto su pellicola) sia un polarizzatore da 52mm, sia uno da 58mm.


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mercoledì 19 agosto 2015

Giocare con le Panoramiche - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
La mia Canon EOS700D non è in grado di fare autonomamente delle foto panoramiche. Per ovviare a questa - chiamiamola - mancanza, Canon fornisce in bundle con la macchina un software fatto a posta per realizzarle, il cui nome è PhotoStitch. Per quanto realizzare delle panoramiche non sia nelle mie priorità, ogni tanto mi diletto a realizzarne qualcuna, in fondo è semplice, e il risultato - se il paesaggio merita - è di sicuro effetto.

Le foto panoramiche sono anche una buona occasione per divertirsi con la macchina fotografica. E oggi voglio affrontare proprio questo argomento, e mostrarvi la foto sottostante.

F/5 ISO6400 1/50"
Questo scatto mi ritrae in due pose contemporaneamente.
Come ho fatto a essere sia il carnefice, sia la vittima? 
L'immagine è una composizione panoramica di tre fotografie. Nella prima foto ci sono io che impugno una pistola (n.d.r. non preoccupatevi, è ad aria compressa, spara pallini, l'ho comprata quando facevo il militare, perché tra commilitoni ci divertivamo col soft-air tra le mura della caserma, quando non potevamo uscire in libera uscita). La seconda foto inquadra la libreria, da sola, e funge da collegamento. La terza foto mi ritrae mentre cado e cerco di proteggermi inutilmente allungando una mano verso l'aggressore. 
Le potete osservare qui sotto:


Tutte e tre sono state scattate usando un cavalletto, necessario per mantenere allineata l'inquadratura. 
Ho usato un 35mm (n.d.r. che moltiplicato per 1,6, ovvero i fattore di crop del sensore della mia macchina, ottengo 56mm), diciamo che l'ottica giusta su una full-frame dovrebbe essere il 50mm. 
Per scattare, ovviamente, ho sfruttato il live view per osservarmi mentre mi mettevo in posa, e il timer per poter avere il tempo di sistemarmi per bene.

A scatti avvenuti, pochi click di Photostitch ed ecco la mia composizione. Poi ho aggiunto l'effetto seppia, e ho aumentato leggermente il contrasto. Un bel risultato, eh?


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mercoledì 12 agosto 2015

Giocare con lo Zoom - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
La fotografia è una forma di espressione visiva, lo sappiamo bene, ed è anche una forma d'arte. Il noto pittore William Turner si fece ritrarre assieme alla moglie da un fotografo, era curioso, visto che il suo lavoro era sempre stato dominato dalla luce, e dal modo migliore di rappresentarla. Turner affermava che la fotografia avrebbe tolto il lavoro ai pittori... Se questi ultimi non si fossero inventati qualcosa di differente. Lui stesso era precursore di quelle forme d'arte che aiutarono la pittura a sopravvivere, l'impressionismo, l'espressionismo, l'astratto... La luce, e il colore, erano la chiave.

Ebbene, anche con la fotografia, e senza il foto-ritocco, è possibile giocare con la luce e il colore, creare immagini che vanno al di là del ritratto, del paesaggio, delle immagini nella loro forma più canonica. E' sufficiente avere un obiettivo zoom e...

F/9 ISO100 4"
Come ho ottenuto questa foto? 
  • Cavalletto! E' necessario. Come avrete letto nella foto, il tempo di esposizione è di quattro secondi, per cui la macchina fotografica deve stare ferma.
  • Zoom grand'angolo. Io ho usato il mio 22-55mm. Evitate escursioni troppo lunghe, l'effetto potrebbe rendere l'immagine poco comprensibile.
  • Un soggetto luminoso. A questo scopo ho usato la televisione accesa. Non è necessario essere al buio per fare questa foto, però il nostro soggetto deve essere una fonte di luce.
Impostare la macchina fotografica su Priorità di Tempo. Regolate lo scatto a 4 secondi. Scegliete un ISO basso, o lasciate che sia l'automatismo a sceglierlo per voi. Selezionate una esposizione a Spot, con punto di misura al centro del quadrante. Posizionate lo sul massimo valore di apertura del vostro grand'angolo, nel mio caso è 22mm.
Mettete a fuoco. Tenete una mano sulla ghiera dello zoom, e scattate! Ora, piano piano, aumentate l'ingrandimento fino al suo massimo (n.d.r. Nel mio caso è 55mm), e attendete che l'otturatore si chiuda. Tutto qui! Semplice, no?

Potete provare anche a invertire il processo, ovvero a effettuare lo scatto partendo col massimo valore di zoom, e poi lentamente allargare fino al grand'angolo. Qui sotto potete vedere il risultato.

F/9 ISO100 4"
A mio personale parere è meglio partire dal grand'angolo per poi ridurre l'apertura fino al massimo tele che avete a disposizione. A ogni modo è un'effetto divertente. Applicato su un soggetto più interessante rispetto al mio televisore (n.d.r. Per esempio la Tour Eiffel), si possono ottenere delle foto molto belle.

Note: Questa tecnica si chiama Zoom Burst


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mercoledì 5 agosto 2015

Impugnare la Macchina Fotografica - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
Voi non ci crederete, sia quando sono in viaggio, sia quando esco per fare fotografie, sia nella mia città, spesso mi capita di incrociare persone che fanno foto tenendo la macchina fotografica in modi, come dire per non offendere nessuno, piuttosto creativi. Vi dirò che osservare i turisti, o i fotoamatori di primo pelo, mentre impugnano una reflex può essere particolarmente divertente... Ma non voglio offendere nessuno, s'intenda, anzi... Sto scrivendo queste poche righe proprio per infondere un po' di consapevolezza su quello che è un assioma inviolabile:

Quando si scatta una foto, la macchina fotografica deve essere ferma il più possibile.

Non è un caso che nel manuale di istruzioni della vostra reflex è presente nelle prime pagine un capitolo relativo alla postura corretta per lo scatto di una fotografia. Per fare un esempio, quello che compare qui sotto è quello della mia reflex.


Leggiamolo insieme. 
La mano destra deve afferrare la macchina fotografica nell'impugnatura. Essa deve sostenere il peso del corpo macchina, regolare le impostazioni attraverso la ghiera posta vicina al pulsante di scatto, e ovviamente premere il pulsante di scatto. La mano sinistra deve sorreggere l'obiettivo, e regolare la lunghezza focale nel caso si stia usando uno zoom. 
Questo ovviamente non basta. 
Dobbiamo essere sicuri che la macchina fotografica sia perfettamente ferma anche nel momento in cui scattiamo. E' per questo che i gomiti devono appoggiarsi al torace. Ciò impedisce l'eventuale micro-movimento causato dalla pressione del pulsante scatto. E non è finita qui. Il corpo deve essere in perfetto equilibrio. Per cui anche le gambe, e soprattutto i piedi, devono essere disposti in modo che il baricentro del corpo sia il più stabile possibile, così che esso non oscilli involontariamente a causa di una posizione eretta precaria. I piedi non dovranno essere paralleli tra loro. Uno dovrà stare leggermente avanzato rispetto all'altro, così come appare in fotografia.
Vi sembrerà strano, ma dopo aver provato a mettersi in quella posizione un paio di volte, vi verrà sempre naturale, e non dovrete neppure più pensarci.

A tutto ciò va aggiunto un piccolo dettaglio:

Trattenete il respiro al momento dello scatto.

Avendo le braccia appoggiate al torace, il semplice inspirare ed espirare va a muovere la fotocamera senza che ve ne accorgiate. Trattenendo il respiro (n.d.r. non vi preoccupate, di solito uno scatto dura qualche millesimo di secondo, non dovrete rimanere in apnea a lungo) si evita il rischio di ottenere una foto mossa.

E' tutto? No! Bisogna tenere conto anche del tipo di fotografia che stiamo scattando. Se le condizioni di luce sono ottimali, il tempo di scatto è sicuramente molto veloce, per cui la postura sopra indicata va più che bene. Se invece siamo in condizione di luce scarsa, allora ci troveremo di fronte a un piccolo problema: 
La scarsità di luce impone tempi di scatto più lunghi. Ciò implica che dovremo rimanere immobili per tempi più lunghi, e allo stesso tempo che la macchina fotografica sarà più sensibile al micro-mosso.
In quei casi bisognerebbe affidarsi a un cavalletto. Se non se ne ha uno a portata di mano, c'è sempre la possibilità di appoggiare la macchina fotografica su qualcosa di immobile, tipo un muretto, un tavolo, una sedia... Qualunque cosa. Se non si ha nulla di adeguato per la situazione, allora dovremo essere noi a trovare un punto d'appoggio. Tenendo la macchina fotografica come descritto sopra, potremo migliorare la nostra 'immobilità' appoggiandoci a una parete, o a un palo, o un albero. Ciò aiuterà il nostro corpo a sostenere la macchina per il tempo necessario ad avere una foto ben fatta. 

Nota a Margine: La EOS700D possiede una modalità di 'scatto creativo' dedicato alle scene notturne senza l'uso del treppiede (n.d.r. Impostazione 'Scatto Notturno Manuale'). In questo caso la macchina esegue quattro scatti consecutivi e li fonde tra loro per rendere meno evidenti le vibrazioni. E' ovvio che questa funzione cerca solo di ovviare al problema... rimane sempre valido quanto scritto sopra: una postura stabile, appoggiarsi a una superficie, trattenere il respiro, e cliccare.



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lunedì 3 agosto 2015

Il Blog non va in ferie...

Glauco Silvestri
...ma io sì. Per lo meno qualche giorno di pausa dal lavoro mi spetta. Però il blog non è un lavoro, è un piacere, per cui ho creduto giusto continuare a godere di questo piacere. Perché magari, sul web, qualcuno ci capita anche durante le vacanze.
La programmazione, di conseguenza, non cambia. Non che questo blog abbia una programmazione complessa.

Proseguono le recensioni ai film che sto vedendo nell'impossibile traguardo di vedere almeno una volta tutti i film della mia videoteca (n.d.r. Tutto nacque un giorno in cui, cercando di buttare via un po' di vecchiume, mi dissi: Se non li guardi, cosa li tieni a fare? Da lì è partita la sfida, con tanto di testimonianza sul blog, recensione dopo recensione).

Prosegue la giornata dedicata ai sottolineati su Kindle Sono i sottolineati che erano presenti sul vecchio Kindle 4, ora non più in mio possesso. Li ho salvati tutti su un file, e ora, uno a settimana, li pubblico su questo blog.

Prosegue il corso di fotografia, in estate vi proporrò alcuni giochi che si possono fare con la fotocamera, per ottenere effetti curiosi nelle foto. Niente di difficile, piuttosto, un modo per staccare dalla teoria, e per divertirsi con la pratica.

Non mancheranno le recensioni ai libri che ho finito di leggere, ai fumetti, alle mostre che sono andato a vedere, eccetera eccetera, proprio come durante l'anno.

Mancano invece le pagine di Diario puro, me ne rendo conto, mancano già da un bel po'. E' un periodo che non mi sento di esternare ciò che ho all'interno... Ne ho troppe, e non voglio essere pesante, specie con questo caldo, che a volte fa sragionare senza alcun motivo valido. Ci saranno tempi migliori... Spero!

Nel frattempo godiamoci le vacanze. Punto!


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