venerdì 21 agosto 2020

Il rientro alla solita routine...

Glauco Silvestri
Eccoci qui, dopo un lungo periodo di silenzio, a scrivere sul blog. Le ferie stanno finendo rapidamente nonostante siano state intense, dure, ricche di nuove esperienze, e con alti e bassi non trascurabili.
Del resto... In questo 2020 tanto diverso dagli anni vissuti in precedenza, cosa potevo aspettarmi?

E' stata la prima vacanza con la minaccia di una pandemia 'mortale'. Siamo rimasti in regione per evitare eventuali #lockdown, o eventuali #quarantene, o chissà cos'altro.
E' stata la prima vacanza sui colli modenesi, che già conoscevo per le gitarelle in giornata, ma in cui - mai - avevo soggiornato per più di una notte.
E' stata la prima vacanza con Sansone... Ed è stata una vacanza impegnativa, stressante, divertente, avvilente... Non ricordo quante volte ho desiderato tornare a casa; non ricordo quante volte sono stato fiero del comportamento del mio piccolo bassotto; non ricordo quante volte ho provato frustrazione, rabbia, stanchezza, e al contempo gioia, sorpresa, meraviglia...
E' stata una vacanza in cui ho preso l'acqua, e grandine, durante le escursioni nei boschi... Non mi capitava da quasi un decennio. E' stata la prima vacanza in montagna durante la quale non ho visto alcun animale selvatico... Ed è colpa di Sansone, che abbaiava e scacciava ogni creatura del bosco, e poi si incontrava qualcuno sul sentiero e la prima cosa che diceva: Avete visto il capriolo?
E' stata la vacanza delle mascherine, di chi seguiva le regole con attenzione, di chi lo faceva con sufficienza, di chi non ci provava neppure, e di chi neppure aveva con sé la mascherina.

E' stata la vacanza in cui ho cominciato a prendere un poco le distanze dai social, a tagliare qualche amicizia, ad allontanarmi dalle polemiche, dalle discussioni infinite, da quei dibattiti sterili in cui non esiste scambio di opinione bensì imposizione di opinione, da chi vive per assiomi, da chi ha la ricetta corretta, dagli haters, da chi non si riconosce come haters ma si comporta come tale, da chi... improvvisamente è diventato insostenibile.

E' stata una vacanza in cui ho scoperto le mie fragilità, e ho scoperto che non ha senso cercare sempre la mediazione, il mantenimento di un legame, quando è il legame stesso che tira da tutte le parti per slegarsi. Era già capitato ai tempi in cui scrivevo, ai tempi in cui questo blog era frequentato da tanta gente, forse per gli argomenti, forse per i miei racconti, forse per motivi che non ho mai appreso pienamente. Ricapita ora, non sul blog, ma sui social... Che poi i social mostrano sempre il peggio delle persone, perché davanti a uno schermo, con una emoticon e poche parole scritte, è difficile mostrare tutto ciò che un essere umano esprime, parlando, con il volto e con la gestualità. 
Però mi son reso conto di ciò che salta fuori dalle righe dei social, e di rado ciò che salta fuori mi piace. Tutti radicali, tutti estremisti, tutti chiusi nel loro orticello di convinzioni, tutti chiusi in un credo assoluto, un assioma che è tutto loro... Mi sono reso conto che si perde troppo tempo a discutere a distanza su un social network, commento su commento, ove mai si trova il compromesso... E mi sono reso conto che sui social si perde solo tempo. L'informazione è superficiale quando va bene, fake quando va male. I rapporti sono limitati a like, cuoricini, risate, lacrime, o faccine rosse di rabbia. 
Che senso ha tutto ciò? I social erano nati per stabilire un contatto... Oggi generano per lo più scontri, cyberbullismo, disinformazione, e allontanano le persone che, pur abitando vicine, ormai non si vedono più dal vivo perché tanto son sempre in contatto online. 
E così, nome dopo nome, si taglia la lista di amici. Non perché non si è più amici, ma forse come stimolo affinché quell'amicizia risorga davvero. Amici di penna con cui non scrivo più perché c'è Facebook... Ma poi su Facebook non ci si sente mai. Amici di quartiere che la vita ha allontanato e che ora si vedono solo nei video in cui fanno la spesa in diretta streaming. Amici che credevo attaccatissimi, ma che forse così attaccati erano solo nelle mie fantasie...
Fragilità che ho scoperto... Ora dovrò trovare il modo di combatterle, o trovare il modo con cui conviverci.
Io mi rimetto spesso in discussione. A volte, per non fare scelte davvero drastiche e importanti, taglio altre cose minori, sperando di avere più spazio per muovermi. A volte invece lotto con i miei fantasmi, una lotta impari, che mai termina, e che mai terminerà perché la vita non permette certi lussi. E così ci si barcamena tra gioie, dolori, stress, voglia di fuggire, leccate improvvise del vostro cane, e abbracci... La vita è questo, no? Il resto è solo un modo per far scorrere il tempo che intercorre tra nascita e morte, come lo scrivere queste stesse righe su un blog che non riceve commenti da anni, ormai, a parte qualche ritardatario su post di film o telefilm pubblicati ormai diversi anni fa.
Non è detto che ci saranno cambiamenti - di nuovo - per creare lo spazio di cui parlavo qui sopra. Flickr lo abbandono di sicuro, forse ve l'avevo già accennato. Potrei chiudere, o riformulare, gli altri miei social... Che già frequento molto poco, e che tengo ormai solo per fare da eco al blog, e al mio canale youtube.
Ma sono stanco di passare ore e ore del mio tempo libero al computer, e mi sto domandando a che servono le centinaia di foto che scatto, i video che riprendo durante le mie passeggiate, i video girati con i miei droni, e persino i miei tutorial... A che serve passare tanto tempo a ritoccare le foto, editare i video, pubblicare il tutto... A che servono delle passioni che sembrano diventare sempre più ingombranti e sempre meno appassionanti? Perché tutto deve essere così pesante? 
Ci sto pensando... Forse sono solo i 50 anni che si avvicinano, forse è la mia testa che dice: Oh! Non sei più un ragazzino... Rallenta!

Ora sono di nuovo in città. Tempo di sistemare i filmati, che vi proporrò a settembre, quando saranno pronti. Tempo di riorganizzare le foto, anche queste le vedrete a settembre. Tempo di rivedere i parenti, di portare qualche regalino, di far rivedere Sansone ai 'nonni', e di scambiare due chiacchiere con qualche amico, mascherine permettendo.

Tempo di ritrovare i vecchi ritmi... E già mi mancano le colazioni nel cortile dell'albergo, con Sansone che gioca con gli altri cani ospitati, e noi che chiacchieriamo con i vicini di tavola. Nel frattempo si sistema casa, si pensa alla prossima gitarella per il weekend, e fatidicamente al rientro al lavoro... Un po' anticipato rispetto alle previsioni e alle programmazioni aziendali, perché c'è bisogno.

Un rientro con delle sorprese, come il monitor che sto guardando mentre vi scrivo, nuovo di zecca, acquistato a giugno, e che al rientro dalle vacanze mi ha mostrato una bella linea di pixel spenti! Tempo per fare il resto scaduto, e la garanzia europea in tempo di covid che promette - nel caso decida di mandarlo in riparazione - tempi lunghi. E non avendo un muletto con cui sostituirlo, me lo tengo così, almeno per ora! 
Un rientro placido, al caldo... E se già era caldo in montagna, non mi sarei aspettato di trovare ancora più caldo qui, in città, ma era ovvio che sarebbe stato così.
Un rientro anche per la mia allergia... E' quasi settembre, eppure non molla. In montagna - ovvio - prendevo la mia pillolina tutti i giorni. Ma in città pensavo di essere salvo... E invece occhi arrossati, gola irritata, ghiandole ingrossate, naso che cola... E' da marzo che mi da fastidio, e solitamente ci sono pure abituato, ma quest'anno, con le mascherine, con la gente che ti guarda come un untore se solo fai uno starnuto, è una agonia stressante.

Che altro? A breve avrete i primi resoconti delle mie vacanze. Stay Tuned!



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mercoledì 5 agosto 2020

Rupe di Campotrera

Glauco Silvestri
Qualche giorno fa vi ho portati a visitare il borgo di Rossena e la sua Rocca. In quella occasione vi avevo raccontato della 'passeggiata' nel Parco Naturale della Rupe di Campotrera e, vi avevo anticipato che sarebbe giunto anche questo post.


Eccomi quindi a parlarvi di questa mia escursione... Un viaggio iniziato come una passeggiata di famiglia, e tramutatosi in un vero e proprio trek. Per fortuna che avevo con me la fascia per il ginocchio... Altrimenti non ce l'avrei mai fatta ad arrivare in fondo.



Tutto inizia dall'agriturismo Melograno. Il percorso inizia proprio da lì. E' uno sterrato ampio, ricco di cartelli, di informazioni sul territorio, la conformazione del terreno, delle piante, degli animali. Si scende dolcemente verso valle, è normale, per circumnavigare la rupe. E noi non stiamo nella pelle per poterla ammirare, tanto che a ogni apertura della vegetazione, puntiamo subito la fotocamera verso il costone di roccia per immortalarlo da ogni angolazione.




Il percorso, però, muta drasticamente. Non al primo bivio, che condurrebbe a un percorso geologico, bensì al secondo, quando il nostro 'anello' viene raggiunto da un sentiero che arriva dal paese a valle, in riva al fiume Enza.
Da qui il sentiero si fa impervio, stretto, invaso dalle piante, e disseminato di sassi, piccoli e grandi. Fortuna che - almeno - avevo gli scarponi ai piedi... Ma le mie gambe nude hanno sofferto parecchio per colpa di sterpi e vegetazione bassa irta di spine.



Si prosegue, mai tornare indietro! Ed eccola la rupe, in tutta la sua magnificenza. E di sicuro, nonostante il caldo, il percorso difficile, e un Sansone irrequieto e per la prima volta in difficoltà, arrivare in quel punto ne era valsa la pena in tutto e per tutto.
La parete è enorme, imponente, e il solo pensare che poco prima eravamo là sopra, fa venire i brividi. E poi è roccia basaltica, lava raffreddata, il suo colore incute timore.




Proseguiamo e torniamo nel bosco. Per lo meno il sole non ci aggredisce più, e tra le piante giunge un discreto refrigerio. Anche il sentiero si fa un po' più facile, o per lo meno, nei punti più ostici offre qualche appiglio, anche artificiale.
La rupe è sempre al nostro fianco, e se guardiamo 'di sotto', ci rendiamo conto che non siamo proprio sul fondo vero e proprio. 


Poi... Ecco che si apre davanti a noi un vero e proprio anfiteatro roccioso. Una paretona verticale a forma d'arco. Noi, siamo lì, piccoli piccoli, ad ammirarla. E dobbiamo stare attenti anche agli inghiottitoi, che sono segnalati, ma non si sa mai.



Il tempo passa e il sentiero ci riconduce verso la cima. Di nuovo il paesaggio cambia, si sale velocemente, e si attraversa un prato incredibile. All'orizzonte, ecco l'agriturismo che ci attende. Peccato solo che fosse tutto prenotato. Per cui... Per cenare, ci tocca abbandonare il parco e scendere nell'abitato, dove comunque saremo ricompensati lautamente delle fatica.


Il video qui sopra vi immergerà nel viaggio che vi ho appena raccontato. Se invece cercate maggiori informazioni, potete partire da qui.

Se cercate altre escursioni di questo tipo, vi consiglio di consultare la mappa che ho preparato, cliccando qui.



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sabato 1 agosto 2020

Castello di Rossena

Glauco Silvestri
Eccoci in una nuova avventura. Questa occasione vale doppio, perché oltre alla visita del borgo medievale di Rossena, della sua Rocca, e della Torre di Rossenella, in questo viaggio ci siamo anche cimentati in una bella passeggiata attorno alla Rupe di Campotrera, che si trova proprio poco distante alla Torre di Rossenella, che spesso apparirà sullo sfondo delle foto scattate alla Rupe.


Però, visto che vale doppio, parlerò di questa escursione in due puntate. Oggi mi concentrerò sulla rocca e la torre, e al prossimo post parleremo invece della passeggiata attorno alla rupe. 
Il motivo è semplice e duplice:

  • C'è tanto da mostrare e di cui parlare;
  • Ho pronto il video solo del Castello di Rossena!
Ma bando alle ciance. Siamo nelle terre di Matilde di Canossa, un personaggio che ha fatto storia e che ha fatto la storia. Tra Reggio e Parma non si può che parlare di lei, e difatti esiste persino un percorso a piedi, lungo circa 80 km, che porta il suo nome.




Rossena è un piccolo borgo medievale che sorge alle spalle della sua Rocca, e si trova vicino al fiume Enza, che abbiamo avuto modo di ammirare, anche se solo per qualche minuto, visto che proprio non c'era verso di parcheggiare lungo la sua riva, visto che col caldo estivo, è una meta ambita dagli abitanti della zona per cercare una 'spiaggia', acqua fresca, e soprattutto un po' di refrigerio.



Il borgo è ben tenuto, e per certi versi, anche un po' troppo moderno. E' comunque affascinante, e farci due passi all'interno, sull'unica strada che lo attraversa, ci permette di ammirare le casette colorate, i fiori, le madonnine, e l'incombente forza della rocca, che sorge sulla cima di un colle proprio a ridosso delle case.



La Rocca è una vera e propria fortezza. Eretta attorno al 950 sulle 'ceneri' di fortezze precedenti, possiede un triplo bastione, ed è conservato in modo eccellente. Peccato solo che a causa del Corona Virus non fosse accessibile. Mi sono dovuto accontentare di volarci sopra, e di ammirarlo, o dal basso, o dall'alto (n.d.r. Grazie Parrot Anafi)!


Lo scopo di questa costruzione, ovviamente, era quello di difendere Canossa e la reggia/castello dove viveva Matilde. E in aiuto alla Rocca, veniva anche la Torre di Rossenella, questa costruita forse ancora prima della rocca stessa, con lo scopo di divenire un punto di osservazione privilegiato sulle valli circostanti.


E il paesaggio è davvero incredibile, con i calanchi, e questi picchi dove sembra sorgere una costruzione sulla cima di ognuno. Il verde è rigoglioso, e non è un caso che vicino a Rossena sia presente un Parco Naturale.
Ma di questo parco parleremo alla prossima occasione.

Per maggiori informazioni: qui e qui.

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