Mi metto in pari (n.d.r. Quasi...) con i romanzi pubblicati da una delle mie autrici preferite. Cambiare le Ossa immerge nuovamente il lettore nel mondo di Aurora Scalviati, profiler della Procura di Torino che - dopo varie vicende - si è spostata nella mia Emilia fino... Be', fino a questo libro!
Lo sapete, ne ho già parlato in altre occasioni, tra me e Aurora non corre buon sangue, non riesco a sentirla nelle mie corde, e spesso credo che buona parte di ciò che le accade di negativo sia causa del suo stesso modo di porsi con gli altri, siano essi i colleghi e gli amici, siano essi personaggi esterni, siano essi dei criminali. Per certi versi riesco meglio ad affiliare la mia simpatia verso coloro che vedono qualcosa di buono in lei, e insistono nel cercare di mantenere vivo un legame di amicizia, e affettivo, pur ricevendo spesso e volentieri porte in faccia e maltrattamenti di vario genere.
Eppure Aurora ha dalla sua una determinazione impagabile, e il suo passato sicuramente perdona molto del suo modo di essere, anche se... Be' non è comunque facile.
Barbara, l'autrice che muove le fila del destino dei suoi personaggi, è poi estremamente brava nel mettere a dura prova le loro vite, ponendole di fronte a bivi estremi, a situazioni complesse, sia emotivamente, sia materialmente, e soprattutto, ad affrontare - nel caso della nostra Aurora - criminali non proprio facili da profilare.
In questo romanzo si parte subito con una grande difficoltà: Tornare a Torino per lavorare con coloro che l'hanno abbandonata nel momento del maggior bisogno.
Aggiungiamo un bel killer che agisce con uno spaccaossa. Poi ci vuole un pizzico di misticismo con ossa incise da una corona di spine. Non ci facciamo mancare un bel quanto basta di meccanica quantistica. Decoriamo il tutto con antiche amicizie da riallacciare, legami messi in attesa per via della situazione concitata, ombre provenienti dal passato, e il peso ingombrante di un padre dedito al proprio lavoro e morto troppo presto. Impiattiamo tutto quanto con il rapimento di una ragazzina e... La ricetta del nostro thriller emotivo è pronta per essere gustata nella giusta penombra.
Mi è piaciuto? Il romanzo segue il sentiero già tracciato dalle precedenti esperienze della protagonista. E' - per me - uno stacco forte da quanto avevo letto sino all'arrivo di Aurora, e sono costretto ad ammettere che ancora oggi non sono riuscito a entrare in questo nuovo mood, o ciclo narrativo, interamente. Ho ancora nostalgia delle vecchie letture, dei suoi primi racconti, delle sue storie appassionate ricche di musica e misticismo.
Qui, in Cambiare le Ossa, sento la mancanza soprattutto della musica.
La narrazione è trainata da eventi esterni, dai problemi di Aurora, dai crimini, e tutto è ritmato da un metronomo che però si discosta tanto da quanto avevo vissuto nei suoi romanzi precedenti.
E... Be', lo ammetto, non ricordo bene nel dettaglio i precedenti tre romanzi dedicati ad Aurora ma, la sensazione è che la musica sia andata via via dissipandosi e zittendosi, da un titolo al successivo, fino ad arrivare a questo.
Ciò non significa che questo Thriller non mi sia piaciuto. Tutt'altro.
Il ritmo è concitato. Lo stile è quello di Barbara, abilissimo a scavare nelle emozioni e a catturare il lettore sin dalle prime pagine. Il suo metodo è ormai riconoscibilissimo. Si viene proiettati direttamente nel bel mezzo della storia; poi arrivano l'antefatto, i dettagli, l'ambientazione; e solo dopo si cade nel baratro della vicenda vera e propria. Il finale è quasi sempre improvviso, una sorpresa inaspettata, un ricongiungersi improvviso di tutti i nodi, di tutte le briciole lasciate da un Pollicino dark che ama il mistero, il crimine, l'oscurità dell'anima.
Leggere un romanzo di Barbara Baraldi è come vivere una forte emozione, sempre e comunque.
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