Nelle vicinanze di Forlì, tra le colline dell'area Tosco-Romagnola, è presente - sulla cima del Monte Busca - una Fontana Ardente che all'inizio del XVI secolo fu erroneamente definita come Vulcano. Da quel giorno il 'Vulcano del Monte Busca' è considerato il più piccolo vulcano italiano - forse europeo - ed un punto di ritrovo per i giovani del luogo, dove si fermano volentieri a fare delle chiacchiere, godere dello splendido panorama, e rimanere al calduccio della fiamma spontanea.
Ma com'è possibile che escano delle fiamme dal sottosuolo senza che ci sia nulla di ultraterreno?
A questo punto mi piacerebbe raccontare qualche legenda, qualche storia di spiriti, di demoni, o addirittura raccontare che si tratti della vera e propria porta che conduce dritto dritto all'Inferno, visto che la località in cui è situato si chiama per l'appunto 'Inferno', Ma non è così.
A questo punto mi piacerebbe raccontare qualche legenda, qualche storia di spiriti, di demoni, o addirittura raccontare che si tratti della vera e propria porta che conduce dritto dritto all'Inferno, visto che la località in cui è situato si chiama per l'appunto 'Inferno', Ma non è così.
Detta in soldoni, il 'vulcano' non è altro che un 'buco' nel suolo da cui fuoriesce metano, e che a contatto con l'aria si incendia spontaneamente. In pratica è una fiammella sempre accesa che arde in cima a questo colle, tra i campi coltivati della zona.
E' sicuramente affascinante, ma non si tratta di un fenomeno raro, tutt'altro, in Emilia Romagna - ma anche in Medio Oriente - e forse ovunque è noto siano presenti dei giacimenti sotterranei di gas metano, si possono trovare abbastanza facilmente. E in effetti qui, sul Monte Busca, per un breve periodo negli anni trenta, fu costruito un metanodotto che 'rubò' il gas alla fiamma eterna, per rifornire la macchina bellica italiana impegnata nella seconda guerra mondiale, spegnendola.
Dopo la guerra, quando il metanodotto cadde in disuso, la fiamma si riaccese spontaneamente. Nessuno più si interessò della zona (n.d.r. In realtà alcune società petrolifere fecero qualche scavo per sondare il giacimento, ma fu considerato di scarso interesse e dalla fine degli anni settanta la fiamma è accesa e nessuno la disturba più), tanto che ormai è diventata una sorta di meta turistica, o per lo meno un luogo dove passare del tempo a godere della natura circostante.
Come avrete intuito, il weekend scorso ho avuto l'occasione di andare a curiosare in quelle zone. Qui sopra avete osservato alcune delle foto scattate nella zona (n.d.r. Non molte). E' stata una bella escursione, anche se ci siamo un po' lasciati andare con i tempi, e alla fine abbiamo raggiunto il nostro obiettivo solamente a sera inoltrata e con il tramonto alle porte.
Se siete interessati a guardare anche il resto dell'album dedicato al vulcano, cliccate qui, e - come al solito - buona visione.
E' sicuramente affascinante, ma non si tratta di un fenomeno raro, tutt'altro, in Emilia Romagna - ma anche in Medio Oriente - e forse ovunque è noto siano presenti dei giacimenti sotterranei di gas metano, si possono trovare abbastanza facilmente. E in effetti qui, sul Monte Busca, per un breve periodo negli anni trenta, fu costruito un metanodotto che 'rubò' il gas alla fiamma eterna, per rifornire la macchina bellica italiana impegnata nella seconda guerra mondiale, spegnendola.
I resti della struttura da cui partiva il metanodotto |
Alcuni ragazzi immortalati a distanza mentre osservano il vulcano |
Se siete interessati a guardare anche il resto dell'album dedicato al vulcano, cliccate qui, e - come al solito - buona visione.
Scopri i miei ebook cliccando QUI