mercoledì 31 luglio 2019

La salute del #Raspberry (Lesson 08) - #Domotica #Domoticz #Homebridge #Corso

Glauco Silvestri
Il nostro Raspberry è ormai in grado di lavorare da solo. Grazie a Domoticz e a Homebridge può controllare la casa, e far funzionare diversi dispositivi in base alle nostre necessità, sia con comandi vocali, sia con pochi semplici tap (n.d.r. O click) sui nostri dispositivi portatili e non.
Siamo quindi giunti a un buon punto del nostro corso, e oggi dobbiamo cominciare a preoccuparci della salute del nostro dispositivo. Per fare ciò possiamo sfruttare delle caratteristiche insite del Raspberry, che pur essendo un micro-computer, è dotato di moltissime funzioni utili. Tra queste sono da annoverare diversi sensori capaci di monitorare la salute del dispositivo stesso. E - ovviamente - questi sensori possono essere aggiunti in Domoticz.

La procedura per inserire questi sensori non è molto differente a quella già vista per il dongle z-wave e i suoi dispositivi associati.


Andiamo nel menù Configurazione e clicchiamo su Hardware. Creiamo un nuovo Hardware scegliendo come Modello la voce Motherboard sensors.
Diamo un nome a questo nuovo Hardware (n.d.r. Per essere coerenti il nome potrebbe essere Raspberry); abilitiamo il dispositivo, e lo aggiungiamo in elenco cliccando su Aggiungi.


Ora passiamo al menù Dispositivi. Troveremo in elenco 5 nuovi dispositivi che potremo attivare cliccando sulla freccina verde e dando loro un nome.
I sensori sono:
  • Temperatura interna;
  • Uso della CPU;
  • Uso della Memoria;
  • Spazio occupato su disco micro-SD;
  • Uso del disco micro-SD.


A questo punto torniamo al menù Configurazione, clicchiamo su Più Opzioni, e su Planimetria.
Visto che i sensori sopra citati non hanno applicazioni pratiche con Apple Home e Siri, possiamo inserirli in una 'stanza' che non sia quella indicizzata sul file json di Homebridge.


Per cui andiamo a selezionare $Hidden Devices e ad aggiungerci i cinque dispositivi che abbiamo appena aggiunto.
State tranquilli, è vero che facendo in questo modo non potremo vedere questi dispositivi su Apple Home, però essi saranno comunque visibili in Domoticz, e consultabili come un qualunque altro dispositivo installato.

Anzi! E' giunta ora di mettere in pratica la lezione scorsa, e di impostare la nostra prima Notifica proprio su uno di questi sensori.

Andiamo a cercare la finestrella dedicata all'uso della CPU del nostro Raspberry.


Clicchiamo su Notifiche. Compare una interfaccia abbastanza intuitiva dove compare una tabella su cui saranno inserite le varie modalità di notifica, e una serie di comandi tramite cui impostare le notifiche stesse. Ovviamente, essendo la nostra prima notifica, tale tabella sarà vuota.


Compiliamo i campi in modo da avere una notifica quando l'uso della CPU è molto alto, scegliete voi quale soglia mettere (n.d.r. 80%, 90%); impostiamo la priorità su alto; scriviamo un messaggio di allerta, e attiviamo Telegram ed email come Sistemi di notifica.
A questo punto premiamo Aggiungi e la notifica è impostata. Vedremo comparire nella tabella soprastante le nostre impostazioni. Per cui possiamo tornare alla Dashboard cliccando sul pulsante Indietro, o direttamente sui tasti in cima alla schermata.
Se vogliamo tenere sott'occhio questo parametro, possiamo anche cliccare sulla stella in modo che, oltre ad apparire tra le Utilità, la finestra CPU_Usage sia visualizzata nella Dashboard principale.
Per un controllo più accurato del sistema non posso che suggerire di ripetere l'operazione anche per la Temperatura Interna e lo Spazio Disco.

E' evidente che il metodo descritto qui sopra per creare delle notifiche legate ai singoli dispositivi può essere applicato a tutti i dispositivi installati nella vostra rete Domotica. Ciò vi permette di controllare meglio il funzionamento di ognuno di essi, ed essere avvisati in caso di malfunzionamenti non previsti.


Note: Chiedo scusa se le immagini presenti in questa lezione non sono sempre congruenti con quanto scritto. Le immagini provengono tra quelle libere da copyright presenti sul web, e non sempre sono riuscito a trovare le più calzanti con questo corso. In linea di massima, però, esse mostrano quanto vi appare sullo schermo, e se nei dettagli differiscono, per il resto rimangono fedeli alla lezione appena conclusa.









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martedì 30 luglio 2019

Cosa vediamo nello scontro automobilistico

Glauco Silvestri
Cosa vediamo nello scontro automobilistico: un sinistro presagio di un orrendo connubio fra sesso e tecnologia? La tecnologia moderna ci fornirà forse inimmaginabili mezzi di sfruttamento delle nostre psicopatologie?


Crash (Italian Edition) (Ballard, James Graham)



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lunedì 29 luglio 2019

Du #ebook is megl che uan...

Glauco Silvestri
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domenica 28 luglio 2019

Green Book - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Ma quanto è bello Green Book? Del resto si tratta di un film che ha fatto man bassa sia agli Oscar, sia al Golden Globe. E come poteva essere diversamente? C'è un grandioso Viggo Mortensen e un sublime Mahershala Ali.

Tutto avviene nel lontano 1962, quando ancora l'integrazione razziale era un qualcosa di effimero, e per le persone di colore che vivevano nel Sud degli Stati Uniti c'erano regole ben diverse da quelle che dettavano le leggi federali. In quel periodo, ad esempio, esisteva un libricino, una sorta di vademecum, per i neri del Nord che dovevano recarsi al Sud. Su di esso si potevano trovare i locali in cui poter mangiare, gli alberghi, tutti i servizi... Cosa fare e cosa non fare... Una sorta di guida turistica per neri, anche se parlare di guida turistica è un eufemismo.
Ebbene, Tony Lip è un buttafuori italoamericano. Il club dove lavora viene chiuso per qualche mese, per rinnovo degli arredi, per cui si trova improvvisamente senza lavoro. Tra le varie offerte che gli vengono proposte c'è quella del pianista afroamericano Don Shirley, che deve svolgere un Tour nel sud degli Stati Uniti, e ha bisogno di una persona che 'risolve i problemi'. Tra i due non corre buon sangue, anche perché Tony vede il suo datore di lavoro come un 'negro qualunque', mentre questo pretende un trattamento da Re. Due caratteri forti chiusi nella stessa auto per un viaggio parecchio lungo, per di più diretto verso territori estremamente razzisti. Gli ingredienti sono tali che, o la coppia finisce per scoppiare, o accade il contrario... E di fatti tra Tony e Don si instaura, lentamente, una stima reciproca prima, e una vera e propria amicizia, poi.

Ho già detto tutto, vero? Ottima regia. Storia eccezionale, per altro tratta da una storia vera. Buona musica. Interpreti di prim'ordine. What Else?

Se non l'avete mai visto, guardatelo!


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venerdì 26 luglio 2019

The Expanse - #SerieTV #Recensione

Glauco Silvestri
Tratta da una serie di romanzi di James S.A. Corey (n.d.r. Qui trovate i primi tre in cofanetto) The Expanse è una serie televisiva di Fantascienza - attualmente in tre stagioni - in cui si immagina un futuro prossimo ove la nostra specie è finalmente riuscita a colonizzare alcuni pianeti del sistema solare. La Terra e la Luna, da sempre unite, sono gli avamposti più ricchi e politicamente forti. Segue Marte, molto sviluppata militarmente, ma costretta dalle restrizioni della Terra a rimandare i processi di terraformazione, e perciò sempre sul limite del conflitto con il pianeta di origine. Poi c'è la fascia asteroidea, dove vivono i terrestri meno terrestri, con una conformazione fisica che - ormai - non gli permetterebbe di vivere sul pianeta d'origine, ma con un grande orgoglio, e un gran desiderio di indipendenza, per quanto Marte e Terra li tengano sempre sotto stretto controllo, Marte per avere l'acqua, Terra per avere minerali preziosi sia per l'industria, sia per tutto il resto.
In questo contesto politico complesso e sul filo del rasoio, viene fatta una scoperta eccezionale su una luna di Saturno. E' una forma di vita molto aggressiva che sembra si alimenti con le fonti di energia. Qualcuno teme che essa possa essere usata come nuova arma biologica della fascia di asteroidi, altri pensano che sia un tentativo di Marte per distrarre l'attenzione di Terra su sé stessa, così da poter iniziare i processi di terraformazione. Altri credono che sia un complotto prodotto da Terra per destabilizzare il sistema e - finalmente - tornare ad accentrare tutto il potere su di sé.
Ovviamente, la creatura "approfitta" di questa disputa per crescere ed espandersi oltre ogni misura, e - al punto in cui mi trovo io - viene da chiedersi se i conflitti interni della nostra specie non finiranno per favorire lo sviluppo di questa creatura fino alla perdita di controllo e... 

James S.A. Corey - leggo su wikipedia - è un nome fittizio. Gli autori sono due, in realtà, Daniel Abraham e Ty Franck, i quali riescono a creare una saga moderna e affascinante, al punto da riuscire a conquistare la candidatura sia al premio Nebula, sia a quello Hugo (n.d.r. Quest'ultimo, sia per i romanzi, sia per la serie televisiva).

La narrazione della serie televisiva conquista un poco alla volta. Io ho dovuto costringermi a raggiungere il sesto episodio prima di appassionarmi davvero (n.d.r. Dopo è tutta discesa, ve lo giuro!), e tutto ciò perché il contesto narrativo è piuttosto complesso e c'è bisogno di diverse puntate per riuscire a fare un quadro della situazione senza rinunciare a mistero, intrigo, thrilling, eccetera eccetera. I protagonisti calzano bene i panni dei personaggi, i quali non sono per nulla persone semplici da costruire. 
Le sfaccettature sono tante, e se all'inizio alcuni di essi possano sembrare dei banali cliché da serie televisiva, col trascorrere delle puntate vanno a rivelare dettagli non immaginabili e intriganti. Soprattutto, nessuno pare davvero buono, e nessuno pare davvero cattivo. E' un mix potente e intrigante, dove tutti hanno la coscienza sporca, qualche cosa da nascondere, e il desiderio di ricominciare da zero - ed ecco perché tutti vivono nelle 'nuove frontiere' e non sul meraviglioso e accogliente pianeta Terra.

Davvero una bella serie. Superato l'ostacolo di entrare nelle vicende, non riesco più a staccarmi dallo schermo. Ve la consiglio. Trovate le prime tre stagioni qui, su Amazon Prime Video, che ne ha comprato i diritti, e che intende produrne anche una quarta stagione.



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giovedì 25 luglio 2019

La Cascata di Moraduccio e il Borgo di Castiglioncello - #Viaggi #Fotografia

Glauco Silvestri
Moraduccio è un piccolo paese a cavallo del confine tra Emilia Romagna e Toscana. Sul suo fianco scorre il Santerno, fiume che nei millenni ha scavato la roccia al punto da creare un paesaggio davvero affascinante, e che proprio a 200 metri dal paese sopra citato, offre uno spettacolo davvero unico.

Rocce

In bianco e nero

E' proprio in quel punto che, un piccolo affluente, il Rio dei Briganti, si tuffa nel Santerno da un'altezza che... Vado a spanne, saranno una ventina di metri? Forse anche di più.

Cascata del Moraduccio

E in fondo a questo balzo c'è una sorta di bacino, anche se parlare di bacino è sicuramente poco corretto, in cui si può fare il bagno, godere della frescura, trascorrere qualche ora a divertirsi, rilassarsi, e ammirare un paesaggio che non avrei mai pensato potesse esistere nella mia regione.

Falling Water

Il paesaggio è davvero affascinante, l'ho già detto, ma per raggiungerlo c'è un po' da camminare. La strada che conduce alla cascata è stretta, sarebbe adatta alle auto, tanto che vicino a questo paradiso c'è un bel parcheggio, ma è franata in diversi punti... Ed essendo una strada chiusa, visto che ha sempre portato a un borgo non lontano, ma abbandonato dagli anni sessanta, diciamo che soffre un pochino di cattiva manutenzione.

Ciao!

Freshness

A ogni modo la passeggiata è abbastanza comoda e tutta in discesa (n.d.r. Ma poi si dovrà risalire... Ricordatelo), e il vero problema è trovare un posto dove parcheggiare, lungo la strada, e non è facile, e quando poi ci si avvia a piedi a fianco della provinciale, bisogna state molto attenti alle moto, che sfrecciano come non ci fosse un domani!
E bisogna fare un po' di attenzione anche ai cacciatori... Nei boschi attorno alle cascate è pieno di cacciatori. Ogni tanto si sente sparare, e...

I've Shot the... No, not the Sherif!

Ma ho parlato anche di un borgo abbandonato, e dalla cascata, percorrendo la strada già citata poco fa, ci si può arrampicare sulla collina che lo ospita. E' tutta salita, ma non ci vuole molto ad arrivare in cima. Saranno al massimo un paio di chilometri da percorrere... Ma bisogna fare attenzione perché è facile passare al fianco del borgo senza accorgersene. A noi è capitato... E se non ci fossimo fermati per fare qualche foto alla cascata dall'alto, non avremmo notato il campanile della chiesa completamente avvolto dalla vegetazione.

Le cascate in lontananza

Ci sono un paio di sentieri che conducono al borgo di Castiglioncello. Uno percorre il fianco della rupe, bisogna stare un po' attenti a dove si mettono i piedi, ai rovi, e alla vegetazione che invade il sentiero, e conduce direttamente al complesso più affascinante dell'intero borgo, ovvero quello a ridosso della chiesa.
L'altro è più pulito e semplice da percorrere, molto ripido, e conduce all'altro capo del paese, dove c'è una piazzetta e quattro case disposte a croce tra loro.

Tra muri e piante selvatiche

Poi... Chissà! Magari ce ne sono altri di sentieri. Noi abbiamo trovato questi due. Ovviamente, per arrivare, visto che avevamo superato il paese senza accorgercene, abbiamo seguito quello lungo la rupe, forse il più difficoltoso da seguire. Al ritorno abbiamo preso quello più semplice.

Ufficio Turistico

Nothing in here...

Windows

La Navata principale

L'ingresso della Chiesa

Il luogo è abbandonato, ma è comunque frequentato. Dalle foto avrete notato che i muri sono pieni di scritte, e qua e là abbiamo trovato anche i resti di qualche falò, di fuochi, di... Be', abbiamo trovato anche una troupe fotografica che si preparava a scattare qualche foto fantasy all'interno della chiesa.

La Piazzetta

Il Campanile

Forse è la prima volta che faccio una escursione di questo genere, ed è stato davvero emozionante. Per farvi comprendere meglio il fascino di questo posto, oltre alle foto, ho pensato di montare anche un breve - poco più di otto minuti - video girato con il mio Parrot Anafi.


Giungo quindi alla fine di questo percorso segnalandovi, come sempre, l'album Flickr dove ho raccolto molti altri gli scatti fatti alla cascata e al borgo. Vi consiglio di andare a visitare l'album, e magari, di lasciare un commento al post, se vi è piaciuto.




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mercoledì 24 luglio 2019

Configurazione e Notifiche (Lesson 07) - #Domoticz #Domotica #Homebridge #Corso

Glauco Silvestri
Il nostro sistema è ormai pronto per lavorare. Abbiamo dei sensori installati, visualizzabili sia sulla homepage di Domoticz, sia su Apple Home, e siamo in grado di aggiungere e togliere dispositivi in modo comodo, visto che la porta USB del nostro dongle è divenuta persistente, e non ci da problemi quando togliamo e rimettiamo la chiavetta.

Però manca ancora qualche cosa... Dobbiamo configurare al meglio Domoticz, e dobbiamo impostare un sistema di notifiche in caso di necessità.

Entriamo nel portale di Domoticz tramite il Browser. Clicchiamo su Impostazioni e di seguito su Configurazione.


Ai nostri occhi appare un menù piuttosto complesso, in alto sono presenti dei tasti che dividono la configurazione del sistema per argomenti. Noi ne tratteremo tre quest'oggi, ovvero Sistema, Notifiche e Email.

In Sistema possiamo impostare la Lingua con cui ci verrà proposta l'interfaccia di Domoticz. Visto che siamo italiani, impostiamo 'Italiano' nella apposita finestra (n.d.r. E' la prima in alto, sulla vostra sinistra).

Altra cosa importante da impostare è la Localizzazione. State tranquilli! Questa funzione non violerà la vostra privacy, ma permetterà a Domoticz di impostare l'ora locale e altri parametri base, che vi verranno utili per le automazioni (n.d.r. Per fare un esempio, l'accensione e lo spegnimento delle luci in giardino in base ad alba e tramonto).
Bisogna inserire le coordinate geografiche di dove abitate. Se non le conoscete, potete inserire il vostro indirizzo su Google Maps e copiare le coordinate che vi propone (n.d.r. Vedi immagine qui sotto).


Un'altra impostazione da mettere a posto è Local Networks, così che si possa accedere da un qualunque computer connesso alla rete di casa senza dover inserire username e password (n.d.r. Queste ultime le predisporremo a fine corso, quando tutto il sistema sarà a posto). Come avrete intuito, nella finestra sarà da inserire il prefisso ip dei vostri dispositivi. Se il vostro router ha come indirizzo 192.168.0.1 (n.d.r. Per fare un esempio) voi dovrete inserire 192.168.0.* in modo da comprendere tutti i dispositivi presenti nella cerchia definita dal router.

L'ultima impostazione da fare è in fondo alla schermata. Active Menu permette di impostare quali menù siano visibili nella homepage di Domoticz (n.d.r. In alto sullo schermo). Teniamoli tutti attivi tranne Planimetria. Questa menù è molto scenografico ma in questo corso non ne terremo conto perché ha una utilità piuttosto limitata. In pratica permette di aggiungere una planimetria del luogo in cui viviamo, e di posizionare i vari sensori esattamente nei punti in cui si trovano sulla mappa. Se siete interessati, sul forum si parla molto di questa funzione.

Fatto tutto ciò, premiamo su Applica, e Domoticz registrerà tutte le nostre impostazioni.


Ora passiamo a Email. Il setup non è molto differente da quanto già avete fatto per settare il vostro programma di posta. Dovrete inserire i seguenti campi:
  • L'indirizzo mail da cui deve partire la mail (n.d.r. Il vostro indirizzo mail);
  • L'indirizzo mail che deve ricevere la mail (n.d.r. Sempre il vostro indirizzo);
  • Il server SMTP del vostro service di posta elettronica;
  • La porta di comunicazione del servizio SMTP;
  • Username e Password.
Poi potete scegliere se avere notifiche in situazioni di Allarme, di inviare una foto come allegato (n.d.r. E' indicato gmail, ma funziona correttamente anche con gli altri servizi di posta elettronica), e di avere anche una mail per ogni errore che Domoticz riscontra durante il suo funzionamento.

Una volta compilati tutti i campi, cliccate su Applica e il gioco è fatto. Potete anche testare il servizio cliccando sul tasto Test.
Nota: Chi usa un account Gmail, noterà che il sistema di notifica via mail non funziona. Questo perché Gmail, da qualche tempo, fa dei controlli sul tipo di dispositivi che accedono all'account. Visto che Domoticz non è contemplato, affinché funzioni, è necessario impostare il vostro account Gmail in modo da accettare anche richieste da dispositivi non sicuri (n.d.r. Qui trovate le istruzioni).
Passiamo ora al menù Notification. In questo menù si possono settare uno o più sistemi di notifica push verso il vostro cellulare. Si può inviare un sms, una notifica Telegram, o ancora sfruttare altri servizi a seconda delle vostre preferenze. Per lo più i sistemi di notifica push sono gratuiti quando hanno un traffico non troppo elevato, poi diventano a pagamento. Per ogni sistema di notifica potete trovare un link alla homepage del gestore del servizio, così che possiate comprenderne i costi e il funzionamento. A parte il servizio sms, gli altri servizi pretenderanno che installiate una applicazione sul vostro smartphone, così che la notifica possa giungervi correttamente.


Un servizio gratuito di notifiche push funziona attraverso l'applicazione di chat chiamata Telegram
Telegram è molto simile a Whatsapp. Rispetto a quest'ultimo ha il vantaggio di funzionare sia via web, sia tramite una applicazione da pc, sia dal cellulare.
Per avere notifiche su Telegram è necessario installare l'app sul vostro smartphone. Poi andare sul sito dell'applicazione, entrare nel vostro account, e creare un Bot (n.d.r. Una persona virtuale) con cui aprire una chat. In pratica, Domoticz invierà notifiche attraverso questo Bot, ovvero, Domoticz diventerà 'la persona' con cui chatterete via telegram. Ovviamente non è necessario rispondere ai messaggi che Domoticz vi invierà. E' importante che voi li leggiate e basta.


Se scorriamo la pagine delle impostazioni arriveremo al riquadro dedicato a Telegram. In questo caso sono richiesti un API Key e una Chat ID. Vediamo di recuperare queste informazioni.

Innanzi tutto dobbiamo creare il famoso Bot. Una volta creato un account Telegram, dovremo avviare una chat con @BotFather e digitare:
/newbot
BotFather vi chiederà il nome del nuovo Bot. Potete scegliere qualunque cosa, ma io lo chiamerei BotDomoticz, giusto per chiarezza.
A questo punto vi viene chiesto uno username, che è una sorta di soprannome con cui il vostro Bot comparirà nell'elenco delle conversazioni. Anche in questo caso siete liberi di scegliere il soprannome che volete.

Una volta impostato lo username, BotFather vi indicherà il token necessario per accedere via web al vostro Bot. Questo token è l'API Key che ci viene richiesto in Domoticz.

Altri comandi utili per personalizzare il Bot sono i seguenti:
/setdescription
Permette di impostare una breve descrizione del Bot.
/setuserpic
Permette di caricare una immagine di profilo al Bot (n.d.r. Io ho messo il logo di Domoticz).

A questo punto dobbiamo solo recuperare la nostra Chat ID. Per farlo dobbiamo avviare una chat con il Bot @get_id_bot e digitare:
/start
Il Bot ci saluterà e ci fornirà l'ID che ci serve.

Ora possiamo inserire i valori ottenuti nell'apposito riquadro ed eseguire una prova premento il tasto Test.
Se tutto va bene possiamo salvare le impostazioni cliccando sul tasto Applica.

Il Dado è Tratto. Ora Domoticz è in grado di comunicare con voi sia via mail, sia attraverso Telegram. E la lezione di oggi è finita.



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martedì 23 luglio 2019

Nel 2020 andrò su Marte anche io...

Glauco Silvestri



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Come il passato...

Glauco Silvestri
Come il passato, sotto il profilo sociopolitico, è divenuto vittima di Hiroshima e dell’era nucleare (quasi per definizione il periodo in cui tutti noi siamo stati costretti a pensare in prospettiva), così il futuro sta a propria volta cessando di esistere, divorato dall’onnivoro presente.

Crash (Italian Edition) (Ballard, James Graham)




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lunedì 22 luglio 2019

Non solo gli umani leggono gli #ebook

Glauco Silvestri
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venerdì 19 luglio 2019

Benvenuti a Premilcuore - #Viaggi #Fotografia

Glauco Silvestri
Con il bel tempo, ogni occasione è buona per una gita fuori porta. Il weekend scorso siamo stati a Premilcuore, un piccolo paesino in provincia di Forlì, poco dopo Predappio, che offre davvero spettacoli inimmaginabili a chi ama la natura. Non c'è moltissimo da camminare, giusto un paio di chilometri nel verde, una mezz'oretta, ma di sicuro molto tempo lo si perde ad ammirare la natura.

La Torre dell'Orologio

Ma andiamo per gradi e partiamo da Premilcuore. Il paese è piccolo, e il suo centro storico lo è ancora di più, circondato dalle mura di una rocca davvero minuta, con due torri, e due ingressi, ovviamente.


La Porta

Tra le due porte c'è una piazzetta tutta in salita. Da essa si distribuiscono piccole stradine, tutte in salita - ovviamente - che vanno a nascondersi tra le case di chi popola il centro storico. Ci sono un paio di bar, un ristorantino, una fontana, tanti fiori... Pensate che il municipio è subito fuori dalla torre dell'orologio, ovvero fuori dalle mura!

Torre con Orologio

La Piazza

Cat

Il fiume scorre proprio di fianco alle mura del paese. Basta seguirlo per addentrarsi subito nel verde, un bel parco attrezzato per il camping e gestito dall'Agriturismo Ridolla. Non è che voglia fare pubblicità a questo agriturismo, eh, ma è il punto di riferimento per coloro che vogliono scoprire le cascate, perché non ci sono tante indicazioni, e se chiedete a chi vive nel paese, vi diranno di seguire i cartelli per l'agriturismo.

Two Boys

Dal parco si può scendere sul fiume. Siamo ancora lontani dalle vere attrazioni, ma già qui possiamo notare una bella spiaggetta, e acque limpidissime.

Proseguiamo il nostro cammino verso l'agriturismo, come da istruzioni ricevute da un simpatico signore incontrato sulla spiaggetta. Lui lavora per la pro-loco, e ci intrattiene per una bella mezz'ora, raccontandoci, oltre ai dettagli necessari per il nostro cammino, anche molte info sulle sagre previste in paese... E peccato che la cena medievale sia stata rinviata per rischio pioggia, altrimenti la sera avremmo potuto godere anche di questo bell'evento. Magari torneremo... Ora conosciamo tutto il programma della stagione!

Cascate della Sega

Arrivati all'agriturismo, si scende lungo un percorso ghiaioso, e si attraversa un ponticello che scavalca un piccolo torrente. Da lì c'è una diramazione in tre direzioni diverse. Quella più a destra porta alle Cascate della Sega. Credo che si chiami così perché la loro forza alimentava qualche strumento da taglio. Non a caso, attaccate alle cascate, c'è una costruzione - ora ristrutturata dall'agriturismo per soggiornarvi, che avrebbe potuto essere una segheria ad acqua, una sorta di mulino.

She Jump!

She's flying in the water

Splash

A ogni modo, a noi interessano le cascate, e anche a una miriade di giovani, che qui prendono il sole, nuotano nelle vasche naturali, e si tuffano da qualche metro d'altezza.

Road in the wood

Dopo esserci goduti il paesaggio, l'acqua fresca, i girini che nuotano nell'acqua limpida, i ragazzi che si divertono, è tempo di proseguire il nostro viaggio. Ci inoltriamo nel verde e... sbagliamo strada. Quella giusta è sulla sinistra, quella che sale, e non quella al centro, che sembra seguire il fiume.
Il percorso è lastricato. E' un antico lastricato romano che veniva usato per collegare Firenze agli agglomerati urbani della romagna. Condurrà anche a un ponte romano a schiena d'asino e a un borghetto oggi disabitato. E' lì che siamo diretti, perché sotto quel ponte, c'è la Gola Urlante.

La Gola Urlante

Turn Around Again

Clear Waters

Qui le acque del torrente si incanalano in una stretta ansa di roccia, vengono compresse, e proiettate verso un bacino d'acqua limpidissimo. Nelle stagioni giuste, quando c'è molta acqua, la corrente è talmente forte che si sentono come delle urla provenire da questa gola di roccia.

Ponte romano

E sopra di essa c'è il Ponte Romano.

Ponte Romano

Come avrete notato, attorno al bacino della Gola Urlante c'era qualche ragazzo che si godeva il fresco. Abbiamo tentato anche noi di raggiungere quel bacino. A metà percorso, infatti, prima di arrivare al ponte, è presente una deviazione che porta al fiume, e da lì, al bacino della gola. Sfortuna vuole che c'è da guadare le acque del fiume per un piccolo tratto. E' sufficiente avere delle scarpe da scogli... Ma noi non avevamo nulla di simile, e ci siamo dovuti fermare.

Acqua tessuta dal fiume

Però abbiamo potuto ammirare questa piccola cascatella... Che è poi stato l'epilogo della nostra bella gita.

Se volete vedere tutte le foto scattate in questo viaggio, potete cliccare qui - come sempre - al mio album Flickr.



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giovedì 18 luglio 2019

The Day After Tomorrow - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Sicuramente The Day After Tomorrow non è un capolavoro. E' un film a cui sono legato più che altro perché quando i miei pensieri si rivolgono a esso, be' non posso che sorridere.
Lo andai a vedere... Oddio, parecchio tempo fa. Ricordo che fuori faceva caldo, molto caldo, un caldo torrido, ed eravamo tutti vestiti ai minimi termini, ma in sala il climatizzatore era al massimo. Non eravamo in molti a guardare quel film, quel giorno, ma tutti quanti patimmo un freddo inimmaginabile... Il che si abbinava benissimo con il film che stavamo guardando. 
Sì! Lo devo ammettere. Quella fu la prima volta che ebbi l'opportunità di vivere una esperienza fisica mentre guardavo un film. Sullo schermo tutti morivano per una glaciazione improvvisa, e io mi stavo surgelando mentre guardavo la pellicola in sala con gli altri spettatori.

Ma di cosa parla questo film? Il tema è piuttosto attuale. Riscaldamento globale, inquinamento, poco rispetto dell'ambiente, tutte cause che - unite a fenomeni straordinari - scatenano una improvvisa glaciazione. Cicloni, bufere, tempeste, L'intero emisfero nord del pianeta diviene preda di una glaciazione, e l'unico ad aver previsto tutto è il climatologo Jack Hall... ovviamente inascoltato fino a che non è troppo tardi. A ogni modo, mentre gli States organizzano un esodo verso i paesi caldi limitrofi (n.d.r. Il Messico sarà generosissimo nell'accogliere i compagni meno sfortunati... E qui la politica americana attuale dovrebbe riflettere sull'alzare muri e mettere dazi), Jack si trova costretto a tornare a New York, dove il figlio Sam, e alcuni suoi amici, sono rimasti intrappolati. E' una missione quasi impossibile per il climatologo, ma non può esimersi dal fare un tentativo. Nel frattempo Sam cerca di sopravvivere come può. Si rifugia nella biblioteca pubblica della città, e per tenersi caldo, ha la brillante idea di bruciare i libr... Sì! I libri contabili dell'agenzia delle entrate.

La cosa bella di questo film è l'ironia. Gli effetti speciali sono eccezionali, ma cadono nei soliti cliché che portano lo spettatore a ridere, e non a spaventarsi. Già, perché se in E venne il giorno i superstiti correvano in un prato per sfuggire al vento che arrivava... Qui abbiamo i superstiti che corrono per sfuggire al gelo assassino che arriva. Un po' paradossale, vero?
Del resto è difficile descrivere con immagini l'arrivo di una glaciazione fulminante capace di uccidere tutti tranne i protagonisti della vicenda. Bisogna dare il beneficio del dubbio a chi ha realizzato il film, altrimenti non ci sarebbe stato il film.
E come ho detto, alla fine, il film è divertente, e intrattiene a go-go, per cui non me la sento proprio di bocciarlo. Certo! Ora che me lo sono riguardato a casa non ho potuto provare le sensazioni di quella prima volta... Ma lo sapete come dice il proverbio, vero?
La prima volta non si scorda mai!



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mercoledì 17 luglio 2019

USB Persistente (Lesson 06) - #Domotica #Domoticz #Homebridge #Corso

Glauco Silvestri
Nella scorsa lezione abbiamo installato il nostro dongle zWave sul Raspberry e caricato tutti i sensori nella Dashboard di Domoticz. Per farlo abbiamo prima impostato la chiavetta come hardware sul nostro dispositivo, poi abbiamo staccato la chiavetta e abbinato i sensori uno a uno, quindi reinserito la chiavetta sul nostro Raspberry.

Durante la procedura vi avevo avvisati di un piccolo problema dovuto a come funziona Linux. In pratica, ogni volta che un dispositivo viene inserito nelle porte usb del Raspberry, l'indirizzo seriale delle porte stesse cambia, per cui Domoticz non riesce più a trovare il nostro dongle sull'indirizzo che gli avevamo indicato.
Ebbene, non è vero che ciò accade ogni volta, specie se al nostro Raspberry è connesso solo un device usb, e specie se il nostro Raspberry non viene spento e riacceso mentre il dongle non è inserito. Però può accadere, e vi assicuro che è una cosa che può dare fastidio.

Per questo motivo, oggi, vi spiegherò come rendere persistente l'indirizzo seriale della porta usb in cui inseriamo il nostro dongle. Una volta eseguita questa procedura, dovremo solamente ricordarci di infilare il dongle sempre nella stessa porta usb.

Siete pronti a lavorare?

Connettiamoci al Raspberry via ssh, come nostro solito. Inseriamo userid e password. Assicuriamoci che il dongle sia inserito in una porta usb del nostro Raspberry (n.d.r. Per semplicità, inseriamo solo il dongle così da evitare confusione tra il dispositivo che ci interessa e gli altri, tipo la tastiera e il mouse), e digitiamo il seguente comando:
sudo lsusb -v | grep 'idVendor\|idProduct\|iProduct\|iSerial'
Prendiamo un foglietto e segnamo le seguenti informazioni:
idVendor

idProduct
iSerial 
Se iSerial è uguale a zero possiamo anche ignorarlo.

Ora digitiamo il seguente comando:
dmesg
Sullo schermo apparirà l'elenco dei dispositivi connessi alle porte usb. Per ognuno di essi saranno indicati i campi sopracitati. Cerchiamo la nostra chiavetta (n.d.r. I dati che seguono sono relativi al dongle Aeotec che è in mio possesso, ma non sarà molto diverso per il vostro dispositivo, specie se - come vi avevo suggerito - avete connesso al Raspberry solo il dongle):
idVendor      0x10c4 Cygnal Integrated Products, Inc. 
idProduct    0xea60 CP210x UART Bridge / myAVR mySmartUSB light
Segnamo i numeri che seguono allo 0x, sia per iVendor, sia per iProduct. Ovviamente i numeri indicati in questo post sono solo un esempio e non è detto che siano uguali a quelli che compaiono sul vostro schermo, per cui fate attenzione a copiare correttamente i valori che leggete a schermo.

Ora prepariamo il set di regole che diranno a Linux di non modificare l'indirizzo seriale della porta usb della nostra chiavetta. Digitiamo:
sudo nano /etc/udev/rules.d/99-usb-serial.rules
Si apre il solito editor di testo. Andiamo ad aggiungere quanto segue in coda al file che abbiamo aperto. Ovviamente dovremo mettere gli indirizzi che ci eravamo segnati rispettivamente alla voce idVendor e idProduct.
SUBSYSTEM=="tty", ATTRS{idVendor}=="10c4", TTRS{idProduct}=="ea60", SYMLINK+="ttyUSB-ZStick-5G"
L'indirizzo seriale della nostra usb sarà quello indicato in neretto alla voce SYMLINK.

Ora salviamo tutto quanto premendo contemporaneamente CTRL e O, premendo Enter, e usciamo con CTRL e X.

Riavviamo il sistema:
sudo shutdown -r now
Entriamo nella pagina di Domoticz col nostro browser, andiamo nella configurazione dell'hardware, e identifichiamo la nostra chiavetta usb. Il pulsante Configurazione dovrebbe essere rosso. Ciò significa che non trova il dongle nella porta usb. Clicchiamo su di esso e andiamo a sistemare la faccenda.


Alla voce Porta Seriale, se scorriamo la lista, dovrebbe essere apparso un nuovo indirizzo - ttyUSB-ZStick-5G - ovvero quello indicato nel file di regole che avevamo scritto poco prima. 
Selezioniamolo e premiamo il tasto Aggiorna. Diamo il tempo a Domoticz di riordinare le idee, e il tastino Configurazione dovrebbe tornare verde, e tutti i nostri sensori dovrebbero tornare online. 

Da questo momento in poi non avremo più problemi di indirizzi di porta seriale sul nostro dongle, ma dobbiamo ricordarci di inserirlo sempre nello stesso slot usb in cui si trovava al momento in cui abbiamo reso persistente la porta USB.





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