martedì 31 marzo 2015

Proprio io? Ma non me l'aspettavo!

Glauco Silvestri
Son stato menzionato. Questo piccolo blog è stato inserito nella lista dei 7 meritevoli del Boomstick Award, il premio che, sin dal 2012, viene annualmente assegnato in rete da Book and Negative a sette blogger "cazzuti e meritevoli"(cit.). Si ispira al personaggio di Ash de L’Armata delle Tenebre, che vidi parecchio tempo fa, con tanti difetti e qualche pregio, e che ancora ricordo con piacere.

Ma chi è il colpevole che ha osato tanto da inserirmi in una lista tanto esclusiva? Ovviamente Luca, chi potrebbe mai essere. Blogger che stimo tantissimo, che ho avuto l'onore di conoscere dal vivo, che ha impersonato personaggi da sogno (Magneto, Dredd, e tra poco anche...), che ha un gusto davvero pregiato, è curioso, e... va be', la smetto che altrimenti divento melenso.

Allora! Se ho capito bene ci son delle regole, che infrangono un po' le mie, visto che sono ortogonale alle catene di S. Antonio (n.d.r. Sì, da piccolo spedivo le mille lire sperando che me ne ritornassero molte di più di quelle spedite... E secondo voi è successo? Per lo meno non mi son capitati i disastri preannunciati nel caso non si continuasse la catena, ma agl'altri mi pare che sia andata altrettanto bene pur avendo interrotto la catena). Anche volendo, chi potrei citare per questo Award? Mica posso sceglierli a caso. E poi molti di quelli che avrei/potrei/vorrei citare son già stati citati. Quindi? 

Andiamo per gradi. Seguiamo le regole. Che vanno assolutamente e inequivocabilmente copiateeincollate!

1) i premiati sono 7. Non uno di più, non uno di meno. Non sono previste menzioni d’onore

2) i post con cui viene presentato il premio non devono contenere giustificazioni di sorta da parte del premiante riservate agli esclusi a mo’ di consolazione

3) i premi vanno motivati. Non occorre una tesi di laurea. È sufficiente addurre un pretesto

4) è vietato riscrivere le regole. Dovete limitarvi a copiarle, così come io le ho concepite

Fatto! Ora devo indicare il premio, che è il bannerino che vedete in cima a questo stesso post, e trovate qui.

Ora devo fare le nomination... Aiuto! Chi cito? Chiudo gli occhi e ci provo...


Pennablu! E il primo è andato. Il suo blog mi ricorda 31 Ottobre, parla di quegli stessi argomenti che ho abbandonato qualche anno fa. Lo fa in modo diverso da me, affronta ogni tema buttando lì il suo pensiero, e raccogliendo le testimonianze dei suoi lettori attraverso i commenti. Ogni suo post è fonte di riflessione e dibattito. E' interessante se si è scrittori esordienti... Ma anche per chi ama semplicemente scrivere.



Osteria da Milone. E siamo a due. E' il nuovo blog di Temistocle, altrimenti noto - ora - come Juan Segundo. Qui, il caro compagno di avventure, è tornato ai vecchi lidi. Ci sono raccontini brevi, riflessioni, notizie, appunti... Il tutto preparato con pacatezza e il giusto equilibrio. Alcuni post fanno riflettere, altri cercano il confronto, alcuni drammatizzano, e infine ci son pure quelli che divertono. Lo stile di Temistocle è una certezza. Vale la pena.

Da qui in avanti è tutta salita... Vediamo un po!


FrancescoPhoto Blog. Sono appassionato di fotografia. Su questo blog trovo tutto quello che mi serve. News, test, opinioni, resoconti su happening dedicati a quest'arte, tutto. Lo stile è professionale, non si sbilancia mai e non tifa per questo o quel marchio. Pregi e difetti di ogni macchina provata, test comparativi, tante foto, argomenti interessanti, osservazioni valide. E' un bel punto fermo per me. Lo seguo da anni e non mi ha mai deluso.

Non è mica facile, sapete! Ci sarebbe un altro blog da citare, uno dedicato al cinema che è sempre stato un punto fermo per me. Però ultimamente non è più quello di una volta, ha perso quel quid che tanto amavo, per cui non so mica se vale la pena indicarlo qui. E poi, comunque, arriverei a quattro. Ne mancherebbero tre. Ariano e Luca son già bruciati. Altri blog che seguo non pubblicano da mesi. Altri che seguivo in passato ora non fanno più parte delle mie frequentazioni quotidiane. 

Insomma... Ho già il fiatone e... Temo che mi fermerò qui e dimostrerò una volta ancora che non merito il premio attribuitomi. Non vogliatemene troppo. Anzi no... vedo di rimediare con qualche portale che seguo. Sono Blog? Io credo di sì!

Space.com parla di spazio ad ampio spettro. Dalle missioni NASA, a quelle ESA, ASI, cinesi, indiane, russe, eccetera eccetera. E' in inglese. The Space Review è analogo, e va a completare ciò che manca a Space.com. Assieme son perfetti per capire ciò che capita sopra le nostre teste. Anche questo è in inglese. Military Space News è il numero tre. Sempre in inglese. Parla di guerra, di corsa agli armamenti, e mostra in modo più obiettivo ciò che ci sta capitando attorno. Lo sapete, per esempio, che Cina e Giappone stanno facendo una corsa agli armamenti fuori dal comune, e che sono in lotta per il controllo del mar della Cina? E avete idea di quanti bombardieri sovietici invadano lo spazio aereo europeo tenendo i transponder spenti, e soprattutto viaggiando a velocità supersonica? Qui trovate tutto. Il blog di Michele Di Salvo, editorialista italiano, si occupa principalmente di politica, mi piace come la pensa, e anche quando sono in disaccordo, mi piace come espone le sue analisi. E' sempre dettagliato, ha il giusto garbo anche se sa pungere, e non guarda in faccia a nessuno. Se ha una critica la fa. E' un bel punto di riferimento.

Quattro e tre fan sette. Ce l'ho fatta. Forse avrei ancora qualche link interessante da citare, ma come dettano le regole, mi fermo qui. Mi par di averle già violate un pochettino e mi sento in colpa.


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Una notte al Museo 3: Il Segreto del Faraone - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
L'ho visto solo perché - se non erro - in questa pellicola c'è l'ultima apparizione cinematografica di Robin Williams. Una Notte al Museo 3 suona proprio di produzione fatta solo per incassare al botteghino, e non son neppure tanto sicuro che siano riusciti nell'impresa, perché rispetto ai precedenti due film, qui c'è davvero poca carne al fuoco.

E' passato qualche anno dall'ultima avventura di Larry. Il museo di storia naturale va a gonfie vele, ma al momento della presentazione di un evento epocale, di una grande novità (n.d.r. un planetario vivente?), i soliti personaggi sembrano comportarsi in modo strano, e addirittura violento. Investigando sull'accaduto, Larry scopre che la tavoletta di Ahkmenrah sta per esaurire il suo potere magico. Per cercare di risolvere la situazione il guardiano si reca al British Museum, a Londra, dove sono conservati i genitori di Ahkmenrah, per chiedere loro un consiglio. Appena arrivato, però, si rende conto che tutti i suoi amici, da Jedediah ad Attila, lo hanno seguito, per accompagnarlo nella sua particolare missione. E come va a finire lo immaginiamo tutti, vero?

Il film mi pare svogliato. Si vuole strafare ma in realtà si finisce per non produrre nulla di davvero bello. Sì, si ride. Lancillotto è uno spasso, e la scena a Pompei è gradevolissima, ma si nota subito che siamo a corto di idee. La trama traballa. Il guardiano del British non ha appeal sufficiente per reggere la scena. La comparsa improvvisa di un Neanderthal con le fattezze di Larry lascia un po' il tempo che trova. Il ricongiungimento familiare di Ahkmenrah emoziona il giusto. Diciamocelo chiaramente: boh!

Se proprio volete vederlo, io immagino sia per lo stesso mio motivo, ovvero chiudere il cerchio della trilogia. Punto.



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lunedì 30 marzo 2015

Akira - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Chi non conosce Akira? E' stato 'il cartone animato' per tutti gli anni novanta. Era il punto di riferimento, sia per complessità della trama, estremamente adulta e profonda, sia per la qualità realizzativa del film. Molti, ancora oggi, parlano di un capolavoro indiscusso... E probabilmente è davvero così.

La trama! Siamo ambientati anni avanti rispetto la terza guerra mondiale. Il pianeta si sta lentamente riprendendo. Tokyo è una città ancora devastata dal conflitto, ed è terreno fertile per un gruppo di bande motociclistiche costituite da adolescenti in perenne lotta tra loro. Queste bande seminano violenza nelle strade e la polizia non può che lottare tenacemente e in modo brutale contro di esse. Il contesto generale vede una popolazione che ancora fatica a superare le conseguenze del conflitto. Tutti conoscono Akira. Si tratta di una entità effimera, la consapevolezza è diffusa senza che mai se ne parli. Nella realtà è il frutto di un 'esperimento' militare, o forse è meglio dire la 'conseguenza' di un esperimento militare.
Durante l'ennesima scorribanda tra motociclisti il giovane Tetsuo investe un giovane mutante in fuga. Ciò fa sì che il mutante sia ricondotto nel luogo protetto dove aveva vissuto fino a quel momento, e allo stesso tempo - visto che il motociclista rimane ferito - la sua cattura.
Mentre la banda di Tetsuo cerca di capire cosa sia successo al loro compagno, il ragazzo è ricoverato in un ospedale segreto. L'incidente col mutante ha liberato in lui una parte nascosta del suo essere. E' un processo simile a quanto accadde ad Akira durante la terza guerra mondiale. Gli scienziati sono curiosi, e soprattutto sono convinti di poter contenere quanto sta accadendo. Ma Tetsuo riesce a liberarsi dalla prigionia. Spinto dal desiderio di tornare libero, dalla voglia di rivalsa nei confronti del capo della sua banda (la moto diventa il simbolo di questa rivalità tra i due giovani), torna nel suo quartiere. Ma l'assenza delle medicine scatena in lui una violenta e incontrollabile mutazione...

Quanta carne al fuoco. La guerra tra bande giovanili. Una società che stenta a riprendersi. La politica corrotta. I militari che ancora eseguono esperimenti sugli ESP per poter ottenere nuove armi. Il desiderio di libertà dei giovani. L'oppressione della polizia. Una scuola incapace di offrire opportunità per il futuro. Che altro? Akira, il bambino che quasi riuscì ad elevare sé stesso a una forma di vita superiore e incorporea, e che ci sarebbe riuscito se i militari non l'avessero soppresso per condurre esperimenti su ciò che rimaneva del suo corpo. E Tetsuo, già ribelle e che si sentiva 'costretto' dai limiti del suo corpo, e del suo essere bambino. Lui ottiene qualcosa nell'occidente, lo sblocco di un qualche catenaccio che teneva il suo spirito incatenato alla corporeità della sua esistenza. Il suo potere latente, la sua... Nel cartone si parla di un potenziale presente in ognuno di noi, e che solo pochi riescono a esprimere in modo minimo attraverso la creatività, ma che a causa del terzo conflitto mondiale, delle radiazioni, non so che altro, alcuni ottengono l'opportunità di varcare questi limiti e diventare qualcosa di più... come dire, potente? completo? Difficile a dirsi e a spiegarsi.

Il disegno di Katsuhiro Otomo è evidente, e in questo anime è davvero ben realizzato. Certo, molti quesiti rimangono in sospeso perché la storia è complessa e per quanto l'anime sia lungo, il fumetto è sicuramente più completo ed esaustivo. Però, con un po' di attenzione, è evidente il messaggio che si vuole trasmettere. E lo si fa con arte davvero sublime. E' un capolavoro? Se non lo è, ci arriva comunque davvero vicino.

Lo Stra-Consiglio!

Note: Qui trovate un cofanetto davvero completo!


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domenica 29 marzo 2015

Fedeltà al Re

Glauco Silvestri
Avevo giurato fedeltà al re, e per quanto fosse un nano senza un grammo di coglioni, non potevo macchiarmi di un atto contro di lui.

Il sentiero degli dei (Wu Ming 2)
Evidenziazione Pos. 625-26

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sabato 28 marzo 2015

Pianeta Rosso - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Pianeta Rosso è sicuramente una distrazione piacevole, molto più efficace del contemporaneo Mission to Mars, e dai contenuti più scientifici che fantascientifici (mentre Mission to Mars ha contenuti più spirituali, per certi versi...).

Siamo nel 2050, la Terra sta diventando invivibile e l'umanità deve cercare altri pianeti su cui trasferirsi prima che accada l'inevitabile. Marte è la destinazione più praticabile, prima però è necessario tentare un processo di terraformazione. Per questo motivo sono state inviate sul pianeta rosso delle apparecchiature che avrebbero dovuto fondere i ghiacci dei poli, e fornire alimento a delle alghe che poi avrebbero prodotto ossigeno. Tutto pareva andare bene finché a un certo punto i sensori hanno cominciato a segnalare una perdita di atmosfera respirabile. Per questo viene mandato fin là un gruppo di scienziati. 
L'equipaggio è composto dal comandante Kate Bowman e da altri cinque astronauti. Dopo il lungo viaggio verso Marte, un'eruzione solare danneggia la nave spaziale e costringe i cinque uomini a un atterraggio di emergenza mentre Bowman rimane a bordo a cercare di risolvere i problemi sulla nave principale.
L'atterraggio su Marte è duro. Un membro dei cinque astronauti rimane gravemente ferito, e il luogo dell'atterraggio è in un luogo sconosciuto, gli altri cominciano a camminare sulla superficie in cerca della stazione sperimentale quando... Si accorgono allora che l'habitat è distrutto e le alghe non riescono a sopravvivere. Le riserve d'aria scarseggiano, e il nervosismo li mette l'uno contro l'altro. Persino il drone AMEE si rivolta contro di loro. La missione sembra fallita ma...

E' un film divertente, con azione e avventura. Ciò che più mi piace di questa pellicola è però il fatto che essa cerchi di essere credibile. Il metodo di atterraggio di emergenza su Marte con degli enormi Air Bag è effettivamente in studio da parte della NASA. I sistemi di cartografia in Realtà Aumentata son già disponibili sui cellulari odierni. Il drone che osserva dall'alto le mosse dei superstiti non è molto differente dai mille droni che oggi infestano il mercato del modellismo, e non solo. Anche le tecniche di terra-formazione citate nel film non sono poi tanto distanti da quelle ipotizzate realmente. E non si può dimenticare che la superficie del Pianeta Rosso viene resa riconoscibile anche citando le varie sonde che furono utilizzate per esplorare il pianeta, vedi la Cosmos e il Mars PathFinder. Questi sono elementi che di sicuro non posso trascurare. E non si può trascurare il buon lavoro della regia, e degli attori. Meno belli sono la intro e il finale, entrambi realizzati con una voce narrante un po' fuori luogo e davvero bruttina.

Però, nel complesso, è un film da vedere. E ve lo consiglio volentieri.


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venerdì 27 marzo 2015

Per esperienza è provato...

Glauco Silvestri
Questo per esperienza è provato, che chi non si fida mai sarà ingannato.



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giovedì 26 marzo 2015

Educazione Siberiana - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Educazione Siberiana è un film dalle molte sfaccettature. Quella che più apprezzo è - come ormai i 'miei lettori' avranno capito, quella in cui si parla di rapporti umani. Qui tale rapporto si rispecchia nell'amicizia tra Kolyma e Gagarin, due ragazzi nati nello stesso quartiere e cresciuti sempre assieme, finché un evento non li separa per sette anni.

Il contesto è quella di una Unione Sovietica in pieno subbuglio. Siamo tra il 1985 e il 1995. In Russia i siberiani sono considerati un popolo di criminali, criminali con particolari regole d'onore che li rendono, sì spietati, ma allo stesso tempo rispettabili. La Russia, nel periodo in cui Kolyma e Gagarin crescono, è sottoposta a subbugli geo-politici non indifferenti. Basti pensare al crollo del muro di Berlino, alla Perestrojka, e alla fine della Guerra Fredda. I due ragazzi stanno crescendo seguendo la rigida educazione siberiana. Sono criminali spietati ma con una regola. Per certi versi sono "Criminali Onesti". Quando Gagarin viene arrestato e condannato a 7 anni, il rapporto tra i due amici si congela. Ma al ritorno Kolyma scopre che Gagarin è completamente cambiato. Quest'ultimo non segue più il codice, pensa solo ad arricchirsi, non ha più rispetto per nessuno. La rottura tra i due è inevitabile, in particolare quando Gagarin comincia a fare uso di droghe, a collaborare con il Seme Nero, e infine, stupra la giovane e innocente Xenya.

Il film è intenso, commuovente e crudo allo stesso tempo. Contiene momenti di gioia, istanti divertenti, e situazioni colme di tensione. Il contesto storico è interessante, l'ambientazione è potente, gli interpreti sono davvero ottimi nel calzare i panni dei personaggi loro affidatigli. Malkovich è perfetto. La regia è incredibile (n.d.r. del resto si parla di Salvatores), insomma... è difficile trovare difetti in questa pellicola. No, non ce ne sono. Fotografia, storia, emozioni, interpretazioni... è una vicenda che incolla allo schermo. Ecco, di sicuro non è un film con i ritmi pressanti del cinema hollywoodiano, questo però, a mia opinione, è un pregio non trascurabile, perché un film va vissuto, non subito.

E' evidente che il libro, o per meglio dire la trilogia di libri, da cui il film è stato tratto può dare molto di più. Io ammetto che devo ancora cominciare a leggerla, ma già questa pellicola è di buono auspicio, ve l'assicuro.




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mercoledì 25 marzo 2015

La morte di un uomo

Glauco Silvestri
La morte di un uomo, in qualunque circostanza, è terribile. Si apre un buco nel mondo. E noi dobbiamo rispettare quella scomparsa. Altrimenti il buco non si chiuderà più.

1Q84 - Libro 3 (Murakami Haruki)
Evidenziazione Pos. 5723-25

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martedì 24 marzo 2015

Lost in Space - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Avevo ricordi piuttosto confusi di Lost in Space. Ricordavo fosse un adattamento cinematografico della serie televisiva omonima (anno 1965), ricordavo che c'era Joy di Friends, e poco altro. Allora mi son detto: Perché non lo guardo di nuovo?

Siamo in un futuro prossimo. La Terra si è evoluta notevolmente e ormai non è più devastata da guerre. C'è maggiore attenzione per l'ambiente, ogni prodotto viene riciclato al 100%, eccetera eccetera, ma tutto ciò non è bastato a salvare il pianeta, perché la nuova politica è cominciata quando ormai era troppo tardi, e rimangono poche decine di anni prima che la Terra non riesca più a sostenere la vita umana.
Fortunatamente la tecnologia è già arrivata al punto tale da permettere all'uomo di viaggiare comodamente nello spazio, e nuove tecnologie promettono balzi nell'iperspazio, così da consentire di raggiungere luoghi troppo distanti. E' persino stato trovato un pianeta abitabile, Alpha uno. La famiglia Robinson (una famiglia di geniacci) si è offerta di intraprendere un viaggio di 10 anni per raggiungere quel pianeta, e iniziare laggiù la costruzione di una porta dimensionale analoga a quella che si sta ultimando in orbita alla Terra.
Il problema è che c'è un gruppo di terroristi che vuole impedire questo viaggio. E così, poco dopo il decollo, la nave dei Robinson viene dirottata, e solo per il rotto della cuffia tutto si risolve per il meglio... però... però i sistemi di navigazione sono danneggiati, e per evitare di precipitare sul Sole, i Robinson sono costretti a compiere un salto nell'iperspazio senza utilizzare le porte dimensionali. Ciò li proietta in una regione remota della galassia, mai esplorata, e da cui è impossibile identificare il nostro sistema solare. Insomma... si sono persi!

Carino, divertente, ben realizzato. E' evidente che si tratta di un film orientato alla famiglia, strizzando l'occhio ai più piccoli, però c'è tanta carne al fuoco, e anche gli adulti si possono divertire nel guardarlo. Al centro di tutto è ovviamente la famiglia Robinson. E gli interpreti sono di prim'ordine, a partire dal bravo William Hurt, passando per Gary Oldman, e persino Matt leBlanc indossa bene i panni del maggiore Don West. 
La CGI è convincente nonostante il film sia datato 1998, le ambientazioni sono ben costruite, tutto quadra. E' un bel luna park con tematiche interessanti quali le distorsioni temporali, le mutazioni, il rapporto padre-figlio, le dinamiche adolescenziali... Come ho già accennato, è un film per famiglie dove ogni membro può trovare un personaggio con cui immedesimarsi.

Lo consiglio.

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lunedì 23 marzo 2015

L'eclissi visto da Bologna - #Eclipse2015

Glauco Silvestri
Era il lontano 1999. All'epoca mi trovavo in mezzo ai Menhir francesi quando l'eclissi cominciò a manifestarsi. Era stata una giornata piovosa. Non pensavo avrei visto l'evento, così non mi preparai adeguatamente. Le nuvole si aprirono all'improvviso, giusto una mezz'ora. Il sole era lì, e la luna lo coprì completamente. Scattai solo un paio di foto, senza filtri, nell'immagine riflessa da una pozzanghera.

E' il 2015. Sono in ufficio. Da Bologna l'eclissi è visibile solo al 60%. Ho con me un cavalletto, la macchina fotografica, e in ufficio abbiamo i filtri adatti. Sono le nove e mezza. Preparo tutto quanto. In realtà, i filtri sono introvabili, per cui mi rassegno a filmare l'evento senza usarli. Mi ci vorrebbe un cavalletto con inseguitore, ma si fa quel che si può. E la mia macchina ha un ottimo zoom, ma non è altrettanto brava a mantenere la messa a fuoco (perdonatela, è una bridge... un'ottima bridge, all'epoca in cui l'acquistai era il meglio del meglio, ma come tutte le bridge soffre per via del sensore piccolo). La punto verso il sole. La macchina mette a fuoco l'immagine, poi la perde, poi la ripiglia, poi la perde... Ho sacramentato parecchio. E ho sacramentato parecchio anche quando, ogni 7-8 minuti, dovevo muovere tutto per seguire il sole nel suo cammino verso lo zenit.

Poi arriva la bella notizia, son stati trovati i filtri. E' tutto un altro andare, ora, con i filtri. Ho girato dalle 9.30 alle 11.20, quando la batteria della macchina fotografica mi ha tradito (n.d.r. Ecco, vedi che mi ero dimenticato qualcosa, non l'avevo ricaricata, e aveva solo due tacche!). 
Mentre giravo il filmato ho scattato anche qualche foto col cellulare, non al sole, alla macchina che stava registrando. Le immagini le ho già pubblicate su twitter, le trovate sul mio profilo, c'è pure un breve video che mostra la mia postazione improvvisata di registrazione. Qui nel post ne ho messe due, giusto per documentare l'evento.

Nel video qui sotto trovate il montaggio dei tre filmati girati dalla macchina (il primo di 39 minuti, il secondo pure, il terzo un po' più breve). Li ho assemblati velocemente, ho corretto un po' la vibrazione (specie nei momenti in cui dovevo muovere la macchina per continuare a inquadrare il sole). Ho accelerato il tutto di 20 volte, così che la visione duri poco meno di quattro minuti. Ho lasciato l'audio originale, anch'esso accelerato di 20 volte. Quei rumori strani sono dei giardinieri che tagliano l'erba in un condominio vicino, la radio che ascolto al lavoro, i miei sacramenti, alcuni commenti di colleghi di passaggio, lo squillo del telefono, e il mio lavorare alla stazione cad tra un intermezzo e l'altro.

Per concludere... Eccovi il filmato!





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domenica 22 marzo 2015

Tanti Soprannomi

Glauco Silvestri
Quando qualche gruppo umano riesce a ottenere tanti soprannomi vuol dire che è particolarmente detestato.

Il perdono a dio (Massimo Citi)
Evidenziazione Pos. 326-27


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sabato 21 marzo 2015

Maze Runner - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Al cinema non l'avevo visto... E mi pento di tutto ciò! L'avevo classificato come il solito film Young Adult dal sapore ingentilito pieno di tanti giovani dal bel faccino, tanto love, poca profondità e/o una trama che segue il solito schema ormai abusato. Ho esagerato, lo ammetto, ma questo pensavo, e lo ribadisco, me ne pento.

Maze Runner è davvero un bel film, ben costruito, con una struttura solida, emozioni, mistero, poco love, e quel pizzico di indeterminazione che arriva fino alla fine della pellicola senza mai lasciare scampoli di capire il costrutto generale. Ovviamente ho visto il film senza leggere i romanzi, altrimenti mi sarei perso metà del piacere nel vedere la pellicola.

Ma parliamo della trama. Siamo in un futuro prossimo, questo ve lo spoilero, anche se lo si comprende solo a film molto avanzato. Il giovane Thomas viene proiettato nel bel mezzo di un labirinto. Quell'area è una specie di giardino dove vivono altri ragazzi come lui, e che come lui si ritrovano la memoria completamente svuotata. Questa comunità vive in una struttura piuttosto semplice e funzionale. Attorno a loro ci sono mura altissime, oltre le quali si dipana un labirinto. Di giorno le porte del labirinto si aprono. E' in quel momento che i velocisti entrano e cercano una via di uscita. La notte però si torna tutti al giardino, perché le porte si chiudono, ma al di là delle mura c'è qualcosa che uccide spietatamente. Il fatto è che Thomas è curioso, e non accetta l'insieme di dogmi che hanno tenuto insieme la fragile società di quei ragazzi impauriti. Per cui non segue le regole, e entra nel labirinto.Ciò mette in crisi l'intera società dei ragazzi... ma soprattutto, avvia una serie di eventi che spingeranno, volenti o nolenti, i giovani ad affrontare le avversità oltre le mura.

Potente dal punto di vista emotivo. I ragazzi sono molto diversi tra loro. Ci sono i ragazzi alfa capaci di tenere le redini del gruppo. Quelli bravi a usare le mani e a costruire. Quelli che vedono nelle regole un dogma religioso. E poi c'è Thomas, che a causa della sua curiosità mette in dubbio ogni certezza proposta da chi è entrato nel labirinto prima di lui. Ma il motore di questo film sono le domande che lo spettatore si pone: Perché sono nel labirinto? Chi ce li ha messi? Cosa c'è fuori dal labirinto? Il film mi ricorda molto The Cube, e la sua struttura è davvero molto efficace. I ragazzi son tutti molto bravi nei loro ruoli. Non è una storiella piatta. Qui c'è parecchio materiale, ed è ben esposto e raccontato. Il film ti tiene lì fino in fondo e oltre.

Ve lo dico, tanto nasce da una serie di libri fantasy/fantascientifici. Il finale è aperto, ma è comunque conclusivo. Non si rimane delusi, piuttosto si vorrebbe vedere come va avanti. C'è talmente tanto di inspiegato che questa saga potrebbe catturare lo spettatore esattamente come ha fatto Lost. Si spera, ovviamente, che tutto non degeneri in qualcosa di... ehm. Fine. Non vado oltre.


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venerdì 20 marzo 2015

Melting Pots

Glauco Silvestri
Qualche giorno fa mi ha scritto Google. La sua mail mi segnalava dei problemi nella conversione del mio sito in mobilità, e che per questo il motore di ricerca avrebbe mappato le pagine problematiche in modo tale che potessero essere viste solo come da browser tradizionali.

Era parecchio che pensavo a questo problema, ne ero consapevole. Solo che mi mancava il tempo per poter lavorare con calma. Volevo pure cambiare un po' il look del mio sito, volevo renderlo più moderno e dinamico. Stavo addirittura pensando di investire qualche euro in più per acquisire l'uso dei database e dei CMS complessi, così che gli aggiornamenti sarebbero stati più immediati e semplici (fino a ieri il mio sito era a pagine statiche, praticamente come i siti anni '90, con giusto qualche automazione java per fare qualche effetto semplice semplice). Ieri, magari qualcuno se ne è accorto, ho fatto persino qualche prova nei ritagli di tempo. Però c'era troppo da lavorare... e non ho più l'età per fare le ore piccole davanti al Mac per immaginare, disegnare, impostare, e realizzare la mia nuova pagina web. 

Alla fine ho optato per una soluzione differente. Ho reindirizzato questo blog. O meglio, se uno digita l'indirizzo del mio sito finisce nella pagina dedicata agli ebook; mentre se uno digita l'indirizzo del mio blog finisce sulle pagine del blog. Se guardate in alto, sotto al banner di presentazione del blog, i tasti che conducono alle pagine statiche del blog sono cambiati. Ora son presenti i miei ebook, la mia galleria di disegni, la mia galleria fotografica, i link ai siti di accompagnamento di alcuni miei lavori, il mio curriculum, eccetera eccetera.

In pratica ho accorpato tutto su questo blog. La cosa mi è parsa più pratica, semplice, veloce da realizzare. Soprattutto, questo blog è visionabile comodamente anche da dispositivo mobile, per cui non posso che essere soddisfatto. Spero, ovviamente, che l'esperienza di navigazione finisca per piacere a tutti quelli che mi seguono (tra l'altro è probabile che troveranno confortevole trovare tutto in uno stesso luogo).

Ho fatto anche delle semplificazioni. Nella pagina dedicata agli ebook è sufficiente cliccare sulla copertina di un libro per essere rediretti sulla pagina Amazon dove poterlo acquistare. Per gli ebook gratuiti, visto che ormai sono Kindle Oriented (nonché Affiliato Amazon), il click avvierà direttamente il download del file Mobi. Solo Alla Deriva, è diverso, essendo un ebook gratuito di Scudo Edizioni, ho linkato il pdf zippato che offre l'editore. Mancano ancora gli audiobook. Risolverò a breve, lo prometto.



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Il popolo italiano

Glauco Silvestri
L'italiano è un popolo straordinario. Mi piacerebbe tanto che fosse un popolo normale.

Francesco Tullio Altan


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giovedì 19 marzo 2015

Supernova - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Imbarazzante... lo ammetto. L'avevo rimosso completamente, per cui l'altra sera mi son deciso a rivedere Supernova. Non è imbarazzante il fatto che l'abbia rimosso, non fraintendetemi, è imbarazzante che abbia deciso di rivederlo.

Siamo all'alba del XXII secolo. L'astronave 'Nightingale 229' è una sorta di ambulanza dello spazio. Sta compiendo una spedizione di routine nello spazio profondo quando riceve un messaggio di soccorso. Il messaggio proviene da un asteroide che fino a poco tempo prima ospitava una miniera, e che fu abbandonato perché era uscito dalla propria orbita ed era stato attratto dalla forza gravitazionale di una Supernova non molto lontana. L'astronave si precipita in suo soccorso ma, compiuto il balzo nell'iperspazio, si ritrova proprio sulla rotta della Supernova sopracitata. Dopo un carambolante tentativo di salvare la nave, i membri dell'equipaggio si dedicano alla loro missione prioritaria. Raccolgono un giovane dall'asteroide, il quale racconta di essersi recato su di esso per fare soldi recuperando materiale ancora in buono stato dai resti della miniera. Racconta inoltre di essere stato abbandonato dai suoi compagni per la missione non aveva portato ad alcun profitto. Ma la sua versione non regge. Nel suo shuttle viene rinvenuto un artefatto alieno. L'intero equipaggio è concorde nel sbarazzarsi di un qualcosa di potenzialmente pericoloso, ma il ragazzo si oppone, e comincia a uccidere, uno per uno, i membri della nave ospedale.

Che è imbarazzante l'ho già detto, vero? Il film è intriso di sesso per ovviare a una trama traballante. A parte il fatto che dubito si riesca a fare in condizioni di gravità zero (per lo meno senza conseguenze fisiche dovute all'inerzia), l'equipaggio della Nightingale è davvero surreale. Sono quattro uomini e due donne. Una è una coppia sin dalle prime scene si mostra nel bel mezzo dell'atto. Il capitano guarda cartoni animati, e muore quasi subito. Il vice comandante ha un flirt con la dottoressa di colore. Il tecnico di bordo, invece, è innamorato - e ricambiato - dal computer di bordo. Già questo farebbe venir voglia di espellere il disco dal lettore. Se poi si aggiunge il cattivo, che poi altri non è che un vecchio amante della dottoressa, si va sul surreale.
A salvare la pellicola è una CGI che regge bene, una discreta fotografia, e una buona colonna sonora. Per il resto bisogna proprio spegnere il cervello e godersi lo show. E comunque si finisce per annoiarsi, visto che la caratterizzazione dei personaggi è davvero banale e piatta. Il robot di servizio ha più personalità dell'equipaggio umano, così come il computer di bordo. 

Si salva davvero poco. Lasciate perdere.



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mercoledì 18 marzo 2015

Piaceri e Dolori

Glauco Silvestri
Tolstoj: I piaceri si somigliano tutti, mentre ogni dolore è leggermente diverso dagli altri.

1Q84 - Libro 3 (Murakami Haruki)
Evidenziazione Pos. 5877-78


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martedì 17 marzo 2015

Body Worlds (Il Catalogo) - #Libro #Recensione

Glauco Silvestri
Era l'11 febbraio dell'anno scorso. Andai a visitare la mostra che, probabilmente, più di tutte le altre ricorderò negl'anni. Il processo di plastinazione ha aperto un mondo nella divulgazione scientifica, e ha permesso anche a chi poco sa del corpo umano, di vedere com'è fatto dentro, come funziona, e come sono fatti i danni che un comportamento sbagliato può provocare.

Presi il catalogo... Ma fino a oggi non ho mai avuto occasione di leggerlo, e di dedicargli la giusta attenzione.

Il libro si apre raccontando per brevi passi la storia di colui che ideò la plastinazione, ovvero Gunther von Hagens. Una storia per nulla banale, di un ragazzo appassionato di anatomia costretto a vivere a cavallo del muro di Berlino, e per un paio di anni, addirittura in prigionia. Prosegue con la spiegazione in modo maccheronico della sua idea, sull'evoluzione della ricerca sull'anatomia umana, fino alla fondazione degli standard per questa tecnologia incredibile, e l'apertura a tutti i risvolti che essa ha permesso... Compreso quello imprevisto della rappresentazione artistica.
Fa impressione il vedere corpi umani così esposti. Gunther afferma che le rappresentazioni anatomiche del Body Worlds non sono rappresentazioni artistiche, ma comprende che sia facile indulgere sull'errore. Anche i corpi disposti in posizioni realistiche (il chitarrista, i ballerini, i giocatori di poker, e così via) hanno in realtà uno scopo scientifico. Il poter vedere come funziona il nostro corpo durante la vita di tutti i giorni, poter fotografare il modo di lavorare dei muscoli, dei tendini, dei nostri organi interni, è estremamente importante dal punto didattico. Ricordo, giusto per fare un esempio, quanto tempo trascorsi nello studiare la posizione dei tendini delle mani, dei muscoli, e delle ossa, nel chitarrista. In quel periodo giravo sempre con i polsi fasciati per via di una infiammazione dovuta alle mie ore di studio sulla chitarra... Per cui, immagino, potete capire che la mia curiosità andava ben oltre alla rappresentazione artistica di quell'opera. 
Poi il testo si focalizza sul corpo umano. Si divide nelle sessioni fondamentali, partendo dall'apparato scheletrico, proseguendo nell'illustrazione del sistema nervoso, l'apparato circolatorio, poi il sistema gastrico, quello respiratorio, l'apparato riproduttivo, mostrando in ogni sessione sia il funzionamento normale, sia quello atipico dovuto a malattie e tumori. A ciò si aggiunge qualche pagina dedicata al feto, e una sessione fotografica finale di davvero ottima qualità.

Un volume completo, interessante, mai troppo complicato, ed esaustivo nei confronti della curiosità superficiale di uno non addetto ai lavori.

La qualità del volume, per quanto non sia in copertina rigida, è davvero ottima. E' stampato su carta pesante, piacevole al tocco, e di ottima qualità dal punto di vista fotografico. Insomma, un testo davvero bello da vedere e leggere.
 



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lunedì 16 marzo 2015

Constantine - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Constantine... Chi non conosce il fumetto che ispira questo personaggio? Se penso che all'inizio era solo un personaggio secondario della serie horror Swamp Things, e che solo dopo diverse comparsate qua e là, ha avuto una sua serie regolare... Mi pare incredibile, davvero! 

Ma qui stiamo parlando del film, anche se ce ne sarebbe da dire su John Constantine, non credete pure voi? A parte il fatto che vede i demoni, non ha particolari poteri, non è un super eroe, tutt'altro. E poi, cosa non da poco, nella saga a fumetti invecchia in tempo reale... Questo significa che ogni anno che passa nella vita reale, il personaggio del fumetto invecchia di un anno. Credo sia l'unico personaggio comics che invecchi... Ma non sono abbastanza ferrato nell'argomento per dirlo con certezza.

Tant'è, il film, giusto, non divaghiamo. John Constantine si occupa di demoni. Ha poteri paranormali, lui vede ciò che agl'altri è negato. Vede i mezzi demoni, i mezzi angeli, e sa che esistono piani di esistenza paralleli al nostro dove demoni veri e angeli veri vivono e... Lottano. Noi, nel mezzo, così lo spiega Constantine all'inizio del film, siamo frutto di una scommessa, un gioco... Quante anime riuscirà a raccattare il Diavolo, o Dio, usando solo la forza della persuasione? Solo che negl'ultimi tempi sta accadendo qualcosa di strano. I demoni stanno cercando di passare di qua. E' stata ritrovata la lancia che ferì e uccise Gesù mentre era in croce. E con il sangue del figlio di Dio a disposizione, e un buon Medium, ecco che il portale si può realmente aprire. A fare lo sgambetto ai progetti dei demoni c'è solo lui, e la detective Angela Dodson. Quest'ultima, in realtà, sta investigando sulla morte della sorella gemella, ma l'indagine punta dritto al detective del paranormale, per cui...

Davvero ben fatto. Keanu Reeves se la cava egregiamente nel calzare i panni di John Constantine. Altrettanto convincente è la bellissima Rachel Weizs. Molto bravi i comprimari. Perfetti gli effetti speciali, davvero credibili. Non mancano colpi di scena, momenti memorabili, angoli divertenti. C'è il ritmo giusto. L'interpretazione del personaggio non esce troppo da quanto dettato dai fumetti, pur semplificando l'universo di HellBlazer alla cultura cattolica (in realtà, nel fumetto persistono tutte le religioni contemporaneamente). Tanta semplificazione, quindi... diciamo che il film si ispira liberamente al personaggio, poi, per rimanere nel contesto narrativo delle due ore, è stato creato un plot compatibile che potesse autosostenersi senza far troppo storcere il naso agli appassionati (per i puristi, invece, non c'è stato nulla da fare!).

Insomma... Mi è piaciuto parecchio. Non annoia, diverte, tiene inchiodati davanti allo schermo. Lo consiglio.


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domenica 15 marzo 2015

Le Parole

Glauco Silvestri
Le parole servono a ingannare. Tanto più sono precise tanto più ingannano.

Il perdono a dio (Massimo Citi)
Evidenziazione Pos. 326-27


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sabato 14 marzo 2015

Dylan Dog - #Films #Recensioni

Glauco Silvestri
Sì, sì, sì... Lo so che questo film ha poco da spartire col noto fumetto bonelliano. Del resto sono stato un lettore assiduo del fumetto fino al numero 142, poi ho mollato il colpo perché aveva perso quel quid che lo rendeva differente... Già, quel quid che col numero 100 poteva davvero chiudere un ciclo. E difatti ho voluto ricordarlo così, ho dato via i 42 numeri successivi, e mi son tenuto la saga da 1 a 100, dove il numero 100 è davvero un gran-finale, e chi ha letto Dylan sin dagli esordi lo sa!

Ma torniamo a bomba e parliamo di Dylan Dog. Un film che è stato martoriato sin da prima della sua nascita. Non si poteva usare un maggiolone giallo perché si sarebbero violati i diritti cinematografici di Herbie. Non ci poteva essere Groucho perché ovviamente è un richiamo a un noto comico e anche lì si violava qualche diritto. Non si poteva girare a Londra per motivi di costo. Per cui cosa ne è rimasto? Un discreto film di vampiri e licantropi, con qualche bella ragazzotta, il bel faccino tenebroso - ma plastico - di Brandon Routh (Che non è il Rupert Everett a cui si ispira il personaggio bonelliano, ma ci può stare, non stona), e una trama divertente e scanzonata. Per cui dimentichiamo di essere puristi, e godiamoci la pellicola. E facciamo pure finta che non sia mai stato fatto neppure Della Morte Dell'amore, ok?

New Orleans. Dylan Dog è un investigatore dell'incubo in pensione. Lo è da quando i vampiri gli hanno ucciso la sua Morgana... E ha fatto una strage violando ogni regola di neutralità. Già! Narra la legenda che per evitare che la guerra tra mannari e vampiri devastasse la Terra, si facesse una sorta di tregua, e che un umano avrebbe fatto da ago della bilancia per sistemare chi cercava di fare il furbo... Ovviamente questo umano era ed è Dylan. Ora però si è messo a fare l'investigatore privato 'tradizionale'. Ha un assistente un po' goffo e un po' no, di nome Marcus, e vive nella sua diciamo pacifica disperazione per aver perso la donna della sua vita. Solo che scompare un cimelio dalla casa di un vecchio commerciante d'arte. Il cimelio contiene il sangue di un demone, e i vampiri ambiscono ad averlo, per risvegliare il mostro, e scatenare l'inferno. Dylan investiga sulla morte del commerciante, non sapendo del cimelio, perché convinto dalla avvenente figlia della vittima. Comprende subito che nel delitto è coinvolto un mannaro. E anche... un giovane vampiro... 

Tanta carne al fuoco. Il film ondeggia tra commedia e film del terrore. La parte investigativa è ben costruita, così come la New Orleans demoniaca. Carina l'idea del mercato della carne, e i camei con gli zombie sono utili a distendere la tensione. A mio parere è ben costruito il lato mannari, mentre i vampiri son sempre un po' troppo uguali a loro stessi, e non mi hanno convinto un granché. Poco efficace l'interpretazione della bionda Anita Briem. Ha un ruolo da doppiogiochista in questo film e non riesce a nasconderlo poi così bene. Deve - ovvio - dimostrarsi interessata a certe informazioni carpite seguendo Dylan nella sua investigazione, ma lo fa in modo troppo innaturale, poco spontaneo. E' un peccato perché in altri momenti del film invece convince. Su Routh mi sono già espresso. E' il classico attore moderno Hollywoodiano. Un paio di espressioni in toto, belloccio e con un fisico perfetto. Un po' fumetto un po' no. Non trasmette empatia. Ma regge il film tutto da solo, e in un modo o nell'altro ce la fa.

Nel complesso si guarda volentieri, è divertente, ci si distrae dalla quotidianità. Non è un capolavoro, e no, non è Dylan Dog. Pazienza. Comunque, una volta messo il cuore in pace, ci si diverte a guardarlo.


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venerdì 13 marzo 2015

Danko - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Non tutti sanno che (n.d.r. ma basta andare su Wikipedia per saperlo):
  • Quella di Danko è stata la prima troupe americana autorizzata a fare riprese a Mosca, sulla Piazza Rossa, dal periodo della Perestrojka;
  • Come indicazione per il suo ruolo, il regista Walter Hill consigliò ad Arnold Schwarzenegger di osservare l'interpretazione di Greta Garbo in Ninotchka;
  • Giudicando Arnold Schwarzenegger troppo muscoloso, Walter Hill gli consigliò di perdere dieci libbre (4,5 kg). A Jim Belushi, invece, chiese di guadagnarne dieci;
  • La pellicola è dedicata alla memoria di Bennie E. Dobbins, morto di infarto durante le riprese del combattimento sulla neve;
Non tutti sanno che (n.d.r. e questo lo posso sapere solo io), per anni, il nome di Pyotr Tatanovic mi è rimasto in testa senza ricordarne il motivo. Se dovevo pensare a un nome russo, quello mi arrivava in automatico senza capire quale fosse la fonte. Poi... L'altra sera mi guardo Danko, e scopro che è il nome di uno degli scagnozzi di Viktor Rostavili. E il cerchio si chiude.

Ma passiamo alla trama: Ivan Danko, un uomo duro e coraggioso, capitano nella polizia sovietica. Sta dando la caccia a un trafficante di droga, Viktor Rostavili. Questo però sfugge a un suo agguato, ma prima di fuggire uccide un suo caro amico e collega. Per ciò Danko segue il suo avversario fino a Chicago, dove viene affiancato dall'agente Art Ridzik, un tipo estroverso e sboccato, quanto lui è serio e taciturno. I due si trovano subito davanti ad un caso molto difficile, perché Viktor, che era stato catturato, riesce abilmente a fuggire. 

L'indagine è complessa, piena di colpi di scena, momenti concitati, sparatorie, ma il meglio del film è creato dal dualismo tra i due poliziotti, che più diversi di come vengono dipinti pare impossibile. L'americano è superficiale, chiacchierone, casinista. Il sovietico è serio, severo, determinato. Entrambi sono in gamba, ma hanno metodi diametralmente opposti. Eppure riescono a collaborare, e a legare, tanto che Danko tornerà in Unione Sovietica con un nuovo amico.
Nonostante gli anni la pellicola mantiene il suo grip, è davvero efficace, e ben costruita. John Belushi e Schwarzenegger sono perfetti per i ruoli che gli hanno disegnato attorno. C'è anche Larry Fishburne... e voi direte: ma chi è? Nel film è giovanissimo e magrissimo, irriconoscibile se nel vostro immaginario ne ricordate il volto solo grazie a Morpheus (Matrix)... Ma di film ne ha fatti davvero tanti, e molti di questi davvero famosi.

Quindi? Ottimo film. Lo consiglio.

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