domenica 8 settembre 2024

Bunker di Passo Palade

Glauco Silvestri
Seconda escursione delle vacanze estive. Oggi vi conduco nelle profondità della roccia, in un bunker enorme, di quattro piani, di cui solo il primo è visitabile, capace di ospitare più di un centinaio di persone, dotato persino di una autorimessa per camion e jeep. 

Siamo a Passo Palade, se andiamo oltre troviamo Merano. Qui sul passo è difficile parcheggiare. In molti si fermano perché da qui partono tanti sentieri interessanti, ma noi vogliamo andare sotto terra, per cui...


Indossiamo un caschetto, una giacca pesante, ed entriamo. Fuori ci sono 35 gradi. Dentro circa 10... Il primo tratto è interessante. Ci sono foto della costruzione del bunker, ma anche dei ponti e delle strade necessarie per arrivare sul passo. Sono presenti cartine politiche, geografiche, tantissime informazioni interessanti.


Ed eccoci nel tunnel. Qui si odono canzoni dell'epoca, musiche di regime gracchianti che ci accompagnano per un lungo percorso nell'oscurità quasi completa. L'intero percorso può essere svolto in una ventina di minuti. Noi, lo sappiamo già, ci metteremo molto di più!



Al termine di un lungo tunnel giungiamo in un'area molto più ampia. Qui ci sono delle diramazioni, e due strani cartelli l'uno opposto all'altro. Siamo proprio sulla faglia che separa l'Europa dall'Africa!



Qui troviamo anche i primi condotti di aereazione. Si guarda in alto, si guarda in basso, c'è solo oscurità. E' impressionante!


Ancora più impressionante quando ci troviamo di fronte a una delle ex armerie... Ora ci stagionano i formaggi. Questi formaggi si possono acquistare solo nei negozi locali.


L'umidità è tanta nonostante il freddo. Sulle pareti troviamo calcare, e anche goccioline d'acqua. Questo fenomeno lo si nota di più in prossimità delle postazioni di difesa, che ovviamente si affacciano all'esterno, e di conseguenza lo scambio termico tra dentro e fuori è molto più evidente.





Proseguendo lungo il tunnel arriviamo a dei condotti che probabilmente erano dotati di elevatori. Utili per servire i piani inferiori, ma non agibili. Guardare sotto fa impressione, non per il fatto che se ne intuisca la profondità, bensì perché l'oscurità ci impedisce di vedere oltre un certo punto.
Ma ormai siamo alla fine del percorso. C'è una bella mostra di minerali, ma non ho scattato neppure una foto, ho girato solo una breve clip video. Poi... Ecco l'uscita, nel bel mezzo di un bosco. Per tornare al centro visitatori e restituire l'attrezzatura, c'è una bella passeggiata nel verde. 
Pochi minuti, in verità, ma sono sufficienti per tornare al 2024.

Il video di questa escursione sarà disponibile a breve sul mio canale youtube. Non appena sarà possibile, lo linkerò qui di seguito.


Tutti i contenuti foto e video sono stati realizzati con il mio fedele iPhone.

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sabato 7 settembre 2024

Percorso Panoramico vero San Romedio

Glauco Silvestri
E' finalmente giunto il momento di portare su questo blog qualche foto scattata durante le vacanze. Al contrario dell'anno scorso, in cui inizialmente vi ho presentato un ensemble di scatti effettuati durante l'intero periodo, per poi raccontare alcune esperienze particolari, parto direttamente con uno dei percorsi più interessanti di quest'anno (per me).

Partiamo dal paese di Sanzeno, e percorriamo un bel percorso panoramico per raggiungere il santuario di San Romedio. Legenda narra che il santo, nel suo pellegrinaggio in cerca di un luogo in cui fondare il suo luogo di preghiera, avesse incontrato un orso nel suo percorso tra i boschi. L'orso, per istinto, gli uccise il cavallo, ma poi si pentì del gesto compiuto verso il santo, e si offrì come cavalcatura per portare l'uomo nel luogo in cui oggi sorge la costruzione. E lì è ospitato un orso dei Carpazi. L'abbiamo visto, filmato, ma non ho foto di quel momento sorprendente.

Ma torniamo a oggi, e non appena usciti dal paese, ecco che subito incontriamo i meleti per cui è famosa la Val di Non.




Superati i meleti si entra nel bosco. Ma il percorso è breve perché subito si presenta ciò che veramente stavamo cercando, ovvero un vero e proprio "sentiero" scavato su una parete rocciosa. Lo percorreremo lungo un canyon che ci porterà dritti dritti al monastero. Però dovremo stare attenti ai sassi che cadono dall'alto, allo sbattere la testa... Per lo meno, troviamo una bella staccionata che ci protegge dal dirupo. Sembra recente... Difatti sulla roccia è ancora presente il cavo d'acciaio a cui avremmo dovuto legarci per nostra sicurezza, in un percorso attrezzato vero e proprio.





Lungo il percorso troviamo tantissime croci fatte con rametti legati da fili d'erba, santini, rosari... Se non sapessimo che è una meta di pellegrinaggio, mi verrebbe naturale pensare al film The Blair Witch Project.



Terminato il lungo cammino tra le rocce, ecco che arriva il bosco. Ahimè una frana ci costringe anche a un breve tratto lungo una strada asfaltata, ma dall'altro lato di questa via, c'è il torrente che ha scavato questo meraviglioso canyon.





E se alziamo la testa... Ecco che si vede il santuario...



L'ultimo tratto di questo percorso è fatto a scale... Scale piuttosto ripide. Ma anche se non ho contato gli scalini, la meta è ormai vicina.




Il santuario è visitabile gratuitamente, va però rispettato un certo decoro, e mantenere il silenzio è gradito, specie se ci sono delle celebrazioni in corso. Quando arriviamo nel punto più alto, e guardiamo giù... sono 99 metri quelli che ci separano dal torrente visto poco prima!



E con questo direi che vi ho raccontato tutto dell'escursione. Qui di seguito trovate il video, che spero troverete interessante, anche per la vista dell'orso.


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sabato 3 agosto 2024

Percorso CAI 029 (e 031) - Castiglione dei Pepoli e lago Santa Maria

Glauco Silvestri
Ed eccoci all'ultima escursione (credo) prima di partire per le ferie. Sicuramente sarà l'ultima che riuscirò a documentare qui sul blog prima della partenza, visto che dovremo fare le valigie e svolgere alcune commissioni. A ogni modo, eccoci alla caccia del fresco, a Castiglione dei Pepoli, circa 48 km da Prato, ma ancora in Emilia (anche se qui hanno tutti un accento marcatamente toscano).


Fa caldo, meno che in città, ma i trenta gradi ci sono, e l'umidità è molto alta. Il percorso che vogliamo fare non è impegnativo, due... tre ore al massimo, per lo più sotto un bosco, che realizza un anello tra il paese e il lago artificiale Santa Maria (n.d.r. Noto anche come Lago di San Damiano), che già abbiamo visto su questo blog, un po' di anni fa.


Castiglione dei Pepoli è un bel paesino montano. Qui a Bologna lo conosciamo tutti per l'ospedale che accoglie, e che a volte finiamo per frequentare quando la coda per gli esami col servizio pubblico è tale da spingerci fuori dalle mura cittadine. 
A parte l'ospedale, che la comunità montana apprezza molto per moltissimi motivi, il paese è accogliente, ha una bella piazza, tanti scorci, e una popolazione davvero accogliente e pronta alla chiacchiera anche con gli sconosciuti.


Dal paese partono molti percorsi, quello che faremo noi è il più breve e il più facile, probabilmente, ma gli escursionisti esperti degli appennini bolognesi probabilmente sapranno consigliarvi sentieri molto più affascinanti. A ogni modo, Castiglione dei Pepoli ha anche alcune attrazioni interessanti, a partire dal palazzo con l'orologio, una Torretta medievale, la Chiesa di San Lorenzo, un bel monumento ai caduti della grande guerra, e... Ma non vorrete mica che vi sveli tutto quanto, no? Venite a visitarlo!







Ed eccoci ad affrontare il percorso. Partiamo dal cimitero monumentale dedicato ai caduti di origine Sud Africana. Lo affiancheremo seguendo il sentiero CAI 029, stretto, molto ripido, ma che si percorre agevolmente.




Il percorso è sin da subito molto panoramico. Basta gettare lo sguardo al di là delle piante che regalano una bella ombra per scorgere prati erbosi, terre coltivate, ampi spazi, e tutte le montagne circostanti.





La natura qui è estremamente florida, le ragnatele sono enormi, e spesso si viene circondati da farfalle e altri insetti innocui. Si incrociano anche molti cespugli di more, e tanti rovi.
A un certo punto, all'altezza di una località con alcune case, chiamata Farmadiccia, bisogna evitare di seguire l'istinto e prendere la strada asfaltata, bisogna proseguire oltrepassando la prima abitazione e, dietro ad alcuni cassonetti della spazzatura, ecco le indicazioni del sentiero.
Sfortuna vuole che dopo alcune centinaia di metri i rovi rendano il percorso completamente impraticabile (n.d.r. Non eravamo coperti a sufficienza per superarli indenni... E il nostro Sansone non avrebbe potuto passare in alcun modo, se non facendosi male!). Per questo motivo siamo tornati indietro, abbiamo seguito la strada asfaltata citata prima, e siamo ritornati sui nostri passi verso il paese, e il suo centro sportivo. 
A un certo punto, però, ecco le indicazioni del CAI 031. Siamo in località CA' Lenzi. Dalla mappa che vi ho allegato scoprirete che da qui è possibile raggiungere il lago percorrendo a ritroso quella che avrebbe dovuto essere la nostra via del ritorno.
Sta piovigginando, ma non abbiamo intenzione di tornare a casa senza aver visto il lago, per cui scendiamo... 



Superati alcuni poderi, ecco che troviamo il sentiero che porta al lago. La discesa è ripida ma si scende bene senza troppi problemi. Ha pure smesso di piovere. L'umidità è diventata difficile da sopportare. Poi compare il lago...








Sul lago è presente un piccolo chalet. L'idea è quella di riposare un pochino e poi fare il giro del lago... Ma si vede che eravamo davvero spossati. Il tempo è volato senza che ce ne accorgessimo, per cui, visto che erano giunte le sette e mezza di sera, abbiamo deciso di risalire direttamente in paese, e andare direttamente alla macchina, per tornare a casa.

Maggiori info: qui.

Mentre il video dell'escursione, è qui sotto.




Tutti i contenuti foto e video sono stati realizzati con il mio fedele iPhone. Le riprese col drone sono state realizzate con un HoverAir X1.

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