Quanto adoro Cube. Nella sua semplicità raccoglie praticamente tutti gli istinti umani. E' un vero e proprio esperimento psicologico sui personaggi, che si risvegliano (senza capire che cosa è successo) all'interno di una sorta di labirinto tridimensionale a forma di cubo. Questo cubo è costituito da tanti cubetti più piccoli, comunicanti tra loro, che si spostano e si mescolano in continuazione. Alcuni di questi ambienti sono pieni di trappole, altri sono sicuri. Ma probabilmente la vera trappola è la psiche umana, che messa sotto pressione può dare, davvero, il peggio di sé.
E' quello che accade a Quentin (poliziotto), a Rennes (ladro esperto di fughe dalle carceri), a Leaven (studentessa di matematica), Holloway (medico psicologo) e a Kazan... un ragazzo autistico. Assieme a questi c'è Worth, l'elemento destabilizzante, perché lui è l'unico a sapere dove si trova in quanto, inconsciamente, ha partecipato alla progettazione di quella struttura.
Ovviamente, se qualcuno ha messo queste sei persone all'interno del cubo, ci deve essere un ingresso e una uscita. Per cui il gruppo si mette in movimento alla ricerca della salvezza. Solo che il sospetto, la rabbia, le crisi isteriche, il nervosismo, la mancanza di sonno, cibo, acqua... tutto questo porta Quentin a trasformarsi in una sorta di "dittatore/giudice" nel gruppo. Il fragile equilibrio tra i personaggi si spezza. Costretti a stare assieme per il terrore di perdersi e non riuscire mai più a uscire, la guerra tra loro sarà per lo più psicologica, fino a che...
Come dice la copertina: paura, paranoia, angoscia e disperazione sono gli ingredienti di questa pellicola. Gli attori sono l'uno più bravo nell'altro nell'impersonare uomini e donne in trappola, nell'immaginare cospirazioni, nel dipingere una situazione davvero tragica. Lo sfociare della violenza, della rabbia, dell'incapacità di razionalizzare la situazione è ben costruita, tant'è che i personaggi sembrano studiati appositamente. Chi ha le competenze per risolvere il rebus è fisicamente più debole (una ragazzina e un ragazzo autistico), chi è in grado di equilibrare i momenti di stress ha però dei punti deboli (la psicologa è ha paranoie, il poliziotto ha un carattere aggressivo). Quanto a Worth, come ho già detto, è l'ago della bilancia. Colui che, con le sue rivelazioni, scatena lo stress accumulato nella prigionia e tenuto a bada, solamente, dalla paura.
Una pellicola davvero geniale. Da vedere assolutamente!
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