sabato 12 gennaio 2019

Ferdinando Scianna - #Mostre #Recensione #Fotografia

Glauco Silvestri

Arrivo fuori tempo massimo per parlarvi della mostra organizzata dal complesso museale San Domenico di Forlì, visto che l'esposizione si è ormai conclusa. Mi spiace parlarvene solo ora ma, l'ho visitata proprio l'ultimo giorno, e di conseguenza, non ho proprio avuto il tempo materiale per illustrarvela, se non ora.

Pazienza! Scianna è un fotografo molto prolifico, e i suoi libri non sono solamente libri da guardare, bensì sono libri da leggere e guardare, visto che le sue foto hanno sempre un accompagnamento, una narrazione, una storia di cui ne illustrano i passi. Scianna è un ottimo narratore. E la mostra a lui dedicata era accompagnata da una audioguida da prendere assolutamente, perché essa - a seconda della stanza in cui ci si trovava, si attivava da sola, e la voce del fotografo stesso illustrava le immagini, i momenti, e la parte della sua vita legata al periodo descritto nella sala.

Sei sale. Si va dalle sue origini, Bagheria, in Sicilia. Si passa per i primi reportage nei paesi del terzo mondo. Poi si va negli Stati Uniti. Poi si parla dei suoi fotoritratti a personaggi famosi, a partire dal suo caro amico Leonardo Sciascia, passando per uno dei suoi maestri, ovvero Bresson, e poi una giovane e ammaliante Monica Bellucci, e altri ancora. 
La mostra prosegue con una sala dedicata alla sua avventura nel mondo della moda, momento rivoluzionario per un fotografo abituato a scattare immagini così come gli si presentavano, a raccontare il momento. Ed è con i suoi primi lavori per Dolce e Gabbana che Scianna tradisce i suoi principi e i suoi maestri, per buttarsi in un mondo preimpostato, in posa, mai naturale al cento per cento... Ed ecco che si scopre bravo a trovare la naturalezza anche in quell'ambiente patinato, e a trovare un modo di esprimersi tutto suo, originale, e diverso da quanto solitamente si vede sulle riviste.

Immagini incredibili, capaci di raccontare, trasmettere, ammaliare, scaldare i cuori, e proiettare chi le osserva nel mondo che illustrano.

Quanto ci sarebbe ancora da dire su Scianna? Eppure mi devo fermare. Lasciatemi dire che è un grande fotografo, un grande narratore dell'odierno, e un uomo da cui prendere esempio.

Qui potete trovare il catalogo dell'intera esposizione.
Qui e qui potete trovare maggiori informazioni sull'esposizione.

E poi non manca anche un bel video che vi permette di fare un giro tra le sue opere. Lo trovate qui di seguito.




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giovedì 10 gennaio 2019

Dogman - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Al cinema me l'ero perso. Dogman è un film che mi ha colpito come un pugno nello stomaco. Mi aspettavo qualcosa di differente, lo ammetto, e all'inizio, guardando i primi minuti di pellicola, non riuscivo a capire dove volesse andare a parare. Visto il mio interesse per questa pellicola, sono riuscito a evitare di leggere recensioni, commenti, eccetera eccetera. Sono arrivato 'puro' davanti allo schermo e...

Marcello è un uomo mite e minuto. Ama i cani, e ama tantissimo sua figlia. Lavora nel suo piccolo salone di toelettatura, e nel quartiere tutti gli vogliono bene. E' una zona grama della città, e tutti quanti tirano a campare barcamenandosi tra l'illegale e il legale. Nessuno fa sgarri a nessuno, ci si rispetta, e la sera tutti quanti vanno a giocare a calcetto assieme.
L'unico elemento che stona è Simone, un ex pugile che terrorizza l'intero quartiere per via del suo carattere instabile. Un attimo prima è gentile, un attimo dopo è violento. E vista la sua mole, tutti lo assecondano sperando che prima o poi incontri qualcuno più grosso di lui...
Il fatto è che Simone si mette in testa di rapinare il negozio a fianco a quello di Marcello, e per farlo chiede la complicità di quest'ultimo. Chiede... E ottiene con la coercizione e un po' di violenza. 
E' evidente che la mattina successiva la polizia va da Marcello e lo preleva, e visto che questo non parla, lo incrimina per complicità. Si fa un anno di prigione, e quando esce il quartiere non lo vuole più, lo rifiuta, lo disprezza... Marcello si sente solo, ha perso tutto, e per di più Simone non gli vuole dare la sua parte. Per questo decide di vendicarsi... Ma non sarà facile.

Dogman è un film gramo, perché ha un'aura di tristezza che aleggia dal primo all'ultimo minuto. E' recitato con maestria, guidato da una regia cruda e incisiva, raccontato con dialoghi stringati e immagini che segnano l'anima. E' davvero un film tosto, di quelli che vogliono raccontare la vita vera, e che non hanno lieto fine, non riscattano il personaggio principale, bensì che si arrendono alla fatalità degli eventi.

Davvero un gran bel film. Ve lo consiglio.




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