sabato 29 febbraio 2020

MAVIC MINI FLIGHT: Castello (Villa) Ronchi

Glauco Silvestri
ll Castello di Ronchi, altrimenti noto come Villa Ronchi, o ancora come Villa Caprara di Ronchi, è una villa 'fortificata' dall'aspetto molto affascinante. La cancellata principale conduce a un viale, circondato dal verde, sul cui confine opposto sorge la villa vera e propria. Su entrambi i lati del giardino sono presenti delle strutture di servizio, tra cui una piccola chiesetta, mentre l'intera proprietà è circondata da mura merlate alle cui estremità sorgono due torri imponenti.
La struttura principale della villa è risalente al lontano 1500, mentre i due torrioni sono di due secoli più recenti, e mai hanno avuto uno scopo difensivo, bensì coreografico.







Sfortunatamente, come molte altre strutture della zona, anche il Castello dei Ronchi ha subito parecchi danni a causa del terribile terremoto del 2012. Le strutture sono state rese sicure con lavori di contenimento e di riconsolidamento, ma i segni del sisma, le cicatrici sui palazzi storici, sono ancora molto evidenti, tanto che - lo noterete anche voi dal video - alcune aree sono ancora transennate e in attesa di ristrutturazione.

Le riprese sono state fatte col piccolo Mavic Mini. Buona Visione.








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The Dirt - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Come potrete immaginare, ho sempre amato e ascoltato la musica dei Mötley Crüe. Ammetto però che per questa band, così come per molte altre che ascoltavo quando ancora andavo a scuola, non stavo molto attento alla storia del gruppo, e neppure dei singoli componenti di esso. Amavo ascoltare musica, mi piaceva il metal, ma anche altri generi musicali, e facevo le mie cassette, spesso un mix mescolato di generi e interpreti... Una roba tutta mia, in pratica, forse poco coerente, ma estremamente compatibile con me stesso, che non ho proprio tanto ordine in testa. Del resto... Ancora oggi ascolto la musica in questo modo, a caso, mescolando brani di ogni genere, ma son tutti brani che hanno significato, o che semplicemente, mi piacciono.

Tornando a The Dirt, quando ho scoperto che era uscito un biopic sui Mötley Crüe, ho dovuto giocare carte false per riuscire a vederlo. E devo ringraziare qualche amico che mi ha dato la possibilità di sintonizzarmi sul canale eccetera eccetera, visto che non sono un abbonato Netflix.
L'intero film è ispirato all'omonima biografia del gruppo: La trovate qui. Non vi posso dire se sia accurata, perché come vi avevo anticipato, non ho mai seguito la band fino al punto da conoscere ogni dettaglio della loro folle vita. C'è ovviamente l'unica cosa che sapevo. Il matrimonio tra il batterista  - Tommy Lee - e l'attrice Heather Locklear, che all'epoca amavo per via di TJ Hooker. Si narra della perdita terribile della figlia - a soli quattro anni di età - del cantante, Vince Neil. Si parla dei problemi ossei del chitarrista Mick Mars, dell'amicizia con Ozzy Osbourne, del loro grande successo, della loro sregolatezza, e dei dissapori interni, fino allo scioglimento della band quando il rapporto fraterno tra Nikki Sixx e Vince si spezza in modo burrascoso.

La narrazione è cruda, esplicita, senza remore, eccessiva, e roboante. Forse è la prima volta che una produzione Netflix mi convince al 100%, e sono anche felice che il progetto sia andato in porto, perché questo film ha fatto davvero fatica a nascere. 
Bello, estremo, con tanta musica a supporto del racconto, e una rappresentazione di quegl'anni che, calza a pennello.



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venerdì 28 febbraio 2020

Bird - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Bird è musica. Non è una biopic tradizionale. Eastwood dimostra, con questa pellicola, quanta abilità si nasconda nelle sue vene artistiche. E' la storia di un grande del Jazz, Charlie 'Bird' Parker. Un sassofonista eccezionale, un genio del Jazz, ma anche un uomo preda delle proprie emozioni, dell'alcool, della droga, incapace - quindi - di trovare un proprio equilibrio interiore.

Charlie Parker muore giovane. Eastwood ci racconta la sua vita, dall'infanzia fino ai suoi ultimi giorni, con un patchwork di chiaroscuri che si alternano senza una linea temporale coerente. Del resto neppure la narrazione è fedelissima alla vita del grande sassofonista. La regia si concede diverse libertà per seguire il flusso delle emozioni, e sono proprio queste che governano l'intera narrazione della pellicola. Il buio è dominante. Il buio è musica, è emozione, è la vera vita dell'artista. La luce compare solamente nei momenti tristi, quando la magia si spezza. E così si illuminano le scene in cui si narra la morte della figlia, del suo ricovero in manicomio, della sua morte - a soli 34 anni - tra povertà, stenti, droghe, e alcool.

E' un grande film, che forse ha tradito i puristi per l'aver riarrangiato le registrazioni originali del sassofonista con accompagnamenti di jazzisti attuali, che forse ha tradito i biografi nelle sue variazioni puriste alla vita reale dell'uomo (n.d.r. Ad esempio, nel film si ha un Bird che non apprezza il Rhythm & Blues, mentre nella vita reale ne era incuriosito), ma che nel complesso racconta il grande Parker nella sua essenza, mostrandone lo spirito musicale immensa che lo muoveva, e la disperazione umana che lo distruggeva. Un grande film, che è valso un Golden Globe a Eastwood per la regia, un Oscar per la colonna sonora, e il premio a Forest Whitaker il premio per la miglior interpretazione maschile.






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giovedì 27 febbraio 2020

Il Campione - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
No! Non ho mai visto Il Campione al Cinema. Ho dovuto attendere fino a qualche giorno fa per riuscire a vederlo. Ero curioso. Solitamente Accorsi interpreta personaggi interessanti, e solitamente i film in cui compare non sono mai banali.

La trama del film è piuttosto semplice, e soprattutto, estremamente prevedibile. Cristian Ferro è la stella nascente della Roma. E' un grande campione di calcio, ma ha un caratteraccio, è ignorante come pochi, aggressivo, arrogante, e quando passa lui ci scoppia spesso una rissa, o qualche altro problema di ordine pubblico. L'ultima bravata è un furto all'interno di un centro commerciale. Ovviamente viene preso. Scampa la denuncia, ma il proprietario della società sportiva decide di punire il campione severamente. Dovrà studiare, dovrà farsi una cultura, dovrà ottenere la Maturità. Altrimenti... Niente più partite, niente più stadio, e questo a prescindere dai risultati che la sua squadra potrà ottenere senza la primadonna che è Cristian Ferro.
Qui entra i gioco Valerio. Insegnante delle superiori che ha perso il lavoro, che campa facendo ripetizioni, e che risponde a una inserzione sul giornale. La missione educativa è tutt'altro che facile, visto che Ferro non ha proprio voglia di studiare. Ma a un certo punto l'insegnante ha una intuizione, e comprende che il ragazzo non studia perché da sempre è stato ritenuto stupido, perché si è arreso. Eppure è capace di imparare a memoria gli schemi di gioco, di elaborarne di più furbi, di... Insomma, non è poi così stupido. Forse è solo l'approccio allo studio che è sbagliato. E il nuovo sistema di insegnamento funziona perfettamente. Cristian comincia a fare progressi, ad essere più controllato, a scegliere meglio le persone di cui si circonda. Il suo punto debole è il padre, che si approfitta della ricchezza del figlio, avidamente, e che lo mette persino in cattiva luce nei confronti dei suoi fan. Alla lunga il fragile rapporto tra Valerio e Cristian sarà minato dalla situazione familiare del ragazzo, e...

E comunque ci sarà il lieto fine, ve l'assicuro. In fondo questo film - ve l'ho detto - è prevedibile. Però i personaggi sono ben costruiti, ben interpretati, e anche se mai in tutta la visione si ha qualche sorpresa - di storie di questo tipo se ne sono viste tante, forse anche di migliori (n.d.r. Will Hunting, giusto per citarne uno), è comunque un film che non annoia. Perfetto per una serata buia invernale, chiusi nella propria casa, con una cioccolata calda, attendendo che torni la primavera.


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mercoledì 26 febbraio 2020

DJI MAVIC MINI FLIGHT: Villa Zambeccari?

Glauco Silvestri
No! Ho ricontrollato! Non è Villa Zambeccari quella che vedrete in questo video. E' una vita che cerco di capire che cos'era questo rudere. L'ho pure esplorato in gioventù, quando era un pochino meno pericolante e pericoloso. E' un luogo che mi ha sempre affascinato, ed è per questo che ho voluto farci un voletto col drone.

Buona Visione!













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American Moon - #Documentario #Recensione

Glauco Silvestri
Capricorn One ha fatto un bel danno... Già c'erano gli scettici, ma buttare benzina sul fuoco con un film affascinante, ecco che la miccia si è accesa e, subito dopo, è esplosa.

I Debunker hanno parecchio da fare quando si parla di Uomo sulla Luna. In tanti non ci credono. In tanti formulano teorie iperboliche, in tanti si dedicano a smontare ogni dettaglio di quanto è stato fornito all'opinione pubblica. Un botta e risposta che negl'anni si è amplificato, e con l'avvento di Internet, è diventato un incendio difficile da governare, figuratevi se mai sia possibile sopirlo.

American Moon è un'opera davvero ben fatta.

Massimo Mazzucco veste i panni di Michael Moore e crea il suo Fahrenheit 9/11 dedicato allo sbarco sulla Luna (n.d.r. In effetti, Mazzucco si è occupato anche dell'11 Settembre, avrete sicuramente sentito parlare di Inganno Globale). 

American Moon è un documentario di tre ore e mezza che prova a smontare ogni dettaglio, ogni prova, e ogni affermazione, che sia a conferma del fatto che l'uomo abbia messo piede sulla Luna. 
E' un'opera che incolla allo schermo, e che sicuramente offre molti punti di riflessione (n.d.r. Qui gioco con le parole, visto che molto del suo lavoro sarà dedicato ai video girati durante l'esplorazione lunare, e alle foto scattate dagli astronauti). Addirittura prova a fare debunking sulle informazioni divulgate dai debunker stessi. E' una pellicola davvero audace. Ma...
No, non mi ha convinto.
Di sicuro, guardandolo, c'è da diventare titubanti. Specie sul finale, quando gioca sull'emotività di chi guarda, e ci mostra i tre uomini che per primi andarono sulla luna (n.d.r. Armstrong, Aldrin, e Collins), in conferenza stampa al ritorno dal loro incredibile viaggio, piuttosto giù di corda, senza entusiasmo, e poco inclini a rispondere alle domande dei giornalisti... 

Non sono un debunker, e di conseguenza non mi metto, in questa sede, a tentare di smontare American Moon. Avrei delle argomentazioni, ma lascio ai professionisti questo compito. 
Se vi propongo la visione di questo documentario è perché... lo ammetto... Sono affascinato dalle ipotesi di complotto
Amo inoltre sentire tutte le campane che suonano, non solo quelle che fanno la musica che prediligo. Lo faccio per avere una mente aperta. Di conseguenza è necessario tenere aperte le porte anche nei confronti di ciò che non è in linea col nostro pensiero. Aiuta ad analizzare in modo acritico ciò che ci circonda, a non cadere in preconcetti, a ragionare con la nostra testa, eccetera eccetera.

Guardatelo.



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martedì 25 febbraio 2020

Sono felice perché non desidero quello che non posso avere.

Glauco Silvestri
Sono felice perché non desidero quello che non posso avere. Una volta facevo lunghe camminate nel Carso, oppure nuotavo per ore. Adesso non posso più fare queste cose, ma non rimpiango quei momenti. Non li posso far tornare, quindi faccio altro. La felicità è essere contenti di quello che si ha. E io non posso proprio lamentarmi. Ho avuto tanto senza mai scendere a compromessi. Ho battagliato, certo. Ma fa parte del gioco.




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lunedì 24 febbraio 2020

Ecco uno dei miei #ebook su #Amazon #Kindle

Glauco Silvestri
Il gran finale del bookblog di una Cacciatrice di Vampiri.
Disponibile in ebook.

Maggiori informazioni: qui e qui.


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domenica 23 febbraio 2020

Chiara Ferragni, Unposted - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Immagino sappiate tutti chi è Chiara Ferragni. Chi non lo sa, probabilmente, non ha neppure gli strumenti per raggiungere questo blog. Lei è una Influencer. Lei è la Influencer!

Unposted, al contrario di quanto si dice, non è il racconto della storia di questa ragazza. Per quanto la pellicola contenga pillole del suo passato, delle sue origini, no... Non troverete la sua storia, bensì, la sua condizione attuale. La pellicola è una sorta di celebrazione del personaggio, è una sorta di affermazione del personaggio, perché, volenti o meno, lei è un personaggio che ha fatto la storia, e che ha mutato gli equilibri del mondo della pubblicità, non solo della moda, facendo aprire gli occhi a chi li teneva - a causa di pregiudizi - belli serrati.

Riassuntino? Nata da una famiglia agiata, abituata sin da piccola alle telecamere per via della passione della madre per questi strumenti, Chiara Ferragni è cresciuta senza un vero indizio su ciò che voleva fare da grande. Una bella ragazza, attenta alle nuove tendenze, non poteva certamente evitare di aprire un blog, e di usare questo strumento per esprimere sé stessa, parlare di moda, e tracciare i primi passi verso il suo futuro successo.
Con l'avvento dei social - lei ha sperimentato anche piattaforme ormai dimenticate - ecco esplodere tutto il suo fascino, il suo carisma, le sue potenzialità. Essere Influencer non è un vezzo, è un lavoro vero e proprio. Circondata da amici che la aiutano, la ragazza è riuscita a forza di pugni belli stretti, faccia tosta, grande ego, forte carattere, energia a non finire, a sfondare le porte belle chiuse del mondo della moda. Quando si è capito che lei era in grado di entrare in contatto quotidianamente con più persone di quelle che una rivista patinata toccava in un intero anno, be', all'improvviso il mondo della moda ha aperto gli occhi...

Chiara Ferragni è stata una apripista. In Unposted viene raccontato il suo successo attraverso le testimonianze di suoi followers, di organi di stampa del settore, stilisti e modelle. Intervengono anche gli amici, ovviamente, la sorella e il fratello, e la madre, e il padre. Sì! E' una celebrazione. E la presenza di Fedez sembra quasi in ombra durante l'intera durata del film, nonostante lui abbia la stessa tempra, e abbia avuto un percorso simile a quello della ragazza, qui è il compagno che sta in ombra per lasciare spazio alla protagonista. E' un tipo tosto, lui, ed è una tipa tosta anche lei. 
Mi è piaciuta la scena in cui lui chiede a lei di prendere una sorta di anno sabbatico, di prenderlo entrambi, per godere di ciò che hanno, per vivere come una famiglia... E l'avete notato anche voi quel leggero cambio di espressione nel viso di Chiara? 
A parte gli scherzi, vivere sui social, essere un personaggio sui social, è - immagino - stressante tanto quanto lo può essere l'essere una star hollywoodiana.

Chiara è una star! E' stata la prima a sfondare il muro dell'indifferenza, è stata la prima ad affermare l'importanza degli influencer, e l'importanza del web, dei social, al mondo pubblicitario. E Unposted celebra questo momento, forse l'apice della sua carriera. Chiara è anche una ragazza dalle idee chiare. Non fa solo l'influencer, ma ora produce una propria linea di prodotti fashion, sta costruendo il suo futuro, sta consolidando il suo presente. Ed è ovvio, in tutto il suo percorso ha sicuramente incontrato ostacoli e momenti di debolezza... Ma qui vengono citati alla lontana... E' il giorno della sua festa, bisogna festeggiare.



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sabato 22 febbraio 2020

MAVIC MINI FLIGHT: Villa Beatrice

Glauco Silvestri
Oggi i porto a Villa Beatrice, ad Argelato, non troppo lontano da casa mia, ma in un contesto davvero differente dal tipico paesaggio urbano bolognese. Costruita nel 500, questa villa è dotata di un sistema di aria condizionata davvero fantastico. Le piante del suo giardino sono distribuite in modo tale da creare una corrente d'aria naturale diretta verso le finestre del piano padronale... Mica male, eh?

Il video è stato girato con il piccolo Mavic Mini. Buona Visione.










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Spiderman Far from home - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Devo dire che mi sono ricreduto... Tra tutti i personaggi del MCU era proprio Spiderman a non convincermi totalmente. Forse ero troppo affezionato al personaggio immaginato da Sam Raimi, forse non apprezzavo la versione scanzonata e da commedia frivola degli 'Amazing Spiderman', forse... Forse non mi pareva adatto l'interprete. Sinceramente non ho idea del perché questa versione di Spiderman non mi andasse a genio.

A ogni modo, con Far from Home ho cambiato totalmente idea. Il film mi è parso maturo, divertente, avvincente, con una trama ben costruita e un avversario tosto, ben interpretato, e pieno di carisma. Insomma, mi è piaciuto, mi ha commosso, mi ha divertito, e nelle scene d'azione mi ha inchiodato alla poltrona.
Difetti? Forse la figura di Nick Fury ne esce un po' troppo ferita nell'orgoglio... Forse!

E qui potrei tranquillamente chiudere il post, visto che ho già espresso la mia opinione sul film ma... E se voleste avere un indizio sulla trama? Eccovela! 

Siamo in una situazione di ritornata tranquillità. Thanos è stato sconfitto, e lo schiocco di dita è stato ripristinato. Certo, sono passati anni dal momento in cui metà della popolazione è scomparsa, e ora che è ricomparsa, tutti quelli che hanno continuato a vivere sono 5 anni più grandi. C'è però un grande assente in tutto ciò. Tony Stark non ce l'ha fatta, e Peter Parker soffre parecchio la mancanza del suo mentore.
A ogni modo, la vita prosegue, e il ragazzo pensa sia il momento di mettere da parte il costume per dedicare un po' di tempo alla propria esistenza, e all'amore che prova per MJ. La vacanza in Europa è l'occasione ideale per staccare la spina e dichiararsi alla ragazza, e già partono i sogni romantici di lui che regala un ciondolo a lei, sotto la Torre Eiffel, eccetera eccetera... Ma ovviamente la vita di un supereroe non ha mai tregua. Il mondo viene attaccato dagli Elementali. Mostri provenienti da un universo parallelo, che si nutrono degli elementi primari (Aria, Terra, Acqua, Fuoco), e distruggono tutto ciò che incrocia il loro cammino. E a intralciare il loro cammino è un supereroe proveniente da una Terra alternativa: Quentin Beck, noto a tutti come Mysterio...

Immagino che tutti quanti abbiate già visto il film ma, comunque, non vado oltre con la trama. Non si sa mai che non rovini la sorpresa a qualcuno. Guardatelo! Merita. E' il Miglior Spiderman dell'MCU.




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venerdì 21 febbraio 2020

Le Fate Ignoranti - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
C'è stato un periodo in cui i film di Ferzan Ozpetek mi affascinavano. Le Fate Ignoranti erano il film che più prendevo ad esempio quando parlavo di questo regista e... Be', anche se di tempo ne è passato parecchio da quel periodo, e forse ho cambiato persino idea al riguardo dei lavori di Ozpetek, il film di cui parliamo oggi mi è comunque rimasto nel cuore, tanto che - ovviamente - è presente nella mia collezione.

Il film parla di vite parallele in modo molto elegante. Ci racconta del matrimonio di Antonia e Massimo. Una coppia felice, con un rapporto forse un po' monotono, ma che comunque ben affiatato, e comunque capace di resistere al forte legame di Antonia con la madre. Sono sposati da oltre dieci anni, e - bum - un incidente stradale uccide Massimo.
Lei rimane sola, triste, affranta, distrutta dal dolore. 
Un giorno, durante una rara pausa dalla sua depressione, decide di andare a ritirare gli oggetti personali del marito dal posto di lavoro, e lì scopre una dedica su un quadro intitolato 'le fate ignoranti'. Questa misteriosa dedica proviene da una amante altrettanto misteriosa.
Antonia decide di investigare. Possibile che il marito avesse un amante? Le poche tracce a disposizione la portano però a una terribile scoperta. La donna misteriosa, l'amante, è in realtà un uomo, si chiama Michele, un commerciante ortofrutticolo che il marito ha frequentato per oltre sette anni...

Bello il rapporto che si viene a instaurare tra la piccola famiglia allargata di Michele e Antonia. La regia è tradizionale ma ben curata. La fotografia è perfetta. I personaggi sono davvero ben caratterizzati, la Buy - a mio parere - offre in questo film una delle sue migliori performance della propria carriera. Accorsi è davvero perfetto. Non è un caso che lo script sia in parte autobiografico, si percepisce in ogni momento un qualcosa di intimo, di vero.

E' davvero una perla. Ve lo consiglio.




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giovedì 20 febbraio 2020

The Widow - #SerieTV #Recensione

Glauco Silvestri
Con un po' di ritardo, visto abbiamo visto The Widow questa estate, eccomi a parlare di questa serie televisiva che, nei trailer non mi aveva mai entusiasmato, e invece...

La trama è semplice: Lei è Georgia Wells, inglese, vedova. Suo marito è morto in un incidente aereo in Congo, mentre si trovava in Africa per affari. La donna fa fatica a somatizzare la perdita, anche perché questa avviene non molto tempo dopo a un'altra perdita, quella della figlia di soli tre mesi. E all'improvviso, durante un telegiornale in cui si parla di proteste in Congo, ecco che il marito appare per qualche istante sullo schermo. E' in compagnia di un altro uomo, un uomo che Georgia ha conosciuto in Congo, quando fu invitata a presenziare alla cerimonia di commiato dedicata alle vittime del volo in cui era il marito.
Sospettosa, la donna decide di investigare, e le tracce compaiono una dietro l'altra. Forse il marito è davvero vivo, per cui... Si reca in Africa e comincia a far domande. E a ogni domanda arriva un indizio, o muore qualcuno, o si mette nei guai qualcun altro.

Il resto non ve lo racconto perché altrimenti vi rovino la sorpresa. Sappiate che l'intera vicenda è narrata con un ritmo incalzante, coinvolgendo personaggi che paiono completamente scollegati tra loro, ma che non lo sono. Ed è una narrazione priva di pietà. A volte muoiono innocenti. A volte si salvano colpevoli. Tutto ci racconta qualcosa della storia, ma soprattutto, ci mostra l'Africa in modo schietto e crudo, con le sue politiche folli, con la sua popolazione arresa agli eventi, con i paesaggi incredibili che - però - vengono devastati senza il minimo giudizio. Buone le interpretazioni, bellissima la fotografia, interessante la trama, che di rado perde ritmo al punto da disinteressare lo spettatore. Soprattutto, è affascinante la figura del generale Azikiwe, spietato e sanguinario, ma con l'animo tormentato da tutti coloro che ha ucciso, o fatto uccidere.

Ve la consiglio!


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mercoledì 19 febbraio 2020

MAVIC MINI FLIGHT: Castello di Palata Pepoli

Glauco Silvestri
Continuano i miei voli nei luoghi di interesse vicino a Bologna. In questa occasione ho visitato il Castello di Palata Pepoli, l'ho sorvolato con il mio Mavic Mini, e ahimé potrete notare dalle riprese che la costruzione ha sofferto parecchio per colpa del terremoto del 2012, e la sua torre ha perso il suo elemento più caratteristico.
La costruzione è del 1540, è una proprietà privata, e del suo passato, all'interno, è rimasto poco, anche a causa dei troppi passaggi di proprietà. Però ha un bel parco, e la sua struttura quadrata è un classico di queste zone.

Maggiori informazioni, come sempre, in descrizione al video sul mio canale Youtube.














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Sottosopra - #Fumetti #Recensione

Glauco Silvestri
Preso, portato a casa, e divorato! Sottosopra è un nuovo lavoro di Luca Enoch, con disegni di Riccardo Crosa, edito da Bonelli. Seguo Enoch dai tempi di Spraylitz, e seppur ammetto che la saga di Dragonero non fa parte della mia collezione, tutti gli altri suoi lavori sono conservati con attenzione nella mia libreria.

Attendevo Sottosopra dal primo annuncio letto sulle riviste specializzate. Di Enoch amo i lavori anticonvenzionali, e forse è per questo che non mi sono affezionato a Dragonero, chissà... Di fantasy ne ho letti troppi da giovane, e ora non riesco più ad avvicinarmici facilmente.

Ma Sottosopra è qualcosa di diverso. L'autore si immagina che, senza preavviso, in una giornata qualunque, il nostro pianeta si 'ribelli'. La gravità si inverte... I tessuti viventi vengono attratti verso l'alto, gli oggetti morti verso il basso. E così la maggior parte dell'umanità scompare - muore - nello spazio. I pochi sopravvissuti sono quelli che, al momento dell'inversione della gravità, si trovavano in spazi chiusi. Proprio come Alessandro, rimasto intrappolato nell'abitacolo dell'auto di suo padre, e come Giorgia, che si sposta per la città sfruttando le fognature.
I due ragazzi scoprono sin da subito che, oltre a qualche altro sopravvissuto sparso per la città, si è formata una setta religiosa che tenta di convincere tutti, con le buone o con le cattive, che il fenomeno inspiegabile sia voluto da Dio, una sorta di chiamata delle anime verso il paradiso, e che tutti debbano immolarsi, buttarsi verso il cielo, per ricongiungersi al creatore.
Ovvio che la setta religiosa non è l'unico problema... Visto che tutto ciò che 'vitale' viene attratto dal cielo, tutta l'acqua del pianeta è volata via, fuori dall'atmosfera, per cui... A parte qualche bottiglietta d'acqua rimasta nei supermercati, trovare qualcosa da bere è difficile... Per cui la sopravvivenza non è così scontata.

Bello! La storia è intrigante. I disegni sono potenti, così come i colori. Affascinante il fatto che lo si possa guardare sia dall'alto in basso, sia dal basso in alto, senza problemi. Peccato che i testi possano essere letti solo in un modo, ovvero con il cielo verso il basso. Sarebbe interessante una pubblicazione alternativa con i testi scritti al contrario... Bonelli potrebbe pensarci.
Bravi tutti, quindi, nella produzione di questa storia. So che non è un volume unico, ma anche da solo, è una bella lettura!




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martedì 18 febbraio 2020

Penso alla ciclicità delle mie molecole

Glauco Silvestri
Penso alla ciclicità delle mie molecole, pronte a sopravvivermi, a ritornare in circolo girovagando per l’atmosfera e non provo tristezza. Ci sono stata, qualcuno si ricorderà di me e se così non fosse, non importa.



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lunedì 17 febbraio 2020

Ecco uno dei miei #ebook su #Amazon #Kindle

Glauco Silvestri
Un racconto Fantasy che vi stupirà: La Metamorfosi di Lena
Disponibile in ebook.

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domenica 16 febbraio 2020

The Party - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Non sono nuovo a commedie macabre come The Party. Mi ci ha abituato il Woody Allen dei primi tempi, e di seguito anche la scuola italiana ha proposto diversi film di questo tipo. Su questo blog ne ho parlato più e più volte, e con The Party si rischia di cadere nel classico 'già visto, già sentito'.

Il concept è quello di una cena tra amici. Si festeggia Janet, che è appena stata nominata Ministro della salute nel Governo Ombra del Regno Unito. E' il coronamento della sua carriera politica, ma sembra che a questa cena - più che festeggiare - tutti abbiano voglia di confessare. Bill, il marito, appare piuttosto giù di tono, beve molto, parla poco, ascolta musica a ripetizione. April e Gottfried sono sull'orlo del divorzio, visto che lei è una scettica nata, e lui si è autoproclamato guru spirituale e aromaterapista. Jinny e Martha sono una coppia lesbica, e stanno per avere tre figli, ma la notizia non sembra aver acceso la felicità sperata, tutt'altro. Poi c'è Tom, che è arrivato senza la moglie Marianne, la quale arriverà solo a fine serata. E' scosso, evidentemente scosso, e indossa una pistola.
Ciò che solo il pubblico nota è che la stessa Janet ha dei segreti, riceve messaggi in continuazione da un amante. E lei finge di fronte al marito, finge perché - ovviamente - quest'ultimo ha rinunciato a tutto pur di appoggiare la moglie nella sua carriera politica.
La festa ha inizio sotto tono. Sembra quasi un dibattito più che una celebrazione. E poi ecco il fulmine a ciel sereno. Il marito di Janet è affetto da una malattia mortale. Bill sta morendo, e vuole lasciare Janet per andare a vivere ciò che gli resta con la donna che ama... Che poi è la moglie di Tom, Marianne, la donna con cui ha una relazione. Ciò scatena un putiferio. Tom voleva uccidere Bill perché aveva scoperto la relazione. Janet rivela una parte violenta del suo carattere che nessuno conosceva. E ancora la notizia scuote anche Jinny e Martha, che fanno outing e finiscono per andare in crisi pure loro. Tutto degenera, e la situazione si aggrava ancora di più quando, colpo di scena, arriva Marianne...

Il gran finale non ve lo rivelo, e rimarrete ovviamente di stucco quando vi verrà rivelato guardando il film. Bravi tutti, ma la durata della pellicola - piuttosto breve - e lo sviluppo degli eventi appare un po' troppo repentino e prevedibile. Tutti hanno avuto una relazione con tutti in quella stanza, e ognuno è all'oscuro delle gesta degli altri. E' un po' surreale, e soprattutto, difficile da credere. Ma i dialoghi affilati mantengono l'attenzione dello spettatore, e la regia, che sapientemente ha voluto giocare con il bianco e nero per rendere tutto più estremo, narrando la vicenda per chiaro-scuri netti, senza sfumature, funziona egregiamente. 
Però si tratta della solita descrizione cinica della borghesia britannica, quella che è candida e benpensante davanti allo sguardo di tutti, ma sotto il proprio tetto ne combina di cotte e di crude. Un sentore forte di 'già visto', che però non toglie i pregi alla pellicola, che è davvero ben recitata e ben costruita.

Dategli una occasione, sono settantuno minuti, vola via rapido. Vi butta dentro la storia senza troppe spiegazioni, e vi conduce al gran finale come un vortice difficile da controllare.



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sabato 15 febbraio 2020

L'agenzia dei Bugiardi - #Film #recensione

Glauco Silvestri
Remake della commedia francese Alibi.com, L'agenzia dei Bugiardi è un film capace di divertire e intrattenere senza troppi fronzoli né pretese di impegno. Tutto ruota attorno all'attività di Fred e Diego, i quali cercano di sbarcare il lunario offrendo un servizio di alibi a chi ha dei problemi di coppia. Vuoi andare a giocare a calcetto con gli amici invece di passare il pomeriggio con i genitori di tua moglie? L'agenzia di Fred ti costruisce un alibi ad hoc per l'occasione.
Il motto dell'agenzia è 'meglio una bella bugia che una brutta verità'.
L'agenzia funziona alla grande, solo che a un certo punto, Fred conosce Clio, e se ne innamora perdutamente. La ragazza è una paladina della sincerità, per cui Fred non può svelarle quale sia il proprio lavoro, e la faccenda si complica ancora di più quando viene a sapere che il padre di lei è Alberto, un cliente affezionato dell'agenzia, che usa di continuo per nascondere le scappatelle con Cinzia, la sua giovane amante. Il castello di carte potrebbe stare anche in piedi, se non fosse che Clio e sua Madre - per una distrazione del marito - finiscono in vacanza nello stesso resort dove lui sta trascorrendo qualche giorno con l'amante. Ovviamente Fred deve risolvere il problema, visto che Alberto dovrebbe essere all'estero per lavoro, ma non può far affidamento sulle proprie capacità perché Clio lo conosce, e...

Ed è la solita commedia all'italiana, con scappatelle e intrecci amorosi. La premessa è anche curiosa, ma alla fine tutto si riduce a un qualcosa di già visto, perché - almeno io - sono ormai decenni che vado al cinema, e ancora ricordo con affetto le commedie degli anni settanta, e quelle degli anni ottanta, e no - quelle dei novanta e dei primi duemila no, perché erano i cinepanettoni - per cui apprezzo questo ritorno alle origini e son sempre pronto ad appoggiarlo.
A ogni modo, la commedia funziona. Diverte, e le sue carenze in originalità vengono ben coperte dalla simpatia e dalle capacità degli interpreti, che non varranno un oscar, ma son bravi nel loro mestiere.

Se avete voglia di ridere... L'agenzia dei Bugiardi può essere la soluzione.





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venerdì 14 febbraio 2020

Luna Piena - #Libri #Recensione

Glauco Silvestri
Lo so! Oggi è San Valentino. Auguri a tutti gli innamorati.
Lo so! E' appena trascorsa la Luna Piena. E in effetti vi parlo proprio di un romanzo che si intitola Luna Piena!

E' il secondo capitolo della affascinante saga di Ian McDonald. Avevamo lasciato la saga con la distruzione della famiglia Corta. Con i Mackenzie che si appropriano del settore 'Elio', oltre che a essere leader delle estrazioni minerarie del metallo, e con la Terra che si vede preoccupata per il cambio di equilibri politici del satellite, essendo dipendente da esso per l'energia pulita.
E la Terra fa bene a preoccuparsi, perché gli equilibri sono lungi dall'essere ristabiliti. Ora i Mackenzie sono impegnati in una lotta per la successione. I due rampolli si combattono ferocemente. Uno governa i metalli, l'altro l'elio! Nel frattempo i Corta sono in fuga e si nascondono, in attesa della riscossa, sotto la protezione degli Asamoah.
E la riscossa proviene da Lucas, erede legittimo della dinastia, scomparso dal satellite e... Riapparso sul pianeta Terra, per stringere nuove alleanze, creare un esercito, e tornare a casa per riprendere il proprio posto, e forse qualcosa di più.

Riuscirà, Lucas, a riportare la propria famiglia sul trono che gli spetta? Gli equilibri sono fragili. L'uso della forza può ottenere rapidi risultati, ma allo stesso tempo, può creare nuovi nemici... Non vi svelo nulla, ma questa vicenda è assolutamente intricata e affascinante. I personaggi hanno mille sfaccettature. I rapporti non sono mai così come appaiono, e la società lunare è talmente diversa, e complessa, che questa saga ricorda molto le saghe di appendice che leggevo da giovane. Non a caso, sul suolo lunare, il contendere è incentrato su cinque famiglie, cinque dinastie, cinque Draghi... Come dicono loro.

Un grande romanzo. Una grande Saga! 


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giovedì 13 febbraio 2020

De Nittis, la rivoluzione dello sguardo

Glauco Silvestri

Siamo alle soglie del 1900. La fotografia sta nascendo e i pittori la vedono come una sorta di minaccia. E' un grande momento della storia. Alcuni grandi artisti virano rapidamente verso forme espressive più surreali, astratte, espressive, e meno reali, vere, tangibili. Altri invece cercano nella perfezione dei propri lavori la carta vincente. E c'è chi con la fotografia vive felicemente, come De Nittis, che ebbe successo, fu compreso, e guadagnò anche parecchio dai suoi lavori, seguendo il corso della fotografia, scattando egli stesso moltissime foto da cui - in studio - trarre ispirazione. De Nittis aveva il suo studio itinerante, una sorta di carrozza, su cui lavorava durante i trasferimenti. Fu un viaggiatore. Da Barletta a Parigi, da Parigi a Londra, da Londra a Parigi nuovamente, e poi molte altre destinazioni...


Visse poco a lungo. Morì a soli 38 anni, ma lasciò al mondo una scatola piena di fotografie, tante opere meravigliose, e una nuova via tracciata, quella del verismo, che sarà seguita da molti altri artisti come lui.
Il verismo... De Nittis ci racconta il mondo come lui lo vede. Rappresenta le persone così come sono. 


Ci mostra le città per quello che fanno vedere di sé. E così nei suoi quadri vediamo cantieri aperti, impalcature, operai che nella pausa fumano una sigaretta, e gente normale impegnata nelle proprie faccende che cammina frettolosa sui marciapiedi.


Ci racconta anche il mondo bucolico dei benestanti, le feste alle corse dei cavalli, gli amoreggiamenti nei giardini, i picnic sul prato.
Il dettaglio delle sue opere è ammirevole. Le inquadrature seguono la moda del periodo, per cui tutto ha una struttura ripetibile, con la teiera in bella vista, le porcellane, gli abiti eleganti, i primi piani, o le prospettive assonometriche che ricordano molto le fotografie.


E poi... Be', per quanto l'artista sfruttasse la fotografia per catturare i momenti da riprodurre sulla tela, allo stesso tempo ne vedeva la evidente concorrenza, per cui si specializzò anche in ritratti al chiuso, là dove la fotografia ancora non riusciva a dare risultati soddisfacenti. 

Meravigliose le sue opere sulla neve, così candide e avvolgenti. Potenti i sentimenti espressi dai ritratti a sua moglie, catturata in un momento di relax in casa, mentre fuori nevica, o mentre pattina sul ghiaccio, o ancora mentre si rilassa assieme al figlio durante un picnic al parco. 


Questa sarà anche la sua ultima opera... 
Sfortunatamente...
Perché la vita degli artisti è così, evanescente, immediata, a volte burrascosa, e a volte, troppo corta.

La mostra a Palazzo Diamanti ripercorre la vita dell'artista, e allo stesso tempo le tematiche da lui affrontate. Dai paesaggi naturali - meravigliose le riproduzioni del Vesuvio - ai ritratti, alle rappresentazioni della vita cittadina, fino ai momenti intimi della propria famiglia. E' un percorso lungo e mai stancante, ricco di ispirazione e belle opere, che va assaporato in ogni suo dettaglio.


Per maggiori informazioni: qui e qui.

Nel video che segue, invece, troverete una breve presentazione dell'esposizione.





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mercoledì 12 febbraio 2020

Il mio Piede Sinistro - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Il mio piede sinistro è un film del 1989, tratto dall'omonimo libro, biografia di Christy Brown, un bambino nato con un handicap davvero terribile visto che l'unica parte del corpo che riesce a usare correttamente è il piede sinistro.

Christy Brown nasce a Dublino, negli anni trenta, in una famiglia povera, con la madre casalinga, e il padre muratore, e parecchi fratelli, e una sorella. Il padre è iroso, frequentatore di pub, ma anche molto orgoglioso, e nonostante la menomazione di Christy, si rifiuta di pensare a lui come un peso, tutt'altro. Il ragazzo cresce in una famiglia che lo circonda di affetto e di cure, specie dalla madre, ma - a modo suo - anche dal padre.
Il piccolo Christy non parla, si muove a fatica, e tutti pensano che sia anche cerebroleso, ma in realtà è molto intelligente, e il suo corpo è una specie di gabbia che gli impedisce di dimostrare il suo valore. A ogni modo non si arrende, e un giorno riesce a scrivere, col piede, sul pavimento, la parola mamma. Da quel momento la vita dei Brown cambia e si concentra su Christy. Grazie all'aiuto di assistenti esterni, il ragazzo comincia a parlare, a disegnare, a dipingere... La sua tenacia è unica e tutti, ormai, lo rispettano. Le sue opere sono apprezzate, viene persino esposto in una mostra d'arte. Ciò che gli manca, ovviamente, è l'amore. Innamorato perso della sua assistente, Christy soffre tantissimo il fatto di non poter vivere una vita piena come tutti gli altri. E' per questo che diventa iracondo, e dedito all'alcool, come il padre.
Ma poi il padre muore... E la vita di Christy cambia nuovamente. Decide di scrivere la sua storia, con l'aiuto dei fratelli, e il suo libro diventa un best seller.

Il film è incredibile, bellissimo, affascinante, e non cessa mai di attirare l'attenzione dello spettatore. La storia viene narrata in modo classico, con un flashback che riavvolge la vita del soggetto partendo dal suo momento di maggior successo, ricordando così le difficoltà del percorso seguito fino al suo raggiungimento. La regia è comunque ben realizzata, e bisogna davvero complimentarsi con  Daniel Day-Lewis (n.d.r. Nel nome del Padre, L'ultimo dei Moicani, Lincoln, etc etc), che ha meritato il suo primo Oscar per l'interpretazione di Christy Brown. Il film, del resto, ha ricevuto vagonate di premi e nomination... Per cui cosa aspettate? Recuperatelo, e guardatelo!





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martedì 11 febbraio 2020

Credo che...

Glauco Silvestri
Credo che il sesso si faccia meglio con una persona a cui non vuoi bene, perché puoi essere più istintivo. Con una persona che non ami puoi buttare fuori tutta la tua animalità.





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lunedì 10 febbraio 2020

Ecco uno dei miei #ebook su #Amazon #Kindle

Glauco Silvestri
I mari non saranno più gli stessi dopo aver letto Justice
Disponibile sia in eBook che in formato Paperback.

Maggiori info: qui.


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domenica 9 febbraio 2020

Made in Italy - #SerieTV #Recensione

Glauco Silvestri
No! Non voglio parlarvi del film di Ligabue. Di quello vi ho già parlato qualche mesetto fa. Oggi, l'argomento di cui tratto è una serie tv, che ho visto su di recente su Amazon Prime Video, dedicata alla storia della moda italiana.

Made in Italy è ambientato in una Milano dei primi anni settanta. Al centro dell'attenzione c'è una ragazza di origine del sud Italia, iscritta all'università a Storia dell'Arte, con una famiglia un po' all'antica, una mamma sarta con problemi di salute e un papà burbero operaio di vecchio stampo, un moroso che la vuole sposare e mantenere così che possa diventare una mamma casalinga, tanti sogni, e una vita che le va stretta.
Lei si chiama Irene, e varie vicissitudini la conducono nella redazione della rivista Appeal, per un lavoro che le permetta di mantenersi all'università, e di avere un briciolo di indipendenza in più. Destino vuole che qui, in questo mondo tanto diverso dal suo, trovi nuovi amici, qualche amore, tanta energia, e una incredibile forza interiore. In breve tempo Irene conquista tutti, fa passi da gigante, e addirittura riesce a guadagnarsi il tesserino da giornalista. Pubblica articoli, intervista gli astri nascenti della moda italiana, e si separa sempre di più dalla sua precedente esistenza.

Made in Italy è la storia della moda italiana, della sua emancipazione nel mondo, e tutto ci viene narrato con un ritmo dinamico, ricco di humor (n.d.r. Splendida l'interpretazione di Maurizio Lastrico), con momenti di dramma, un po' d'intrigo... Emancipazione che viene anche raccontata attraverso l'emancipazione femminile, sia attraverso la disinibita Monica (n.d.r. Bravissima Fiammetta Cicogna in questo ruolo), sia attraverso l'evoluzione della più pacata Irene. A dirigere il traffico c'è una autoritaria Rita, interpretata da una Margherita Buy davvero convincente e capace di fare da madrina alle due rampanti giovani ragazze esordienti.
L'assieme è una festa per gli occhi, perché... Nonostante la moda appaia un argomento frivolo, nella realtà dei fatti è lo specchio di una società, ed è capace di mostrarne i pregi, i difetti, le metamorfosi, e di esserne memoria storica efficace e duratura.

Davvero una bella serie, una sorpresa inaspettata.







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sabato 8 febbraio 2020

PARROT ANAFI FLIGHT: Selva Malvezzi

Glauco Silvestri
Stesso luogo, drone differente. Per chi ama fare i confronti... Mezz'ora di differenza tra il volo realizzato dal Mavic Mini (n.d.r. Pubblicato qualche giorno fa) e il Parrot Anafi.

Buona Visione!












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I am Mother - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
E' uscito su Netflix a giugno di quest'anno, ma solo ora riesco a parlarvi di I am Mother. Una pellicola distotica, basata su idee che - diciamocelo - ormai le abbiamo viste rimescolate in ogni modo possibile. L'idea delle macchine che allevano embrioni umani per salvare la specie dall'estinzione l'abbiamo già sentita. L'idea che in realtà siano state le macchine stesse a... Oddio, ma sto spoilerando? Vediamo di andare per gradi. Eccovi la trama:

Siamo in un futuro prossimo, all'interno di un bunker controllato da un robot chiamato Mother. Il bunker protegge ben 16000 embrioni umani (n.d.r. Non sono un po' pochi per ripopolare il pianeta?), Mother li deve allevare, far crescere, e proteggere dall'ambiente esterno, che è poi il nostro pianeta, avvelenato, distrutto, intossicato dalle nostre guerre, dal nostro modo insensato di vivere. In effetti, la nostra specie è estinta. C'è solo Mother, e ci sono solo 16000 embrioni.
Ed ecco che un embrione viene scongelato, viene fatto nascere, ed è una bambina. Una bambina davvero in gamba, che cresce bene, ed è coccolata e istruita da Mother proprio come fosse una vera madre.
Ma... L'adolescenza è una brutta bestia. Ciò che Mother racconta alla figlia (n.d.r. Interpretata dalla giovane Clara Rugaard) non basta. Lei vuole vedere il mondo esterno, e quando un semplice topolino riesce a entrare nel bunker, a rosicchiare qualche filo elettrico, e a farsi catturare... Be', questa curiosità diventa irrefrenabile.
Ed è in questo momento, mentre la figlia sta per uscire dal bunker per esplorare i dintorni, che alla 'porta' bussa una donna. E' ferita. Racconta di essere stata ferita da un robot assassino, e non appena la figlia apre la porta, questa si butta all'interno cercando riparo.
Ma non sa che c'è un robot all'interno del bunker.
Forse!
A ogni modo, dopo l'incontro fortuito con la donna (n.d.r. Bravissima Hilary Swank), molti misteri vengono chiariti, e vengono chiariti in maniera non lineare, giusto perché altrimenti il film sarebbe finito subito. Vale la regola del sospetto, di tutti contro tutti, e così c'è la fuga, c'è il pentimento, c'è il ritorno a casa, e c'è un fratellino che aspetta.

Ben realizzato, ben interpretato, e con una idea di base che è sempre legato alle A.I., a quelle intelligenze artificiali che si ribellano all'uomo per il suo bene. Ho visto parecchi film di questo tipo, anche se su due piedi non saprei citarne neppure uno (n.d.r. Molti li ho recensiti sul mio vecchio blog,  ormai scomparso, altri potrebbero essere nell'archivio di questo), e l'idea che le macchine resettino tutto quanto per poi far ricominciare tutto dall'inizio non è per nulla nuova. E qui c'è persino la sensazione che quanto ci viene raccontato è solo uno dei tanti tentativi di Mother, che i precedenti sono falliti, e che la Swank sia frutto di uno di questi fallimenti. Del resto... Non avete notato anche voi una certa somiglianza tra la ragazzina e la Swank, che siano cloni? 
Ed eccoci quindi alla folle idea di Adamo ed Eva. Visto che Mother non ha risvegliato tutti i bimbi per ripopolare il pianeta, ma solo un maschio e una femmina. O forse il robot li alleva un po' alla volta per evitare di non dare abbastanza attenzioni ai nuovi nati, visto che spera di allevarli e di educarli in modo che siano migliori dei loro predecessori. O forse ancora... Ma il film, per quanto offra mille interpretazioni, non convince al cento per cento, è pieno di buchi, di argomentazioni che non stanno né in cielo né in terra.
Bello è bello! Ma non ha la profondità di un Moon, non ha l'epicità di un Matrix (n.d.r. Il primo), non possiede la tenerezza di A.I., è freddo, come fredde sono le macchine, e non offre neppure il tempo di affezionarsi né alla ragazzina, né alla donna adulta. E questa freddezza è il prodotto di una mente artificiale, che neppure offre un nome alla propria figlia, e... Immagino abbiate capito ciò che intendo.

Da guardare? Si. Però è sempre più spesso un trauma, vedere che buone idee sci-fi vengono tradotte in pellicole che non riescono a interpretarle a pieno. E' come se non ci si sforzi più a ragionare sull'insieme. Si ha l'idea, si butta giù una bozza, e si gira il film il più in fretta possibile senza costruire contesti profondi, interessanti, perché l'importante è stupire, è fare buoni effetti speciali, e chissenefrega di quanto rimane fuori. Se penso che i film di fantascienza degli anni cinquanta, degli anni sessanta, e degli anni settanta, che ancora non potevano avere gli effetti speciali da offrire al pubblico, possedevano storie incredibilmente complesse e affascinanti, tanto da diventare film cult, ed essere visti e rivisti ancora oggi, mi domando: film come I am Mother potrebbe essere, in futuro, un film cult? Non credo!



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