lunedì 30 giugno 2014

Cocoon

Glauco Silvestri
In un ospizio della Florida alcuni arzilli vecchietti trascorrono le loro giornate entrando furtivamente nella piscina privata di una villa priva di proprietà. Quando questa viene affittata a un gruppo di persone con l'aspettativa di rimanere per un mesetto, i vecchietti si trovano di fronte a un terribile dilemma, continuare a frequentare la piscina, o rinunciarci per tutto il periodo estivo? Il problema si risolve rapidamente, quando scoprono che i proprietari passano la maggior parte del tempo sul Manta III una imbarcazione in affitto per la pesca oceanica.
Senza indugi, i vecchietti tornano in piscina... e trovano strani bozzoli sul fondo. Nuotando in quell'acqua si trovano improvvisamente più vitali, giovani, aitanti. Sarà colpa dei bozzoli? 

Cocoon è uno dei film di fantascienza che più mi commuove... e mi diverte. Per una volta, e credo di non fare spoiler visto che il film è degl'anni ottanta e immagino che l'abbiate visto tutti quanti, gli alieni sono pacifici, molto gentili e disponibili. L'idea della missione di salvataggio dopo 10000 anni dall'affondamento del loro avamposto sull'isola di Atlantide è... perfetta per il contesto che fa da supporto alla pellicola.
E comunque, anche se si tratta di un film di fantascienza, è la storia di un gruppo di pensionati che non riesce a rinunciare alla propria giovinezza, e che - tornando giovani - tornano allo stesso modo a compiere gli stessi errori commessi in passato. E' una lezione di vita che fa riflettere, e illumina parecchio sulla psiche umana, che diciamocelo chiaramente - è pressoché costretta a maturare nonostante voglia rimanere bambina per sempre.
Ebbene c'è da riflettere in questa vicenda. L'amore del nipote per i nonni, gli errori di un marito libertino che - di fronte alla rinuncia della compagnia di sua moglie - trova la forza di chiedere finalmente scusa e capisce di non doversi più comportare a quel modo, eccetera eccetera.

Come ho detto, il film è un bel mix di buoni sentimenti, gag divertenti, e fantascienza ben fatta. Gli effetti speciali, ovviamente, non sono all'altezza di quanto oggi si può vedere, ma è comunque ben realizzata. Ricordo che all'epoca mi colpì molto. Oggi si notano bene i 'difetti'... ma non è importante. Cocoon fa parte di quei film dove è la trama a dirigere la visione, e non - come troppo spesso accade nei film odierni - il contrario.

Lo consiglio.


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mercoledì 25 giugno 2014

Sono ancora vivo...

Glauco Silvestri
Giusto un frammento del sogno fatto ieri notte... quando tre uomini armati di mitragliatore sono entrati in casa mia sfondando la porta. Mi hanno preso, trascinato in cucina con la forza, buttato a terra. Hanno sparato qualche colpo in aria, coprendomi di intonaco, e poi mi hanno puntato la canna dell'arma dritto in mezzo agl'occhi. Uno mi teneva sotto tiro gridando in una lingua che non conoscevo. Gli altri due mettevano a soqquadro la casa.
«Non capisco...», ho balbettato.
Allora il tizio armato ha guardato il soffitto bestemmiando nella sua lingua, poi - rivolgendosi a me - ha grugnito «Dove hai messo i libri di Harry Potter?».

A quel punto è suonata la sveglia... niente fori di proiettile in casa, e i libri di Harry Potter sono tutti al loro posto. Boh!



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martedì 24 giugno 2014

Io sono leggenda

Glauco Silvestri
Il libro di Matheson è una cosa. Il film è un'altra storia. Will Smith ci ha già abituato a vedere film tratti da libri sci-fi di successo che con il libro non c'entrano nulla (vedi Io Robot, giusto per fare un esempio). Ciò non toglie che Io sono Leggenda è comunque un buon film, per lo meno fino ai famosi 5 minuti dalla fine, dove il finale alternativo sarebbe stato preferibile... ma sappiamo bene che il buonismo americano è imprescindibile.

La trama è nota, vero? La cura per il cancro si tramuta in un virus che trasforma il genere umano in prede e predatori. Pochi sono i superstiti... ovvero Robert Neville e il suo cane Sam. Loro sono rimasti sull'isola di Manhattan, il punto zero, per cercare una cura. La loro vita è dura. Cercare cibo, medicinali, carburante, stando sempre attenti alla minaccia dei mutati... che diventano sempre più intelligenti ogni giorno che passa. E la cura sembra essere impossibile da trovare...

L'ambientazione è davvero ben costruita. I personaggi sono caratterizzati nel dettaglio, con le loro idiosincrasie, le paure, le manie, le follie, e la determinazione. Il rapporto tra Sam e Neville è davvero incredibile. Il film trasuda emozioni di ogni genere. E' davvero prefetto da molti punti di vista, non fosse altro che l'ispirazione al libro da cui trae il titolo è davvero minima. Si tratta di una zombie-story ove il concetto di leggenda viene completamente rovesciato. Ma va bene così. Una volta compreso che non si è voluto portare sul grande schermo la storia drammatica voluta da Matheson, possiamo goderci tranquillamente la trama del film, e arrivare in fondo completamente soddisfatti.

I camei interessanti? Quando doppia perfettamente Shrek. E' una scena che davvero mette i brividi, e diverte allo stesso tempo. Immaginate di rimanere isolati, senza nessuno, per un tempo lunghissimo, tanto lungo da imparare a memoria i dialoghi dei film che, la sera, guardate per distrarvi... non vi mette i brividi? A me sì, molto più degli zombie, o dei mostri che compaiono in questo film.

Bello. Da vedere.


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sabato 21 giugno 2014

Delfini

Glauco Silvestri
E' uno screensaver che ho scovato per caso nell'App Store di Apple. E' gratis per un tempo limitato, e... è spettacolare. Non ruba troppe risorse, anche il mio vecchio MacBook del 2008 lo gestisce senza problemi. Soprattutto, non è solo uno screensaver, fa anche da sfondo al desktop.

Vi lascio un video (in bassa qualità per velocizzare l'upload) che lo mostra mentre passo da una finestra all'altra. 




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venerdì 20 giugno 2014

Sunshine

Glauco Silvestri
Ho già parlato, in passato, di questo film. Se oggi torno sull'argomento è solo a causa del mio intento di vedere, almeno una volta, tutti i film della mia videoteca. Li sto guardando senza un preciso ordine, per cui ieri sera sono caduto nuovamente su Sunshine.

Il film, se non ricordo male, alimentò parecchie discussioni nel mondo degli appassionati di fantascienza. C'è chi non l'ha apprezzato, perché lo descrive come un horror mascherato da film sci-fi, e chi invece non ne è rimasto... come dire... impressionato. C'è anche chi ha apprezzato la pellicola. Io sono nel mezzo, o meglio, sì, mi è piaciuto parecchio - ma con riserva.

Ricordo, quando vidi per la prima volta questo film - era più o meno in estate - che all'ingresso regalavano creme abbronzanti a tutti coloro che avrebbero acquistato un biglietto d'ingresso al cinema. Ricordo che pensai "cominciamo bene!", ma poi, una volta in sala, le cose sono cambiate.
Il film ripropone la solita situazione in cui una astronave viaggia isolata nello spazio con una missione importante. Schema già visto in Solaris, per certi versi in Alien, e in moltissimi altri film. In pratica, abbiamo un pianeta Terra morente perché il Sole si sta spegnendo. Unica speranza è l'astronave Icarus II, una sorta di vettore dotata di un'enorme bomba termonucleare che dovrebbe 'riavviare' il sole. Va be', lasciamo perdere il fatto che 'gli americani risolvono tutte le situazioni con una bomba atomica', il film ci racconta le vicende di un equipaggio rimasto isolato perché:
  1. Sono troppo lontani dalla Terra;
  2. Un incidente danneggia l'antenna radio.
Si tratta quindi di uno psicodramma. E fin qui è interessante vedere le diverse personalità dipinte all'interno dell'equipaggio. Poi trovano la Icarus I, primo tentativo andato male. La nave sembra a posto. Solo che il computer è stato manomesso... e il diario di bordo mostra scene a dir poco inquietanti... e dal psicodramma si passa al thriller horror. Il passaggio è ricco di colpi di scena, begli effetti speciali, un po' di space opera che non basta mai, eccetera eccetera eccetera.
Il finale, non ve lo svelo, tranquilli, non lascia respiro, e fino all'ultimo c'è da sudare.
I personaggi sono interessanti, ben disegnati, anche se forse un po' troppo fedeli al loro ruolo. L'umanità generica, le paure personali, capita, sono prevaricate dalla paura di fallire, da un senso del dovere molto... da Marines. Mi rendo conto che in gioco c'è la sopravvivenza della Terra, ma... ecco... tutti quanti abbiamo delle debolezze che magari si rivelano quando tutto si mette male.
Non so... il film mi è piaciuto. Ma posso comprendere anche coloro che hanno storto un po' il naso. Io, il mio difetto, vado in brodo di giuggiole quando c'è una astronave... figurarsi quando ce ne sono due.
Ottima la fotografia, le ricostruzioni, la CGI.

Per me è da vedere.


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martedì 17 giugno 2014

Battle Planet

Glauco Silvestri
L'ho scoperto per caso, questo Battle Planet. La fame di fantascienza mi ha convinto a dargli una opportunità, così me lo sono guardato e... be' partiamo dalla trama.

La confederazione dei pianeti uniti sta combattendo una guerra impari contro il pianeta Acquarius. Come in tutte le guerre, anche in questo caso si suppone ci siano dei complotti sotto banco, un tradimento, e che l'incontro tra i delatori e gli ambasciatori di Acquarius debba avvenire su Terra 219, un pianeta neutrale su cui non è presente vita intelligente.
Per investigare su questo complotto, un capitano dell'esercito confederato viene mandato in missione solitaria. L'unico suo aiuto è una nuova tuta da combattimento, un mezzo computerizzato capace di proteggere e sostenere il soldato fino a missione compiuta. L'unico problema è che, una volta attivata, la tuta non può più essere tolta fino al ritorno alla base. Soprattutto, l'intelligenza artificiale che dirige la tuta non sembra poi così intelligente...
Il capitano Strider, giunto sul pianeta, si trova ad affrontare una situazione molto diversa da quanto gli è stato raccontato. Scova un Generale disertore... e i colpi di scena si sprecano, portando chi guarda il film verso un finale inaspettato e sorprendente.

Film sicuramente realizzato con un budget non troppo alto, che però non 'schifa' per una CGI povera da videogame anni 80. Diciamo che qui la CGI è tenuta in secondo piano, con le poche e inevitabili scene dove non si poteva fare a meno di mostrare astronavi (con grafica fine anni 90), alieni (quelli provenienti da Acquarius sono un pochetto surreali, con il casco pieno d'acqua), e ambientazioni spaziali.
Se però ci si concentra sulla storia, allora tutto cambia. La trama è complessa e interessante. Il rapporto tra il capitano Strider e la sua tuta da combattimento è interessante, surreale, drammatico e divertente allo stesso tempo. Ci sono scene che divertono, altre che inducono all'inquietudine. Non mancano gli scontri a fuoco, ma è senz'altro una pellicola di intelligence. Mi piacerebbe svelare qualcosa in più, ma rovinerei la sorpresa.
Gli interpreti sono interessanti, lavorano bene, e sono convincenti. Forse c'è qualche momento di lentezza eccessiva, ma tutto serve a costruire l'attesa, e la rivelazione finale.

Non sarà un capolavoro, ma lo consiglio.



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lunedì 16 giugno 2014

Manga CVN 73 USS George Washington

Glauco Silvestri
Fino al 2008 i mari del Giappone erano sotto stretta osservazione della portaerei americana Kitty Hawk, che era stanziata alla base navale americana di Yokosuka, nella prefettura di Kanagawa. Il sodalizio tra l'equipaggio della Kitty Hawk e la popolazione locale non poteva però durare per sempre, al momento della sua sostituzione, la marina americana ha pensato di presentare l'avvicendamento con un manga.

CNV73 ci presenta la George Washington, una portaerei a propulsione nucleare sella classe Nimitz, attraverso gli occhi dell'ufficiale di marina di terza classe Jack Ohara. Jack ha origini giapponesi ma non è mai stato in Giappone. Essere assegnato alla GW gli dà l'occasione di vedere il suo paese di origine, di conoscere i propri nonni, e di unire nuovamente la sua famiglia. Durante il suo viaggio Ohara farà conoscenza con la nave, l'equipaggio, e la routine, il duro lavoro, a bordo della portaerei. Col passare del tempo il ragazzo crea un bel sodalizio con i suoi compagni, si mette in luce salvando la vita ad altri marinai, e spegnendo incendi a bordo. 

Un bel fumetto. Se da un lato ci racconta come funziona la vita a bordo di una nave grande quanto una città, dall'altro trasuda tutti i valori legati ai rapporti umani. In esso si trova il legame fraterno e amichevole tra persone differenti, con culture molto distanti tra loro, e comunque capaci di dialogare, collaborare, diventare amici. E' una storia semplice, e il suo scopo è evidente, ciò non toglie che comunque riesca a coinvolgere e a ispirare buone emozioni. Il finale, lasciatemelo raccontare senza avvisi di spoiler, ha una vignetta che mi è piaciuta tanto. E' un instante in cui Ohara passeggia col nonno, e guardano l'oceano. Lui chiede al nonno se mai andrà a trovare suo figlio in America, e il nonno gli risponde che non si sa mai, perché in fondo lui e il figlio sono vicini di casa, con l'oceano a fare da confine tra i loro giardini... come se l'oceano fosse un semplice cespuglio posto tra due case. E' un'immagine che mi è piaciuta davvero tanto.
Se tutti la pensassimo in questo modo, forse, smetteremmo di odiare chi è diverso, di fare discorsi antisemiti, di credere che siamo troppo lontani per vivere assieme... quando invece già viviamo tutti assieme.

Molto bello!


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venerdì 13 giugno 2014

Per una Cipolla di Tropea

Glauco Silvestri
Scritto davvero bene, Per una cipolla di Tropea, con similitudini intelligenti e un gergo, un linguaggio, curato senza però dimenticare i giusti dialettismi di un'epoca che ha fascino.

Siamo nell'Italia del primo dopoguerra. In una giornata di sole splendente, capace di illuminare anche i caruggi più angusti e bui di Genova, un cadavere viene recuperato nelle acque del porto. Sembrerebbe il corpo di un pescatore, ma la pistola e il silenziatore rinvenuti nelle sue tasche aprono scenari non previsti. Il colonnello Enrico Anglesio, chiamato sul posto a occuparsi del caso, viene catturato da un insolito indizio, che si rivelerà il suo asso nella manica: le cipolle di Tropea trovate nella barca del presunto pescatore...

Non posso andare oltre alle poche righe di presentazione che lo stesso Amazon propone sulla pagina dell'ebook, perché è una storia non molto lunga e non vorrei rivelare troppo sulla vicenda. Si tratta di un giallo davvero ben congegnato, capace di raccontare la vita di tutti i giorni di quegl'anni, e allo stesso tempo tutte le incongruenze di una Europa (Italia e Francia, soprattutto), che ancora sta leccando le proprie ferite e cercando di mantenere stretti i propri territori, soprattutto le colonie, che ovviamente cominciano a volere la propria indipendenza. Ma cosa c'entra la cipolla di tropea? E' bello il dualismo tra il colonnello Anglesio che deve preparare una caponata per una cena galante, e l'indizio che poi porterà i carabinieri sulle tracce dell'assassino. Sono davvero ben costruiti i personaggi, a partire dal colonnello stesso, fino a Zia Rina.
Ottima la narrazione, che concede indizi come le briciole di Pollicino, e che immerge il lettore in un poliziesco davvero intrigante.

Lo consiglio. Poi... è gratis!


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giovedì 12 giugno 2014

Melting Pot

Glauco Silvestri
Avete voglia di un nuovo romanzo di fantascienza? 
E' un po' che non scrivo più fantascienza, ma questo non significa che mi sia dimenticato di questo genere narrativo. E' accaduto questo lunedì. L'idea. Le prime pagine scritte di getto. La nascita dei primi personaggi. Una prima scaletta imbastita... Insomma, ci vorrà un po' di tempo. Ma avrete una nuova storia di fantascienza.

Come? Volete qualche anticipazione?
Non volerò molto avanti nel tempo. Ci sarà l'esplorazione di un grosso asteroide. E ci sarà qualcosa di drammatico che accade sul nostro pianeta. E ci sarà pure qualche colpo di scena interessante. Ma non posso, e soprattutto non voglio, svelare troppo.

Volete di più, vero?
Mi spiace, ma rimanete sintonizzati. Vi aggiornerò su ogni dettaglio in fase di stesura.


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mercoledì 11 giugno 2014

Robocop 3

Glauco Silvestri
Potevano anche evitarlo, questo Robocop. Già cambiarne le sembianze non è stata una grande idea. R.J. Burke ha l'espressività di un tostapane rispetto a Peter Weller. La trama zoppica parecchio. I personaggi sono superficiali, e... va be', andiamo nel dettaglio, và!

Robocop 3 ci presenta una Detroit ormai ai ferri corti con la popolazione. La OCP, che sin dal primo film sognava di costruire una sorta di nuova città elitaria nel cuore di Detroit (Delta City), ingaggia un'agenzia privata per far sgombrare i quartieri e iniziare i lavori di demolizione e ricostruzione.
In tutto ciò la polizia è circoscritta al ruolo di cane da guardia, senza autorità, senza giurisdizione. Lo stesso Robocop si occupa di poco più che i crimini comuni. Non fosse altro che alla OCP sta proprio sulle scatole che abbia dei sentimenti umani, e vorrebbero davvero farglieli sparire... in cambio di qualche nuovo gadget "militare" capace di fornirgli maggiore potenza di fuoco.
Che succede? Durante una retata Robocop prende le difese di alcuni fuggiaschi. La milizia della OCP non esita a fare fuoco, e lui... abbandona le proprie direttive per difendere i poveri. Da quel momento Robocop è divenuto un criminale, e gli verrà sguinzagliato contro un robot-samurai giapponese super agile/potente/intelligente, praticamente un ninja, così da neutralizzarlo per sempre.
Ovviamente, non ci riesce...

Sembra un film Disney. Che fine ha fatto la cruda violenza presente nei primi due capitoli della saga? E ci dovevano per forza infilare una bimba genio dei computer? E che cavolata è quel jet-pack che... be' è davvero ridicolo. Senza considerare lo scontro tra Robocop e il robo-ninja nipponico... imbarazzante, e soprattutto, risolto dalla bambina di qui sopra.
I personaggi sono più piatti che si può. Lo stesso Alex Murphy, impersonato stavolta da un Burke che riesce solo a tenere il broncio e scambiare un paio di battute stupide, è l'ombra del personaggio che Weller aveva disegnato così bene. Ottima la computer grafica, se proprio vogliamo dare un merito a questo prodotto, ma solo perché è targato 1993, e rispetto allo stop-motion degl'anni 80, i computer son già in grado di offrire qualcosa di più gradevole. Ma se si deve rinunciare a tutto il resto... che senso ha?
Questo film è praticamente la premessa di quanto oggi è all'ordine del giorno: grandi effetti speciali, trame deboli.

Che tristezza!

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martedì 10 giugno 2014

Mick Jagger

Glauco Silvestri
Biografia non ufficiale... è importante da specificare, perché al contrario del suo compagno Keith Richard(s), lui si è sempre proposto come un incredibile smemorato (salvo poi commentare altri testi puntualizzando su dettagli del passato eccetera eccetera).
Philip Norman, già autore della biografia dei Beatles, ci propone un viaggio nella storia del Rock che cavalca più di quarant'anni 'suonati'. Termina proprio lì, un attimo prima della storia di Jagger, dove io ho cominciato a leggerla, ovvero quando L'Wren Scott si è suicidata... ovvero non molto tempo fa.

Si parte con l'incontro tra due adolescenti, Mick e Keith, entrambi appassionati di blues. Si parte dalla fondazione di un gruppo e dai primi live nei locali attorno a Londra. Si parte con un Mick Jagger cresciuto in una famiglia borghese, attenta alla salute, e molto diversa da quella che ci si aspetterebbe. E se i Rollin' Stones son sempre stati indicati come simbolo dell'anticonformismo, dell'abuso di droghe, di donne, di alcool, e di nessun rispetto per la decenza comune, nella realtà Mick sorprende e stupisce.
E' Keith, probabilmente, quello più ribelle del gruppo. Mick, per quanto non sia dipinto come un santo, è sempre stato attento alla cura del proprio corpo... e se proprio bisogna sottolineare sulle sue cattive abitudini, di sicuro, c'è il modo in cui ha sempre trattato le donne (che gli si buttavano ai piedi pur di avere un'avventura con lui). Se quarant'anni sono passati, tanti dischi hanno conquistato premi e avuto vendite sopra ogni immaginazione, lui... nonostante le rughe, non li dimostra. 
Il libro è una sorta di specchio. Da un lato abbiamo lo Jegger cool che deve essere personaggio. Dall'altro lato abbiamo lo Jegger premuroso con i figli, attento alle finanze, che non abusa di alcol e droga (rispetto agl'altri Stones, ovviamente), e conquista persino il titolo di Sir.
Una personalità duale, quindi, che cambia da buon padre di famiglia a... maniaco del sesso... a seconda che si trovi a casa con la famiglia, o in tour con la sua band.

Ciò che appassiona di più di questo libro è il rapporto tra lui e Keith; un rapporto di amore e odio, una amicizia vera che ha retto a screzi indicibili, a liti furibonde, ad abbandoni, a... ma che mai ha separato i due ragazzi nel momento del bisogno.

Un bel libro, ma non una grande biografia. Si cavalca la storia del Rock, partendo dai Beatles fino a giungere ad Amy Whinehouse. Ma di Mick Jagger abbiamo una descrizione non vissuta, più che altro una cronistoria di ciò che ha fatto, di chi ha frequentato, e di ciò che non è mai riuscito a realizzare. Colpa di tutto ciò, probabilmente, è lo stesso Mick Jagger, che non ha voluto collaborare, e di conseguenza non ha lasciato un segno tangibile della sua personalità. In compenso tutte le persone che lo hanno circondato durante la sua vita hanno lasciato numerose testimonianze, incredibili aneddoti, e tante informazioni che poi hanno portato a questo volume.

Lui è sempre al centro dell'argomento, ovviamente, ma questo libro è una vera enciclopedia del rock. E forse più per questo motivo andrebbe letta. E' comunque una bella scoperta, questa vita di Mick Jagger. Perché da appassionato di musica distratto, quale sono io, ammetto mi ero fatto un'opinione molto diversa del personaggio, e dell'uomo.



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lunedì 9 giugno 2014

Robocop 2

Glauco Silvestri
Robocop 2 ha inizio dove il primo ci lasciava. Detroit è sconvolta da continui scioperi della polizia. Quest'ultima, privatizzata ormai da tempo e in mano alla OCP, ha subito tagli di capitale, riduzione di stipendio, e annullamento del fondo pensione. La città è preda della delinquenza, soprattutto dello spaccio di droga, dove una nuova sostanza chiamata NUKE ormai spopola.
Dietro a tutto ciò, oltre alla speculazione nuda e cruda della OCP, c'è il piano di impossessarsi 'fisicamente' della città. Il debito del comune è difatti impossibile da colmare, e la OCP vuole assolutamente mettere le mani sul governo cittadino.
Robocop diventa - di conseguenza - un ostacolo evidente. Lui non fa sciopero! Così viene messo in trappola e quasi distrutto da un gruppo di malviventi prezzolati. La OCP sta già pensando di sostituirlo con una nuova versione, il cui cervello non appartiene a un poliziotto integerrimo col senso del dovere, bensì... di un criminale psicotico che appoggi le politiche OCP.
Ovviamente... il finale della vicenda vede Robocop pronto ad affrontare il più forte e moderno Robocop 2... chi vincerà?

Il secondo film della saga non regala molto di più di quanto abbia fatto il primo film. Detroit corrotta e in mano ai delinquenti. Gli USA guidati da una politica militare estrema. Il più completo disinteresse per l'ambiente... tutti ingredienti già presenti nel primo film, e riproposti qui - se possibile - ancora più amplificati.
La cura dei personaggi è ancora dettagliatissima. Migliorano gli effetti speciali, per quanto appaiano ancora piuttosto antiquati rispetto a quanto oggi siamo abituati a vedere. A tenere in piedi la baracca è la sceneggiatura. E tutto funziona a pennello... per quanto manchi qualcosa, o per lo meno si ha la sensazione di dejavù.
Se nel primo film c'era lo scontro finale tra Robocop e ED209, qui abbiamo lo scontro tra Robocop e Robocop 2. Murphy contro Cain, se vogliamo umanizzare la vicenda. Non c'è approfondimento del contesto. Diciamo che è stato creato un bel palcoscenico per mostrare lo scontro finale.
Apprezzabile la crudezza assoluta della pellicola. Non c'è spazio per il buonismo in questo film, così come non c'era nel precedente. 
In pratica, un ottimo film che però non riesce ad ampliare il contesto così ben costruito nel primo film. Ovviamente è da vedere, da gustare, da assaporare. Ma pur mantenendo la qualità ad altissimi livelli, è il solito sequel che cerca di cavalcare l'onda del successo ottenuto con Robocop.



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sabato 7 giugno 2014

Robocop

Glauco Silvestri
Parlo di quello vero, di quello del 1987, e non di questa robaccia. Regia di un ottimo Paul Verhoeven, Robocop è sicuramente uno dei film meglio pensati, e meglio realizzati, della fantascienza anni 80. Difficile trovare dei difetti in questo film... a meno che non vi dia fastidio la crudezza (che a quei tempi poteva, e faceva, scalpore).

Siamo a Detroit, in un futuro prossimo che, visto con gli occhi di uno vivente nel 1987, sarebbero i giorni nostri. La città è preda della criminalità. Le forze dell'ordine sono quasi allo sbando. Poliziotti muoiono ogni giorno, hanno mezzi scarsi, e personale ridotto. La privatizzazione a vantaggio della OCP non ha sortito effetti, e lo sciopero - per quanto inimmaginabile - è in agguato.
In questo contesto l'agente Alex Murphy viene spostato di distretto. Finisce nel bel mezzo dell'inferno, e al suo fianco si ritrova una ragazza dalle palle d'acciaio, l'agente Lewis.
Durante un inseguimento, la coppia finisce in un distretto industriale abbandonato. Qui i due poliziotti, senza copertura, decidono comunque di tentare l'arresto dei criminali, e mentre Lewis è k.o. dopo un volo di qualche piano, Murphy viene trucidato a sangue freddo.
Il corpo di questo agente è la chiave di volta della OCP per sperimentare un nuovo prototipo di poliziotto robot (l'ED209 è pieno di bug software e non è sicuro se impiegato in attività civili). Il cyborg Robocop entra in azione dopo soli 40 giorni. E per le strade di Detroit comincia a soffiare aria nuova. Il cyborg è inarrestabile e irreprensibile. Ma il suo cervello è tormentato da ricordi terribili... e l'incontro fortuito con uno della banda che aveva trucidato Murphy, risveglia la vecchia personalità del poliziotto. Da quel momento Robocop comincia una battaglia personale per vendicare la propria morte... e non solo.

Per quanto il film mostri i suoi anni - specie nella CGI e nella ricostruzione di un futuro che, ahimè, non ha neppure sfiorato con l'immaginazione ciò che abbiamo oggi - la storia è ben costruita, ben strutturata, ed è affidata a personaggi con un background credibile e ben disegnato. Anche le comparse hanno il loro spessore, e gli scontri sono - nel contesto che ci viene proposto - più che plausibili. E' impressionante il messaggio del film alla società americana, sempre più proiettata verso privatizzazione e mercificazione di ogni dettaglio della vita civile (guarda caso, non è che in questi giorni si sta facendo la stessa cosa in Europa?). C'è una denuncia evidente verso la circolazione libera di armi, verso la corruzione, verso la privatizzazione di servizi che dovrebbero - anche a costo di fare debito - essere a servizio dei cittadini, e non scopo di pareggio di bilancio. Tutto ciò è contornato da ottima fantascienza, e un'ottima storia personale, quella dell'agente Murphy, ovviamente. E anche le scene d'azione sono e rimarranno sempre epiche (vedi Robocop che esce dalle fiamme dopo che il distributore di benzina esplode).

Davvero un ottimo film!


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venerdì 6 giugno 2014

Guyver - The Dark Hero

Glauco Silvestri
Ieri vi avevo parlato di The Guyver. Il primo film basato sull'anime di Katsuhito Akiyama. Oggi affrontiamo il secondo film ispirato alla bio-armatura. Guyver The Dark Hero pretende di affrontare il tema con maggiore serietà rispetto al film precedente. Il budget sembra un pochino più serio, tant'è che in questo caso assistiamo anche a qualche effetto speciale decente, ma... siamo ancora lontani anni luce da ciò che si sarebbe dovuto/potuto fare.

La trama! Sconfitta Chronos, Guyver diventa una sorta di giustiziere della notte. Sean Barker, il ragazzo che possiede la bio-armatura, è però tormentato da strani sogni. Ciò lo spinge a vagare per il pianeta, finché non si imbatte in una spedizione archeologica che... ha rinvenuto nel sottosuolo qualcosa di strano. Scopre gli scavi solo grazie a un notiziario televisivo, dove era mostrato l'accampamento dopo una aggressione da parte di strani orsi impazziti. Ovviamente, gli orsi sono in realtà dei Zoanoidi... e gli scavi archeologici portano al relitto di una nave aliena.
Sean riesce a farsi accettare dal gruppo di archeologi, e ad accedere alla nave. Viene rinvenuta una seconda unità-G, e non appena viene mostrata a tutti i membri del gruppo, ecco che metà di loro rivela la propria reale natura...

Il film vuole dare a sé stesso un'aria più cupa e drammatica. Peccato che l'intento non funziona a lungo. L'ambientazione non si presta all'idea, e la regia non è sicuramente abile nel tentativo di creare la giusta atmosfera. Ci vuole poco per trovarsi di fronte a un film d'azione basato sulle arti marziali, dove i soliti mostri - ammetto fatti veramente bene, ma sempre basati su tutine di gomma sagomate - lottano a suon di calci volanti, spazzate, e colpi di karatè. Valore del merito a chi si occupa degli effetti speciali, le armi del Guyver appaiono abbastanza credibili, e soprattutto temibili. Gli effetti sonori e le pose plastiche rovinano però le scene di puro combattimento. Anche in questo caso i personaggi sono mal definiti. A differenza però della precedente pellicola, neppure i comprimari hanno sufficiente spessore. 
Il tentativo di creare un'atmosfera più seria alla pellicola la rende ancor meno appetitosa dell'altro film, che almeno divertiva.
Sembrerà quindi strano, ma la delusione avuta vedendo questo film è stata superiore a quella avuta guardando il primo capitolo della saga. Un peccato... davvero!


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giovedì 5 giugno 2014

The Guyver

Glauco Silvestri
Parecchio tempo fa leggevo il manga. Mi piaceva il plot, l'idea, e i disegni. Ciò che alla lunga mi ha stancato era l'uscita saltuaria dei vari numeri, che mi costringeva, a volte, ad attendere per mesi e mesi prima dell'uscita di un numero, col rischio di non accorgermene, e di perdere qualche puntata. Interruppi la lettura proprio per questo motivo ma... ecco, l'altro giorno salta fuori che son stati fatti due film su questo manga. Ne ho letto non troppo bene, lo ammetto, ma la curiosità mi ha spinto a cercarli, e a vederli.

Qui parliamo del primo film... il cui titolo è semplicemente The Guyver. La trama rispecchia, bene o male, la prima "stagione" del manga. Un ragazzo, casualmente, viene coinvolto nella sparizione di uno scienziato (che è parente della ragazza a cui fa il filo). Trova accidentalmente uno strano apparecchio. Lo attiva. Accade qualcosa di strano, qualcosa di doloroso, di estremamente doloroso, e poi sviene.
Quando rinviene l'oggetto è scomparso. Rintronato... torna verso casa. Solo che il suo scooter lo pianta in asso in un vicolo malfamato, e un gruppo di teppisti lo assale. Le busca di brutto... finché non si attiva la bio-armatura Guyver... e son dolori per i teppisti.
Ma cos'è il Guyver? Il Guyver, altrimenti noto come unità-G, è una sorta di tecnologia aliena. Una armatura capace di dare forza immane a chi la indossa, e di proteggere il corpo che contiene fino a renderlo immortale.
La morte dello scienziato non è avvenuta per caso. Aveva tentato di sottrarre l'unità-G dalle grinfie di Chronos, una multinazionale padrona di conoscenze scientifiche molto... molto particolari. Appare ovvio che Chronos si mette immediatamente sulle tracce del Guyver, per impadronirsene... ma ciò non sarà poi così facile.

C'è bisogno di una premessa. Gli esseri umani non derivano completamente dalla natura. Noi siamo... un esperimento svolto da un popolo alieno per creare un esercito capace di sbaragliare il loro nemico più temibile. Progetto, quello degli alieni, andato male perché sconfitti, ed estinti, proprio dai loro oscuri nemici.
Chronos è una multinazionale fondata sulle tecnologie aliene scoperte durante diversi scavi archeologici. Tecnologie biologiche tali da rendere l'uomo geneticamente più forte e longevo. L'obbiettivo di Chronos è quello di governare sul pianeta, ma per farlo deve realizzare un esercito di Zoanoidi, ovvero di ibridi umano-alieni, capace di sconfiggere ogni esercito umano. Gli Zoanoidi sono guidati dai leader della multinazionale, anch'essi ibridati con il DNA alieno, ma mutati in qualcosa di superiore a un normale Zoanoide, e chiamato Zoalord.
A ostacolare i sogni della Chronos è per l'appunto l'unità-G. Rinvenuta nel relitto di una nave aliena, essa potrebbe diventare un ostacolo insormontabile nel caso finisse nelle mani degli umani...

Torniamo al film. La pellicola condensa in un paio d'ore scarse l'intera prima serie della saga, per cui la trama subisce, e soffre, di tagli estremi. Questa non è però il difetto principale della pellicola. Il problema viene dal basso budget di realizzazione. Gli effetti speciali sono a dir poco imbarazzanti. Zoanoidi e Guyver sono realizzati con maschere e imbottiture di gomma. Le scene in cui Zoanoidi e Guyver mostrano le loro vere sembianze ricorda i film di Godzilla del 1959, o le puntate di Megaloman. Anche i personaggi sono tagliati col coltello, e cosa piuttosto rara nella mia esperienza di spettatore cinematografico, i personaggi secondari sembrano più curati rispetto agli interpreti principali. Il taglio del film è pressoché da commedia. Ricorda le puntate di Batman degl'anni sessanta, con tanto di cambi di scena con jingle da fumetto. Ciò lo trasforma in un film guadabile a causa del suo fascino retrò. Però i combattimenti basati su arti marziali deludono parecchio... Specie chi, come me, conosce le vere potenzialità dell'unità-G.

Insomma... che dire? Se siete curiosi, magari partite dal film, poi leggete il manga, e magari guardate l'anime.



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mercoledì 4 giugno 2014

Ossa della Terra

Glauco Silvestri
Adoro Swanwick! Ogni suo romanzo è una sorpresa. Ogni suo romanzo va a solleticare il mio spirito fantascientifico come non accadeva da quando ero bambino.

Ossa della Terra è un romanzo che... Be' mettiamola così. Quando lessi Jurassic Park (lasciamo perdere il seguito, che è meglio!), ormai molti anni fa, prima ancora che uscisse il (i) film(s), pensai che esso fosse il romanzo perfetto sui dinosauri. Oggi credo che quel titolo sia stato scalzato da Ossa della Terra. Un romanzo molto più maturo e intelligente, complesso, e sorprendente.

Ma vediamo, nel dettaglio, di cosa parla. Siamo al giorno d'oggi. Richard Leyster si occupa di dinosauri e il suo mondo naturale è il Mesozoico. Un giorno si presenta nel suo ufficio un tipo strano, Griffin, che gli offre l'impensabile opportunità di andarci. Già! La macchina del tempo esiste, funziona, è stata inventata molti secoli avanti e... ora viene offerta ai paleontologi per fare ricerca. Titubante, decide comunque di provare l'esperienza. Ciò lo immerge in un mondo di scoperte e fascino, ma allo stesso tempo si imbatte in una forma di vita molto più misteriosa del previsto. Tramutatosi in investigatore, dovrà scoprire cosa si nasconde nel passato e al tempo stesso, non fare niente che possa creare una contraddizione nel flusso cronologico. Se il sogno dei paleontologi è visitare altre epoche, Leyster dovrà tenere conto anche del fattore umano e prevenire gli scopi poco chiari di gente disposta a tutto, compresi i fanatici del suo tempo. 

Questo romanzo ha vinto il Premio Hugo del 2000, nella sua forma breve titolata Scherzo col Tirannosauro. E' una storia davvero complessa dove si intrecciano gli interessi dell'homo sapiens verso la razza dominante più affascinante della storia del pianeta, e allo stesso tempo gli interessi degli... Illuminati verso l'homo sapiens. Basterebbe la parte narrata relativa all'esplorazione del Mesozoico, ma nel romanzo c'è di più. Ci sono paleontologi che sognano di dimostrare le loro teorie - anche usando trucchi subdoli - e creazionisti che credono la macchina del tempo sia un abominio, e vogliono sabotare tutto quanto. [spoiler]E poi ci sono gli Illuminati, che donano le tecnologie per viaggiare nel tempo agli umani per... studiare il loro comportamento, la loro curiosità, il loro desiderio di sapere [fine spoiler]. Non mancano gli incidenti di percorso. Non mancano le vittime. Ma soprattutto il personaggio di Griffin, è il più affascinante... compare nella storia in tre forme differenti, ma non voglio svelare oltre.
Romanzo davvero completo e appassionante. Lo metto sicuramente nella top ten dei romanzi più belli che abbia mai letto... col rischio che diventi una top eleven!

Leggetelo!




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martedì 3 giugno 2014

La seconda Antologia: Fantasy

Glauco Silvestri

Buon Compleanno a mehhh... Buon Compleanno a mehhh... tanti auguri felici, ma il regalo va a Voi!
Ebbene sì, oggi compio 42 anni. Dura da ammettere... Sono su questa palla blu che veleggia solitaria nel sistema solare da ben 42 rivoluzioni, ovvero 42 giri completi attorno al Sole. 

C'è poco da dire al riguardo. E questo post vuole parlare di ben altro, ovvero del piccolo, miserrimo, regalo che ho deciso di fare a voi, miei cari lettori. Si tratta di una anticipazione.
Da qualche giorno è già presente online la mia Antologia di Racconti di Fantascienza, lo sapete, e già mi son messo al lavoro per raccogliere i racconti per la seconda delle mie antologie, ovvero quella che raccoglie i racconti del terrore, che siano thriller, che siano horror, che siano a metà tra i due generi... insomma, tutte le mie Storie da Brivido.

L'anticipazione che voglio regalarvi è... Un'anteprima della Copertina! La vedete qui a fianco. Vi piace?

Come avrete intuito, tutte le mie antologie avranno una copertina simile, che le accomuna. A cambiare saranno i dettagli. Se nella prima c'era in sfondo una rappresentazione di un Eclisse Solare, qui abbiamo invece un Teschio.

Bene... ora dovrò lavorare parecchio per sistemare tutti i racconti e realizzare l'ebook. Nel frattempo posso solo suggerirvi di cliccare qui, e superare l'attesa leggendo un altro mio ebook... Ricordandovi che fino al 9 giugno, ogni giorno, ci sarà qualche titolo in sconto, o gratis. Dovete solo scovarlo!


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lunedì 2 giugno 2014

Real Steel

Glauco Silvestri
C'è chi l'ha definito troppo disneyano... Real Steel era parecchio atteso quando fu annunciata la sua uscita al cinema, e le aspettative di alcuni - combattimenti tra robot sul ring - vennero deluse da una  trama che accentrava l'attenzione nel rapporto padre-figlio, piuttosto che sul fascino dei combattimenti veri e propri.

Nonostante ciò, a mio parere, questa pellicola riesce a toccare l'interesse di un ampio spettro di persone. E' un film per famiglie, e allo stesso tempo è anche un film di fantascienza (siamo nel 2017), e allo stesso tempo è un film di combattimenti all'ultimo bullone. Insomma, gli ingredienti ci sono tutti, per me.

Ma passiamo alla trama, per chi era distratto e non conosce il film. Charlie Kenton è un ex pugile che ha perso la sua ultima occasione di conquistare il titolo quando un robot di 800 kg e oltre 2 metri d'altezza lo ha sostituito sul ring... I robot sono più spettacolari, c'è più violenza, e nessuno si fa male. La boxe tra uomini è sorpassata. Per cui Kenton diventa promoter a tempo perso, e si guadagna da vivere montando robot di poco valore con metallo di scarto e passando da un incontro clandestino  all'altro, con le scommesse. Quando l'ex moglie di Charlie muore in un incidente stradale, lui sta per toccare il fondo. Vorrebbe sbarazzarsi in fretta della tutela del figlio, Max, ma il marito della sorella di sua moglie lo convince (con 100.000 dollari cash) a tenere il figlio per le vacanze, così che lui e la moglie possano godersi un viaggio in Italia senza pargoli al seguito.
Ciò che nessuno può prevedere è che Max si appassiona rapidamente alla boxe, e il rapporto padre- figlio cambia improvvisamente, tanto da portare i due a sfidare, con un robot di seconda mano, il campione del mondo di Robot Boxe.

Guardando il film vengono in mente altre due pellicole. Il rapporto tra Charlie e Max ricorda da vicino il road movie Over the Top, dove il padre era uno Stallone che campava facendo 'Braccio di Ferro' a livello professionale. Il secondo film, invece, mi viene ispirato dalla carriera Boxistica del piccolo Atom, pronto a sfidare il campione Zeus... e anche qui Stallone ci mette lo zampino, perché mi riferisco a Rocky
Hugh Jackman è un pugile convincente, e il suo lato umano è tale da farci dimenticare il personaggio per cui è diventato famoso (Wolverine). Ci dimostra che è capace di fare altro, che film con soli effetti speciali, e che è in grado di recitare con bravura anche in film per famiglia.
L'intero staff è convincente. Le gag divertenti si frammischiano a una storia romantica, e a tanti combattimenti tra robot. Convincente la CGI... fa pensare che i robot esistano davvero. Lo ammetto... mi piacerebbe parecchio. Altro che le "penose" Robot War che ci hanno propinato in tv per qualche tempo.

Lo consiglio!

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