Eccoci alla fine del viaggio in Norvegia. Come vi avevo preannunciato nei precedenti post, il rientro dai Fiordi ha visto uno stop in Germania, a Bremerhaven, e la definitiva discesa a terra in terra Olandese.
Bremerhaven è una città portuale che profuma di nuovo. In effetti fu completamente rasa al suolo durante la seconda Guerra Mondiale, visto che era un punto strategico della marina tedesca e che non poteva essere ignorato dalle forze alleate. Per ciò le costruzioni sono tutte moderne, la sua struttura è ordinata e funzionale... manca il profumo della storia che si respira solitamente nelle città europee.
Gli elementi che richiamano in questo piccolo centro sono un museo dedicato al mare, all'immigrazione, ma soprattutto all'emigrazione post bellica verso gli Stati Uniti. Non mancano monumenti alla navigazione, è possibile visitare una ricostruzione 'funzionante' di un Drakkar Vichingo, di alcuni vecchi battelli a vapore, e...
Qui potete osservare alcuni scatti ottenuti in questa curiosa cittadina.
L'Olanda è invece patria dei mulini a vento, e il villaggio di Zaanse Shans è un luogo 'costruito ad hoc' per ricordare come fosse questo paese nell'ottocento, durante il suo pieno sviluppo, e durante il suo espansionismo 'verso il mare'. I mulini venivano usati per tanti scopi, oltre che come macchine per macinare cibo e/o materiali da cui estrarre i pigmenti per le vernici. In particolare, erano usati per pompare via l'acqua di mare dalle terre che si volevano sfruttare. Ogni appezzamento di terra veniva 'asciugato' in circa due anni grazie a questi strumenti prodigiosi. Ovviamente - oggi - i terreni olandesi sono tenuti all'asciutto con l'ausilio di potenti pompe elettriche e i mulini sono divenuti un retaggio del passato, ma è comunque possibile visitarli, e vederli, per quanto ne siano rimasti pochi rispetto agli oltre 15000 (
n.d.r. Se non ricordo male) che operavano due secoli fa.
In questa foto si possono vedere tre mulini in linea su una diga artificiale. Oggi il loro compito è solo didattico, ma nell'ottocento venivano davvero impiegati per impedire all'acqua di invadere i terreni alle loro spalle, che venivano coltivati, o usati per l'allevamento, ed erano preziosissimi perché estremamente fertili.
Una bella carrellata di foto di Zaanse Shans è visitabile cliccando
qui, sul mio spazio Flickr dedicato a questo angolo di Olanda.
Mentre se siete curiosi di vedere cosa accade a un villaggio di pescatori quando il mare in cui lavoravano viene 'chiuso' per far sì che - a causa delle maree - vada ad allagare i terreni rubati con tanta fatica e usati per scopi umani, vi presento Volendam. Ovviamente quando il mare fu chiuso e perse ogni attrattiva dal punto di vista ittico, i pescatori andarono in crisi e si impoverirono. Ci fu lavoro per loro nei campi, o in fabbrica, ma questi non riuscirono mai ad adattarsi... Finché non scoprirono il turismo. E ai pescatori il turismo piacque tantissimo. Tanto che Volendam tornò a crescere. Oggi il suo porto raccoglie per lo più piccole imbarcazioni private e mezzi per far fare dei tour ai turisti. Le casette in riva al mare si sono trasformate in attrazioni turistiche e/o a negozietti caratteristici per attirare il denaro dei turisti. Una San Marino sull'acqua, in pratica, dove per scoprire i luoghi 'reali' in cui i pescatori vivevano e vivono tutt'ora, è necessario entrare in un dedalo di piccole stradine chiamato Il Labirinto, un posto incantevole dove - però - si rischia davvero di perdersi.
Le due foto che avete appena visto sono state scattate rispettivamente nella via commerciale e nel labirinto. Cliccando q
ui potete raggiungere il mio album fotografico dedicato a Volendam, che vi potrà offrire un maggiore approfondimento sul piccolo villaggio, e vi permetterà di dare un'occhiata a un mare chiuso, e ormai composto da acqua dolce.
Rimane da affrontare il tema della vita a bordo di una nave da crociera. Magari molti di voi sono dei crocieristi affermati, altri invece non hanno mai provato a fare una crociera, io ero alla prima esperienza, e ne avrei da dire tante. Diciamo che il primo impatto, quando una volta imbarcato ti trovi al ponte 9, al ristorante self service, per il primo pasto (pranzo) dopo una lunga attesa al terminal del porto, è traumatizzante. Poi si scopre che la nave è abbastanza grande da poter offrire spazio a volontà a tutti, e mano a mano che ognuno comprende ciò che preferisce a ciò che invece non desidera, la vita a bordo diventa piacevole.
I ponti dedicati al divertimento (n.d.r. Quelli coperti, visto il clima norvegese, nel nostro caso, erano tre) sono più che sufficienti per tutti, e sembra di essere in una piccola Las Vegas: tra negozi di lusso, bar di ogni tipo, piste da ballo, teatro, locali con pianoforte, luoghi dove poter chiacchierare, casinò, ristoranti, gelateria, internet point, biblioteca, e persino una cappella dove pregare... C'è da perdersi, credetemi. E in un modo o nell'altro, si finisce sempre di fronte al Ristorante Portofino... Era una sorta di assioma assoluto:
Tutte le strade portano al Ristorante Portofino.
Sul mio album flickr dedicato alla Costa Magica -
qui - troverete foto dedicate alla nave,
ma che probabilmente raccontano poco della mia esperienza personale. Quest'ultima è meglio rappresentata dall'album di fotografie che ho creato su Facebook, e che di giorno in giorno ho arricchito di immagini e video non dico in tempo reale, ma quasi, per creare una sorta di 'cronaca della vacanza'.
Lo potete guardare cliccando
qui. L'ordine delle foto è... 'più o meno cronologico', Facebook fa un po' di confusione da questo punto di vista.
E con questo è davvero tutto. Settembre è quasi a metà del suo cammino, e pensare alle ferie estive comincia a darmi qualche problemuccio di nostalgia.
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About the Author
Glauco Silvestri /
Author & Editor
Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.
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