mercoledì 31 agosto 2016

Tecniche storytelling (parte 5): Infodump - #Corso #Scrittura

Glauco Silvestri
Qualche settimana fa abbiamo parlato del metoto Show don't tell. In quell'occasione è saltata fuori spesso la parola Infodump, e in ognuna di quelle occasioni ci siamo detti che saremmo tornati sull'argomento. Oggi siamo arrivati al punto e, come premessa, voglio ricordare che l'Infodump è da evitare, punto!

La parola inglese Infodump nasce dall'unione di altre due parole: Information, ovvero informazione; e Dump, che come sostantivo significa cumulo di rifiuti, mentre come verbo significa accumulare.
Il termine nasce dalla cattiva abitudine, in narrativa, di condensare una quantità eccessiva di informazioni in un'unica parte del romanzo. Un po' come i bei capitoli sulla Peste a Milano, o sulla Guerra del Pane, che troviamo ne I promessi Sposi, molto interessanti a livello storico, ma che spezzano la narrazione in modo traumatico. 
Non ho certamente intenzione di criticare l'opera di Alessandro Manzoni perché bisogna anche contestualizzare l'epoca in cui essa fu scritta, un periodo dove l'informazione non girava via internet o attraverso altri media, e spesso - per far conoscere alla gente cosa stava accadendo nel mondo - era uso comune sfruttare anche la narrativa, in qualità - per certi versi - di testimonianza dell'epoca storica in cui si viveva.
Oggi la narrativa nasce in un contesto molto differente, e lo scrittore deve adeguarsi ai tempi in cui vive... Di conseguenza certi metodi sono divenuti, come dire, desueti.
Immagino che molti obbietteranno che in un racconto di fantasia, ambientato in un mondo di fantasia, lo scrittore ha il dovere di spiegare come funziona il suo mondo... Ed è tutto vero: Lo scrittore ha il dovere di spiegare come funziona il suo mondo. Difatti io ho detto che l'infodump è da evitare, non l'info e basta. E c'è modo e modo per informare il lettore. Vediamo in maniera schematica cosa fare e non fare:

Cosa evitare.
  • Il personaggio che fa lo spiegone. Oramai questa attitudine è persino presa in giro dai cartoon della Pixar (n.d.r. Ad esempio qui). A parte il fatto che uno spiegone sa molto di saccente, e gli saccenti stanno spesso antipatici, i dialoghi fatti in questa maniera sanno spesso di 'manierismo' e di 'falso'. E no, non funziona se fate i furbi e usate un dialogo tra più persone per camuffare lo spiegone. Il lettore non è stupido, e se anche lo fosse, proposta in quel modo non capirebbe comunque la spiegazione che tentate di esporre.
    Ok, in certi - forse tutti - gli ambienti di lavoro c'è sempre il collega sapientone che non vede l'ora di dare una spiegazione a un qualunque evento/fenomeno che accade durante la giornata, anche se fuori luogo, ma ditemi voi: questo personaggio lo evitate o lo cercate di proposito?
  • L'interruzione brutale della narrazione. Se per andare avanti nella storia avete bisogno che il lettore sia a conoscenza di qualcosa, non attendete l'ultimo minuto per poi scrivere pagine su pagine di 'spiegazioni'. Infilate le informazioni un po' alla volta, siate lungimiranti e partite alla lontana, magari con un incipit a volo di gabbiano, o spezzando le informazioni su più capitoli, in piccole dosi.
    Il ritmo della narrazione non deve mai subire brusche frenate.
  • Trasformare la voce narrante in un docente universitario. La voce narrante deve essere una guida, non wikipedia.
Cosa fare.
  • Siate sintetici. Scrivete a parte le info che volete inserire nel romanzo. Rileggetele, tagliate le parti superflue. Rileggetele ancora, tagliate gli eccessi. Rileggetele ancora, semplificate quanto è rimasto.
  • Guardatevi una partita di calcio di Holly e Banji. Durerà circa 10 episodi. 90 minuti di partita condensati... no, espansi su dieci episodi da mezz'ora l'uno. Questa non è capacità di sintesi, ma è sicuramente un buon esempio di infodump. Ecco, voi non dovete fare così. State scrivendo un romanzo o il plot di una telenovela? E se Holly e Banji non vi basta, provate a guardare uno scontro qualunque de I cavalieri dello zodiaco. Anche qui l'azione durerà diversi episodi. E anche in questo caso l'azione è spezzata fino alla noia da ricordi d'infanzia, sofferenze, riflessioni filosofiche, polpettoni eroistici da epopea greca, e quant'altro.
    (n.d.r. Chiedo scusa a tutti gli estimatori dei cartoon citati qui sopra ma...).
  • Tagliate, tagliate, tagliate... Non abbiate paura a tagliare. Conservate solo ciò che è funzionale alla storia.
  • Come ho già detto, siate furbi, spezzate le informazioni e spalmatele nella narrazione, evitate i dialoghi che cammuffano lo spiegone, e le voci narranti onniscienti con una certa tendenza a fare i professori. Sappiate dosare con attenzione informazioni e azione. Bilanciate descrizioni, azioni, e informazioni.
La parola chiave è equilibrio. Lo scrittore deve comprendere che oggi i lettori non hanno più la pazienza di un tempo, e che sono abituati alla velocità delle informazioni, a causa dei media, a causa della vita che fanno, e per questo motivo la narrativa deve seguire questo corso e adeguarsi alle esigenze di coloro a cui si rivolge.
Siate al passo coi tempi...

Non demonizzate, ovviamente, l'informazione. Ma evitate che si accumuli, e che spezzi il ritmo narrativo.


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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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