mercoledì 24 agosto 2016

Tecniche storytelling (parte 4): Ritmo narrativo - #Corso #Scrittura

Glauco Silvestri
La narrativa è cambiata parecchio negli ultimi anni. Se provate a leggere un libro di due secoli fa (n.d.r. Stavo per scrivere del secolo scorso, ma devo ammettere che se devo prendere in esempio testi di fine ottocento, mi tocca saltare due secoli... E ciò significa che sto invecchiando!), tipo Moby Dick, vi renderete conto che - per quanto queste vicende siano molto 'attive' - possiedono un ritmo narrativo molto diverso da quanto viene pubblicato ai giorni nostri.
I romanzi, in quell'epoca, erano più riflessivi, descrittivi, intensi.
Gli eventi erano descritti minuziosamente, sia a livello emotivo, sia a livello estetico e/o esteriore. C'era respiro!
Oggi la narrativa è molto più diretta. 
Segue canoni molto diversi, quasi fosse una competizione, e il lettore è costretto a ritmi da cardiopalma, o per lo meno, a vivere in prima persona, quasi in tempo reale, quanto sta leggendo. Ciò è forse dovuto alla nostra abitudine verso media più immediati, come la rete, la televisione, e la radio. E' impensabile, ai giorni nostri, che per descrivere un personaggio che sale le scale si impieghino due pagine... Oggi al massimo si usano due paragrafi.

Ciò non significa che oggi non si possa utilizzare uno stile riflessivo, ma bisogna tenere conto di cosa si aspetta il lettore. In pratica, la narrativa è una sorta di specchio di come vive l'uomo. Nell'ottocento la vita era più lenta. Non esistevano le telecomunicazioni. O si parlava a quattr'occhi, o si spedivano lettere, che potevano impiegare settimane/mesi per giungere a destinazione. I mezzi di trasporto erano lenti, si andava a piedi, in carrozza, in nave (a vela). Un viaggio Da Londra a New York poteva impiegare settimane. E anche nel secolo scorso, per quanto già la vita fosse più concitata, i tempi erano comunque meno rapidi di quelli di oggi, specie in epoca pre-internet (n.d.r. Mi rendo conto che i più giovani potrebbero non essere vissuti nel periodo in cui internet non esisteva ma...).
Ecco perché bisogna fare molta attenzione al ritmo narrativo.
Una storia troppo lenta annoierà, e alla lunga farà abbandonare la lettura. Una storia troppo rapida potrebbe invece impedire al lettore di seguire appieno la vicenda. Ci vuole il giusto ritmo... Soprattutto, bisogna saper giocare con esso in modo da tenere sempre agganciato il lettore.

Uno schema di come funziona una gara ciclistica
Come si fa? Pensate a una gara ciclistica, tipo il Giro d'Italia. Non è necessario essere appassionati a questo sport per comprenderne le peculiarità. Peculiarità che possono essere applicate anche in narrativa. Il 'Giro' è costituito a tappe (n.d.r. I capitoli). Ogni tappa ha delle difficoltà e un traguardo. Per vincere una tappa bisogna superare le avversità e arrivare primi. Un ciclista, però, può anche perdere delle tappe, e comunque vincere il 'Giro', visto che per vincere il 'Giro' è necessario avere il tempo complessivo migliore. Per cui, se anche in una tappa il ciclista è in difficoltà e non la vince, se poi nella successiva domina e lascia tutti indietro, rimane comunque in lizza per il titolo finale.

Complicato? Vediamo di semplificare. Il nostro personaggio deve vincere il 'Giro', ovvero deve arrivare in fondo al libro e risolvere il dramma, o l'avventura, o la vicenda che avete inventato. Per far ciò dovrà affrontare delle difficoltà. Queste difficoltà potrebbero essere i traguardi intermedi, ovvero le varie tappe del 'Giro'.  
Gestire il ritmo narrativo della vostra vicenda dovrà ricordare quanto ho scritto qui sopra. Ogni capitolo potrà avere componenti concitate, componenti tranquille (n.d.r. Rimanendo in ambiente ciclistico: tappa a cronometro, tappa con scalata di una vetta, circuito cittadino), in modo da variare i tempi della narrazione. Ci dovranno essere ostacoli, piccoli e grandi, in modo da ottenere una sorta di crescendo graduale che porterà al gran finale.

Un altro modo di visualizzare il modo corretto con cui gestire il ritmo narrativo è quello di Immaginare voi stessi legati a un lettore: Dovete tirarlo fino al traguardo. Se tirate troppo la corda, questa si strappa e perdete il lettore; allo stesso modo, se lasciate che questa corda sia troppo lasca, il lettore non si muove nonostante voi avanziate. In pratica la corda va tenuta tesa al punto giusto così che il lettore avanzi assieme a voi.
La parola d'ordine è equilibrio. 
Ritmi blandi mescolati ad arte con ritmi più rapidi. Dovete lasciare al lettore il tempo per ambientarsi, per comprendere la vicenda, e all'improvviso sorprenderlo con un evento, per poi di nuovo offrirgli il tempo di comprendere cos'è accaduto, per poi gettarlo nuovamente nella mischia.

Siate abili nel gestire i ritmi narrativi delle vostre vicende, e vedrete che i lettori si fidelizzeranno alle vostre storie e al vostro nome. Il segreto è tutto qui.


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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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