mercoledì 27 aprile 2016

Come Fotografare le Stelle (parte 2) - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
La fotografia digitale è stata una bella rivoluzione, siete d'accordo? Con una fotocamera digitale è possibile verificare immediatamente il risultato, non si hanno limiti pratici al numero di foto che si possono scattare, per lo meno in confronto alla pellicola, e si può cambiare la sensibilità (n.d.r. ovvero gli ISO) tra uno scatto e l'altro... Senza contare la maggiore risoluzione delle immagini, e la praticità con cui si possono gestire le immagini, elaborarle, e stamparle.

La molto discussa Canon EOS 60Da
Di contro, e qui veniamo all'affermazione con cui ho concluso la prima parte di questo argomento, i sensori digitali sono più sensibili al mosso, e non è possibile fare una fotografia con tempi di esposizione superiore ai 5 minuti (circa) senza compromettere l'immagine. Difatti i sensori CMOS sono troppo sensibili, e soggetti a interferenze (n.d.r. che di solito vengono considerate come Rumore Elettronico). Con tempi di esposizione molto lunghi è sufficiente la luminosità del cielo per accecare la foto (n.d.r. ricordate com'era chiaro lo scatto ottenuto con tempi pari a 90 secondi?), e a ciò si aggiunge il calore prodotto dai componenti elettronici della fotocamera stessa, che può andare a interferire e a ingannare il sensore). Non è un caso che in astrofotografia, nei telescopi, di solito si usino sensori CCD. E' per certi versi una tecnologia obsoleta, con minore risoluzione, ma è totalmente immune ai problemi descritti qui sopra.

Cosa bisogna fare allora? Si può acquistare una Canon EOS 60Da, progettata appositamente da Canon per la astrofotografia? Oppure far modificare la reflex, applicarvi un filtro Baader BCF-1 o, forse meglio, un IR-cut, e magari anche predisporla agli scatti prolungati con un sistema di raffreddamento?
Forse no!
Un ipotetico Dark Frame.
I puntini chiari sono dovuti
al rumore rilevato dal sensore
C'è una tecnica che vi potrebbe essere d'aiuto senza spendere cifre esorbitanti, e senza modificare artigianalmente la vostra fotocamera.
Se poi la passione per l'astrofotografia vi prenderà, potrete pensare a comprare un bel telescopio dotato di fotocamera CCD, e non avrete più alcun problema.
La tecnica è semplice, ma allo stesso tempo richiede molto lavoro. 
Si tratta di scattare, oltre alla foto che volete, anche un Dark Frame, e un Flat Field. 
Un ipotetico Flat Field.
Se il sensore non avesse difetti
l'immagine sarebbe bianca uniforme
Il primo ci mostrerà il rumore prodotto dal sensore della fotocamera.
Il secondo serve a compensare una errata lettura dell'informazione luminosa, che di solito è generata da micro imperfezioni delle ottiche, del sensore, della fotocamera in generale.

Il Dark Frame si ottiene scattando una foto con l'obiettivo coperto.
Il Flat Field si ottiene scattando una foto a un soggetto uniformemente illuminato, meglio se è bianco.

Ok... ho omesso un dettaglio: La procedura è un po' più complessa di quello che sembra. Tutto va fatto sul campo, al momento in cui si decide di fotografare un soggetto astronomico. Il principio è quello di eliminare il rumore elettronico dalla vostra fotocamera, per cui, per essere sicuri che ciò avvenga al meglio, bisogna fare diversi scatti (n.d.r. Di solito una decina), sia del soggetto, sia del Dark Frame, sia del Flat Field.

Ne capirete il motivo mano quando osserverete le vostre prime foto. I Dark Frame non appariranno tutti uguali, così anche i Flat Field, e... Persino le foto al vostro soggetto.

Non spaventatevi, quando sarete a casa, attraverso software appositi (n.d.r. Ne esistono di molto validi, gratuiti, specie nella galassia Windows, su Mac sono più difficili da trovare... Ma vanno bene anche software di fotoritocco come Photoshop e concorrenti, per quanto non siano stati pensati per questi scopi. Qui ce n'è uno che potrebbe fare al caso vostro... Giusto per dare un punto di partenza), riuscirete velocemente a ottenere la foto che desiderate.

In pratica bisognerà comporre tre immagini. Un Master Dark Frame ottenuto dalla sovrapposizione di tutti i Dark Frame scattati subito dopo alle foto vere e proprie. Un Master Flat Field, anch'esso ottenuto dalla sovrapposizione dei Flat Field presi sul campo, e infine una Master Picture ottenuta dalla sovrapposizione dei vari scatti al vostro soggetto.
Fatto ciò, bisognerà sottrarre dalla Master Picture il Master Dark Frame, e di seguito aggiungere il Master Flat Field. E' più complicato da dire che da fare, i software faranno tutto il lavoro sporco, voi dovrete solo valutare i risultati... Che potrebbero essere come la foto sottostante, che mostra la Galassia di Andromeda, la M31, e che non è mia perché è impossibile da ottenere senza un inseguitore astronomico, e io non ce l'ho. E' presa da un manuale di astrofotografia che ho scaricato dalla rete (n.d.r. Troverete tutti i riferimenti nella Bibliografia, nell'ultimo post di questo corso).



L'immagine è stata ottenuta componendo vari scatti, in questo caso ottenuti persino con setup differenti con una Canon D350 non modificata. La tabella qui sotto mostra cosa ha fatto il fotografo per ottenere l'immagine.


A tutto ciò, ovviamente, vanno aggiunti una decina di Dark Frame e altrettanti Flat Field... Un lavoro duro, ma il risultato è allettante, non trovate anche voi?

E se volessimo fotografare i pianeti, o addirittura il Sole? Ne parleremo nella terza e ultima parte di questo capitolo.



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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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