Quante volte, osservando una foto scattata per immortalare un paesaggio, siete rimasti delusi del risultato? Immagino spesso. Il fatto è che quando rimaniamo ammaliati da un bel paesaggio, il nostro occhio registra molte più informazioni rispetto a quelle che possono essere incamerate in una immagine bidimensionale.
Il problema principale è che i paesaggi non hanno un confine, né una cornice.
La fotografia, invece, ha dei limiti fisici, e questi limiti spezzano il paesaggio in modo drammatico, al punto da togliere all'immagine tutta la magia che vi avevamo notato a occhio nudo.
E' impensabile credere di poter riportare interamente questa magia in una singola foto, anche se questa è una panoramica.
Il trucco sta nell'identificare quali dettagli rendono viva quella magia, e fotografare quei dettagli.
L'obiettivo da utilizzare è... No, non è un grand'angolo. Meglio un'ottica intermedia, un
35 mm, o il
50mm che abbiamo già visto, o anche il pancake da
24mm (
n.d.r. Che un po' grandangolo lo è, ma considerando il fattore di crop, diventa un'ottica normale). Si può prendere in considerazione anche uno zoom. Non è necessario andare sui teleobiettivi spinti, è sufficiente un
18-135mm per coprire ogni esigenza di questa tipologia di scatti, sempre ricordando che questi obiettivi perdono in luminosità rispetto alle focali fisse.
Ciò che più conta, comunque, è la capacità di ritagliare dal contesto i dettagli più significativi, e non l'obiettivo montato sulla fotocamera.
L'inquadratura è fondamentale. Abbiamo affrontato questo argomento diverso tempo fa ma è proprio in questo tipo di fotografie che dobbiamo applicare quanto imparato. Dobbiamo ricordare che chi guarda le foto potrebbe non aver mai visto il luogo che esse rappresentano, per cui dobbiamo improvvisarci come 'guide turistiche', e dare agli occhi dell'osservatore dei punti di riferimento.
Ricordate il triangolo? La foto qui accanto lo sfrutta per condurre gli occhi dell'osservatore verso la laguna veneziana. La prua della gondola, nell'angolo in basso a sinistra è probabilmente il primo dettaglio che viene notato. Il contrasto tra la foschia e i colori pieni del telo azzurro attirano l'attenzione dello sguardo.
Seguendo la barca si nota che la balaustra sulla destra converge, assieme alla nostra gondola, e a diversi pali d'ormeggio, verso un gondoliere vestito di bianco, che lentamente si sta allontanando dal nostro punto di fuoco. La gondola di quest'ultimo punta verso il campanile all'orizzonte... E il gioco è fatto, il paesaggio è costruito e interpretato correttamente anche dall'osservatore della foto.
Il colore è una chiave importante nei paesaggi.
Il Colore delimita i contorni, e focalizza l'attenzione dell'osservatore. A volte sono proprio i colori a rendere un paesaggio unico nel suo genere, e in quei casi, è sufficiente immortalare quei dettagli, per risvegliare il ricordo del luogo. Anche chi non ha mai visto il luogo, rimarrà comunque affascinato dai dettagli, e magari vorrà approfondire l'esperienza cercando altre foto del luogo.
Le nuvole, un cielo carico d'azzurro, una costruzione ormai in disuso, una scritta che sa di atmosfera d'altri tempi, questi sono i dettagli su cui l'attenzione si focalizza. E in lontananza? I monti coperti da nubi nere che promettono solamente tempesta.
Nel caso di fotografie a paesaggi semplici, un tramonto, o una radura, è necessario ricordarsi che l'occhio della fotocamera non è come il nostro, e che ha dei limiti. Ciò costringe il fotografo a compiere delle scelte, e se proprio non vuole concentrarsi su un singolo dettaglio, allora è bene pensare a enfatizzare la cornice che la fotografia impone all'immagine.
Usate la natura per costruire una cornice al vostro scatto.
Ciò rende profondità a una immagine che altrimenti farebbe fatica a fornire una idea di tridimensionalità. Come nella foto a fianco, dove i rami creano una continuità all'immagine, che altrimenti apparirebbe piuttosto debole e poco significativa.
In questo caso lavorare sul contrasto è importante. Essendo una foto contro sole è la natura stessa che ci viene in aiuto, ma è sufficiente sovraesporre di mezzo stop per essere sicuri che ci sia un distinguo netto tra ciò che avviene all'orizzonte, ovvero il tramonto, e ciò che è in primo piano - che vogliamo appaia solo stilizzato, e non definito come se fosse il nostro soggetto.
E sempre giocando sul colore, si può delineare un luogo anche con i chiaro-scuri. Di notte, in particolare, non sono solo le luci a catturare l'attenzione e a rendere interessante un'immagine, anche le ombre servono allo scopo. E così il soggetto può anche diventare difficile da identificare. Può apparire come una semplice sagoma, per quanto si trovi in un punto illuminato.
In questi casi è definito lo sfondo, ed è persino riconoscibile. Ma il nostro soggetto, la donna in attesa sul confine dell'immagine, in primo piano, è quasi solamente una silhouette. Però è lei che attira lo sguardo e che si imprime nella memoria.
Gli elementi che si ripetono hanno un grande fascino, credetemi. Una fila di ombrelloni in riva a un lago, se ben fotografati, possono spingere l'osservatore a desiderare di essere in quel luogo a prendere il sole.
Se poi la fila di oggetti che si ripetono conduce a qualcos'altro, tipo a un pontile, o alla linea di congiunzione tra una collina alle spalle del lago, e l'acqua, l'effetto diventa dirompente.
Mettete sempre qualcosa in primo piano.
Osservando le foto qui sopra potrete notare che c'è sempre un soggetto dominante, da cui l'immagine parte, e poi si sviluppa in profondità seguendo linee guida che convergono, o che si fondono con l'orizzonte.
Non dimenticate, inoltre, che potete usare un filtro.
Il filtro Polarizzatore attenua l'umidità nell'aria, ed elimina la foschia.
Il filtro ND riduce la luminosità, consentendo di allungare i tempi, e di ottenere un effetto mosso (che siano nuvole, o l'acqua di un ruscello, o quello che preferite) senza che l'immagine risulti sovraesposta.
Immagino, però, di non avervi convinto sul fatto che il grand'angolo sia una scelta errata per fotografare i paesaggi. Di sicuro la larghezza focale permette di fotografare un'area più ampia rispetto agli obiettivi che vi ho segnalato.
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Uno Samyang 14mm F/2.8 |
In certe situazioni, avere un
14mm montato sulla fotocamera permette di catturare un assieme davvero imponente e memorabile... Però la foto ottenuta sarà distorta, curva, arrotondata.
L'effetto fish-eye è dietro l'angolo che attende.
Si tratta di un effetto piacevole se lo si utilizza di rado, ma a lungo andare stanca, rende tutte le immagini uguali tra loro, e soprattutto non permette di concentrarsi sui dettagli, di comprendere il messaggio, di vedere come il fotografo ha visto il paesaggio originale.
Si perde l'opportunità di guidare con mano l'osservatore, di mostrargli cos'era bello da vedere, e di contro si ottiene una roba tonda che non stupisce più nessuno.
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Un obiettivo Tilt Shift |
Si può ovviare all'inconveniente con un obiettivo
tilt-shift, ma si tratta di un'ottica molto costosa perché permette di decentrare il punto di fuoco, e di basculare sul loro asse. E' un'ottica molto sofisticata e non proprio alla portata di tutti.
Molto meglio seguire la strada della Foto Panoramica. C'è da lavorare un pochino di più, ma il risultato finale è sicuramente più efficace.
A differenza delle fotocamere compatte, e dei cellulari, è raro che le reflex offrano questa opzione tra i vari metodi di scatto automatico. E' il fotografo che deve costruire l'immagine, scattando diverse foto una di seguito all'altra, facendo attenzione che in ognuna sia presente qualcosa della precedente così che il software di montaggio possa capire dove e come agganciare le varie foto.
Per ottenere una bella panoramica è consigliabile l'uso di un cavalletto, ma se c'è abbastanza luce, e si è bravi nello stare fermi e stabili, pur ruotando lentamente da sinistra a destra (n.d.r. o viceversa) per coprire l'area che si vuole immortalare, si può riuscire a fare una bella panoramica anche a mano libera.
Ecco come fare:
- Impostate l'obiettivo sui 35mm, o sui 50mm. Non andate sotto i 35mm per evitare che il fotogramma cominci a distorcere per l'effetto fish-eye.
- Scegliere una posizione comoda, ben salda sul terreno, con la postura corretta in modo tale da avere il miglior equilibrio possibile.
- Scattare le foto partendo da un lato, e ruotando il busto - solo quello - nella direzione desiderata. Ricordatevi di lasciare qualche elemento di confine, in ogni foto, comune con quella che la precede, e che la segue.
- Una volta tornati a casa, ricomporre i fotogrammi con il programma fornito in bundle con la vostra reflex (n.d.r. Per la Canon è Photostitch).
Tutto qui. L'effetto ottenuto è di sicuro impatto, e il campo visivo catturato in questo modo sarà di sicuro più ampio di quello che un qualsiasi grand'angolo possa mai ottenere.
Ricapitolando: Un soggetto in primo piano, elementi ripetitivi, colori accesi, ombre, linee guida convergenti, (o dirette verso lo sfondo) per guidare lo sguardo, e... Non dimenticate di utilizzare i filtri ND e Polarizzatore.
Note Pratiche: Come in ogni altra occasione, è bene studiare anche gli scatti di altri fotografi, imparare, comprendere il loro metodo, e capire se da esso si può trarre qualche insegnamento. Un punto di partenza possono essere i miei Album su Flickr dedicati ai paesaggi (
Naturali e
Urbani). Sono in costante aggiornamento, e possono essere di spunto per trovare il proprio percorso.
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