L'intenzione era quella di focalizzare l'attenzione di chi osserva sulle sfumature dei petali, ma anche sulle varie fasi di crescita del fiore, tenendo in secondo piano un gruppo di boccioli in attesa di mostrare la bellezza che ancora nascondono.
E con i fiori io spesso vado vicino, perché preferisco catturare i loro dettagli, piuttosto che mostrarne l'interezza, come per questo tulipano, sempre catturato sul lago di Garda, nel parco Sigurtà.
Catturare l'intera distesa di tulipani sarebbe stata una scelta ovvia per molti, ma io ho preferito mostrare la moltitudine nel dettaglio, con un solo fiore a fuoco, e tanti altri che si mostrano in secondo piano, sfumati.
E' più difficile essere vicini a un'artista che si sta esibendo nella sua performance. Spesso il palco ci costringe a distanze insopportabili, e fare una bella foto è complicato in questi frangenti, specie se si è spettatori, e non fotografi appartenenti allo staff. In questo caso ho voluto immortalare un ballerino egiziano in una delle danze tipiche del suo paese. Non riuscendo a ottenere ciò che volevo, ho giocato con la fantasia, e ho ottenuto il contatto con l'artista attraverso... Uno smartphone.
Un altro modo per raccontare uno spettacolo, una performance, da vicino è - a mio parere - quella di mostrarne qualche dettaglio. E' vero che nel contesto nessuno capirà cosa è avvenuto veramente, ma il messaggio resta comunque affascinante, come nello scatto che segue, dove ho voluto immortalare due spade lasciate a terra da un atleta giapponese che mostrava la sue arti marziali.
Ma è con le auto, e con i mezzi meccanici in generale, che la vicinanza è capace di raccontare sia la storia, sia la potenza, sia la bellezza del soggetto. Come avviene per la Ferrari F40 che segue.
O come avviene per questa Jaguar che è sfrecciata a pochi passi da me durante la mille miglia dell'anno scorso.
Ma quanto si può andare vicini a un oggetto? In effetti per qualche tempo ho voluto provare anche l'ebbrezza della macro-fotografia. Questo giocattolo, una yamaha numero 46 di parecchi anni fa, ha un potere affascinante osservato a pochi centimetri di distanza.
E cosa si può dire di una goccia che cade in un bicchiere già colmo? Il tempo si congela e si perde la percezione di ciò che è veramente solido, e di ciò che invece è liquido.
Ma quanto si può andare vicini a una persona? La street photography è probabilmente una delle categorie fotografiche più amate in questo momento storico, ma sfortunatamente la diffidenza delle persone è aumentata con l'insistenza di chi invece vuole immortalare la quotidianità. E se negl'anni cinquanta e sessanta la Mayer poteva tranquillamente scattare una foto a un passante con la sua fotocamera, oggi è facile che il vostro soggetto si arrabbi, vi denunci per violazione della privacy, o semplicemente inveisca su di voi rovinando lo scatto. Ottenere la spontaneità è sempre più difficile, per cui, per strada, è sempre più difficile fotografare le persone 'a posta'.
Come fare allora? C'è chi usa gli zoom, che però appiattiscono la scena. C'è chi usa fotocamere mirrorless, molto meno appariscenti di una reflex, ma comunque performanti in qualità dell'immagine. C'è chi addirittura usa lo smartphone, visto ormai che oggi ci sono telefoni capaci di scattare ottime foto in determinate condizioni ambientali, perché la gente è abituata a vedere persone che scattano foto col cellulare, che fanno selfie, eccetera eccetera. C'è anche chi scatta e basta, e succeda quel che succede.
Io, di solito, uso lo zoom, o il cinquantino 'molto luminoso', che poi sulla mia APS-C diventa comunque un 80mm, che sarebbe già un'ottica un po' lunga per questo tipo di scatti. E tra le tante foto che ho voluto inserire in questo mio reportage vi voglio mostrare quella che segue, dove vi domando: il soggetto qual è?
E con questo scatto smetto di tediarvi con questa già troppo lunga carrellata di immagini. Se siete affascinati dalle fotografie che avete appena visto, e vi interessa guardare l'intero reportage, vi invito a cliccare qui per visitare l'album completo su Flickr.
Se poi volete lasciare un commento, un osservazione, o un pensiero... Sarò ben felice di scambiare quattro chiacchiere con voi, qui, nei commenti del blog.
Belle foto Glauco.
RispondiEliminaIn effetti essere "vicini" al soggetto (in tutti i sensi) è probabilmente la cosa più difficile per un fotografo.
Ti ringrazio. E' vero, è difficile andare 'vicino', ma dà parecchie soddisfazioni :-)
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