Prendete tra le mani il vostro obiettivo. Se avete acquistato una Canon in
Kit, sarà probabilmente
questo, ovvero il 18-55mm EF-S STM. Osservate bene com'è fatto, e le scritte che ci sono sopra. Ne conoscete il significato? Avete idea di quali siano le sue caratteristiche effettive?
Proviamo a esaminarlo passo dopo passo, cercando di rimanere nel 'pratico', evitando le nozioni tecniche più approfondite, che magari vi annoiano, e che magari non interessano a un amatore alle prime armi. In futuro, se la passione vi condurrà verso una attività più seria, allora sarà meglio che studiate pure quelle. Per ora... Passiamo oltre.
Osserviamo l'obiettivo partendo dalla lente. Ci sono delle scritte tutte attorno a essa, vediamole nel dettaglio perché ognuna ha la sua importanza, e prima o poi ci capiterà di sfruttare le informazioni che forniscono.
La prima indicazione che salta all'occhio è il diametro dell'obiettivo.
Nel nostro caso è di 58mm. Ogni obiettivo ha il suo diametro, e non sono tutti uguali. Questa misura ci viene in aiuto quando dobbiamo scegliere un accessorio, ovvero un filtro, o un paraluce, così da scegliere correttamente quello che si potrà adattare alla nostra attrezzatura.
La seconda indicazione ci identifica la tipologia di obiettivo.
Leggendo la scritta veniamo a scoprire che l'obiettivo è di tipo EF-S. E' una indicazione importante. Gli obiettivi Canon sono tutti identificati dal suffisso 'EF' (n.d.r. Electronic Focus). La 'S' non sta a indicare che l'obiettiva è stabilizzato (n.d.r. difatti lo è, ma la 'S' indica qualcos'altro). Essa deriva dalla denominazione dove la "S" significa 'Short-backfocus', una caratteristica specifica delle reflex consumer e prosumer, ovvero con un sensore APS-C.
Questo tipo di obiettivi può essere montato solo su macchine di questo tipo, e non sulle macchine Full Frame. Il problema sorge a causa delle differenze di misura del sensore, e di conseguenza sul cerchio d'immagine (n.d.r. Banalmente, è l'immagine catturata dall'obiettivo, che è circolare, e proiettata sul sensore. Tale cerchio deve circoscrivere l'intera area del sensore, altrimenti si forma un effetto vignettatura nella foto). Ci sono anche problemi meccanici, sempre a causa della maggiore dimensione del sensore, e di conseguenza dello specchio retrattile, che - quando è in movimento - può andare a urtare il bordo dell'obiettivo.
Qui trovate maggiori informazioni sulla questione. Se vi annoiano le spiegazioni tecniche, vi basterà ricordare che
sulle macchine APS-C possono essere montati sia obiettivi EF, sia obiettivi EF-S. Mentre sulle Full Frame, e sulle macchine a pellicola, si possono montare solo obiettivi EF.
La terza indicazione riguarda la lunghezza focale dell'obiettivo.
Che immagino già conosciate. E' un 18-55mm, per cui ci offrirà la possibilità di avere un buon grand'angolo (18mm), e di zoomare - vedi ingrandire - fino a una lunghezza focale di 55mm. Più alto è il numero di lunghezza focale, più si vede lontano (perdendo però in ampiezza dell'immagine), più è basso meno si vede lontano (guadagnando però in ampiezza dell'immagine).
La quarta indicazione è la massima Apertura Relativa dell'obiettivo.
A questo punto mi tocca affrontare un po' di teoria. Niente paura. Cercherò di andare per gradi e di 'parlare semplice'. L'Apertura dell'obiettivo indica la quantità di luce che esso riceve dall'ambiente esterno.
Questa però non indica la quantità di luce che arriva al sensore.
Tra la lente e il sensore, infatti, è disposto un diaframma. Questo dispositivo permette di regolare la luce a nostro piacimento (n.d.r. o a piacimento dell'Autofocus). Il valore di apertura del diaframma è chiamato Apertura effettiva, ed ha sempre un valore inferiore all'apertura dell'obiettivo. Anche l'apertura effettiva, però, non ci dà una indicazione corretta della luce che arriva al sensore, perché quest'ultima dipende anche dalla lunghezza focale (il teleobiettivo raccoglie meno luce di un grandangolo).
Per questo si parla di Apertura Relativa, ovvero del rapporto tra la lunghezza focale e l'apertura effettiva.
Per fare un esempio pratico, con una lunghezza focale di 50mm, e una apertura effettuva di 25mm, otterremmo una apertura relativa pari a: 50/25=2mm (n.d.r. che normalmente è indicato come f/2). Come già detto in precedenza, sull'obiettivo è indicato il valore massimo di apertura relativa, ovvero quello che offre più luce al sensore.
Nel nostro caso specifico, il grandangolo avrà una
apertura relativa massima di 3,5mm, mentre il teleobiettivo avrà una apertura relativa massima pari a
5,6mm (si ragiona al contrario, un valore basso di apertura indica il diaframma aperto, un valore alto indica il diaframma chiuso).
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Lunghezza Focale |
Se la curiosità vi spingesse a chiedevi in che posizione si trova il sensore della vostra macchina fotografica, il cosiddetto piano della focale, è sufficiente cercare l'indicazione a fianco del mirino, sul lato opposto alla rotella di selezione della modalità di funzionamento della macchina.
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Indicazione della posizione del sensore. |
Proseguiamo con le ultime due indicazioni.
La dicitura IS (n.d.r. Image Stabilizer) sta a indicare che il vostro obiettivo è stabilizzato. La dicitura UMS (n.d.r. Ultrasonic Motor) indica che l'obiettivo è mosso da un motore ultrasonico, per cui molto silenzioso. Alcuni obiettivi hanno invece la dicitura STM (n.d.r. Stepping
Motor). Questa dicitura indica che il motore che muove l'ottica è un motore di tipo passo-passo, molto preciso, e adatto alle riprese video.
A questo punto è giunto il momento di osservare il nostro obiettivo da un'altra angolazione. Vediamo le scritte sulla superficie del barilotto. Alcune voci già esaminate sono riportate esattamente come le avevamo già viste. E' indicato che l'obiettivo è stabilizzato, che è un obiettivo di tipo EF-S, che è uno zoom con estensione della lunghezza focale pari a 18-55mm. Troviamo però una ulteriore indicazione:
E' la distanza minima di messa a fuoco per la Macro fotografia.
Tale dicitura mostra un fiorellino, e di fianco è indicata una distanza sia in mm, sia in piedi. Nel nostro caso è di 0,25m. Questo significa che per fare uno scatto in macro fotografia, dovremo stare ad almeno 25cm dal soggetto.
Il barilotto ci propone anche alcuni comandi che non possiamo ignorare.
C'è un deviatore che ci permette di porci in Auto Focus (AF) o in Manual Focus (MF).
C'è un deviatore che ci permette di attivare o meno lo stabilizzatore.
Non credo sia necessario spiegare nel dettaglio come essi agiscano. C'è giusto da ricordare che mettendo in modalità Manual Focus l'obiettivo, si dovrà poi impostare la rotella dei programmi sulla lettera M.
E ci sono due ghiere.
Quella più grande ci permette di variare la lunghezza focale.
Essa è presente solo sugli obiettivi zoom, ovviamente. In questo caso essa ci permette di passare dal 18mm, ovvero un grand'angolo, al 55mm, un piccolo teleobiettivo.
La seconda ghiera è posta a ridosso della lente, e serve per mettere a fuoco quando si lavora in manuale.
Ruotando questa ghiera, una volta impostata su M la rotella dei programmi, e messo su MF il deviatore sull'obiettivo, e dopo aver scelto tempo di scatto e apertura relativa del diaframma, si potrà mettere a fuoco l'immagine, ed effettuare lo scatto.
Con questo abbiamo finito. C'è solo da annotare che alcuni zoom con una estensione piuttosto ampia della lunghezza focale presentano un terzo deviatore. Questo è semplicemente un blocco meccanico dell'ottica, e serve a evitare che essa si possa muovere per via del suo peso, e di conseguenza mutare la lunghezza focale, in situazioni in cui si utilizza il cavalletto e si punta la macchina verso il cielo.
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