Benvenuti nella Zone 414. Film di fantascienza a budget risicato che vorrebbe avere un'aria retrò, vorrebbe strizzare gli occhi a Blade Runner, ma che alla fine tramuta in un thriller abbastanza prevedibile, comunque recitato bene, con personaggi entrati nella loro parte, e una fotografia che non convince (a mio parere non bastano delle luci colorate, e luci soffuse perennemente, per dare un'aria sci-fi rugged alla pellicola) ma nel complesso aggrada la visione.
La storia va comunque introdotta: Un ex poliziotto viene ingaggiato per indagare sulla scomparsa della figlia di un genio della tecnologia, nonché magnate di una delle attività più redditizie della storia, ovvero la creazione di androidi perfetti per "fare compagnia" alle persone sole. La ragazza pare essere scomparsa nella Zona 414, una sorta di quartiere a luci rosse dove gli androidi vivono liberamente, e soddisfano - come lavoro - le necessità dei clienti facoltosi che entrano nella zona. Ovviamente, i più ricchi, si possono comprare il loro androide personale ma... Non è questo il caso.
Paradosso all'interno di tutta la vicenda, è ovviamente il fatto che la ragazza scomparsa si senta più vicina agli androidi che alle persone in carne d'ossa - e altrettanto ovviamente - abbia fatto amicizia con una androide "nata male", ovvero dotata di una propria personalità, e che si sente più vicina alle persone normali che agli androidi.
Il detective - ancora ovviamente - avvicinerà l'androide 'amica' per avere informazioni sulla ragazza scomparsa, scoprirà che è costantemente disturbata da telefonate minatorie - e in cambio di informazioni, promette di indagare sul maniaco che la persegue.
Come mai andrà a finire? Ai volonterosi spettatori che decideranno di guardarlo l'ardua sentenza.
Da parte mia, non ho apprezzato i taxi anni 90, i grammofoni, i tubi neon di colore rosso, blu, giallo, a fare ambientazione, i toni costantemente cupi, l'interpretazione un po' troppo seriosa di Guy Pearce. Ho trovato eccellente la follia del creatore di androidi, la freddezza maniacale del fratello, e l'interpretazione ibrida dell'androide che vorrebbe essere umana.
Pregi e difetti, quindi, per una sci-fi poco originale, ma alla fine il film si guarda volentieri.
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