Parliamo di mercato del combustibile per il riscaldamento. Abel è un esordiente, imprenditore dall'integrità morale inimmaginabile ai giorni nostri, con idee che potrebbero portarlo a disturbare i colossi del settore, ma che viene vessato in tutti i modi possibili da una avversario "misterioso". I suoi camion vengono rapinati, la sua reputazione viene macchiata da voci incontrollate, la polizia lo martella con controlli fiscali, e le banche sono titubanti nell'aiutarlo economicamente. A ciò aggiungiamo una moglie che è figlia di un boss malavitoso, che nulla ha a che vedere con le attività del padre, ma che è cresciuta con quel modo di fare strafottente tipico di chi ha potere, e che di conseguenza ha un atteggiamento praticamente speculare a quello di Abel... Lei pure, pur volendo far bene, a volte complica la situazione e complica il lavoro del marito. Il film, però, non ci racconta tutta la carriera di Abel, no! Ci mostra solo uno spaccato, il desiderio di Abel è quello di acquisire una zona industriale nel porto newyorkese, così da ottimizzare il suo servizio di distribuzione...
Probabilmente il film non emoziona, ma intriga. Di sicuro non è adatto a chi percepisce questo tipo di vicende solo se ci sono continui colpi di scena e, magari, anche un po' di violenza roboante. Qui la violenza c'è, ma è pacata.
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