Caspita! Non ce la posso proprio fare con
Dune! Già è un titolo che ho ignorato per quasi tutta la mia vita, ignorato a posta, nonostante i premi vinti e il fatto che tutti gli appassionati lo osannassero. Ma ora che l'ho letto, non ci scrivo neppure una recensione?
Sono davvero una causa persa! E per quanto il libro mi sia piaciuto, continuo a pensare che sia un romanzo, per certi versi, sopravvalutato.
Di Dune mi piace l'idea che ci viene descritta del futuro. Un futuro caduto in una sorta di 'Nuovo Medioevo' dopo una terribile guerra contro le intelligenze artificiali. Grazie a queste ultime, l'uomo aveva potuto abbandonare il pianeta natio, conquistare i pianeti vivibili in tutta la galassia, volare oltre la velocità della luce, costruire una comunità incredibilmente vasta... Ma poi, la guerra, la rinuncia all'uso dell'intelligenza artificiale, la segregazione dei mondi, tornati isolati l'uno dall'altro a causa delle incredibili distanze. Mondi caduti preda delle religioni, di forme di governo medievali, con sovrani, nobili, commercianti, ma anche schiavi, o poveri costretti a lavorare per un tozzo di pane e un tetto sotto cui ripararsi. In questo contesto compare Arrakis, un pianeta desertico, inospitale, dove vivono vermi grandi come le metropolitane del XX secolo. Ed è da questi vermi che deriva la spezia. Questa droga permette al cervello umano di elevarsi al potenziale delle antiche intelligenze artificiali. Grazie alla Spezia si torna a navigare nello spazio. Si riuniscono i pianeti, e nasce un nuovo governo 'globale', ove i singoli pianeti diventano feudi, dove le donne diventano potenti capi religiosi, dove la gilda dei commercianti detiene il potere di viaggiare, di collegare i mondi, e dove il sovrano amministra e gestisce tutto quanto, cercando un equilibrio che di minacce ne ha in ogni dove, anche nelle leggende, anche nei riti religiosi, e i complotti non hanno mai fine, mai.
Poi, eccoci nella vicenda, una trama scontata oggi, ma anche all'epoca. Un duca ottiene in amministrazione il pianeta di Arrakis. Le sue politiche sono troppo liberali, addirittura avveniristiche, per cui viene ucciso da dei fedelissimi della precedente amministrazione. Ovvio, la sua famiglia è data per morta; ma in realtà viene salvata dalla popolazione locale, che vive di stenti, e sogna di riprendersi il pianeta. Il figlio del duca cresce con gli insegnamenti dei popoli locali, si innamora di una ragazza locale, e instillato dalle leggende delle Bene Gesserit, le sacerdotesse, di cui anche sua madre fa parte, diventa il leader di quel popolo. Scatena una rivolta, e vince!
Scritto divinamente, il libro cade nel solito 'errore', ovvero quello di non saper come fare a chiudere la vicenda, per cui, ecco che il finale sarà troncato di netto dopo un crescendo di eventi, energia, potenzialità, che hanno finito per condurmi a una cocente delusione. Finisce tutto in un batter d'occhio. Un libro lungo, pregno di concetti e citazioni, con una struttura elegante, una narrativa di lunghissimo respiro, e poi zac. Fine! E vissero tutti felici e contenti! Beh, non proprio eh... Non felici e contenti, ma comunque soddisfatti.
Anche se il romanzo non è stato scritto ieri, e neppure l'altro ieri, questo finale offende la qualità dell'intero libro. Se la vittoria è scontata, perché questo tipo di trame difficilmente delude da questo punto di vista, c'era lo spiraglio di un costrutto più complesso con le altre parti in gioco, con la Gilda, con l'imperatore... E invece basta una velata minaccia, e un matrimonio combinato, per chiudere tutto quanto in un istante. In un battibaleno si è chiuso il legame affettivo tra il figlio del duca e la donna che ama. In un battibaleno si è chiuso il tormento interiore del figlio del duca, che dotato di poteri inimmaginabili grazie alla spezia, si vede portatore di morte quando invece lui vorrebbe essere portatore di pace. Caro Frank Herbert, perché non sei stato sulla macchina da scrivere qualche settimana in più per studiare un epilogo più equilibrato? Un matrimonio, una stretta di mano, l'unione di due casate, e un sottile spiraglio verso futuri complotti non mi sono bastati per nulla!
Vero la fine vengono perse occasioni d'oro per colpi di scena colossali. La narrazione corre spedita verso la fine, e persino lo scontro finale è debole in confronto alla prima parte del romanzo, che è feroce e carica di dramma. E' una debacle continua, una discesa verso la minima sufficienza... Mi sembra davvero incredibile, assurdo!
A poco servono le appendici in cui vengono approfonditi interessanti elementi culturali della popolazione locale di Arrakis. A poco servono
i libri successivi, di qualità altalenante (per sentito dire), scritti sia dall'autore, sia dal figlio dell'autore. Neppure mi consola che questo romanzo, il primo libro della saga, abbia vinto sia il Nebula che lo Hugo. Mi chiedo anche su quali basi abbia vinto quei premi, e chi fossero gli avversari di questo romanzo...
Son deluso. E non venitemi a dire che ero partito prevenuto. Fino a metà della terza parte del romanzo, lo ritenevo un capolavoro, e tutto ciò nonostante i limiti evidenti di una trama che strizza parecchio l'occhio a
Le Mille e una Notte. E' stato il finale a farmi capitolare, non solo per come è stato strutturato, anzi, soprattutto e solamente per come è stato narrato e presentato. E' davvero un peccato...
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About the Author
Glauco Silvestri /
Author & Editor
Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.
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