Il ragionamento dell'autore è profondo. Analizza inizialmente la differenza tra migrazione e immigrazione. La prima avviene in modo incontrollabile, e prevede la fusione tra popolazione locale e quella appena arrivata, con conseguente fusione delle culture. La seconda è controllabile politicamente, i numeri sono inferiori, e di solito non prevede la fusione culturale, visto che spesso gli immigrati tendono a stare con i propri simili e a non mescolarsi con gli autoctoni. Si prosegue poi parlando di intolleranza, che nasce dalla pancia, da paure inesistenti, e spesso è sfruttata dalle forze politiche che mirano a far numero tra chi non ha sufficiente istruzione per comprendere realmente le differenze tra le persone immigrate e la cultura locale. E' affascinante il ragionamento che ruota attorno all'intolleranza, e ovviamente non possiamo che sfogare nel razzismo tutte le pulsioni... E qui si ripercorre la storia Europea, la storia occidentale, la storia del nostro pianeta... Si riflette sul fatto che non ci facciamo problemi nel provare fascino verso culture molto diverse dalla nostra, ma si abbia invece difficoltà nel tollerare coloro che sono 'quasi' come noi, ma che fanno cose in modo leggermente diverso da noi. Si scopre che l'antisemitismo è antico, è una forma mentis che è cresciuta nei secoli e che per questo è difficile da sconfiggere, sicuramente non con leggi, ma che va combattuta attraverso la cultura, la fusione delle culture... E vede speranza nelle giovani generazioni, che sempre più spesso si trovano a crescere immersi in ambienti frequentati da persone diverse da loro... Di vivere assieme, di mescolare le esperienze, di crescere assieme.
E' sempre un piacere leggere le riflessioni di Umberto Eco. Ve lo consiglio!
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