mercoledì 27 aprile 2022

Underwater

Glauco Silvestri
Ogni tanto ci provo, ma non sempre vengo premiato. Underwater ha potenzialità di riportarci alle ambientazioni di Sfera, di The Abiss, o anche di Leviathan... Ma alla fine c'è troppa fretta, poca tensione, e un finale 'sbagliato'.

Il film inizia nel modo peggiore, facendo infodump attraverso inquadrature su comunicati stampa che scorrono a schermo. Una piattaforma di trivellazione capace di produrre energia sfruttando il calore delle faglie subacquee. E' la struttura più imponente e profonda che l'uomo abbia mai costruito. Una grande impresa ma... Ecco che inizia il film, e già la situazione sembra andar male, luci che flickerano, strani rumori... E poi l'improvviso calo di pressione. L'equipaggio sta riposando, per cui solo in pochi riescono a mettersi in salvo in un raccordo rimasto stagno.
Le capsule di salvataggio sono già partite, sono 22, i membri dell'equipaggio che si sono salvati, ma il problema è che le altre capsule sono inutilizzabili. I sopravvissuti si trovano costretti a spostarsi verso un secondo avamposto... E lo devono fare a piedi. Solo che fuori dalla stazione... C'è qualcuno che li attende.

Nessuna spiegazione. <spoiler>La stazione viene attaccata e distrutta. I sopravvissuti vengono cacciati da 'mostri subacquei'. Le comunicazioni con la superficie sono interrotte.<fine spoiler> I personaggi non ci vengono presentati, non si crea neppure un briciolo di empatia. La narrazione è lineare, e ci sono anche vecchi cliché... Prima muore l'uomo di colore, poi il più spavaldo, poi... Avevo parlato di finale sbagliato. Il film ci viene raccontato con gli occhi di un personaggio, e questo alla fine muore... Come ci arriva la testimonianza? Per quanto sia fiction, da scrittore esordiente pluridecennale, questo fu uno dei primi errori che mi venne evidenziato, e il primo che corressi nel mio modo di narrare la vicenda. Che poi, un errore di questo tipo, si risolve facilmente... Se non vuoi far sopravvivere "l'eroe", si può dare voce a un gregario, in qualità di testimone.
Pure le ambientazioni non sono convincenti, così come le attrezzature, così come i personaggi della vicenda, interpretati con sufficienza, ma di sicuro non con eccellenza. 

Mah! Il suo peggio, comunque, è quella continua sensazione di già visto che perseguita lo spettatore, e in molte occasioni si è in grado di prevedere ciò che accade qualche scena più avanti.




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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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