Lui, uomo pieno di problemi, legato a un nonno malato, con rimorsi su rimorsi, e un passato violento, insegna a scuola come supplente. Il nuovo incarico lo porta in una scuola pubblica, in un quartiere malfamato, dove i ragazzi sono arroganti e incuranti del proprio futuro, così come della propria istruzione, dove i genitori vedono nella scuola una sorta di parcheggio per i figli, così da non averli tra i piedi, dove i professori sono stressati al punto da drogarsi per affrontare le giornate, catturati dall'apatia al punto tale da non credere più di essere visibili, frustrati dall'incapacità di fare qualcosa di utile, e dalla futilità dei loro sforzi. Lui, il supplente, riesce con i suoi modi a scavare una nicchia nell'indifferenza, a notare i talenti inespressi, ad avvicinare chi ha bisogno, ma comprende la propria impotenza, e non riesce a proteggere chi ha bisogno di protezione, per non creare equivoci, e finire lui stesso nei guai, è costretto a mantenere una scomoda distanza tra studenti e professore.
Risultato? La confessione avviene durante tutta la pellicola. Lui racconta la vicenda, e pian piano si svela cosa davvero è accaduto, <spoiler>ovvero il suicidio di una ragazza che non aveva potuto aiutare<fine spoiler>.
La vicenda si districa nella sua drammaticità, con interpretazioni eccellenti, con una regia potente, con una fotografia attenta. Trame, sotto trame, storie, emozioni, ricordi, l'intreccio è tale da trasformare tutti in vittime, e non ci sono eroi, non ci sono salvatori, ne salvati, in questa storia, che al termine della sua visione ci porta un unico messaggio... Resistere ai giorni negativi, e proseguire senza mai arrendersi, nella vita che si è scelti di percorrere.
Potente e bellissimo.
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