mercoledì 12 gennaio 2022

Don't Look Up

Glauco Silvestri
Ho sentito parlare molto di Don't Look Up. Recensioni entusiastiche pressoché ovunque, e qualcuno l'ha pure definito un 'documentario', per lo meno, per quanto riguarda il mondo della comunicazione oggi. Ammetto che il film non mi attirava, mi puzzava di qualcosa di già visto, solo promosso in modo moderno, grazie ai social, agli influencer, ma alla fine, sempre di un film catastrofista si trattava. La ricetta è più o meno sempre quella:
Uno scienziato si accorge della catastrofe imminente, si rivolge alle autorità, che ovviamente non gli credono, di conseguenza si rivolge ai media, e ovviamente in pochi gli credono, e si comincia a far qualcosa di serio quando ormai è tardi... Con la ciliegina sulla torta, <spoiler>una 'speciale' arca della salvezza per i ricchi e potenti<fine spoiler>.
E non mi dite che non avete mai visto una storia catastrofista basata su questa trama... 

Ci son stati film sulla glaciazione, sullo stop del nucleo del pianeta, sull'arrivo di meteoriti e comete, su eruzioni di vulcani. 

E' evidente che nel dettaglio le pellicole sono differenti, perché ognuna di esse ha come imprinting la società di quel momento storico, e di conseguenza Don't Look Up ha il focus sui social, sulla mercificazione delle informazioni, sui complottisti, sulla politica basata più sull'immagine che sui fatti. 
Rimangono però i cliché di sempre, ovvero che solo l'America può fare qualcosa, e a malapena si accenna a un tentativo - fallito - dei russi. Niente Cina, niente Europa, niente India, niente Emirati Arabi Uniti...
Eppure, ultimamente, Cina ed Europa, ma anche il Giappone, e persino l'India e gli Emirati Arabi Uniti stanno facendo molto più per l'esplorazione spaziale di quanto faccia l'America, concentrata - quest'ultima - nel rimettere in piedi il proprio programma spaziale dopo l'abbandono dello Space Shuttle (n.d.r. E in questo film torna di nuovo fuori... Non ci posso credere!), al mantenimento della ISS (n.d.r. Cosa più che giusta), e al futuro programma di ritorno sulla Luna, e di seguito su Marte (n.d.r. Progetti sicuramente ambiziosi e affascinanti, ma ancora tutti sulla carta e in ritardo rispetto alle previsioni).
Il film si dimentica che la comunità internazionale già da diversi decenni sta esaminando il rischio di impatto con un meteorite, o una cometa, di grandi dimensioni (n.d.r. Approfondimenti qui, qui, qui e qui). Si dimentica che gli oggetti più pericolosi sono monitorati costantemente (n.d.r. Progetto Sentry e Sentry II). Si dimentica che si stanno studiando delle strategie per difendere il pianeta, e che proprio alla fine dello scorso anno è partita una missione (n.d.r. Progetto Dart), atta proprio a sperimentare dei metodi per deviare la traiettoria di potenziali pericoli. 
Soprattutto, il film si dimentica che la comunità scientifica - oggi - non è più divisa da ottiche nazionaliste come ai tempi della corsa alla Luna. Tutte le nazioni collaborano, molti progetti spaziali sono co-finanziati da più nazioni, così come la già vetusta ISS, il cui nome è l'acronimo di INTERNATIONAL Space Station, e che è fatta da componenti americane, italiane, europee, russe, giapponesi, canadesi, eccetera eccetera. 
Una scoperta come quella citata dal film, si sarebbe diffusa attraverso l'intera comunità scientifica internazionale, e non tenuta in silenzio "per motivi di sicurezza nazionale", come avviene all'inizio del film. Gli scienziati, prima di parlare col Presidente degli Stati Uniti, avrebbero chiesto conferma non solo ai tecnici NASA, ma anche ad altri radiotelescopi, e telescopi tradizionali, sparsi per tutto il pianeta. L'oggetto stesso sarebbe stato monitorato da tutte le nazioni, e non abbandonato alla sola attenzione dei social media e dei media tradizionali. In altri film catastrofisti questa collaborazione internazionale viene mostrata senza troppi problemi, ma qui si vuole estremizzare ed enfatizzare i nuovi sistemi di comunicazione mediatica, dimenticandosi di quanto sia in realtà variegata la società moderna.

Per cui... No! Il film non è un Documentario. No! Il film non ci racconta la nostra società come fosse il suo specchio critico. No! Il film non è per nulla realistico. Se lo fosse stato, la pandemia COVID avrebbe decimato la popolazione mondiale senza che un vaccino fosse sviluppato, e oggi, probabilmente, saremmo lì con i nostri parenti, a fare un'ultima cena in attesa di morire, come avviene nel film... Eppure, nonostante i no-vax, i no-mask, i complottisti, eccetera eccetera, la maggior parte della popolazione mondiale si è vaccinata, ed è in grado di fronteggiare la malattia serenamente.

E' una commedia, estremamente ben congegnata, con una fotografia notevole, attori di calibro immersi in modo magistrale nei loro ruoli, e personaggi estremamente stereotipati (n.d.r. Il genio della tecnologia pressoché autistico, lo scienziato impacciato e incapace a interfacciarsi con il prossimo, la studentessa emotiva fino all'isteria, i presentatori di talk show che trasformato tutto in caciara, il presidente incapace che crea il suo entourage grazie alla cerchia di lacchè, parenti, e amici che lo circonda, gli influencers che cambiano bandiera dalla sera alla mattina seguendo l'emotività dei loro followers, la cantante isterica che un attimo prima sembra gentile, e quello dopo manda la stessa persona a quel paese...). Sì, forse il film ritrae il mondo variopinto in cui oggi viviamo, ma lo fa in modo estremizzato, e lo fa a posta perché... E' una commedia.

Fa ridere, coinvolge, è davvero ben costruito, a parte alcune parti un po' naïf e alcune cadute di stile. E' lungo, e ci sono pure delle scene dopo i primi titoli di coda in cui... Be', non vi svelo nulla, ma fate molta attenzione alle 'previsioni' della A.I. creata dalla Bash, l'azienda tecnologica che domina la scena durante tutto il film.

A me è piaciuto molto! Ma non è un Documentario. E neppure rispecchia in modo fedele il mondo della comunicazione. E solo una commedia ben congegnata, e non va presa sul serio.




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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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