E' stato rinfrancante il poter riprendere la visita a mostre d'arte, così come
il poter tornare a Teatro (n.d.r. Chi mi segue sui social già è a
conoscenza che durante le feste natalizie abbiamo avuto occasione di assistere
a tre splendidi eventi nei teatri della città). Mi mancava l'arte, ed erano un
paio d'anni, sia a causa della Pandemia, sia per altre sfortunate situazioni,
non avevamo più avuto modo di visitare delle esposizioni.
Ancora più bello, permettetemi di esprimere in questo modo la gioia di questa
visita, è stato ricominciare con una esposizione dell'Associazione Bolognese per le Arti, che già da molti anni seguo, di cui ho già parlato più e più
volte su questo blog, e che mi ha permesso di approfondire la conoscenza di
molti artisti del territorio bolognese, nel periodo artistico e storico che
più apprezzo, ovvero l'800-900, periodo che è stato capace di liberare
l'espressività degli artisti dalle varie correnti, dagli 'ismi', come avrebbe
detto lo stesso Majani, e di seguire il proprio istinto. E' anche il periodo
storico in cui l'arte pittorica fa la conoscenza del suo più acerrimo nemico:
la fotografia... Che voi lo sapete bene, amo tantissimo, ma che - ovviamente -
ha costretto l'arte del pennello a reinventarsi e ad allontanarsi dalla
comfort zone degli anni, dei secoli, precedenti.
Ma torniamo a parlare di
Augusto Majani, un'artista che conoscevo solo per le sue illustrazioni, che spesso avevano
accompagnato la testata giornalistica locale, e di cui avevo ammirato i lavori
al museo della città di Bologna. E' stato affascinante scoprire il suo passato
da pittore, da eccellente artista, e forse un briciolo di rammarico per il suo
mesto destino, che a causa delle vicissitudini della vita, fu costretto ad
abbandonare la sua carriera artistica per un lavoro più terreno, così da
aiutare la famiglia caduta nella disgrazia economica.
Però... Chi può dirlo... Forse la capacità espressiva dell'autore la possiamo
apprezzare ancora di più proprio grazie alla scarsità delle opere disponibili,
e allo stesso tempo possiamo considerare la sua attenzione nei dettagli nelle
tavole illustrative, nei suoi disegni più pragmatici, come una sorta di
evoluzione espressiva. Non è un caso che lo stesso artista si firmasse in modo
differente a seconda del tipo di lavoro che svolgeva. Le opere commissionate,
e soprattutto quelle fatte di malavoglia, venivano firmate col suo soprannome
di Nasica, tratto dal nome scientifico di un primate del Borneo (n.d.r.Il Nasalis Iarvatus) dotato di un prominente naso, e che a dire dello stesso autore, gli
somigliava...
Tornando al lavoro artistico e all'esposizione organizzata a Bologna,
osservando le opere esposte è possibile ripercorrere la vita artistica
dell'uomo, partendo da alcuni ritratti, soffermandoci con ammirazione nei
lavori che raccontano le vicende garibaldine, sorvolando sui paesaggi delle
sue terre, a cui sarà sempre legato, e per le quali rinuncerà anche alla
possibilità di ottenere un riconoscimento internazionale (n.d.r. Per
quanto molte sue opere siano oggi fuori dal territorio bolognese, alcune
conservate gelosamente ancora dai discendenti della figlia, che si sposò con
dei nobili friulani, una addirittura esposta al Quirinale).
Non possiamo poi dimenticare i ritratti alla amata figlia, ma soprattutto, la
sua dedizione verso l'espressione della sofferenza nei messaggi religiosi,
come lo splendido quadro in cui è rappresentato Gesù sulla croce, visto dalle
spalle del crocifisso, con lo sguardo rivolto ai ladroni, tanto potente da
offrire la sensazione di non meritare di essere di fronte al salvatore, e di
doverlo seguire a capo chino.
O ancora, il flusso di anime condotto verso il proprio destino, chi
sofferente, chi implorante a braccia alzate, chi invece capace di confortare
il vicino con un braccio sulle spalle, e tutti quanti avvolti dalla sola ombra
di un crocefisso.
Opere che spesso tagliano il punto di vista con uno stile molto moderno,
fotografico, ove magari si sacrifica il soggetto, per dare spazio allo sguardo
e offrirgli un percorso, un cammino riflessivo, che dall'esterno si avvicina a
ciò che l'artista ci vuole realmente raccontare. Avremo quindi uno sguardo che
parte dal basso per poi salire verso la nostra destinazione, o addirittura una
visione dall'alto, con una guida prospettica che ci conduce a terra, in una
tridimensionalità davvero efficace, verso il soggetto.
Potrei dilungarmi ancora molto sull'artista, e sul suo lavoro, ma preferisco
suggerirvi di venire a Bologna, e di visitare voi stessi l'esposizione, che è
gratuita, e sarà aperta al pubblico fino a fine mese.
Devo inoltre ringraziare, e ahimè non ne conosco il nome, il membro
dell'associazione che ci ha guidati e ci ha raccontato con tanta passione,
gentilezza, e cortesia, non solo le opere e l'artista, ma anche le difficoltà
nel raccogliere i quadri, nel loro restauro (n.d.r. Alcuni quadri erano
mal conservati nei magazzini dei musei cittadini, e lì - sfortunatamente -
torneranno al termine dell'esposizione), e nei costi sostenuti, durante i due
anni che son stati necessari per dar vita a tutto ciò.
Ringrazio infine la mia compagna, che ha realizzato alcune delle foto qui pubblicate (n.d.r. Altre provengono dalla rete), il cui impegno è stato fondamentale, visto che ho tenuto Sansone in braccio per tutta la visita, così che la sua impazienza, e la sua esuberanza, fossero placate al punto da permetterci di vedere le opere in tranquillità.
Vi vorrei inoltre lasciare, come da tradizione, con un breve video che vi
permetterà di assistere virtualmente all'esposizione, soprattutto di
alimentare la vostra curiosità verso questo artista che meriterebbe maggiore
notorietà.
Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.
0 commenti:
Posta un commento