Lo schiaffo scagliò Patrizia contro lo specchio a figura intera appeso alla parete. L’immagine riflessa della ragazza si chiazzò di rosso sangue, poi scivolò lentamente fino a terra, dove i primi singhiozzi cominciarono a rivelare lacrime trattenute troppo a lungo.
L’uomo non le diede tregua. Aggirò una pianta ornamentale e raggiunse Patrizia, ancora rannicchiata al suolo, tremante, e incapace di guardare in faccia il suo persecutore.
Il calcio arrivò all’improvviso. Patrizia non percepì dolore, sentì il corpo sussultare per la violenza, poi un calore insopportabile prese a divampare dalle reni, a espandersi all’addome, e lungo la schiena, fino ai glutei. Il secondo calcio fu molto più doloroso. Il male nacque all’interno, dai suoi organi martoriati. Patrizia lasciò scivolare dalle labbra tumefatte un fiotto di sangue misto a bile.
Tentò di sollevarsi, puntellò la mano destra sul pavimento scivoloso. Spinse con tutte le sue forze. Una fitta la piegò in due quando il terzo calcio la colpì proprio sotto il costato. Crollò nuovamente al suolo.
Patrizia rimase distesa, esanime. L’uomo la guardò con freddezza. Il petto nudo della ragazza si muoveva lentamente a ogni respiro gorgogliato. I segni del lungo pestaggio cominciavano a evidenziarsi sulla pelle chiarissima. L'aggressore decise che quanto aveva fatto poteva bastare. Andò alla sedia dove ancora giaceva la borsa di Prada e cominciò a rovistare al suo interno.
Prese il portafogli.
Sfilò le banconote, quattrocentocinquanta euro, e le infilò nel taschino interno della giacca. Prese la carta d’identità e la patente, quindi gettò a terra il resto. Controllò i documenti. Nome, cognome, origine, professione. Annuì soddisfatto. Mise tutto nella taschino della giacca e tornò a rivolgere le proprie attenzioni alla ragazza.
Era sveglia, fingeva di aver perso conoscenza, ma non tanto bene da ingannare quell'uomo.
Lui la sollevò da terra tirandola per i capelli corvini. Lei strillò e si dibatté per quanto le forze ancora le permettevano.
«Guardami! - la voce roca dell’aggressore costrinse Patrizia a serrare le labbra e prestare attenzione - Tu sei Patrizia Gelosi, vivi a Modena in Via Sant’Agostino 14/b. Vivi ancora con i tuoi genitori. Hai 19 anni. Loro credono che sei iscritta a Medicina, qui a Bologna, e invece passi le giornate prostituendoti in questo... - l’uomo osservò rapidamente il piccolo appartamento - buco!».
Lei deglutì.
«So tutto di te, tutto quello che c’è da sapere - disse con calma - Se vuoi che non accada nulla di... male a nessuno... da questo momento mi darai la metà dei tuoi incassi, hai capito?».
Patrizia batté velocemente le palpebre. Avrebbe voluto ribellarsi ma il dolore cominciava a spandersi in ogni angolo del suo corpo, si sentiva fiacca, incapace anche del più semplice movimento. Rimase zitta.
«Hai capito?», l’uomo la strattonò violentemente. A Patrizia parve che i capelli volessero staccarsi tutti in una volta dal cuoio capelluto.
«Sì», sussurrò.
«Bene - l’uomo annuì soddisfatto - Io passerò tutte le sere a prendere quanto mi spetta. Se tu non dovessi esserci, se tu non avessi denaro da darmi, se tu mi pianti dei casini, io... farò qualcosa di molto brutto. Ti tengo d’occhio, hai capito?».
«Sì», la voce rotta dal pianto di Patrizia era a malapena udibile.
L’uomo la lasciò cadere a terra «Nel caso pensassi di chiedere aiuto alle forze dell’ordine - aggiunse - Sappi che non andresti lontana», si chinò e piazzò davanti allo sguardo della ragazza il proprio distintivo.
Lei si sentì cadere il mondo addosso. Chiuse gli occhi e si rannicchiò in posizione fetale sperando che quello fosse solo un brutto sogno. Pregò che lo fosse. Promise di non praticare mai più quel lavoro schifoso, se fosse stato solo un brutto sogno. Aveva sempre creduto di essere furba, di fare soldi facili, e di diventare ricca al punto da potersi mantenere senza lavorare quando sarebbe giunto il giorno in cui nessuno avrebbe più voluto scopare con lei.
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About the Author
Glauco Silvestri /
Author & Editor
Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.
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