Sono settimane che il mio cellulare si resetta senza preavviso. Scatto una foto e si resetta. Mando un messaggio e si resetta. Navigo su internet e si resetta. Si resetta anche quando lascio un messaggio su facebook. Si resetta dopo una telefonata piuttosto lunga, specie se è sotto carica, prima si surriscalda, poi si resetta.
All’inizio pensavo fosse colpa mia, che avessi installato qualcosa di sbagliato, visto che all’inizio tutto funzionava correttamente, poi mi sono reso conto che è tutto un po’ più complicato.
Voi potreste anche pensare che ho comprato un bel cesso di cellulare, che ho speso cinquecento euro per un rottame e che avrei fatto meglio a comprare un lucido e scintillante iPhone, ma mi spiace, io credo che voi abbiate tutti quanti torto.
Il mio cellulare non lo cambierei con nulla e con nessuno. Lui si resetta perché rispecchia la mia personalità.
Lui si resetta perché io non posso farlo. Si sacrifica per me che, sono stanco, assolutamente stanco di tutto ciò che mi gira attorno.
Voglio dire che sono diventato insofferente rispetto a tutto ciò che mi circonda. Odio il mio lavoro, non sopporto i miei amici, sono stanco di scrivere e soprattutto, sono troppo stanco di vivere.
Cammino quasi ogni giorno. Otto chilometri precisi, misurati col mio cellulare, grazie al GPS. Cammino, cerco di scaricare al suolo ogni mia frustrazione. Le sofferenze calano dalla mente al terreno attraverso le mie Trainers. Cammino, guardo le vetrine. Osservo i passanti. Penso al mio romanzo e ad alcune idee per dei nuovi racconti.
Cammino e mi soffermo sulla minigonna di quella asiatica che incrocio ogni sera. Capelli lunghi e lisci, maglietta bianca, candida; occhi neri come la pece; labbra rosse, piccole come il bocciolo di una rosa appassionata. Il suo corpicino che si muove sinuoso con lo zaino di Pikachu, giallo brillante, sulle spalle. Torna da scuola? Forse è tardi. Comunque il desiderio freme fino a farmi sudare le mani. Ci incrociamo sotto il portico di Via Saffi, attendo qualche secondo, mi giro a controllare che non si sia voltata a guardarmi, quindi estraggo il cellulare e scrivo due righe su di lei, su Facebook e Twitter.
Poi riprendo a camminare. Ecco che arrivano i commenti. Sorrido, leggo, e si resetta. E io con lui. Perché io e lui siamo in simbiosi.
Il mio mondo è quello del mio cellulare. Io sono quel cellulare. Io cammino, mi fermo per un caffè, parlo cinque minuti con la barista. Esco e aggiorno la bacheca. Bologna è un’ombra, la rete è pura realtà. Io sono reale perché ho una identità virtuale. Io vivo grazie e attraverso il mio cellulare.
Una segnalazione. Un evento lontano da casa. Rifiuto. Non partecipo. Cammino. Attraverso la strada. Passo davanti al negozio di profumi dove lavora una ragazza dai capelli bianchi come la neve. Getto un occhio. Sorrido, sta servendo una cliente. Proseguo. Mi fermo. Commento su Facebook. Rispondo. Riprendo il mio cammino.
Lui si resetta nuovamente. Io mi fermo. Mi guardo attorno. Penso alla cameriera, quella che ha lasciato il commento, non la vedo da parecchio. Ho rovinato tutto. In rete sono bravo. Qui mi sento impacciato. Non ce la faccio.
Riavvio il telefono. Controllo di nuovo ciò che accade attorno a me. Mi riprendo. Salgo sul tredici. Torno a casa. Leggo un ebook. Arriva una mail. Rispondo. Continuo a leggere. Io sono in simbiosi col mio cellulare. Lui si resetta. Io anche.
*
Dio, se penso a quella fighetta, mi tremano le mani. Me la sono lasciata sfuggire. Che errore. La seguo da settimane, ormai. Conosco tutto di lei. Chiude l’osteria dove lavora sempre alla stessa ora. Si chiude dentro per controllare la cassa, fare le pulizie. Poi esce e torna a casa dentro quella scatoletta grigia che si ostina a chiamare auto. Potevo farla mia, in un qualunque momento. Dio. A quell’ora della notte lei non è altro che un agnellino spaurito, basta fare la voce un po’ grossa e... E invece quello è riapparso e io ho perso l’occasione.
Ora sono qui, su un autobus. Che ci faccio su un autobus? Dove mi trovo? Dove sto andando?
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About the Author
Glauco Silvestri /
Author & Editor
Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.
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