lunedì 25 maggio 2020

A Family Matter (Incipit) - #ebook

Glauco Silvestri
Strinse i capelli raccolti in una coda, e sollevò con forza il volto terrorizzato dell’uomo che fronteggiava in modo che potesse guardarlo negl’occhi. Il sorriso dipinto sul viso del persecutore, un sorriso pazzo, disperato, forse esasperato, si proiettava nel terrore della vittima per disegnare una allegoria di lacrime e sudore. 
La Beretta 92F era piantata con fermezza contro la tempia dell’uomo. La sua bocca era serrata con del nastro da imballaggio. Il corpo nudo era costretto in ginocchio nel bel mezzo di un lago di sangue. Non era il suo sangue, e neppure era il sangue del persecutore. Era il sangue di Marta. 
La ragazza giaceva poco distante, ancora sul letto, a gambe divaricate, braccia legate alla spalliera, capelli mori scarmigliati, l’espressione sorpresa, e gli occhi spalancati. Il ventre di Marta era martoriato da tagli profondi scavati con un rasoio. Tagli che andavano dalle zone del piacere alle curve sinuose dei suoi fianchi, e che risalivano le dune del suo seno per giungere fino alla gola. 
Il rasoio giaceva a terra, bagnato dal sangue vermiglio, a pochi centimetri dalle ginocchia sbucciate dell’uomo minacciato con una pistola. 
Mugugnava, si agitata, ma la stretta sui capelli era ferma e non avrebbe ceduto tanto facilmente. E poi bastava un colpo di Beretta per terminare quell’agonia appena cominciata. 
Marta non aveva potuto esimersi dalle attenzioni di Don Luciano. Ventidue anni, figlio di un Boss della malavita, abituato ad avere tutto ciò che voleva, e a eliminare tutto ciò che gli andava di traverso. Marta ci aveva provato, a spiegare a Don Luciano che lei era già promessa. 
Don Luciano non accettava il rifiuto, anche se gentile, anche se giustificato, anche se non aveva alcuna intenzione di offendere, di mancare di rispetto, mai. Il negozio del padre di Marta era andato a fuoco dopo il rifiuto di lei. Avrebbe potuto andare peggio, Marta ne era sicura, per questo aveva accettato l’invito. 
«Robé - aveva detto lei - cosa sarà mai... Una cena, una palpatina, una scopata. Poi si dimenticherà di me. In paese ce ne sono di belle ragazze - aveva detto - Mi lascerà in pace, vedrai, però Antonio non lo deve sapere, capito?». 
Antonio era il fidanzato. Migrato al nord per guadagnare i soldi necessari al loro matrimonio, alla casa che avrebbero acquistato, alla famiglia che avevano intenzione di costruire. Non poteva fare nulla per scongiurare quella situazione ignobile, ed era meglio che Antonio non sapesse. 
Don Luciano, nonostante le occhiate sospettose di padre, madre, e fratello di Marta, si era comportato da gran signore. Aveva preso Marta a casa, l’aveva portata al ristorante, aveva cenato, e l’aveva riportata a casa. 
La prima volta non era accaduto nulla. Il negozio era stato sistemato senza che il padre dovesse aprire il portafogli. Marta era uscita una seconda volta con Don Luciano, e poi una terza, una quarta. In ognuna di queste uscite lei tentava di allontanare gli interessi del ragazzo, e puntualmente questi faceva finta di nulla, oppure lanciava una velata minaccia, cosicché Marta si trovasse comunque costretta a ‘fare il proprio dovere di donna piacente’. 
La ritrosia della ragazza non passava comunque inosservata. Tutti in paese sapevano che era promessa, e tutti sapevano che Don Luciano la importunava. Alla quinta sera in molti cominciarono a bisbigliare, a commentare, ad additare. E ciò non passò inosservato agl’occhi del Don, tant’è che un mattino, arrivò la telefonata dei carabinieri, questura di Milano. 
Antonio era stato aggredito mentre tornava dal lavoro, ed era stato trovato morto, la mattina successiva, dall’edicolante della zona. 
Scese il silenzio più completo. Scese l’omertà. La sesta notte Marta non fece ritorno a casa. La sesta notte Marta era stata seviziata brutalmente da Don Luciano. 
Roberto, il fratello, non aveva potuto fare nulla per evitarlo. 
Era arrivato tardi per salvare la sorella. 
L’aveva trovata nel letto, agonizzante, con quell’insetto nudo ancora a cavalcioni su di lei, il rasoio nella destra, il collo di lei nella sinistra. Si muoveva a scatti grugnendo come un porco in calore. 
Abusava del corpo in fin di vita di Marta e ghignava come una iena sadica e perversa. 




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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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