mercoledì 9 ottobre 2019

28 Settimane Dopo - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Mi sono accorto qualche tempo fa di aver tralasciato un titolo importante. Forse agli inizi di questo blog, parlai di 28 Giorni Dopo, era il lontano 2013. Da quel giorno non ho mai scritto nulla sul suo seguito naturale... E devo ammettere che è stato un grave errore, visto che le due pellicole sono strettamente correlate, e - caspiterina - l'ho pure citato in quel lontano post!

Eccomi quindi a rimediare all'errore: Parliamo di 28 Settimane Dopo. Sono passate proprio ventotto settimane da quando il virus della rabbia ha devastato la Gran Bretagna. Ora il paese è completamente vuoto. Non c'è più un infetto, sono tutti morti di inedia, e il virus sembra scomparso. Gli Stati Uniti, assieme agli altri stati europei, si sta occupando della ripopolazione, ovviamente a piccoli passi. Londra è il primo insediamento a essere ripristinato. Non tutta la metropoli, s'intende, giusto una piccola zona ben circoscritta e ben protetta. Qui vive Don, sopravvissuto al virus perché sapeva correre veloce, e perché nel momento del pericolo, non ha avuto il coraggio di stare al fianco della moglie e lottare per salvarla.
Don ha due figli, erano stati espatriati appena in tempo, e per un lungo periodo avevano vissuto in un centro di assistenza, in Spagna, in una tenda da venti persone e pochi servizi essenziali da condividere con troppa, troppa gente.
Ebbene i due figli stanno per tornare a Londra. Don è un tecnico, uno dei pochi rimasti, e per questo ha 'le chiavi' della città. Il ritorno di Andy e Tammy è per lui un vero toccasana, anche se la vista dei suoi due figli, specie del piccolo Andy, gli ricorda i suoi momenti di vigliaccheria e gli provoca brutti incubi.
A ogni modo il ritorno dei figli è una festa, ma il racconto della morte della madre, per loro, è un trauma difficile da digerire. E' per questo motivo che i due ragazzi, alla prima occasione, decidono si superare le difese dell'area ripopolata per tornare alla loro vecchia casa e recuperare qualche foto, e qualche ricordo del passato.
Qui si scatena il colpo di scena. Il piccolo Andy trova in casa sua madre. E' sconvolta, al limite della pazzia, ma ancora viva. E' stata morsa, ha il virus in corpo, ma gode di una singolare immunità. Per questo motivo la donna viene subito recuperata, e portata nel reparto medico di Londra, dove gli scienziati stanno ancora studiando questa particolare forma del virus, senza riuscire a capirci nulla.
Insomma, l'arrivo della donna potrebbe essere una svolta epocale, ma nessuno può prevedere le conseguenze. Il padre dei due bambini si trova in difficoltà con i piccoli, che credono di essere stati ingannati quando lui ha raccontato loro che la madre è morta. E lui stesso... Lui ha bisogno di essere perdonato per la sua fuga. Così si reca da lei - usando il suo pass - e la implora, in lacrime, di non odiarlo per la sua fuga. Lei, comprensibilmente, lo perdona. I due si baciano e... 

In questo secondo capitolo si ripercorre quanto già visto nel primo. Un gesto innocente finisce per produrre una strage. L'inconsapevolezza, il falso senso di sicurezza, l'ignoranza, e magari i buoni sentimenti, spingono l'uomo a compiere passi falsi. Qui è il padre a dare il via al contagio. Nel primo film era un gruppo di animalisti che voleva liberare delle scimmie in gabbia in un laboratorio di ricerca. La mancanza di ragionamento per massimi sistemi, pensare prima alla collettività e poi all'individualità, porta spesso a errori grossolani prodotti da gesti che in linea di principio non sono per nulla sbagliati.
Il messaggio, quindi, si ripete e si moltiplica, e come per 28 Giorni Dopo, anche in questo caso è la prima parte del film a colpire maggiormente. La potenza delle immagini di una Londra desolata è incredibile. Così come il refolo della speranza che viene alitato dai volti sereni che tornano a casa loro... Ma tutto ciò è estremamente effimero, e la regia ce lo ricorda intervallando le scene sopra citate con i cecchini, le guardie armate, il filo spinato, gli elicotteri militari. Il problema è che in questo secondo capitolo tutto sembra correre troppo velocemente. Non c'è tempo per riflettere, per illudersi, per credere che tutto sia finito per davvero. E' ovvio che non lo è... Ma la consapevolezza non viene ingannata neppure per un istante, e già sappiamo che andrà a finir male perché c'è troppa fretta di arrivare al dunque.
Peccato! Però la pellicola è comunque intrigante, e tiene incollati allo schermo. Non si salta dalla sedia per la paura, ma il senso di inquietudine è davvero potente.

E' un bel secondo capitolo e, per una volta, non delude le aspettative.


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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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