Avevo letto in giro che la nuova stagione di
Black Mirror aveva cambiato registro rispetto al passato. La nuova proprietà - Netflix - ha pensato bene (?) di voltare pagina e adattare un format di successo a un qualcosa di più adatto al proprio catalogo e al proprio stile. Peccato che gli appassionati non siano stati contenti di questa scelta.
Di fedele al passato è rimasta l'idea di base, ovvero quella di avere episodi a sé stanti ed auto-conclusivi, praticamente dei cortometraggi, e quella di avere pochi episodi. In questa quinta stagione sono 3 gli episodi, e da cortometraggi, questi sono diventati dei film lunghi un'oretta, quindi delle produzioni di tutto rispetto.
Il primo episodio è Striking Vipers. Due amici amanti di un videogame che crescono, mettono su famiglia, e continuano a giocare da remoto su una console di ultimo grido. Solo che, in quest'ultima versione del gioco, i due si immedesimano al punto da far sì che [Spoiler] tra i due 'sfidanti' virtuali nasca una relazione, e... Nel mondo reale, i due cominciano a provare le medesime sensazioni dei personaggi del videogame. Potete immaginare la confusione interiore. Sono gay? Eppure tutti e due sono attratti dalle donne nel mondo reale. E' una perversione? Eppure non era mai successo prima che questa nuova versione del gioco fosse messa in commercio. Che diavolo sta succedendo? Questo se lo chiede la moglie - ovviamente - visto che il marito diventa più distante e, più scostante [Spoiler].
Il secondo episodio, Smithereens, è più classico, ed è forse il meno efficace. Un uomo fa il tassista. Cerca di raccogliere solo persone che lavorano per la multinazionale proprietaria di un nuovo social network che... Be', ha sbaragliato la concorrenza.
Il motivo è presto detto: Vuole rapire il dipendente, e sotto minaccia, costringerlo a metterlo in comunicazione con chi ha ideato quel nuovo social... Il tutto perché, be', [Spoiler] in un incidente stradale è morta la sua ragazza. E l'incidente stradale è avvenuto perché lui - che guidava mentre lei dormiva - controllava le notifiche sul suo smartphone [Spoiler]. Storia banalotta, con finale banalotto, tutto abbastanza prevedibile.
Il terzo episodio - Rachel, Jack e Ashley Too - ci propone una versione realistica di quello che avrebbe potuto essere un episodio di una qualunque serie adolescenziale prodotta da Disney. Che sia una sorta di messaggio di sfida all'annuncio recente dell'apertura di un canale Disney concorrente a Netflix? A ogni modo Ashley è una cantante pop amata da tutti i ragazzini. Nessuno sa che vive praticamente sotto sequestro, che il suo personaggio è tutt'altro che voluto, e che lei prende dei tranquillanti per tenere a bada i propri istinti tutt'altro che rose e cuori. Rachel è una ragazzina che da poco si è trasferita in un nuovo quartiere. Fa fatica ad avere nuovi amici, così chiede al padre di regalarle una sorta di AI con la personalità della sua cantante preferita. Poi avviene il
patatrak.
[Spoiler] Ashley si ribella ai propri carcerieri, e questi la inducono in coma per sfruttare il pathos e cercare di risollevare le entrate, che di recente hanno cominciato a calare. Nel frattempo la AI di Rachel da di matto, e dopo un reset maldestro, rivela una sorta di mirror della personalità della cantante. Sembra una puntata di
Martin Mystere, per certi versi, forse alla lontana...
A ogni modo, la AI convince Rachel e sua sorella Jack a salvare Ashley... [Spoiler]. Il finale è un po' scontato, ma a me questo episodio è piaciuto più degli altri due. Sarà che le AI stanno veramente entrando nelle nostre case...
Voi cosa ne pensate? Io, sinceramente, avevo già notato una certa stanchezza nel format già nella quarta serie. Qui tutto si conferma, anche se la qualità degli effetti speciali, la regia, e le interpretazioni sono comunque più che buone, forse le storie hanno perso mordente, e soprattutto, mancano idee veramente 'fresche' e 'adatte' a un format così particolare come dovrebbe essere Black Mirror.
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About the Author
Glauco Silvestri /
Author & Editor
Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.
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