venerdì 15 febbraio 2019

Finché c'è prosecco c'è speranza - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Tratto dall'omonimo romanzo, Finché c'è prosecco c'è speranza è una di quelle pellicole che mi ha proprio tratto in inganno. Il titolo spinge a pensare a una commedia all'italiana, e anche la presenza di Battiston come protagonista mi ha ancora di più fatto pensare a un genere cinematografico differente da quello che poi si rivela essere.

Qui siamo di fronte a un vero giallo all'italiana. Siamo in veneto, nelle valli del prosecco, tra Treviso e Venezia. Il conte Desiderio Ancillotto è proprietario di un vasto terreno dedicato alle vigne. Vive in una bella villa, tratta il terreno come un suo pari, senza mai stressarlo, e in paese è conosciuto da tutti, tra chi lo ammira, chi lo critica, e chi lo combatte. Già, perché Ancillotto è in eterna lotta con i proprietari di un cementificio vicino al paese, vicino alle sue terre, che a suo parere sta inquinando la zona, sta facendo ammalare gli abitanti, e le autorità chiudono entrambi gli occhi a tutto ciò perché lo stabilimento porta lavoro e ricchezza. Ancillotto, una sera, decide di farla finita. Si suicida sulla tomba dei suoi antenati, e ad affrontare il caso è l'ispettore Stucky (n.d.r. Si legge Stucchi, lui è di origini armene), appena promosso, e prossimo a sostituire il suo superiore, che è prosssimo alla pensione.
L'indagine è complessa, placida, e legata a piccoli indizi sparsi per tutto il territorio. L'ispettore è un personaggio pacato, pacifico, e il suo modo di investigare è forse plagiato da quanto sta provando nel privato, a causa del recente perdita della madre, e dell'ingombrante presenza di un padre morto molti anni prima, ma che ancora è argomento tabù in casa propria.

Il film è sicuramente uno di quelli che non stupisce per azione, personaggi dinamici e di carattere, ed effetti speciali. Qui comandano il cinguettio dei passerotti, i primi piani su paesaggi bucolici, e sull'accento veneto, che qui si inframmezza solamente ai bicchieri di vino, qualche sparo di cacciatore, e dialoghi brevi e quasi sospirati.
Un film piacevole, che mai fa saltare dalla sedia, ma che comunque non annoia. Gli interpreti fanno il loro mestiere anche se nessuno lascia veramente il segno.

Perfetto per una serata di relax.




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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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