Parecchio tempo fa, era ancora l'epoca dei vhs, fu regalato a mio babbo un cofanetto contenente tutti i 'sei' film dedicati a
Don Camillo e Peppone. Sei film, perché in esso era presente anche
l'ultima pellicola, dove Gino Cervi e Fernandel vengono sostituiti dagli ottimi Gastone Moschin e Lionel Stander... Ma che però non riesce a sostenere l'aura che la saga originale aveva creato. E per fortuna in questa collezione non è stato incluso
il remake con Terence Hill... Dimenticabile tentativo di ravvivare la saga arrivato proprio fuori tempo massimo.

Chi sono Don Camillo e Peppone lo sappiamo bene. Lui è il parroco di Brescello, un paesino nella bassa vicino alla riva del Po', l'altro è il sindaco, un comunista fervente, sempre in guerra col parroco per via della sua ideologia chiusa e rivolta al Cremlino.
L'epoca è ormai lontana, si parla degli anni cinquanta, un'Italia molto differente da quella che conosciamo oggi, più ingenua, più genuina.
Visto che si affrontano sei pellicole, cercherò di essere breve nel descrivervele. Il primo film ci presenta ovviamente i due contendenti. Mentre Peppone festeggia la vittoria del partito comunista alle elezioni, il parroco suona a morto le campane della chiesa del paese. Lo scontro è acerrimo sin dall'inizio e giunge al confronto diretto quando il sindaco annuncia - e avvia - i lavori per la costruzione di una nuova casa del popolo, mentre il parroco non riesce a mettere a posto neppure il vecchio oratorio. Lo scontro giungerà al punto che entrambi otterranno la loro vittoria personale. Don Camillo convincerà Peppone a donare parte del denaro del partito per il ripristino dell'oratorio, ma il prete dovrà allontanarsi da Brescello per una 'vacanza forzata' richiesta dal vescovo.
Si giunge quindi alla seconda pellicola, ove Don Camillo sarà chiamato a Brescello dallo stesso Peppone per avere una mano nel risolvere una disputa territoriale con un grosso latifondista locale. La pace tra i due sarà però sancita ufficialmente da un disastro climatico, il Po' straripa, e la cittadina finisce in uno stato di calamità tale da far dimenticare, per qualche tempo, ogni disputa politica.
Disputa che riprende nel terzo film, ove Peppone ambisce alla carica di Onorevole, ma ovviamente non vi può riuscire senza una istruzione. Qui interviene Don Camillo, che seppur di facciata non fa altro che schernirlo, di nascosto gli fa lezione, e lo porta a conseguire il diplomino di quinta elementare.
Peppone riesce quindi nell'intento e diventa onorevole, si prepara a partire per Roma... Ma all'ultimo momento decide di rinunciare e di rimanere a Brescello come sindaco.
Quarto film, ed è tempo di promozione per entrambi i nostri personaggi. Il cuore cristiano di Don Camillo viene eletto alla carica di Monsignore. Peppone, seppur rinunciatario del proprio posto a Roma, riesce a diventare comunque senatore. Gli scontri non mancano, anche perché è il matrimonio del sindaco a riportare in auge i vecchi ardori... Già, perché il ragazzo, pur essendo comunista, e figlio di un comunista fervente come Peppone, vuole sposarsi in chiesa. E sarà proprio Don Camillo a celebrare le nozze!
Il gran finale non può che concludersi in Russia. Il paese si sta preparando al gemellaggio con Brezwyscewski, un paesino russo, ove Peppone è diretto con una stretta cerchia di compagni per la celebrazione. Don Camillo riesce ad aggregarsi al viaggio con la coercizione, e ovviamente sarà un elemento di disturbo per il momento di gloria del sindaco. Quest'ultimo, però, riuscirà a vendicarsi infiltrandosi in una crociera di giovani sacerdoti che Don Camillo, tornato a Brescello, avrà l'incarico di accompagnare negli Stati Uniti.

Gran finale che viene rovinato da un sesto film, fatto qualche anno più tardi, quando ormai Cervi e Fernandel non potevano più apparire sullo schermo. Una commedia che vede Peppone e Don Camillo alle prese con le nuove generazioni. Il sindaco con il figlio scavezzacollo (n.d.r. Ma non si era sposato nel quarto film?), il parroco con una nipote contestatrice, e con il giovane Don Francesco, arrivato a Brescello per aiutare Don Camillo, ma desideroso di riformare lo status quo per rendere tutto più moderno. Noiosetto e blando tentativo di mantenere viva una saga che - più che per le vicende - aveva successo per le interpretazioni di Fernandel e Cervi.
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About the Author
Glauco Silvestri /
Author & Editor
Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.
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