Una volta superate le prime tre pellicole della saga - quelle che si guardano volentieri - eccoci di fronte al primo dei film che mettono in mostra il calo di idee e il desiderio di chiudere bene una saga che ha appassionato tanti spettatori per anni e anni.
Parliamo ovviamente di
Resident Evil Afterlife. Qui ci colleghiamo direttamente al film precedente, ma perdiamo completamente il controllo sulla struttura del film, che si sposta da pellicola cinematografica a videogame. Avevamo lasciato Alice nella struttura americana della Umbrella Corporation. Il mostro era battuto, e il computer dell'alveare si era proposto per aiutare la nostra eroina a costruire un antidoto per il virus T partendo dal sistema immunitario di Alice.
E poi c'erano i cloni... E poi c'era quella sottile minaccia che Alice manda al gruppo dirigenziale della Umbrella mentre si trova in riunione plenaria.
Ed è da qui che noi ripartiamo... Perché Alice non lavora all'antidoto. No! In un qualche modo risveglia tutti i suoi cloni, li addestra al combattimento, li porta in Giappone (n.d.r. Ma come fa? Con quali mezzi? E come fa a non essere intercettata dai satelliti? Mille domande non avranno mai risposta, e queste sono solo le prime) per mettere a ferro e fuoco la sede locale della multinazionale.
Qui scopre che il presidente della Umbrella di Tokyo (n.d.r. Albert Wesker, quello che si era opposto alle bizzarre ricerche del Dottor Isaac) ha fatto altrettante bizzarre ricerche sul virus T. Improvvisamente la Umbrella ha trovato il modo di dominarlo, di creare una nuova versione di zombie capaci di ragionare, di combattere, e di formare un esercito, e persino, di avere un antidoto - che però verrà usato solo su Alice per eliminare i suoi poteri (n.d.r. Giusto per qualche scena del film... Perché poi torna a volare, far piroette, eccetera eccetera, proprio come prima e senza spiegazioni).
Giusto per chiudere in velocità il prologo del film - perché siamo ancora al prologo - Alice e i suoi cloni riescono nella loro impresa, ma Albert Wesker si salva perché anch'egli è esposto alla versione rinnovata del virus T ed praticamente più forte di Alice... E' infatti lui che inietta nella nostra eroina l'antidoto così da farla tornare normale.
Finito tutto ciò, con Wesker sparito, e Alice tornata vulnerabile, c'è un cambio di scena repentino, ed ecco Alice ai comandi di un vecchio Zero che sorvola il Canada (n.d.r. Altre mille domande prive di risposta...). Sta cercando Arcadia, ovviamente, per riunirsi a Claire e agli altri ragazzi che aveva conosciuto nel terzo film. Atterra alle coordinate prescritte - che ricordava a memoria - ma trova solamente un cimitero di aerei, e una bella spiaggia. Arcadia non esiste... Ma che fine hanno fatto gli altri. La risposta è parzialmente data dall'apparizione di Claire, inselvatichita, priva di memoria, cattiva come non mai, e con un robo a forma di ragno attaccato al petto. Ovviamente Alice la neutralizza velocemente, gli toglie lo strano oggetto, ed ecco che - salvo un po' di amnesia che passerà velocemente - Claire torna a essere la donna di sempre.
Ok, sulla spiaggia non c'è più nulla da fare, per cui - senza fare il pieno (n.d.r. Altre domande su domande...) - si sale di nuovo sullo Zero e via verso San Francisco.
In città trovano dei superstiti rifugiati in un carcere. C'è un campione del basket che pubblicizza orologi della
Tag Heuer, Cypher di
Matrix, una cuoca, e... Il fratello di Claire tenuto in gabbia. Fuori dal carcere, ovviamente, c'è l'intera popolazione della città
zombiezzata che sembra di essere nella città di Israele in
World War Z.
Alice porta però sfortuna... Quando arriva lei tutto cade a scatafascio. Mentre dal sottosuolo arrivano in nuovi mutati della Umbrella, dalla strada arriva un bestione dotato di martello che riesce ad abbattere i cancelli del carcere.
Altra fuga, altre vittime, e infine si scopre che Arcadia è una nave su cui la Umbrella faceva esperimenti - ovviamente - e lì c'è Wesker ad attendere i nostri eroi...
Che devo dire? Che quando uccidi i mostri più grossi e cattivi cadono persino le monete d'oro a terra? Wow! Ma dove siamo capitati? Ecco che qui si ha il triste epilogo della saga che tanto mi aveva appassionato nei suoi primi capitoli.
E visto che domani è la vigilia di Natale, non vi tedio oltre.
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About the Author
Glauco Silvestri /
Author & Editor
Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.
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