Se cito
Wernher von Braun tutti quanti voi penserete alle V2, e alle V1, e di conseguenza alla conquista dello spazio, alla missione Apollo, e all'epica conquista del suolo lunare, giusto?
Pochi di voi saranno a conoscenza del fatto che sul finire della missione Apollo, Von Braun propose al Congresso americano un progetto ancora più interessante, ovvero la conquista di Marte. Quando lo scienziato si presentò al Congresso aveva già il progetto pronto, tutti i calcoli fatti, ogni dettaglio pensato, studiato, e verificato. E aveva anche preventivato il costo di questa missione, ed era sicurissimo che questa missione fosse fattibile con le tecnologie dell'epoca.
Ci pensate? L'uomo su Marte!
Solo che quelli erano anni difficili. Nixon era al governo, e c'era il Vietnam, un brutta gatta da pelare, come si suol dire... E il progetto di Von Braun costava - secondo i preventivi - tanto quanto un anno di guerra in Vietnam.
Gli Stati Uniti non potevano permetterselo, e... Be', sappiamo tutti com'è andata.
Le carte di Von Braun vennero pubblicate - se non ricordo male - su una rivista scientifica tedesca, ma lo scienziato volle che tutti sapessero quale occasione era andata perduta, così si mise in testa di scrivere un romanzo di fantascienza basato sui suoi progetti.
C'è da fare una premessa importante. Siamo negli anni sessanta. E negl'anni sessanta si pensava ancora che Marte potesse essere abitato da forme di vita intelligente. La narrazione di questo romanzo, di conseguenza, ci porterà a conoscere i marziani, una razza intelligente, pacifica, estremamente evoluta, ma costretta a vivere nel sottosuolo del suo pianeta perché diventato inabitabile.
Superato questo scoglio, il romanzo ci racconta di come il progetto sia approvato dal Congresso, non dopo un difficile dibattito, non dopo una pesante valutazione dei costi. Ma il mondo immaginato da Braun e un mondo che esce dalla terza guerra mondiale. Sono i primi anni ottanta, e il pianeta ha finalmente un governo unico, e le diatribe tra gli stati sono ormai diventate 'roba vecchia'. La Terra immaginata da Braun è tutt'altro che un pianeta bucolico e pacifico. Deve ancora riprendersi dal conflitto, e comincia a temere possibili aggressioni esterne. Per questo l'idea di andare su Marte si aggrappa nella mente delle alte sfere. Se Marte è abitato, e se i suoi abitanti sono più avanti tecnologicamente dei Terrestri, potrebbero pensare di attaccare la Terra per 'prendere' le risorse che gli servono a sopravvivere. Bisogna andare laggiù e capire qual è la situazione!
La prima parte del romanzo si concentra quindi sullo sforzo tecnologico necessario a costruire la flotta di astronavi che andrà su Marte. Bisogna pensare al viaggio, all'atterraggio sul pianeta rosso, alle risorse necessarie per sopravvivere fino a che le condizioni astronomiche non tornino favorevoli al rientro. La missione durerà parecchio. Oltre tre mesi per arrivare là, oltre 400 giorni di permanenza sul pianeta rosso, e poi altri tre mesi per tornare. Quante cose potrebbero andare storte?
La seconda parte è legata ovviamente al viaggio. Prima e seconda parte sono molto tecniche, dettagliate, ma comunque possiedono un ritmo narrativo interessante. E' ovvio che la lettura del romanzo commuova per la sua errata previsione delle tecnologie disponibili negli anni ottanta. I computer non esistono, l'elettronica neppure, c'è una sviluppatissima tecnologia elettromeccanica... Però è interessante notare come Von Braun abbia pensato a una navetta capace di rientrare nell'atmosfera come un'aereo, tipo lo
Shuttle, e immaginare una stazione orbitante capace di ospitare permanentemente un equipaggio, di fare ricerche scientifiche, e di fare da base d'appoggio durante la costruzione dei mezzi che andranno su Marte, tipo la
ISS. Qui il professore va oltre, e immagina anche sistemi per la gravità artificiale...
La terza parte è quella più debole, e ci porta a conoscere i marziani, che per nulla stupiti dell'arrivo dei terrestri, li accolgono festanti e con tutti gli onori. Questa parte del libro è forse la parte più debole dal punto narrativo, per quanto l'autore si impegni a creare una popolazione sviluppata e con una grande cultura, ci presenta degli umanoidi che hanno perso la voglia di vivere, e che si accontentino di sopravvivere, mantenendo in piedi un mondo che è solo l'ombra del loro passato.
Nel complesso è comunque una lettura affascinante. Soffre dell'età, e fa soffrire perché mette in evidenza che già negl'anni sessanta, con un piccolo sforzo economico, si sarebbe riusciti ad andare su Marte. Forse un passo così importante avrebbe fruttato tecnologicamente molto più dell'intero scontro avvenuto nel Vietnam, e probabilmente non avrebbe causato la morte di innocenti, di soldati, e... per cosa? Forse oggi avremmo un avamposto sulla Luna, miniere sul pianeta rosso, maggiori risorse e minore odio razziale... Ma questa è fantascienza. La realtà è ben diversa...
Ve lo consiglio.
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About the Author
Glauco Silvestri /
Author & Editor
Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.
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