sabato 5 maggio 2018

La Mia Africa - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Oggi vi parlo di un film a cui sono affezionato per vari motivi, tra cui il fatto che esso sia stato il primo film visto in inglese senza bisogno di sottotitoli. E' La mia Africa, e magari in tempi non sospetti ve ne ho già parlato in uno dei miei vecchi blog, ammetto di non ricordarlo chiaramente.

La storia è interessante. Siamo nel 1913, Karen è una ragazza danese che sta partendo per raggiungere il Kenia, ove si sposerà con Bror Blixen (fratello del suo - nobile ma rozzo - ex amante). Non si tratta di un matrimonio dettato dall'amore, bensì dalla convenienza. Lui ci guadagnerà i soldi della famiglia di Karen, lei il titolo nobiliare di Bror, e otterrà una rinnovata onorabilità (dopo gli scandali in Danimarca a causa dei suoi rapporti col suo ex amante).
In Africa i due novelli sposi acquistano una fattoria, ma ben presto si comprende che è solo lei a impegnarsi nel tenere in piedi il loro rapporto. Lui non è molto diverso dal fratello, tanto che le attaccherà una malattia venerea, e la costringerà a tornare in Europa per farsi curare.
Al suo rientro in Africa, Karen si dedica anima e corpo alla fattoria, inimicandosi la comunità bianca locale per i suoi rapporti amichevoli con gli indigeni, e ritrova l'amore in Denys Finch Hatton, una vecchia conoscenza amante della caccia, dell'Africa, e della natura. I due cominciano a convivere prima ancora che Bror chieda il divorzio (per sposare un'altra sfortunata ereditiera), e la loro storia d'amore sembra finalmente regalare a Karen una parvenza di serenità... Solo una parvenza, però...

E non vado oltre con la trama, visto che il rapporto tra Karen e Denys sarà tutt'altro che semplice. E invece bisogna concentrarsi su una pellicola la cui fotografia è sublime, la cui trama rasenta l'epopea, dove dramma, passione, avventura e carattere sono gli ingredienti principali. Lei, Meryl Streep, è perfetta come sempre. Robert Redford è all'apice della sua carriera, e nei panni di Denys calza come il piede in un calzino (n.d.r. Perdonate il paragone forse poco lusinghiero, ma credo efficace). La regia di Pollack è tradizionale ma molto curata e perfetta in ogni dettaglio. 

E' un grande classico, da vedere assolutamente (n.d.r. E magari vale la pena anche leggere l'autobiografia da cui è tratto).



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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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