mercoledì 14 marzo 2018

Vivan Maier, la fotografa ritrovata - #Mostra #Recensione

Glauco Silvestri

Il weekend scorso - finalmente - sono riuscito ad andare a visitare una esposizione dedicata a Vivian Maier... E fortuna vuole che questa esposizione fosse nella mia Bologna, a Palazzo Pallavicini.

Vivian Maier è 'davvero' una fotografa ritrovata. La sua storia è piuttosto peculiare, così come la sua fotografia, che per certi versi è davvero unica nel suo genere. Già! Perché il lavoro di questa fotografa fu scoperto per caso, nel 2007, quando il figlio di un rigattiere - John Maloof -  acquista un box all'asta (n.d.r. Avete presente Affari al Buio) e dentro ci trova tutti i possedimenti di Vivian, dai propri effetti personali, fino a una cassa con più di 120000 tra negativi e rullini fotografici ancora da sviluppare.
Dopo averne stampati alcuni e mostrati in giro, Maloof si rende conto di cosa ha per le mani, per cui decide di divulgare il lavoro immane di Vivian in modo che esso venga valorizzato. Nel frattempo cerca anche di contattare la fotografa, ma sfortunatamente non farà in tempo a incontrarla dal vivo.
Di Vivian rimangono solo le testimonianze delle poche persone che ha frequentato. Era una donna schiva, solida, solitaria che faceva la bambinaia con grande passione. Visse tra Chicago e New York, passando da una famiglia benestante a un'altra, e la sua unica grande passione fu la fotografia.
Tutto il suo tempo libero lo dedicava alla Street Photography. Possedeva una Rolleiflex, e amava tantissimo il bianco e nero. I suoi soggetti erano per lo più umani. Non sempre spontanei, ma comunque sempre ritratti nel loro contesto naturale. Amava farsi dei 'selfie', spesso e volentieri riflessa in specchi, vetrine, e in qualunque tipo di materiale riflettente. Fotografava la gente comune, di cui aveva un grande rispetto, e i bambini, che amava con tutto il cuore. 
Fotografava anche i ricchi, ma con questi ultimi era spesso sgarbata, li urtava a posta per ottenere una loro reazione, per mostrare l'arroganza, per far risaltare il loro vero 'io'.
Con il colore ebbe invece un approccio differente. Usò una Leica per le sue foto a colori, e vi si avvicinò molto più tardi nella sua 'carriera' fotografica. Nel caso del colore amava sperimentare i giochi cromatici, studiare un tipo di immagine molto differente da quello che solitamente cercava attraverso il bianco e nero.

Vivian fu una fotografa straordinaria, per la sua genuinità, per la sua passione, per la schiettezza delle sue immagini, che spesso ritraevano l'anima delle persone, e non solo. Visse a lungo, dal 1926 al 2009. Nella vecchiaia cadde in ristrettezze economiche, tanto che gli ultimi anni li dovette passare in una casa non sufficientemente grande per contenere tutto il suo lavoro. Per questo fu costretta ad affittare un box, ma quando non fu più in grado di pagare la retta... Andò tutto all'asta. Poi la vecchiaia e la malattia se la sono portata via prima che il successo la raggiungesse.


La mostra è interessante. Sono 120 immagini che ripercorrono la storia della fotografa, partendo da Chicago e andando a New York. Dividendo il suo lavoro attraverso le tematiche che le stettero a cuore, e di cui vi ho anticipato in precedenza. I bambini sono una figura costante. Ma anche la gente comune. I ricchi hanno anche loro un loro posto in questa esposizione, ove appaiono sempre imbronciati, minacciosi, offesi. Ma soprattutto è interessante l'immagine delle grandi metropoli americane di quegl'anni (n.d.r. Si va dagli anni cinquanta alla fine degli anni settanta). Immagini potenti, interessanti, mai banali.

L'esposizione è aperta al pubblico dal 3 Marzo scorso, fino al 27 Maggio.

Maggiori informazioni le potete trovare qui, e qui.

Qui di seguito potete assistere a una breve presentazione dell'esposizione.




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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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