venerdì 13 ottobre 2017

La Legenda della nave di Carta - #Libri #Recensione

Glauco Silvestri
Ero curioso. Un libro che raccoglie racconti di fantascienza di autori giapponesi, fantascienza non legata ai soliti stereotipi giapponesi che son giunti qui in Europa, bensì qualcosa di più profondo, pensato, elaborato. Niente mostri ingigantiti dalle radiazioni atomiche, niente robottoni giganti, niente di tutto ciò a cui siamo abituati, La legenda della nave di Carta è qualcosa di diverso.

E non mi è piaciuto.

Devo ammettere che la prima parte è affascinante. Sono racconti di esperienza vissuta fatti da persone sopravvissute al bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki. Persone che all'epoca erano bambini, e che hanno visto quel bombardamento come qualcosa di irreale, di inimmaginabile, di incomprensibile. Esperienze che toccano il cuore. Un attimo prima facevano colazione per andare a scuola, e un attimo dopo tutto era vaporizzato, e si trovavano senza genitori, senza nonni, senza casa... 
Quelle prime pagine valgono l'acquisto del libro, e a quanto racconta la prefazione, sono da preambolo a una fantascienza che la narrativa giapponese ha sempre visto come un legame inscindibile con il futuro. 
Eppure nei racconti che seguono l'olocausto nucleare pare scomparire, e soprattutto, a volte ci si domanda persino se si tratti di vera fantascienza. Perché sì, alcuni racconti narrano di brecce nello spazio tempo, o di alieni precipitati sulla terra e costretti a mescolarsi con la popolazione locale in attesa di soccorsi che... non sono mai giunti. Ma la maggior parte dei racconti sembrano più storie fantasy, introspettive, poco orientate alla scienza, e di conseguenza ben lontane da quel legame fantasia-scienza che il genere dovrebbe pretendere.
Racconti che poi non sempre finiscono per toccare il lettore. Parole e parole, voli pindarici, e finali chi lasciano senza spiegazioni, con la sensazione di aver letto più un ragionamento, che una storia con una trama, un qualcosa da raccontare. E così il libro delude, delude a metà, perché non offre - per lo meno a me - ciò che cerco quando leggo fantascienza. Certo, culturalmente occidente e oriente sono molto distanti, ma io sono cresciuto con prodotti di narrativa orientale, a pane e Goldrake, e nessuno può negare che quegli elementi siano elementi fondamentali della cultura giapponese, perché nella terra del sol levante si sono erette statue in onore a quei personaggi (n.d.r. Gundam e non solo lui) ed è difficile credere che essi, e i Kaijū facciano parte di elementi 'per bambini' e non di una cultura fantascientifica ben radicata nella storia del Giappone... Per cui sorprende che questa pubblicazione eviti l'argomento e tenti di sviare su temi più filosofici... Ma fallisce, a mio pensiero, nel voler costruire un legame tra il dolore causato dai bombardamenti atomici, e quanto presenta in quelle pagine, perché è proprio nei Kaijū che si radicalizza la memoria di quei momenti, la paura per la radioattività, e le mutazioni; ed è invece nei robot Nagaiani (n.d.r. E non solo quelli, ovviamente) che si proietta una sorta di visione positiva verso un uso più consapevole dell'energia atomica e del suo potere.
Non sto dicendo che la fantascienza nipponica sia tutta fatta di robot e mostri, ma essi ne fanno parte a pieno titolo, e non trovare alcuna traccia di questi elementi in una antologia che dovrebbe rappresentare la fantascienza giapponese... be', tradisce un po' le aspettative.

E ce l'ho messa tutta, ma il libro non entusiasma, annoia, e non cattura per nulla l'attenzione del lettore, tanto che è davvero difficile arrivare in fondo. L'unico stimolo è quello di trovarsi di fronte a dei racconti, e di conseguenza, la speranza di trovare qualcosa di meglio, o per lo meno differente, dopo poche pagine. Ma tutto ciò non basta.




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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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