venerdì 1 settembre 2017

Alien Covenant - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Alien fu il film che cambiò il mio modo di pensare alla fantascienza. Sono molto attaccato a questo 'brand' e, in un modo o nell'altro, ho sempre seguito con interesse ciò che Hollywood ha prodotto per mantenere viva la saga. Ciò non significa che si debba osannare sempre ogni cosa che viene fatta con l'alieno, per quanto io sia un semplice spettatore, il diritto di critica lo arrogo a pieno titolo, visto che pago per vedere il film, visto che l'idea mi piacque sin dall'inizio, visto che ancora oggi non mi annoio a vedere i primi film, ma sbadiglio già alla prima visione dei nuovi. E no, non mi interessa se Alien è una creatura di Scott e sul fatto che lui possa farne ciò che vuole... Non posso certo impedire a Scott di produrre film con trame pessime su idee di sua proprietà, ma posso indignarmi, e posso pure farlo apertamente, come sto per fare su questo blog, proprio perché ero affezionato alla 'creatura' e al modo in cui ci era stata raccontata, e ciò che vedo oggi al cinema mi rattrista enormemente.

Perdonate la filippica iniziale ma sono un po' stanco delle polemiche nate sui social, e non solo, tra coloro che proteggono a spada tratta il progetto di Ridley Scott e coloro che invece criticano i suoi ultimi lavori. Alien Covenant è sicuramente un buon Block-Buster, così come per alcuni fu Prometheus, ma a mio parere non può funzionare come prequel della saga storica perché non offre un appiglio allo spettatore, non è presente un personaggio forte a cui fare riferimento, con cui immedesimarsi, a cui affezionarsi. Lo stesso Alieno ha perso il ruolo di protagonista; è diventato una marionetta, un mezzo, e ha perso completamente la personalità e il carattere di simbolo del terrore a cui tutti eravamo abituati. I prequel hanno un buon 'cattivo', David, su cui fare affidamento, e nulla più. Questo è il problema principale dei nuovi film usciti. Si guardano volentieri, eh? Ma le mancanze si notano sin da subito, e se si fa parte di un pubblico esigente, si fa fatica a ignorarle.

A ciò ovviamente va aggiunto l'occasione persa di rispettare le evoluzioni tecnologiche: Sia in Prometheus che in Coventant sono presenti tecnologie superiori a quelle conosciute nella quadrilogia classica di Alien.  Addirittura tra Prometheus e Covenant, che hanno solo dieci anni di differenza su scala temporale della narrazione, si nota un 'calo' di tecnologie nel secondo film. Che fine hanno fatto i droni capaci di mappare un territorio? Perché non hanno sorvolato la superficie del pianeta seguendo il segnale radio per atterrare vicino al punto preciso di trasmissione (avrebbero visto la nave aliena dall'alto, in totale sicurezza) piuttosto che atterrare in un punto qualsiasi per poi avventurarsi a piedi su un pianeta sconosciuto (e di cui non è stata fatta alcuna analisi preventiva)?
E' possibile che un equipaggio addestrato per andare a colonizzare un pianeta alieno si comporti come se fosse a una scampagnata nello Yosemite?
E soprattutto, dopo la serie classica (n.d.r. 4 pellicole) e Prometheus, ancora ci dobbiamo sorbire il terrestre che si avvicina a una strana forma biologica aliena per guardarla da vicino senza alcuna precauzione?
Sfortunatamente sembra proprio di sì.
E ancora dobbiamo vedere il conflitto tra 'artificiale' buono e 'artificiale' cattivo? E perché questi sono uguali identici tra loro, mentre negli Alien della serie classica avevano aspetto diverso da un modello all'altro?
E la scena sotto la doccia? Perché Mother quando avvisa della presenza aliena a bordo della Covenant non abbassa la musica per la comunicazione? Succede su una banale nave da crociera... E comunque è una scena già vista nella vecchia quadrilogia, ricordate?

Potrei andare avanti in questo modo per ore, per cui è meglio passare al film, che ieri ho rivisto nella speranza di poterlo rivalutare un pochino. La trama ci racconta di una nave spaziale, la Covenant, in viaggio nello spazio profondo per colonizzare un remoto pianeta simile alla Terra. Durante il viaggio, mentre la nave ricaricava le proprie batterie con delle vele solari, si scatena una violenta tempesta di neutrini. La nave viene colpita in pieno, danneggiata, e i membri dell'equipaggio, in ipersonno, vengono svegliati in fretta e furia per cercare di risolvere l'emergenza. Sfortunatamente il procedimento non è semplice, e il comandante della missione muore arso vivo all'interno della propria capsula criogenica. Una volta superata la crisi, durante i lavori di riparazione della nave, viene captato uno strano segnale di origine terrestre... Proveniente però da un pianeta a sole 2 settimane di viaggio. Visto che nessuno ha voglia di tornare in ipersonno tanto presto, l'equipaggio decide di andare a investigare, e trovano un pianeta adatto alla vita umana, stranamente senza fauna, ma con tutta la flora che serve, e addirittura dei campi di grano coltivati. Cos'è successo? Da dove proviene il segnale?
Alcuni membri dell'equipaggio scendono sul pianeta per investigare, e oltre a venire contaminati da spore aliene che daranno origine alla 'creatura', incontreranno David, il sintetico privo di inibizioni che sulla Prometheus fece un bel casino...

In conclusione: Un buon pop-corn film, privo dell'intensità delle prime pellicole dedicate ad Alien, ma comunque ricco di effetti speciali, azione, e spunti per le pellicole che verranno (n.d.r. Siamo alla nr. 2 di 6, se non erro). C'è un buon villain, manca invece una figura positiva di riferimento. Alien, poi, non è più la creatura misteriosa che tanto terrorizzava lo spettatore, bensì è un mezzo senz'anima, che non fa neppure più tanta paura.


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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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