venerdì 30 giugno 2017

War Machine - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Devo ringraziare un amico per aver esaudito il desiderio di vedere War Machine, produzione Netflix e visibile solo a chi possiede un abbonamento con questo servizio streaming. La mia era una curiosità dovuta al fatto che online avevo incontrato voci molto contrastanti al riguardo, e...

Be', ora l'ho visto!

La trama è semplice. Vista l'impasse Americana nella guerra in Afghanistan, nel tentativo di smuovere le acque l'amministrazione Obama impone un avvicendamento della linea di comando sul fronte. Viene scelto il generale Glen McMahon, appena tornato dall'Iraq con successo, per assolvere l'arduo compito di condurre la guerra a una fine dignitosa. McMahon è un leader carismatico, che agisce in buona fede, ma che è anche una persona piena di contraddizioni.
Appena giunto sul territorio deve già districarsi con la diplomazia internazionale, è costretto all'ennesima visita del paese, a vari incontri con i leader carismatici, e non appena richiede di poter agire gli vengono tarpate le ali per via delle elezioni locali, e per mille altri motivi burocratici.

Barcamenandosi tra i vari interessi di chi campa sulla stagnazione della guerra, McMahon si ritrova affiancato a un giornalista di Rolling Stones... E sfortunatamente se lo porta dietro ovunque, così che la stampa possa vedere come si comporta un vero generale dell'esercito americano. Peccato che il giornalista decide di dare un taglio critico all'intero articolo, racconta più dei retroscena che degli innumerevoli sforzi del generale di ottenere ciò che gli serve per chiudere il conflitto. E alla fine MacMahon finisce facile preda dell'opinione pubblica, e viene rimpatriato di corsa per poi essere avvicendato da un altro eroico generale americano.
Ops! Vi ho raccontato praticamente tutto il film. 

Ma devo ammettere che dalla trama poco si comprende di quanto invece il film voglia raccontare. Perché la pellicola è realizzata come fosse una commedia, ma in realtà è una feroce critica alla politica statunitense - Obama non ci fa una bella figura - e anche alle Nazioni Unite, nonché all'intera struttura montata ad arte su una guerra che si prospetta difficile da chiudere. La burocrazia, i cavilli, il continuo tergiversare, il continuo rimescolare un impasto ormai informe, sono i veri argomenti che la pellicola affronta. E cerca di farlo strappando qualche risata - senza però riuscirci - perché non è Mash, e alla fine non riesce neppure a fare una critica severa e pungente, perché troppo incentrato sulla figura del generale, piuttosto che sull'establishment messo sotto esame critico.

Fallisce la sceneggiatura - tratta da un libro - e fallisce la regia, che produce una strana pellicola difficile da inquadrare, visto che non è un vero film di guerra, non funziona come film di critica, e non è neppure buono come commedia.

Di tutto il film non posso che lodare gli sforzi di Brad Pitt, capace di costruire un personaggio che ci ricorda un Big Jim invecchiato ma tenace, un personaggio irriducibile dal cuore puro, uno convinto di fare bene, uno che non è abituato a fallire. E a mio parere, specie quando corre, specie quando si muove in uniforme, e soprattutto quando si mostra impacciato con la moglie, Pitt mostra a tutto tondo la sua bravura.





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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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