giovedì 12 gennaio 2017

Capitan America, Civil War - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
E con Civil War ho finito la mia collezione di Marvel nella videoteca personale. Uno strano film, non trovate? Dovrebbe essere un 'Capitan America', e invece è tutto incentrato sugli 'Avengers'. Dovrebbe parlare del rapporto di amicizia tra Bucky - divenuto vittima dell'Hydra - ed Evans, e invece finisce per mostrare la frattura tra 'due fazioni' degli Avengers. Dovrebbe affrontare i fantasmi interiori dei vari Super della Marvel, e invece ne mette in mostra solo lo spirito di vendetta (n.d.r. Trad. Avengers). Dovrebbe essere un approfondimento psicologico dei personaggi, e invece è uno scenario in CGI dove far combattere i buoni tra loro (n.d.r. Niente più avversari interessanti? Niente più idee?) come se ci si trovasse in un videogame...

E difatti sono deluso da questo film, perché la saga di Capitan America era quella più umana tra le creature cinematografiche Marvel. Lui era l'eroe irreprensibile, quello buono e puro, che quasi era riuscito a sollevare il martello di Thor, capace di piangere per le vittime perdute in battaglia, di commuoversi di fronte a un passato che non c'è più, e di avere buoni sentimenti per tutti.
Qui è freddo, anzi glaciale, di fronte alla morte dei civili, di fronte agli amici che nella lotta vengono feriti gravemente, di fronte alle parole della gente che non vuole essere un semplice danno collaterale. E' un soldato freddo e spietato, che vede solo il proprio fine ultimo, e a cui poco importa di come riuscirà ad arrivare a compierlo. Di contro il battagliero Tony Stark appare debole, riflessivo, poco convinto. E lo si vede nella lotta contro Capitan America, perché in passato ha affrontato nemici ben più temibili, facendo pure battute da smargiasso, ed è sempre prevalso... Mentre in questo caso sembrava una macchinetta da caffè che viene demolita pugno dopo pugno, quasi desiderosa di essere demolita, perché ossessionata dal fantasma della morte del padre, della madre, e di tutte le vittime innocenti che - in teoria - grazie alla sua armatura doveva difendere.
Assurda è Wanda, che in Sokovia causa una strage per difendere Capitan America, che scoppia in lacrime per ciò che ha fatto, e però dopo una mezz'oretta è già lì che lancia auto in aria, crea campi di forza, distrugge di qua e di là. E per fortuna che Stark aveva preventivamente fatto evacuare la zona, ma chi pagherà i danni di un aeroporto completamente demolito?
E così pure è poco comprensibile il modo di agire delle due fazioni degli Avengers. Forse Rogers avrà ragione sul fatto che il suo amico Bucky sia stato manipolato, ma ciò non giustifica il suo operato nei confronti delle forze dell'ordine, dei governi, della popolazione... E soprattutto dei suoi 'amici'.

Diciamocelo: La trama è quella degli Incredibili.
E' fatto peggio perché non ci si diverte, non ci si affascina più nel vedere i combattimenti, e non ci si commuove per i drammi interiori di personaggi che ormai hanno perso tutto il loro spessore, e somigliano di più a sagome di cartone che si muovono in base a una regia predefinita. E persino i dialoghi... Son roba da ragazzini col testosterone fuori controllo, non di eroi adulti che ne hanno viste di tutti i colori e dovrebbero avere un po' di esperienza sulle spalle per non cadere nell'ira ogni tre per due.

Commento a freddo: Per fortuna è il terzo della trilogia su Capitan America, così chiudiamo in bruttezza, e da questo momento in avanti si parlerà solo degli Avengers.

Buona visione.




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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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